PROGETTO «VADEMECUM» ORTONA. Terza ricognizione BORGO ANTICO di TERRAVECCHIA

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Rocco Stefani
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1 PROGETTO «VADEMECUM» ORTONA Terza ricognizione BORGO ANTICO di TERRAVECCHIA

2 ! Il vicolo parallelo a C.so Matteotti, lastricato in pietra bianca, è denominato via Morosini, da una ricca famiglia genovese che nel periodo svevo (1250) si stabilì a Ortona per i commerci marittimi poiché possedeva numerose barche e risiedeva in case palazziate. I VICOLI

3 ! Lungo via Dei Naviganti ci sono tre angiporti tipici dello stile svevo cioè archi a tutto sesto che uniscono due palazzi posti di fronte a distanza ravvicinata. GLI ANGIPORTI

4 GLI ANGIPORTI Via Dei Naviganti che collega Via Morosini con la grande piazza della cattedrale, presenta all inizio uno spigolo costruito con blocchi di pietra bianca, materiale tipico del borgo marinaresco nell alto medioevo.

5 GLI ANGIPORTI In Vico della Rosa sono presenti cinque angiporti

6 GLI ANGIPORTI Lungo via Morosini è presente un portale risalente al tardo medioevo, che reca in alto uno stemma di famiglia con una rosetta a rilievo. All interno della casa è visibile un cortile dove all epoca si trovava un pozzo aperto.

LE PIAZZETTE! Via dell Allegria che, come altri vicoli adiacenti, prende il nome da aspetti della vita quotidiana, conduce alla piccola piazza di S.Michele.

7 LE PIAZZETTE! Via dell Allegria che, come altri vicoli adiacenti, prende il nome da aspetti della vita quotidiana, conduce alla piccola piazza di S.Michele.! La devozione per questo Santo è molto antica e risale poiché risale al culto pagano di Ercole collegato alle località marittime. Il Santo nell iconografia viene rappresentato con un piede che schiaccia il serpente, simbolo del male.

8 Una prova della devozione verso S.Michele è la chiesetta a lui dedicata che si trova in via Della Fortuna, che fa angolo con la piazzetta S.Michele. In questo luogo sacro si trovava una statua del Santo che col piede schiacciava il serpente, in una mano recava la spada e nell altra la bilancia con i piatti in dislivello per rappresentare la lotta dell arcangelo contro il male.

9 LA PIAZZETTA DEI PESCATORI! Il borgo era abitato soprattutto da pescatori poiché, pur trovandosi in alto, era attraversato da strade che scendevano ripide verso il mare e verso la fonte a mare dove le donne si recavano per lavare i panni. I vicoli erano attraversati più volte al giorno da alcuni pescatori chiamati lu rsajapanère che portavano il pesce nella spasetta, correndo per arrivare primi nella piazzetta del pesce e aggiudicarsi il banco per la vendita. In questo luogo c era il mercato ittico dove avveniva l incanto del pesce (vendita all asta).

10 Dalla piazzetta Dei Pescatori parte una via, intitolata a Leone Acciaiuoli, che porta verso la piazzetta di S.Domenico. Per molto tempo il nome di Leone Acciaiuoli è stato confuso con quello del navarca Leone ma in realtà vissero in epoche diverse e il primo fu soltanto un ricco mercante di pesce.

11 LE CASE La maggior parte delle case, di origine altomedioevale, è a due piani: il pianterreno con bottega e fondaco, il piano superiore con cucina e stanze da letto collegati da una scala esterna.

12 LE CASE Lungo via Leone Acciaiuoli c è un ampia costruzione chiamata lo stallone, un antica rimessa per cavalli e asini ma trasformata in abitazione durante la seconda guerra mondiale.

13 LE CASE Lungo c.so Matteotti si apre vico Bonelli, il vicolo più antico e uno dei più stretti perché largo solo un metro. Presenta due angiporti, uno uguale agli altri già visti e l altro di tipo strutturato cioè struttura portante di un abitazione. Il nome Bonelli deriva da una famiglia toscana che vi abitò ma anche dal termine che all epoca indicava il confine poiché da esso si accedeva alle mura Caldoriane che delimitavano la città.

14 LE CASE Proseguendo verso le antiche mura Caldoriane (di cui poco rimane) troviamo TORRE BAGLIONI appartenente ad una famiglia mercantile dell epoca tardo medioevale, costruzione collegata con altri edifici adiacenti con stessa datazione

15 Proseguendo verso piazza Plebiscito possiamo osservare un ultimo brandello delle mura Caldoriane con incastonata una piccola statua di MADONNA ACEFALA, così rappresentata perché dono votivo con valore apotropaico. MENU

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