CORSO DI. Prof. Bernardino Ragni Dipartimento di Chimica, Biologia, Biotecnologie UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA

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1 CORSO DI ZOOLOGIA AMBIENTALE Prof. Bernardino Ragni Dipartimento di Chimica, Biologia, Biotecnologie UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA

2 L ANALISI TRICOLOGICA: STRUMENTO UTILE ALLA RICERCA SCIENTIFICA (A) Dott.ssa Francesca Vercillo Anno Accademico

3 PREMESSA E SCOPI L Analisi Tricologia è utile e necessaria per: 1. il metodo naturalistico al fine di identificare alcuni segni di presenza; 1. l indagine alimentare al fine di identificare il contenuto gastro-intestinale, dei depositi fecali o delle borre.

4 GENERALITA SUI PELI I peli sono filamenti cheratinizzati classici dei Mammiferi. Si va da peli sottili come quelli della pecora, alle setole dei cinghiali fino agli aculei rigidi dell istrice. I peli sono annessi al tegumento, tessuto che media gli scambi del corpo con l ambiente esterno. Il tegumento è costituito da due parti: 1. l epidermide; 2. il derma.

5 LE FUNZIONI DEI PELI I peli svolgono funzioni annesse al tegumento, quali: protezione meccanica isolamento termico percezione sensoriale (come le vibrisse) se poi consideriamo le ghiandole sudoripare annesse al pelo abbiamo: termoregolazione (sudorazione) escrezione (emissione di sudore) Nell ambito etologico svolge un ruolo importante sia dovuto alle colorazioni (appariscente o mimetico) che alle posture (drizzare il pelo).

6 STRUTTURA GENERALE Nel pelo si distingue: lo scapo o FUSTO che è la parte libera la RADICE che è impiantata nella pelle Fusto Spatola Il fusto si suddivide in: una parte distale detta SPATOLA una parte prossimale detta STELO Stelo Radice

7 STRUTTURA GENERALE Il pelo consiste in TRE STRATI (composti da cellule morte) di cheratina disposti uno intorno all altro: 1. il MIDOLLO è la parte centrale 2. la CORTECCIA 3. la CUTICOLA è la parte più esterna Il midollo non è sempre presente, infatti manca in alcune razze ovine e in alcuni Chirotteri.

8 I DIVERSI TIPI DI PELO le VIBRISSE hanno funzione sensoriale quindi sono distribuiti solo in alcune parti del corpo. Sono piuttosto rigidi, di struttura cilindrica che si assottiglia all estremità distale. Non hanno valore diagnostico. le SETOLE sono dei peli molto grossi e ispidi, la cui struttura cilindrica mantiene il diametro pressoché costante in tutta la sua lunghezza. Questi peli possono costituire interamante il mantello di certi animali come i cinghiale. i CRINI sono peli spessi e lunghi che si trovano in zone circoscritte del corpo e sono generalmente più folti. gli ACULEI sono peli così ispessiti da diventare pungenti. Sono peli modificati in quanto il midollo è stato sostituito da un canale vuoto.

9 I DIVERSI TIPI DI PELO i PELI DI RIVESTIMENTO sono più grossi e lunghi. Sono distribuiti in modo sparso e quindi risultano più radi. i PELI DI GIARRA costituiscono la maggior parte del mantello insieme alla borra e rispetto a questa sono più spessi e lunghi. Questi presentano le strutture più utili alla diagnosi. i PELI DI BORRA, detti anche lanuggine, costituiscono il fondo del mantello e i PELI DI BORRA, detti anche lanuggine, costituiscono il fondo del mantello e sono più sottili e corti della giarra. Hanno scarso valore diagnostico.

10 COMPONENTI DEL PELO Il MIDOLLO in sezione trasversale può avere forme diverse e si estende quasi per tutta la lunghezza del pelo. Le cellule cheratinizzate, non rigide, che lo compongono possono o no contenere dei pigmenti. Tali cellule sono separata l una dall altra da aria.

11 COMPONENTI DEL PELO La CORTECCIA è composta di cellule poligonali corneificate e dotate di granuli di pigmento che conferiscono al pelo la sua colorazione. La sua ampiezza rispetto al midollo può variare. Al microscopio ottico non presenta strutture chiaramente diagnostiche. La CUTICOLA è composta da un singolo strato di lamelle embriciate, generalmente non pigmentate. La dimensione, la forma e la disposizione delle scaglie sono estremamente variabili, pertanto hanno una notevole valenza diagnostica.

12 ESAME DEL PELO Dagli studi sul pelo presenti in letteratura si individuano 4 possibili livelli di esame: ESAME DELLA MORFOLOGIA GENERALE Serve a valutare la conformazione generale del pelo e si effettua al binoculare. Il profilo più comune per i peli di giarra è detto a SCUDO, in cui lo stelo si allarga nella parte distale per poi rastremarsi verso la punta. Un altra conformazione è detta ONDULATA tipica per esempio di alcuni Ungulati.

13 ESAME DEL PELO ESAME DELLA SEZIONE TRASVERSALE Questa si ottiene con l utilizzo di un microtomo. Le sezioni vengono montate su un vetrino e analizzate al microscopio ottico. ESAME DEL MIDOLLO Può essere osservata al microscopio ottico. E un utile criterio diagnostico perché a seconda del taxon la forma e la disposizione delle cellule midollari e degli spazi d aria cambiano notevolmente. ESAME DELLA CUTICOLA Può essere esaminata al microscopio ottico tramite impronte su supporti idonei.

14 ESAME DELLA CUTICOLA DEL PELO Esistono modelli schematici che evidenziano le diverse forme del margine delle scaglie, le distanze tra i margini e la forma generale delle scaglie. Prima suddivisione: SCAGLIE CORONALI Ogni singola scaglia circonda completamente il fusto del pelo e la cuticola è composta da scaglie singole disposte una sopra l altra. SCAGLIE EMBRICIATE La circonferenza del fusto è ricoperta da più di una scaglia. Questo è il caso che si trova più di frequente.

15 SCHEMA DI CLASSIFICAZIONE MARGINI DELLE SCAGLIE LISCI: non presentano nessun tipo di intaccatura; CRENATI: hanno intaccature poco profonde, ma appuntite; INCRESPATI: hanno intaccature profonde, ma arrotondate; a FESTONE: presentano curvature che hanno la punta arrotondata ma il cavo appuntito; DENTATI: a forma di dente, ma si riscontrano solo nelle scaglie coronali. DISTANZA TRA I MARGINI

16 SCHEMA DI CLASSIFICAZIONE MODELLI DELLE SCAGLIE A PETALO: DI DIAMANTE Ogni singola scaglia presenta una forma a losanga. Può variare da largo a stretto a seconda della dimensione delle scaglie. VICINO Le scaglie hanno dimensioni variabili con un aspetto generale meno regolare del precedente.

17 SCHEMA DI CLASSIFICAZIONE MODELLI DELLE SCAGLIE A MOSAICO: REGOLARE Le scaglie sono pressoché isodiametriche, cioè la larghezza è pari alla lunghezza. IRREGOLARE Le dimensioni delle scaglie sono variabili. SCHIACCIATO Le scaglie sono molto più larghe che lunghe e quindi danno l impressione di essere schiacciate.

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