idrogeno deuterio trizio protone neutrone

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1 Gli isotopi Tutti gli atomi che contengono lo stesso numero di protoni appartengono allo stesso elemento. Lo stesso elemento può presentare atomi con diverso numero di neutroni. Atomi con diverso numero di neutroni, ma stesso numero di protoni, si chiamano isotopi. idrogeno deuterio trizio neutrone protone 1

2 La stabilità del nucleo In un nucleo devono convivere vicine particelle neutre (neutroni) e particelle cariche positivamente (elettroni). Perché un nucleo sia stabile deve essere rispettato un rapporto ottimale tra neutroni e protoni. Se questo rapporto diventa troppo elevato, il nucleo diventa instabile e tende a stabilizzarsi mediante l espulsione di alcuni suoi frammenti, sottoforma di radiazioni. Tale fenomeno è noto come decadimento radioattivo 2

3 Isotopi o Sono isotopi due o più forme di uno stesso elemento, che presentano quindi lo stesso numero atomico [Z], con diverso numero di massa [A]; in altre parole, hanno lo stesso numero di protoni ma diverso numero di neutroni. Tra loro gli isotopi presentano le stesse caratteristiche chimiche, anche se possono essere : - fisicamente stabili (ossia non radioattivi) o - instabili (radioattivi) (che a loro volta possono essere naturali o artificiali) Ad esempio, gli isotopi dell'idrogeno sono: l'idrogeno comune ( 1 H) che ha 1p (Z=1) e 1e (A=1) ed è il più abbondante in natura; il deuterio ( 2 H) che ha 1p (Z=1) e 1n (A=2) ed è presente in natura anche se raro (lo 0.8% dell'idrogeno naturale); il trizio ( 3 H) che ha 1p (Z=1) e 2n (A=3), esiste solo perché prodotto artificialmente ed è fisicamente instabile. La Medicina Nucleare sfrutta le proprietà dei radioisotopi, a scopo diagnosico, terapeutico e di ricerca.

4 I RADIOISOTOPI e le RADIAZIONI NUCLEO STABILE Le forze repulsive tra i protoni nel nucleo vengono neutralizzate dai neutroni (il rapporto ottimale neutroni /protoni è 1, al massimo 1,5) Sono stabili i primi venti elementi v grafico NUCLEO INSTABILE Se un atomo ha un rapporto tra neutroni e protoni > 1,5 è instabile e tende ad emettere delle radiazioni per stabilizzarsi

5 Grafico dei nuclei. Ciascun puntino rappresenta un nucleo, avente Z protoni e A Z neutroni. Per piccoli valori di Z, i nuclei si trovano all incirca sulla bisettrice degli assi (quindi è, all incirca, A = 2Z). Per grandi valori di Z, i nuclei hanno chiaramente un eccesso di neutroni rispetto ai protoni. I puntini neri si riferiscono agli isotopi più stabili

6 Con il termine radiazioni si comprendono comunemente alcuni fenomeni, tra loro differenti, che hanno in comune il trasporto di energia nello spazio. Sono radiazioni, ad esempio, la luce visibile, le onde radiotelevisive, le emissioni di particelle o di fotoni X o gamma da parte di un elemento radioattivo. L'energia trasportata dalla radiazioni viene ceduta quando la radiazione interferisce con la materia attraversata. Le radiazioni si distinguono in: Alfa Beta + Beta Gamma X Neutroni

7 Decadimento radioattivo La composizione nucleare di numerosi elementi in natura li rende energeticamente instabili. Tali elementi sono chiamati radionuclidi e si portano in condizione di stabilità energetica attraverso l'emissione di radiazione corpuscolata o elettromagnetica. Il decadimento radioattivo o disintegrazione è quindi il processo di trasformazione, con liberazione di energia nucleare, di un radionuclide padre, in un nuclide figlio, il quale può essere a sua volta stabile o instabile. Se il figlio è stabile, il processo di decadimento è terminato. Se anche il figlio è instabile, inizia un nuovo processo di decadimento che può essere differente rispetto a quello del suo predecessore.

8 Emivita fisica (T 1/2 ) Il tempo che trascorre affinchè un nucleo instabile decada è soggetto ad una legge probabilistica e caratteristico per ogni radionuclide. Si definisce emivita o tempo di dimezzamento il tempo che deve trascorrere affinchè la metà dei nuclei di un dato radionuclide vada incontro a decadimento. Tale tempo può variare tra le frazioni di secondo a milioni di anni. Formula di decadimento Il decadimento di un radionuclide può essere espresso dalla funzione: N t = N o e -Lt dove: Nt = numero degli atomi al tempo t No = numero degli atomi al tempo zero e = base dei logaritmi naturali (= 2.718) L = costante di decadimento che equivale a 0.693/emivita t = tempo trascorso ESEMPIO Il tempo di dimezzamento è il tempo che serve ad un radioisotopo a dimezzare la sua quantità Se il t1/2 di un radioisotopo è 8 giorni ( 131 I) e ne abbiamo 2g vuol dire che 8 giorni fa ne avevamo 4g

9 Rappresentazione del numero N di atomi non ancora decaduti in funzione del tempo. In figura sono indicati il periodo di dimezzamento T, cioè il tempo dopo il quale il numero iniziale di atomi si è ridotto alla metà, e la vita media t, cioè il tempo necessario affinché il numero di atomi dell isotopo originario si sia ridotto alla frazione 1/e = 0,368, del valore iniziale.

10 Quando una radiazione ha energia sufficiente può ionizzare il mezzo attraversato, ossia produrre cariche positive e negative. A seconda che la ionizzazione del mezzo irradiato avvenga per via diretta o indiretta le radiazioni vengono distinte in 1. radiazioni direttamente ionizzanti Radiazioni direttamente ionizzanti sono particelle cariche elettricamente, come le particelle alfa e le particelle beta. 2. radiazioni indirettamente ionizzanti. Esempi di radiazioni indirettamente ionizzanti sono i fotoni X e gamma (e i neutroni.)

11 Le radiazioni possono anche essere distinte in 1. corpuscolate, ossia dotate di massa come le particelle cariche elettricamente e i neutroni, e 1. radiazioni non corpuscolate, come i fotoni X e gamma che non hanno nè massa nè carica

12 Le radiazioni (o particella ) alfa (a ): DECADIMENTO alfa sono nuclei di elio 2 He 4 carichi positivamente con Z(numero atomico)=2 e A(numero di massa)=4; le particelle alfa hanno scarso potere penetrante e sono di solito emesse da nuclei di metalli pesanti (con elevato numero atomico 84<Z<92) che si trasformano in elementi più leggeri attraverso la perdita di 4 nucleoni Ad esempio:guardare nella tavola periodica quando un radioisotopo emette una particella alfa in cosa si trasforma 92 U Th He 4 + Qa Particella alfa

13 la luminosità delle lancette che consente di leggere l orologio al buio può essere ottenuta con una vernice a base di solfuro di zinco mescolato con cristalli di un composto del radio: il radioisotopo naturale 226 Ra decade emettendo particelle a che eccitano il solfuro di zinco provocandone la fluorescenza

14 INTERAZIONI CON LA MATERIA Il passaggio di una particella alfa attraverso un mezzo provoca, a causa della carica elettrica +2 e della massa 7400 volte maggiore di quella dell'elettrone, la ionizzazione di un gran numero di atomi (ionizzazione primaria) per attrazione degli elettroni. Ne consegue la creazione di un gran numero di coppie di ioni, consistenti in ioni negativi (elettroni liberi) e ioni positivi (l'atomo al quale è stato rimosso l'elettrone), che possono produrre un'ulteriore ionizzazione del mezzo (ionizzazione secondaria).

15 La Ionizzazione Specifica in aria è pari a ionizzazioni / cm (per una radiazione di 1 MeV). Il percorso di una particella alfa, a parità di energia cinetica, è molto più breve di quello di radiazioni con massa minore. La radiazione alfa presenta quindi basso range di azione ma alta densità di ionizzazione. In aria il range medio di una particella alfa non supera i 4-5 cm, riducendosi drasticamente con l'aumentare della densità del mezzo, tanto che la radiazione alfa non riesce ad attraversare una barriera come la pelle. Oltre alla ionizzazione del mezzo attraversato, la particella alfa può provocare l'eccitazione di atomi, con il passaggio di un elettrone orbitale ad un orbita più distante dal nucleo portandosi in uno stato energetico più elevato, immediatamente seguito dal ritorno dell'elettrone ad un orbita più vicina al nucleo e ad uno stato di minore energia. Tale energia viene emessa sotto forma di fotoni X o di radiazione luminosa. Sarà pericolosa per l uomo?

16 Decadimento Beta Una particella beta è un elettrone ad alta velocità che fuoriesce da un nucleo in disintegrazione. Tale particella può avere carica negativa unitaria (ß-, decadimento beta negativo), o carica positiva unitaria (ß+, decadimento beta positivo). In ogni caso la massa è identica a quella dell'elettrone

17 Decadimento Beta negativo (ß - ) Quando il nucleo è instabile per eccesso di neutroni, un neutrone in eccesso si trasforma in protone secondo la formula: n = p + + ß - + antineutrino Il decadimento beta negativo provoca una transizione isobarica: il numero Z aumenta di una unità e l'atomo si trasforma in un elemento chimico differente, situato a destra nella tavola di Mendelejev mentre resta invariato il numero A. L'energia liberata dalla trasformazione del neutrone in protone diviene energia cinetica dell'elettrone (ß - ) e dell'antineutrino (particella priva di massa) che vengono espulsi dal nucleo e, rimane in parte nel nucleo provocandone l'eccitazione e la conseguente diseccitazione con emissione di un fotone gamma. L'energia della particella ß - e dell'antineutrino è imprevedibile e si distribuisce in uno spettro continuo di valori secondo una modalità probabilistica, mentre quella del fotone gamma è caratteristica per ogni radionuclide e può assumere solo livelli discreti di energia.

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19 Queste radiazioni sono emesse da moltissimi isotopi, tra cui il trizio: 1 H3 2 He 3 + ß Qb L equazione mostra che l emissione beta comporta la trasformazione di un isotopo di un elemento (idrogeno) in un altro elemento (elio) che ha un protone in più e un neutrone in meno. Inoltre Il numero di massa rimane invariato (3 = 3+0) in quanto la massa di un elettrone è trascurabile rispetto a quella del nucleo, mentre la carica, e quindi il numero atomico del nuovo elemento risulta maggiore di una unità (da 1 a 2).

20 Interazioni con la materia Le particelle ß - possono ionizzare il mezzo attraversato provocando l'allontanamento di elettroni dalla sfera di influenza nucleare per repulsione elettrostatica, a spese della loro energia cinetica (in media 34 ev per ogni evento di ionizzazione in aria). Essendo molto più piccole e elettricamente meno cariche delle particelle alfa, hanno una più bassa densità di ionizzazione e potere penetrante circa 1000 volte quello di una particella alfa di pari energia. Il range medio di una particella ß - può arrivare fino ad alcuni metri in aria e fino ad alcuni millimetri nei tessuti molli. La Ionizzazione Specifica in aria è pari a 42 ionizzazioni / cm (per una radiazione di 1

21 IONIZZAZIONE BETA -

22 Decadimento Beta positivo Quando il nucleo è instabile per difetto di neutroni, un protone in eccesso emette una particella ß+, chiamata positrone, e si trasforma in neutrone secondo la formula: p + = n + ß + + neutrino Il decadimento ß+ è più probabile rispetto alla cattura elettronica per gli elementi con basso numero atomico. Il decadimento ß+ provoca una transizione isobarica: il numero Z si riduce di una unità e l'atomo si trasforma in un elemento chimico differente, situato a sinistra nella tavola di Mendelejev mentre resta invariato A.

23 Le radiazioni b + presentano caratteristiche simili a quelle delle radiazioni b - ma sono emesse solo da radioisotopi artificiali, Esempio di emissione di radiazioni beta: 5 B8 4 Be 8 + b +

24 Le particelle ß + dopo circa 10E-9 secondi vanno incontro ad ANNICHILAZIONE, interagendo con un elettrone. Le due particelle scompaiono e la loro massa è trasformata in 2 fotoni gamma di MeV, emessi in direzioni contrapposta I radionuclidi che decadono per emissione ß + sono usati in medicina nucleare per la Tomografia ad Emissione di Positroni (PET).

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26 Cattura elettronica Quando il nucleo è instabile per difetto di neutroni un elettrone degli orbitali più interni può venire catturato dal nucleo dove un protone si trasformerà in neutrone secondo la formula: p + + e - = n + neutrino La cattura elettronica è più probabile rispetto al decadimento ß+ per gli elementi con alto numero atomico. La cattura elettronica provoca una transizione isobarica identica a quella causata dal decadimento ß+: il numero Z si riduce di una unità e l'atomo si trasforma in un elemento chimico differente, situato a sinistra nella tavola di Mendelejev mentre resta invariato A.

27 Il riarrangiamento degli elettroni orbitali, che si spostano verso l'orbitale più interno rimasto privo di un'elettrone e quindi verso orbite a minore contenuto di energia, provoca la liberazione dell'energia in eccesso sotto forma di radiazioni X "caratteristiche".

28 radiazioni gamma (g ): non hanno natura corpuscolare ma sono radiazioni elettromagnetiche il cui potere penetrante è di gran lunga maggiore delle altre radiazioni. Quando un nucleo emette una particella, si scinde in due frammenti, l uno rappresentato dalle a o dalle b, il secondo da ciò che rimane del nucleo originario (tale emissione è detta disintegrazione, decadimento o trasmutazione). A seguito dell emissione di radiazioni a e b, il nucleo si porta in uno stato eccitato e nel ritornare allo stato fondamentale emette la radiazione g : si ha così l assestamento del nuovo nucleo che comporta un abbassamento di energia potenziale nucleare. L emissione spontanea di radiazioni g, come ogni decadimento spontaneo (naturale o artificiale), è un processo esoenergetico

29 I fotoni viaggiano nello spazio (anche vuoto) sotto forma di onde elettromagnetiche L'energia delle radiazioni si misura in elettronvolt (ev). 1 ev è l'energia che una carica elettrica unitaria (come un elettrone) acquista attraversando una differenza di potenziale di un Volt. Multipli sono il kev (1.000 ev), il MeV ( ev), il GeV ( ev).

30 I fotoni gamma come i fotoni X sono radiazioni elettromagnetiche: non hanno massa né carica e viaggiano alla velocità della luce ( km/sec). L'unica differenza tra i fotoni gamma e i fotoni X è la loro origine: i gamma sono prodotti a seguito di riequilibri energetici del nucleo, I raggi X originano da riequilibri energetici del mantello elettronico dell'atomo. Interazioni dei fotoni con la materia I fotoni X e gamma trasferiscono la loro energia alla materia che attraversano, per mezzo di complesse interazioni con i nuclei e gli elettroni atomici. Alcune di queste interazioni provocano la fuoriuscita di un elettrone orbitale da un atomo, con conseguente ionizzazione, o la creazione di una coppia elettrone-positrone. A loro volta, questi elettroni producono ionizzazione del mezzo. Il fenomeno della ionizzazione è alla base del meccanismo per il quale le radiazioni ionizzanti producono effetti radiobiologici e possono essere rivelate. Tra le varie possibili interazioni dei fotoni gamma con la materia, solo alcune possono essere di qualche interesse in medicina nucleare

31 Potere penetrante delle radiazioni

32 Unità di misura della radiazione Vi sono molte unità di misura perché dipende da cosa noi vogliamo misurare: Unità di misura di disintegrazioni nucleari: Il Curie (Ci) è l'unità standard più vecchia, e corrisponde a 3,7 * dps disintegrazioni nucleari per secondo. L'unità SI (Sistema internazionale di misura) è il Becquerel (Bq), corrisponde ad 1 disintegrazione per secondo. Unità di misura che indica la quantità di radiazione (X o gamma) necessaria a produrre un effetto nella materia Roentgen (R) è definito come la quantità di radiazione X o gamma che produce in un campione di aria di 1mL a 0 C e 1 atm, una quantità di ioni corrispondente ad una carica elettrica di 1 ues. Poiché la carica elettrica è 4,8 * ues, 1 R corrisponde a 2.1 * 10 9 ioni con singola carica. Un orologio luminoso produce per esempio circa 5 milliroentgen (mr) per anno mentre Una radiografia produce circa 500 mr. Il Roentgen è riferito solo a radiazioni X e gamma. Unità di misura che indica la quantità di una qualsiasi radiazione necessaria a produrre un effetto nella materia Il rad che rappresenta la quantità di radiazione che deposita 100 erg di energia in un grammo di materia. Mentre in SI (Sistema internazionale di misura) si usa il Gray (Gr) che corrisponde a una dose assorbita di 1 J/ kg

33 Unità di misura che indica la quantità di radiazione necessaria a produrre un effetto biologicamente dannoso Non tutte le radiazioni producono lo stesso danno biologico. Per tenere conto di queste differenze l'unità usata nel campo della protezione della radiazione è il roentgen equivalente uomo (rem). Nell'unità SI la dose di radiazione è il Sievert che è la dose in Gray moltiplicata per un fattore di qualità. Unità di misura che indica la quantità di radiazione necessaria per uccidere il 50 % della popolazione La dose letale 50 %, LD 50, è la misura della dose necessaria per uccidere il 50 % della popolazione. Per le radiazioni che investono il corpo umano il valore dell'ld 50 varia da 250 rem a 450 rem. Per dosi di circa 50 rem la probabilità di morte istantanea è molto bassa, tuttavia si possono avere conseguenze nel tempo (leucemie, cancro, ecc..). C è da chiedersi: tutte le radiazioni radioattive fanno male? o vi è un valore soglia al di sotto del quale non vi è pericolo? La questione non è ancora definitivamente risolta, ci sembra però lecito pensare all'esistenza di questo valore soglia di non dannosità, considerando la radioattività un fattore indispensabile nella natura non che un elemento sempre presente. Il valore di fondo della radioattività naturale a livello del mare è di circa 0.1 rem per anno.

34 Vi sono molte unità di misura perché dipende da cosa noi vogliamo misurare: Unità di misura di disintegrazioni nucleari Il Curie (CI) è l'unità standard più vecchia, e corrisponde a 3700 * disintegrazioni nucleari per secondo. L'unità SI (Sistema internazionale di misura) è il Becquerel (Bq),corrisponde ad 1 disintegrazione per secondo. Unità di misura che indica la quantità di radiazione (X o gamma) necessaria a produrre un effetto nella materia Roentgen (R) è definito come la quantità di radiazione X o gamma che produce in un campione di aria di 1mL è 0 C e 1 atm, una quantità di ioni corrispondente ad una carica elettrica di 1 ues. Poiché la carica elettrica è 4,8 * ues, 1 R corrisponde a 2.1 * 10 9 ioni con singola carica. Es: Un orologio luminoso produce circa 5 milliroentgen (mr) per anno. Es: Una radiografia produce circa 500 mr. Il Roentgen è riferito solo a radiazioni X e gamma. Unità di misura che indica la quantità di una qualsiasi radiazione necessaria a produrre un effetto nella materia Il rad che rappresenta la quantità di radiazione che deposita 100 erg di energia in un grammo di materia. Mentre in SI (Sistema internazionale di misura) si usa il Gray (Gr) che corrisponde a una dose di 1 J kg -1 Unità di misura che indica la quantità di radiazione necessaria a produrre un effetto biologicamente dannoso Non tutte le radiazioni producono lo stesso danno biologico. Per tenere conto di queste differenze l'unità usata nel campo della protezione della radiazione è il roentgen equivalente uomo (rem). Il dosaggio di un rem è equivalente a quello di un rad modificato per un fattore di qualità (FQ), che varia da 1 per i raggi X e gamma a 20 per gli ioni pesanti. Nell'unità SI la dose di radiazione è il Sievert che è la dose in Gray moltiplicata per un fattore di qualità. Unità di misura che indica la quantità di radiazione necessaria per uccidere il 50 % della popolazione La dose letale 50 %, LD 50, è la misura della dose necessaria per uccidere il 50 % della popolazione. Per le radiazioni che investono il corpo umano il valore dell' LD50 varia da 250 rem a 450 rem. Per dosi di circa 50 rem la probabilità di morte istantanea è molto bassa, tuttavia si possono avere conseguenze nel tempo (leucemie, cancro, ecc..).

35 La dose limite per ciascun individuo di una popolazione non deve superare i 0.5 rem per anno per intero corpo La dose limite media per una popolazione non deve superare i 0.17 rem per anno per intero corpo Per individui che lavorano in presenza di sorgenti di radiazioni la dose limite è di 5 rem per anno per intero corpo Es raggi x torace 27 mrem Raggi x addome 620 mrem

36 IMPORTANTE!! La quantità di radiazioni che possono colpire un individuo è inversamente proporzionale al quadrato della distanza ESP1/ESP2 = (Distanza2) 2 /(Distanza1) 2 Es. un radiologo viene sottoposto a 10 mrem e si trova ad una distanza di 40 cm dalla sorgente di radiazione Quale sarà l esposizione se si allontana di 100cm? 10/x = (100) 2 / (40) 2 1,6 mrem

37 Il contatore Geiger-Muller Quando le radiazioni emesse dai radioisotopi entrano nel tubo attraverso la finestra, il gas diviene conduttore di elettricità e ciò provoca una rapida scarica elettrica tra l involucro (-) e l elettrodo (+). Questo flusso di corrente, amplificato e registrato, consente di misurare l intensità della radiazione. Il personale addetto alle radiografie è dotato di dispositivi capaci di registrare le radiazioni assorbite

38 Come valutare gli effetti delle radiazioni Se vogliamo valutare adeguatamente gli effetti delle radiazioni sull'organismo, occorre considerare i seguenti tre fattori fondamentali: 1. la dose della radiazione in rapporto al tempo di esposizione; 2. la fonte d'irradiazione (se esterna o interna all'organismo); 3. la sensibilità specifica dei tessuti. In particolare, bisogna notare che se le radiazioni colpiscono un aggregato di cellule dello stesso tipo, non tutte le cellule vengono colpite e non tutte le cellule colpite vengono distrutte. Infatti nelle cellule sono presenti punti più o meno sensibili alle radiazioni e il numero di questi punti sensibili che vengono colpiti dipende da fattori di probabilità. La probabilità di fare danni aumenta quindi proporzionalmente alla dose di radiazioni che colpiscono l'aggregato di cellule e alla sua durata. Inoltre, se i danni sono pochi, gli organismi sono in grado di ripararli, se sono molti, invece, diventano permanenti, come accade con dosi superiori a 100 rem. Quando una radiazione ionizzante attraversa una cellula, questa può morire, e si tratta del danno minore, ma se la ionizzazione delle molecole di acqua della cellula rompe il DNA, si possono avere mutazioni che portano a degenerazioni cancerogene. Bisogna distinguere tra grado di esposizione alle radiazioni e dose assorbita. Quello che conta in definitiva per i danni provocati, almeno entro certi limiti, è la dose assorbita. Ad es. un valore 100 di esposizione per un'ora è equivalente a un valore 50 per due ore. La dose assorbita è la stessa.

39 Radiosensibilità Gli organi del corpo non sono tutti sensibili e vulnerabili in egual misura. Le cellule più sensibili sono quelle riproduttive. Risultano inoltre molto radiosensibili il tessuto linfatico, il midollo osseo e le lenti cristalline degli occhi. Le cellule del tessuto muscolare, del tessuto osseo e le cartilagini sono invece le più resistenti. Il tessuto nervoso è resistente sul piano morfologico, ma sensibile su quello funzionale. Sindrome generale da radiazioni I sintomi tipici più appariscenti che si manifestano in caso di esposizione prolungata a forti dosi di radiazioni sono contraddistinti da un malessere generale accompagnato da vomito, nausea, cefalea e diarrea. Il cosiddetto "male da raggi", dovuto a un'irradiazione con dose intorno ai 400 röntgen (ritenuta semiletale) e tristemente noto dopo le esplosioni nucleari in Giappone alla fine della II guerra mondiale, si manifesta nel tempo con i seguenti sintomi: 1. nelle prime 24 ore compaiono i sintomi tipici più appariscenti (malessere, nausea, cefalea, disturbi intestinali); 2. nella settimana successiva i sintomi più appariscenti scompaiono, ma gli effetti dell'irradiazione continuano con la distruzione delle cellule riproduttive del sangue, considerata la causa della maggior parte dei decessi nelle settimane successive; 3. dopo 7-10 giorni, detto "periodo di tregua", si hanno ulcerazioni ed emorragie; 4. nella quarta-sesta settimana può sopravvenire la morte, generalmente provocata da setticemia.

40 Coloro che, superando la fase critica, riescono a guarire, negli anni successivi possono contrarre leucemie e tumori. È stato osservato, al riguardo, che la vita media delle popolazioni colpite da forti dosi di radiazioni si abbassa in misura rilevante, e che, inoltre, anche a distanza di molti anni, possono comparire mutazioni genetiche, che riguardano le persone direttamente colpite e i loro discendenti. I danni sperimentati sulle mutazioni genetiche riguardano comunque radiazioni dell'ordine di centinaia e migliaia di rem.

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