Lezione 1 Le principali variabili macroeconomiche (1)

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1 Lezione 1 Le principali variabili macroeconomiche (1) Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 1

2 Produzione, disoccupazione, inflazione Quando i macroeconomisti studiano un economia, considerano prima di tutto tre variabili: Produzione aggregata PIL Inflazione Tasso di inflazione Disoccupazione Tasso di disoccupazione Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 2

3 Produzione, disoccupazione, inflazione nell UE27 Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 3

4 Prodotto Interno Lordo VALORE DI TUTTI I BENI E I SERVIZI FINALI PRODOTTI IN UN PAESE IN UN DATO PERIODO DI TEMPO «FINALI»: non sono considerati i beni intermedi (strumentali alla produzione di altri beni) per evitare duplicazioni; «INTERNO»: il calcolo del Pil deve includere tutto ciò che viene prodotto sul territorio nazionale, indipendentemente dalla nazionalità dei fattori produttivi coinvolti nel processo produttivo (criterio di residenza) «LORDO»: il Pil è calcolato al lordo degli ammortamenti Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 4

5 Prodotto Nazionale Lordo In alternativa al criterio di residenza, si può applicare il criterio di nazionalità dei produttori: P.N.L. = VALORE DI TUTTI I BENI E I SERVIZI FINALI PRODOTTI DAI FATTORI PRODUTTIVI NAZIONALI IN UN DATO PERIODO DI TEMPO Ad esempio, per l Italia: PIL valore dei beni e servizi prodotti da operatori esteri in Italia + valore dei beni e servizi prodotti dagli italiani all esterno = PNL Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 5

6 PIL nominale e PIL reale PIL NOMINALE ( Y): Il Pil è un valore, quali prezzi usare? le quantità dei beni finali sono valutate ai prezzi dell anno in cui la produzione ha avuto luogo, ovvero, a prezzi correnti La crescita del Pil nominale dipende da due fattori (crescita della produzione nel tempo; aumento dei prezzi dei beni nel tempo) PIL REALE (Y): le quantità dei beni finali sono valutate ai prezzi di un anno base, ovvero, a prezzi costanti Il Pil reale permette di misurare la produzione e le sue variazioni nel tempo, escludendo l effetto dei prezzi crescenti Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 6

7 PIL nominale e PIL reale: esempio Pil nominale nel 1999: (10)*(20.000) = Pil reale nel 1999 (anno base 2000): (10)*(24.000) = Pil nominale nel 2001: (13)*(26.000) = Pil reale nel 2001 (anno base 2000): (13)*(24.000) = Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 7

8 Tasso di crescita del PIL Tasso di crescita del Pil reale Y al tempo t: È una variazione percentuale Espansione: periodo di crescita positiva Recessione: periodo di crescita negativa (per convenzione quando si registra almeno due trimestri consecutivi di crescita negativa) Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 8

9 Tasso di crescita del PIL: esempio Crescita del Pil nominale: Dal 1999 al 2000: Dal 2000 al 2001: ( ) / = + 44% ( ) / = + 17% Crescita del Pil reale: Dal 1999 al 2000: ( ) / = + 20% Dal 2000 al 2001: ( ) / = + 8% Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 9

10 Pil nominale e Pil reale nell UE15 ( ) Nel 2007 il Pil reale era di 2,5 volte maggiore del suo valore del 1970 Nello stesso periodo il Pil nominale è aumentato di 14 volte La differenza dipende dall aumento dei prezzi registrato durante il periodo. Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 10

11 Tasso di crescita del Pil reale negli USA e nella UE15 ( ) Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 11

12 Pil reale in Italia ( ) Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 12

13 Tasso di crescita del Pil reale in Italia e nell UEM17 ( ) tendenziale: variazione % rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente congiunturale: variazione % rispetto al trimestre precedente Fonte: Audizione del Presidente ISTAT Giovannini, V Commissione "Bilancio, tesoro e programmazione" della Camera de Deputati, 16 febbraio 2012, Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 13

14 Pil reale in Italia ( ; ): Mezzogiorno e Centro-Nord Prodotto Interno Lordo (variazioni % medie annue) Fonte: SVIMEZ, Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 14

15 3 modi equivalenti di definire il PIL 1. Valore dei beni e servizi finali prodotti nell economia in un dato periodo di tempo [LATO DELLA PRODUZIONE] 2. somma del valore aggiunto nell economia in un dato periodo di tempo (valore della produzione valore dei beni intermedi) [LATO DELLA PRODUZIONE] 3. somma dei redditi distribuiti ai fattori produttivi che hanno partecipato alla produzione (salari, interessi, rendite, profitti, imposte indirette) [LATO DEL REDDITO] Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 15

16 3 modi equivalenti di definire il PIL: esempio Settore 1 Settore 2 Settore 3 Redditi Vendite Beni intermedi Salari Interessi Rendite Profitti Valore aggiunto Valore dei beni finali prodotti nell economia (settore 3) = somma valore aggiunto = somma redditi = Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 16

17 Il Pil nella contabilità nazionale (formazione del Valore Aggiunto) Conto della produzione Italia, 2010 Fonte: ISTAT, Conti Economici Nazionali Mld di euro correnti Produzione vendibile Imposte al netto dei contributi ai prodotti Consumi intermedi = Prodotto interno lordo Ammortamenti 264 = Prodotto interno netto Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 17

18 Il Pil nella contabilità nazionale (Valore Aggiunto per settore) Formazione del valore aggiunto per settore di attività Italia, 2010 Mld di euro Correnti Agricoltura, silvicoltura e pesca 28 2,1 Industria in senso stretto ,2 Costruzioni 81 6,0 Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali Fonte: ISTAT, Conti Economici Nazionali % , ,5 Altre attività di servizi ,0 Totale V.A. al costo dei fattori ,0 Imposte indirette nette 200 PIL ai prezzi di mercato Fonte: ISTAT, Conti Economici Nazionali Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 18

19 Quello che il Pil non dice Il Pil è una misura corretta del livello di benessere di un paese? Discussione e proposte concentrate su due temi: 1) problemi di misurazione dell economia non osservata 2) problema di misurazione del benessere basata solo sulla dimensione economica Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 19

20 Quello che il Pil non dice: economia non osservata Economia non osservata = insieme delle attività economiche per le quali sussistono problemi di rilevazione statistica. Le 4 componenti dell economia non osservata: Economia sommersa (Sommerso economico) = insieme delle attività produttive legali svolte contravvenendo a norme fiscali e contributive (ad es: evasione imposte dirette e indirette; lavoro nero) Economia illegale = attività di produzione di beni e servizi la cui vendita, distribuzione o possesso sono proibite dalla legge, ma anche attività che, pur essendo legali, sono svolte da operatori non autorizzati (es: traffico stupefacenti; contrabbando) Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 20

21 Quello che il Pil non dice: economia non osservata Economia Informale = attività produttive legali (non nascoste al fisco) svolte su piccola scala, con bassi livelli di organizzazione, con rapporti di lavoro basati su relazioni personali o familiari in contrapposizione ai contratti formali (es: lavoro domestico). Sommerso statistico = attività produttive legali non registrate esclusivamente per deficienze del sistema di raccolta dei dati statistici Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 21

22 Quello che il Pil non dice: economia sommersa L ISTAT diffonde stime ufficiali della prima componente dell economia non osservata, l economia sommersa (sommerso economico). Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 22

23 Quello che il Pil non dice: : economia illegale Sono disponibili alcune stime sulla dimensione della componente «economia illegale» dell economia non osservata Fonte: Ardizzi, Petraglia, Piacenza, Turati (2012) Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 23

24 Quello che il Pil non dice: dimensione non economica del benessere Il PIL è una misura del benessere di una nazione molto discussa perché: tralascia molti fattori «non economici» importanti per il nostro benessere (ad es. qualità dell ambiente) include elementi dannosi per la società (ad es. produzione di armi) Proposte di misure alternative: Indice di sviluppo umano (HDI-Human Development Index) Rapporto della Commissione Sarkozy sulla misura della performance dell economia e del progresso sociale (Rapporto Stiglitz) Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 24

25 Quello che il Pil non dice: HDI L Organizzazione delle Nazioni Unite calcola l Indice di sviluppo umano (HDI-Human Development Index) per valutare la qualità della vita nei paesi membri. L HDI è calcolato considerando tre dimensioni dello sviluppo umano: condizioni di vita di ogni individuo (alimentazione, sanità, abitazione, ecc.). Questa dimensione viene misurata attraverso la speranza di vita alla nascita; condizioni di accesso all istruzione. Questa dimensione viene misurata attraverso gli anni medi di istruzione e gli anni previsti di istruzione; standard di vita dignitoso: misurato dal reddito pro capite Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 25

26 Quello che il Pil non dice: HDI * * Fonte: Numero positivo = posizioni guadagnate passando dalla graduatoria basata su PIL a graduatoria basata su HDI Numero negativo = posizioni perse passando dalla graduatoria basata su PIL a graduatoria basata su HDI Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 26

27 Commissione Sarkozy Febbraio 2008: Nicholas Sarkozy, chiede a Joseph Stiglitz (Presidente della Commissione), Amartya Sen (Consigliere) e Jean Paul Fitoussi (Coordinatore), di creare una Commissione con l obiettivo di individuare i limiti del PIL come indicatore della performance economica e del progresso sociale e di proporre altri indicatori di progresso sociale Novembre 2010: viene pubblicato il Rapporto Stiglitz Il Rapporto Stiglitz contiene 12 raccomandazioni Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 27

28 Le prime 6 raccomandazioni finali del Rapporto Stiglitz 1: nel valutare il benessere materiale, guardare al reddito e al consumo, piuttosto che alla produzione; 2: enfatizzare la prospettiva della famiglia; 3: considerare il reddito e il consumo insieme al patrimonio; 4: dedicare maggiore attenzione agli aspetti distributivi di reddito, consumo e ricchezza; 5: Ampliare le misure del reddito alle attività non di mercato 6: migliorare le misure della salute delle persone, dell'istruzione, delle attività personali e delle condizioni ambientali. Macroeconomia C. Petraglia Unibas 2012/13 28

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