LA COMUNICAZIONE: CARATTERISTICHE E ABILITÀ

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1 LA COMUNICAZIONE: CARATTERISTICHE E ABILITÀ

2 Ogni aspetto della nostra società presenta delle caratteristiche comunicative Ma quali significati possiede il termine COMUNICAZIONE?

3 Qualunque cosa si faccia o si dica, essa avrà un qualche effetto sull'interlocutore, ed è da considerarsi comunicazione. Pertanto non solo parole o gesti, ma ogni nostra azione comunicherà sempre qualcosa.

4 Non è possibile non comunicare non esiste un comportamento non comunicativo P. Watzlawick E evidente che se ogni comportamento è comunicazione, è impossibile impedire di lanciare continuamente messaggi e questo anche quando crediamo di non comunicare nulla. Per esempio, se siamo sul treno in uno scompartimento affollato e ci mettiamo a leggere il giornale, stiamo comunicando che le persone presenti non ci interessano e che non vogliamo essere disturbati).

5 Il mondo, la società, l intimità stessa delle persone ci si prospettano come una sterminata e infinitamente complessa rete di messaggi, codici, atti linguistici, comunicazioni che si incrociano, si sovrappongono, si determinano. Non c è aspetto della vita che non venga descritto correntemente in questi termini U. Volli

6 COMUNICARE significa mettere in comune informazioni, messaggi, esperienze ma anche sentimenti, modi di pensare, visioni del mondo

7 La comunicazione è un processo circolare di scambio di informazioni tra soggetti comunicanti intorno ad un oggetto. Tale processo viene attivato con determinate finalità e si svolge attraverso un mezzo.

8 EMITTENTE codifica MESSAGGIO Ascolto, riformulazione, domande Ascolto, riformulazione, domande FEED-BACK RICEVENTE decodifica attraverso un ascolto attivo o passivo

9 Il fine della comunicazione è quello di produrre un comportamento. Mettendo in atto un comportamento il mittente capirà se la comunicazione è andata a buon fine o meno. Non ha alcuna importanza quello che noi crediamo di aver comunicato. Esiste un solo significato nella nostra comunicazione, ed è quello che il nostro interlocutore ha ricevuto. Sta a noi, sulla base dei risultati ottenuti, modificare il nostro messaggio in modo tale da ottenere la risposta desiderata.

10 La comunicazione può essere a una via (asimmetrica): conferenze, lezioni, dichiarazioni, messaggi scritti a due vie (simmetrica): colloquio, conversazione Confrontiamo i due sistemi di comunicazione

11 ELEMENTI: COMUNICAZIONE 1 VIA 2 VIE Preparazione maggiore minore Tempo minimo elevato Quantità di bassa elevata Informazioni Efficacia bassa elevata

12 CARATTERISTICHE E VINCOLI NELLA COMUNICAZIONE A 1 VIA Il messaggio deve essere semplice L obiettivo è predefinito per l emittente I riceventi possono essere numerosi Richiede tempi brevi La preparazione dell emittente deve essere completa L emittente è il solo responsabile del messaggio e del suo successo Le componenti emotive del messaggio sono trascurate

13 CARATTERISTICHE E VINCOLI NELLA COMUNICAZIONE A 2 VIE Il messaggio può essere complesso L obiettivo può essere chiarito in seguito I riceventi sono meno numerosi Il tempo a disposizione deve essere più ampio La preparazione dell emittente può essere più generale L emittente e il ricevente sono entrambi responsabili della comunicazione Le componenti emotive sono considerate

14 IMPORTANZA DELLA RELAZIONE Comunicare ha senso solo quando viene considerato, nello stesso tempo: ciò che si dice ( contenuto ) vale a dire di cosa si parla, su cosa verte lo scambio; ciò che si vive ( relazione ) vale a dire come ci si rapporta, che reazioni vengono prodotte, come vengono gestite Una buona comunicazione dipende dall equilibrio dei due aspetti

15 STRUMENTI DELLA RELAZIONE Feed back: rendere il ricevente attore Empatia: centrarsi sull altro, entrare nel mondo dell altro senza perdere la propria visione delle cose Ascolto: attenzione all altro, disponibilità, apertura Riformulazione: esprimere ciò che si è capito Domande

16 MODALITÀ DI COMUNICAZIONE VERBALE Uso delle parole in modo: Vocale diretto vocale a distanza scritto NON VERBALE Uso del linguaggio del corpo paralinguistico cinesico prossemico

17 La comunicazione verbale utilizza il linguaggio orale o scritto ed è la più usata nel mondo occidentale, dove tende ad essere uno strumento preferenziale nella comunicazione. La comunicazione non verbale è considerata un linguaggio di relazione, un mezzo che completa e sostiene la comunicazione verbale. Nonostante sia spesso sottovalutata la comunicazione non verbale, essendo più diretta, è quella più carica di efficacia. Quando parliamo, per esempio, solo il 20% di quanto comunichiamo è veicolato dalle parole. Il resto viene trasmesso con il linguaggio del corpo.

18 Mentre non esiste una comunicazione verbale isolata, poiché essa è sempre accompagnata dalla comunicazione non verbale, la comunicazione non verbale può esistere senza la comunicazione verbale. Anche le assenze o i silenzi, in alcuni contesti, possono trasmettere messaggi altamente significativi per l altro.

19 Il linguaggio del corpo è in parte innato e in parte dipende dai processi di socializzazione. Ogni cultura tende a rielaborare in maniera differente i messaggi non verbali. Ciò vuol dire che forme di comunicazione non verbale perfettamente comprensibili per le persone appartenenti ad una determinata cultura possono invece essere, per chi ha un altro retaggio culturale, assolutamente incomprensibili o addirittura avere un significato opposto a quello che si intendeva trasmettere.

20 CANALI DELLA COMUNICAZIONE: PARALINGUISTICO Indica l insieme di suoni emessi nella comunicazione verbale, indipendentemente dal significato delle parole. È caratterizzato da diversi aspetti: tono: influenzato da fattori fisiologici (età, costituzione fisica ) e dal contesto; frequenza: influenzato dall aspetto sociale (es: un sottoposto che parla ad un superiore ha una frequenza di voce più bassa rispetto al normale); Ritmo: conferisce maggiore o minore autorevolezza alle parole pronunciate.

21 Il ritmo può essere: lento, con pause tra una frase e l altra e questo dà un tono di solennità a ciò che si dice; veloce, che dà poca importanza alle parole pronunciate. Silenzio: assume significati diversi in relazione al contesto ( es. è diverso il silenzio tra due persone che si ignorano rispetto a quello presente in un aula durante la lezione)

22 CANALI DELLA COMUNICAZIONE: CINESICO Riguarda il linguaggio del corpo e comprende: lo sguardo, che ha più significati (dall interesse alla sfida); la mimica facciale, non sempre controllata dal soggetto ( es:arrossire); la gestualità, soprattutto manuale, che molto spesso è una conferma di ciò che viene detto verbalmente e che può cambiare nelle diverse culture (es. scuotere il capo lateralmente in molte culture equivale a dire no, mentre in Bulgaria ha il significato opposto);

23 il movimento, che accompagna un discorso; la postura. PROSSEMICO Riguarda l occupazione dello spazio, la distanza dagli altri. Distinguiamo 4 zone: intima ( 0-50 cm, accettati senza disagio familiari stretti); personale ( 50 cm-1m, familiari meno stretti, amici e colleghi); sociale (1-3/4 m, persone poco conosciute o sconosciute); pubblica (oltre 4m, occasioni ufficiali come lezioni universitarie, comizi )

24 I LINGUAGGI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE La comunicazione non verbale si avvale di una serie di linguaggi: linguaggio dei segni (LIS); linguaggio del corpo; linguaggio grafico- pittorico. Si tratta di linguaggi che vanno utilizzati con i bambini, poiché attraverso tali forme di comunicazione, il bambino esprime i propri sentimenti, emozioni e conflitti.

25 ATTIVITÀ LABORATORIALE Progettazione, in gruppi, di attività da realizzare con i bambini che promuovano la comunicazione non verbale. DESTINATARI OBIETTIVI ATTIVITÀ METODOLOGIE TEMPI LUOGHI

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