La chiave del libro si trova al cap. 9:4 e cap.10:3: "essi tremavano alle parole del Dio d'israele".

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1 Programma 536 Esdra 1:1-2:2 Il nostro studio della Bibbia prosegue con due libri storici, che ovviamente si trovano nel Antico Testamento. Esdra e Neemia, che prendono il nome dai due protagonisti, oltre che dal nome di chi l ha scritto. Facciamo una necessaria introduzione al primo libro, quello di Esdra. Esdra è l'autore del libro ed è uno di quei personaggi non adeguatamente apprezzati. Era figlio di Chilchia, il sommo sacerdote che aveva trovato copia della legge durante il regno di Giosia, come si può leggere in 2 Cronache 34:14. Esdra non aveva potuto esercitare la sua funzione di sacerdote durante la cattività perchè il tempio era stato distrutto; tuttavia si era dedicato allo studio della Parola di Dio e lui stesso, al capitolo 7 versetto 6, ci dice che era uno scriba esperto nella legge di Mosè. Esdra è stato un grande riformatore e un promotore del risveglio che aveva avuto inizio con la lettura della Parola di Dio da parte di Esdra, come leggeremo in Nehemia al capitolo 8. Egli ha presumibilmente scritto 1 e 2 Cronache e il Salmo 119, che è il capitolo più lungo di tutta la Bibbia. Esdra ha organizzato la sinagoga e fondato l'ordine degli scribi; ha aiutato a riordinare il canone della Scrittura e ha messo in ordine i salmi. Dobbiamo ringraziare Esdra per essere stato il primo a dare inizio a un ritorno allo studio della Bibbia, che per inciso è il programma divino per ogni risveglio spirituale. Oggi non si hanno dei veri risvegli, se si ha la pretesa di improvvisarli con organizzazioni, metodi e trovate ad effetto; il risveglio avrà luogo soltanto se le persone si rivolgono di nuovo alla Parola di Dio. Il tema del libro di Esdra è infatti la Parola di Dio; in esso troviamo dieci riferimenti diretti alla Parola di Dio. Il posto occupato dalla Scrittura nella vita di queste persone si evidenzia in ogni campo, sia esso sociale, religioso, politico o commerciale. La chiave del libro si trova al cap. 9:4 e cap.10:3: "essi tremavano alle parole del Dio d'israele". Riportiamo un'affermazione fatta su questo libro: "Abbiamo già visto che la cattività babilonese non ha portato i Giudei a un pentimento nazionale e a una restaurazione nazionale. Come rivela la lettura di Esdra, quando Ciro il re di Persia ha permesso ai prigionieri di ritornare a Gerusalemme per ricostruire il tempio, a mala pena cinquantamila Giudei si sono avvalsi di questo privilegio, una gran parte dei quali erano sacerdoti e Leviti delle classi più umili e povere". Il libro di Esdra è l'ultimo libro storico, anche se non è l ultimo libro del Vecchio Testamento, in quanto essi non sono messi in ordine cronologico. I libri profetici, che tratteremo più avanti, infatti, sono riconducibili a periodi storici già trattati. Quando arriviamo alla fine di 2 Cronache vediamo che il regno del Sud o di Giuda venne deportato per 70 anni. Non si hanno più notizie della loro situazione finché Esdra prende in mano la loro storia. Ci sono tre libri storici chiamati "libri post-esilici" e che sono Esdra, Neemia ed Ester; così come ci sono tre libri profetici post-esilici: Aggeo, Zaccaria e Malachia. Esdra e Neemia sono colleghi; Esdra era un sacerdote e Nehemia un laico, lavoravano insieme in modo da compiere la volontà di Dio a Gerusalemme; insieme avevano un ruolo nel ricostruire le mura, il tempio e la città di Gerusalemme.

2 Anche Aggeo e Zaccaria lavoravano insieme, incoraggiando il popolo a ricostruire il tempio. Aggeo era un uomo pratico. La ricostruzione e il rinnovamento del tempio erano la sua suprema passione; egli era lineare e positivo senza essere nè romantico nè poetico, ma decisamente pratico. Zaccaria d'altra parte era un mistico. Aggeo aveva i piedi per terra e Zaccaria la testa nel cielo. Ad esempio, Zaccaria ebbe la visione di una donna che volava e questa è immaginazione. Aggeo non avrebbe mai potuto vedere questo, ma la cosa interessante è che Zaccaria non si sarebbe mai interessato alle misure del tempio, ne a quante porte dovesse avere ed alle sue fondamenta. Aggeo e Zaccaria lavoravano insieme come Esdra e Neemia: l'uomo pratico e il poeta dovevano camminare insieme e Dio aveva programmato il cammino. I libri di Aggeo e Zaccaria dovrebbero essere letti e studiati insieme al libro di Esdra perchè tutti e tre furono scritti all'ombra del tempio restaurato e sono stati scritti per incoraggiare il popolo nella ricostruzione, come leggiamo in Esdra 5:1: "Ma i profeti Aggeo e Zaccaria figlio di Iddo, profetizzarono ai Giudei che erano in Giuda e a Gerusalemme nel nome del Dio d'israele, che era su di loro". Nel libro di Esdra troviamo due suddivisioni principali; il ritorno dei prigionieri da Babilonia guidati da Zorobabele nei primi 6 capitoli, quando ne ritornarono circa cinquantamila; poi c'è il ritorno di circa duemila persone guidate da Esdra nei capitoli da 7 a 10. Passiamo ora all esame del cap. 1 del libro di Esdra che ha per tema il decreto e il ritorno di una piccola parte del popolo a Gerusalemme. Nei primi 4 versetti leggiamo il decreto di Ciro per la ricostruzione del Tempio. 1 Nel primo anno di Ciro, re di Persia, affinché si adempisse la parola del SIGNORE pronunziata per bocca di Geremia, il SIGNORE destò lo spirito di Ciro, re di Persia, il quale a voce e per iscritto fece proclamare per tutto il suo regno questo editto: 2 Così dice Ciro, re di Persia: "Il SIGNORE, Dio dei cieli, mi ha dato tutti i regni della terra, ed egli mi ha comandato di costruirgli una casa a Gerusalemme, che si trova in Giuda. 3 Chiunque tra voi è del suo popolo, il suo Dio sia con lui, salga a Gerusalemme, che si trova in Giuda, e costruisca la casa del SIGNORE, Dio d'israele, del Dio che è a Gerusalemme. 4 Tutti quelli che rimangono ancora del popolo del SIGNORE, dovunque risiedano, siano assistiti dalla gente del posto con argento, oro, doni in natura, bestiame, e inoltre con offerte volontarie per la casa del Dio che è a Gerusalemme". Esdra 1:1-4 Notiamo come Esdra metta subito l'accento sulla Parola di Dio e dica: affinchè si adempisse la Parola del Signore. Naturalmente cita anche il re di Persia, Ciro, che è stato uno dei governanti più illuminati del mondo antico. Egli è stato argomento di profezie e predizioni tanto che è stato nominato prima della sua nascita, quasi duecento anni prima di diventare re di Persia. Infatti il profeta Isaia dice: "Io dico di Ciro: "Egli è il mio pastore; egli adempirà tutta la mia volontà, dicendo a Gerusalemme: "Sarai ricostruita! e al tempio: "Le tue fondamenta saranno gettate!" (Isaia 44:28) e poi al cap.45:1, prosegue: "Così parla il Signore al suo unto, a Ciro, che io ho preso per la destra per atterrare davanti a lui le nazioni, per sciogliere le cinture ai fianchi dei re, per aprire davanti a lui le porte, in modo che nessuna gli resti chiusa". Daniele era primo ministro alla corte di Ciro e probabilmente gli fece conoscere il Dio vivente e vero. Ciro sapeva quello che stava facendo quando fece il decreto che permetteva alla nazione di Israele di ritornare nella sua terra. Ci viene detto che in questo atto si compiva la volontà di Dio e andava ad effetto una profezia.

3 Durante il regno di Ciro Daniele fece alcune delle sue più importanti profezie riguardo a Israele, compresa quella chiamata: delle settanta settimane. Quando venne scritta, almeno un quarto della Bibbia era profetica, e una gran parte di questa si è avverata, come il primo versetto di Esdra. Più di trecento profezie riguardanti la prima venuta di Cristo sono state adempiute letteralmente. La nascita di Cristo è stata predetta nel Vecchio Testamento e di essa vennero scritte quattro cose: 1. Doveva nascere a Betlemme (Michea 5:2) Ma da te, o Betlemme, Efrata, sebbene tra le più piccole città principali di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni. 2. Sarebbe stato chiamato Nazireo (Giudici 13:5) Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla testa del quale non passerà rasoio, giacché il bambino sarà un nazireo, consacrato a Dio dal seno di sua madre, 3. Sarebbe stato chiamato fuori dall'egitto (Osea11:1) Quando Israele era fanciullo, io lo amai e chiamai mio figlio fuori d'egitto. 4.Ci sarebbe stato pianto a Rama, una piccola città vicino a Gerusalemme (Geremia 31:15). Così parla il SIGNORE: Si è udita una voce a Rama, un lamento, un pianto amaro; Rachele piange i suoi figli; lei rifiuta di essere consolata dei suoi figli, perché non sono più. Matteo mette insieme tutti questi tasselli e ci presenta la storia di Natale e il capitolo due di Matteo dimostra l'avverarsi della profezia. Il versetto 1 del capitolo 1 di Esdra è l adempimento della profezia dei 70 anni di schiavitù finiti e del decreto che permetteva ai figli di Israele di ritornare in patria; tuttavia ne ritornarono soltanto pochi. Questo decreto è molto importante. Per prima cosa Ciro afferma che gli sono stati dati tutti i regni della terra, ovviamente quelli conosciuti a quel tempo, e Ciro era effettivamente il perno, l'uomo chiave del momento. Egli aveva capito che Dio lo aveva messo in quella posizione; mi chiedo se oggi molti governanti di questo mondo in questa epoca civilizzata siano in grado di riconoscere che è Dio che guida la storia dell uomo. Vorrei che notaste la frase "Il Signore Dio dei cieli", una definizione peculiare di Esdra, Neemia e di Daniele e che non troviamo prima di questi libri. Vedete, dopo la caduta di Gerusalemme e la sua distruzione, Dio non poteva più essere identificato con il tempio come colui che abitava tra i cherubini; la gloria era scomparsa e la parola "Ichabob" che significa senza gloria, era stata scritta sullo stemma di Israele. Ezechiele ebbe la visione della partenza della gloria e per questo motivo nei libri scritti dopo la cattività si parla del "Signore Dio dei cieli". Ezechiele aveva visto la gloria di Dio abbandonare il tempio di Gerusalemme, si era alzata dal tempio ed era in attesa, in sospeso per vedere se il popolo di Dio sarebbe ritornato e avrebbe abbandonato l'idolatria. Ma essi non lo fecero. Allora la gloria passò sulla città e si fermò di nuovo, ma il popolo non si rivolse a Dio. Quindi la gloria salì sul monte degli Ulivi e aspettò ancora, senza che accadesse nulla. Allora la gloria venne portata in cielo e non si vide più. Un giorno nel tempio di Gerusalemme camminò uno che fece una sferza di corde e lo ripulì; anche se la gloria di Dio era invisibile, perchè era nascosta dal suo corpo umano, egli era Dio. Per venire sulla terra, egli aveva lasciato la sua gloria, ma egli era il Dio vero e il vero uomo, rifiutato e crocifisso perchè la sua gloria era velata; ma anche se gli uomini lo crocifissero, egli è il Re. Nel vangelo di Matteo la sua nascita è presentata come quella di

4 un re, come pure la sua vita, il suo compiere miracoli, il suo insegnare, il suo arresto, il suo processo e la sua morte, e anche il suo seppellimento. Un giorno egli ritornerà come re perchè egli è "il Re dei re e il Signore dei signori", come dice Paolo in 1 Timoteo 6:15. Oggi egli è il Signore Dio dei cieli; non occorre andare a Betlemme per cercarlo, egli è in cielo alla destra di Dio. Quando la gloria di Dio fu tolta dalla terra, Dio diede il suo popolo nelle mani dei pagani in esilio a Babilonia. Egli fece scomparire la teocrazia di Israele e divenne il Dio dei cieli e lo è ancora per il suo popolo e lo rimarrà finchè ritornerà a Gerusalemme per ristabilirvi il suo regno come Signore di tutta la terra. Allora Gerusalemme sarà la città del grande regno Ritorniamo al secondo versetto di Esdra capitolo primo e notiamo che Ciro afferma chiaramente di aver avuto da Dio l'incarico di costruire una casa a Gerusalemme. La parola usata da Ciro indica un ordine ricevuto da Dio e questo è notevole se ricordiamo che Ciro era un regnante del mondo pagano. E' evidente che Ciro attraverso il ministero del profeta Daniele era arrivato a conoscere il Dio vivente e vero. Ciro quindi permette ai Giudei prigionieri in Babilonia di ritornare a Gerusalemme. Notiamo che Dio ha dato un ordine a Ciro, che a sua volta non ordina al popolo di ritornare, ma gli concede una possibilità, un permesso, e coloro che non sceglievano di ritornare dovevano fare un'offerta di oro e argento e altre cose di valore per permettere a coloro che ritornavano in patria di portare a termine il compito di ricostruire il tempio di Gerusalemme. Leggiamo ora i versetti 5 e 6 di Esdra 1: 5 Allora i capi famiglia di Giuda e di Beniamino, i sacerdoti e i Leviti, tutti quelli ai quali Dio aveva destato lo spirito, si misero in cammino verso Gerusalemme per ricostruire la casa del SIGNORE. 6 Tutti i loro vicini li fornirono di oggetti d'argento e d'oro, di doni in natura, di bestiame, di cose preziose, oltre a tutte le offerte volontarie. Esdra 1:5-6 Come ho detto prima, soltanto una piccola percentuale del popolo ritornò. Non voglio giudicarli perchè potrebbero avere avuto delle ottime ragioni per non farlo; tuttavia evidentemente era la volontà di Dio che ritornassero e alcuni decisero di non farlo. Si erano sistemati a Babilonia e ritengo che molti di loro fossero soddisfatti delle comodità e della società del benessere di quella città; molti si erano arricchiti e per questo scelsero di non tornare o per lo meno ritennero che non era la volontà di Dio per loro. Non sta a me dire che queste persone erano contro la volontà di Dio, ma so che più tardi, quando ci occuperemo del libro di Ester, troveremo la storia di quelli rimasti in quel paese e non sarà una bella storia. A quel tempo essi erano completamente fuori dalla volontà di Dio. A loro favore si può dire che in apparenza non esisteva nessuno spirito di inimicizia o di giudizio fra i due gruppi, cioè quelli che fecero ritorno e quelli che rimasero. Quelli restati a Babilonia aiutarono i loro fratelli che partivano provvedendo loro quanto era necessario per il viaggio. Questo mi suggerisce un insegnamento molto interessante. Non credo che tutti siano chiamati oggi ad essere missionari, tuttavia anche se Dio non ha chiamato me, non vuol dire che io non possa sostenere coloro che egli ha chiamato. Noi dobbiamo aiutare quelli che fanno un buon lavoro e dobbiamo essere loro vicini con le nostre preghiere e il nostro incoraggiamento. In guerra si suppone che per ogni soldato che combatte al fronte debbano esserci dieci persone che lo riforniscono di cibo, vestiti, medicine e munizioni. Questo è vero anche per l'esercito del Signore. Ai tempi di Esdra le persone che non ritornarono sentirono la responsabilità di essere solidali con i loro fratelli che rientravano a Gerusalemme. Questi ultimi erano la classe più povera; fra loro c'erano "i capi famiglia di Giuda e di Beniamino, i sacerdoti e i Leviti" Erano

5 persone umili e il Salmista dice: "Guiderà gli umili nella giustizia, insegnerà agli umili la sua via" (Salmo 25:9). Questi sono coloro che capirono i tempi e quindi fecero ritorno in patria. Terminiamo la lettura del primo capitolo di Esdra - dal versetto 7all 11 7 Il re Ciro tirò fuori gli utensili della casa del SIGNORE, che Nabucodonosor aveva portati via da Gerusalemme e messi nella casa del suo dio. 8 Ciro, re di Persia, li fece tirar fuori da Mitredat, il tesoriere, che li consegnò a Sesbasar, capo di Giuda. 9 Eccone il numero: trenta bacinelle d'oro, mille bacinelle d'argento, ventinove coltelli, 10 trenta coppe d'oro, quattrocentodieci coppe d'argento di seconda qualità, mille altri utensili. 11 In tutto c'erano cinquemilaquattrocento oggetti d'oro e d'argento. Sesbasar li riportò tutti, quando gli esuli furono ricondotti da Babilonia a Gerusalemme. Esdra 1:7-11 Come aveva fatto Ciro ad avere gli utensili della casa del Signore? Questi oggetti erano stati profanati durante il banchetto del re Baldassar, la notte in cui Babilonia cadde per mano dei Medi e dei Persiani. Daniele registra il fatto in questo modo "Mentre stava assaporando il vino, Baldassar ordinò che portassero i vasi d'oro e d'argento che Nabucodonosor, suo padre, aveva preso dal tempio di Gerusalemme, perchè il re, i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine se ne servissero per bere. Allora furono portati i vasi d'oro che erano stati presi nel tempio, nella casa di Dio, che era in Gerusalemme; il re, i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine li usarono per bere. Bevvero il vino e lodarono gli dei d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra." (Daniele 5:2-4). Quella stessa notte la città di Babilonia venne presa. I re persiani portarono via i vasi e quando Ciro divenne re, si trovavano ancora presso di lui. Ora questi recipienti sacri (sacri nel senso che erano usati per Dio), vengono rimessi nelle mani dei sacerdoti e dei Leviti che stanno andando a Gerusalemme. Gli utensili vengono restituiti ufficialmente ai Giudei, e da alcuni dettagli capiamo che sono una grande ricchezza, e questa ricchezza ritorna a Gerusalemme. Il cap.2 del libro di Esdra fornisce una lista di coloro che ritornarono a Gerusalemme sotto la guida di Zorobabele. Iniziamo leggendo i primi due versetti: 1 Questi sono gli uomini della provincia che tornarono dalla deportazione, quelli che Nabucodonosor, re di Babilonia, aveva condotti schiavi a Babilonia, e che tornarono a Gerusalemme e in Giuda, ognuno nella sua città. 2 Essi giunsero con Zorobabel, Iesua, Neemia, Seraia, Reelaia, Mardocheo, Bilsan, Mispar, Bigvai, Reum, Baana. Lista degli uomini del popolo d'israele: Esdra 2:1-2 Sarebbe un puro esercizio di pronuncia cercare di leggere questa lista che va fino al versetto 27. Se prima della cattività i nomi Ebrei erano difficili da pronunciare, dopo la cattività diventarono ancora più difficili a causa di aggiunte nelle lingue persiana e babilonese. Notiamo che al versetto due viene nominato un uomo di nome Neemia, ma non si tratta dello scrittore del libro omonimo. Neemia, lo scrittore, non fece ritorno a Gerusalemme con il primo gruppo. Troviamo anche il nome di Mardocheo, ma anche questo non è la stessa persona che troveremo più avanti nel libro di Ester. Scorrendo la lista troviamo molti nomi interessanti, di cui vedremo qualcuno domani sera.

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