Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Facoltà di Scienze Motorie. Corso di Laurea Magistrale in: Scienze motorie per la Prevenzione e la Salute

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1 Università degli Studi di Urbino Carlo Bo Facoltà di Scienze Motorie Corso di Laurea Magistrale in: Scienze motorie per la Prevenzione e la Salute Rieducazione a secco TERAPIA FISICA Prof.ssa Florence Di Muro ELETTROTERAPIA Definizione e caratteristiche fisiche delle correnti L elettroterapia consiste nell impiego a scopo terapeutico di corrente elettrica. La corrente elettrica è determinata dal movimento di cariche elettriche provocato ogni volta che si stabilisce una differenza di potenziale tra le due estremità di un mezzo conduttore. Nei conduttori metallici sono gli elettroni a spostarsi (corrente di conduzione); nel caso di conduttori liquidi (soluzioni elettrolitiche) si muovono sia gli ioni positivi che quelli negativi attratti rispettivamente verso il catodo(-) e verso l anodo(+) 1

2 Caratteristiche delle correnti In relazione alla direzione si distinguono: Correnti unidirezionali o polarizzate se circolano nello stesso senso per tutta la durata dell applicazione. Per convenzione la direzione della corrente va dal polo positivo (anodo) al polo negativo (catodo). Correnti bidirezionali o alternate (dette anche bipolari o bifasiche) quando percorrono un circuito andando alternativamente nei due sensi. Caratteristiche delle correnti Una corrente che mantiene costanti nel tempo i suoi valori di intensità e di direzione è una corrente CONTINUA mentre una corrente la cui intensità varia nel tempo viene definita VARIABILE indipendentemente dalla direzione della corrente stessa. Una corrente variabile può essere unidirezionale o alternata bidirezionale cioè può circolare sempre nello stesso senso oppure no. 2

3 Effetti fisiologici delle correnti La cute, ed in particolare lo strato corneo, per il suo basso contenuto idrico, forma un eccellente isolante (la resistenza cutanea è particolarmente elevata per una corrente continua mentre diminuisce per le correnti variabili) I tessuti sottostanti la cute sono assimilabili a numerose celle elettrolitiche delimitate da membrane e ricche di ioni. Per ottenere il fenomeno dell elettrolisi è necessario che la corrente attraversi una soluzione sempre nello stesso senso Effetti fisiologici delle correnti Effetti polari a livello cutaneo Si manifestano nelle zone di contatto con gli elettrodi e sono indotti solo da correnti unidirezionali (perciò dette polarizzate) Effetti interpolari a livello dei tessuti sottostanti Si manifestano all interno dei tessuti e variano in rapporto al tipo di corrente utilizzata ed alle sue peculiari caratteristiche fisiche (attinenza con l azione terapeutica ricercata). 3

4 CORRENTE CONTINUA Effetti polari Sono effetti fisico-chimici che si instaurano a livello dei punti di contatto dei due poli elettrici con la cute. All anodo si ha concentrazione di ioni negativi (soprattutto Cl - ) ed al catodo una concentrazione di ioni positivi (soprattutto Na + ). Questi ioni, reagendo con l acqua presente nei tessuti (dissociata anch essa), vengono a formare idrato di sodio (NaOH) al catodo ed acido cloridrico (HCl) all anodo. Tali sostanze possiedono un azione caustica per cui, se la corrente ha un intensità ed una durata sufficienti, possono provocare delle ustioni chimiche: un escara dura da HCl e un escara molle da idrato di sodio. CORRENTE CONTINUA Effetti interpolari Effetto antalgico In cui predomina un azione antalgica diretta correlata ad una iperpolarizzazione in corrispondenza dell anodo con conseguente diminuzione dell eccitabilità dei nocicettori periferici e della conducibilità delle fibre nervose sensitive. 4

5 Effetto antalgico Quando si applica una corrente continua si determina un accumulo di cariche positive in corrispondenza del catodo e di cariche negative in prossimità dell anodo. La conseguente iperpolarizzazione delle membrane dei nocicettori e delle fibre nervose sensitive che avviene nei pressi dell anodo ostacola la formazione del potenziale d azione aumentando la soglia di eccitabilità. Anche la conducibilità del nervo si modifica: in corrispondenza del polo positivo la conduzione nervosa risulta rallentata Effetti interpolari Effetto antalgico Effetto trofico Legato alle modificazioni del metabolismo cellulare e del circolo indotte dall applicazione di corrente continua più evidente al catodo. La vasodilatazione cutanea che si manifesta attraverso un arrossamento in corrispondenza degli elettrodi, sarebbe in relazione ad un azione diretta di tipo simpaticolitico. All effetto vasodilatatore superficiale si assocerebbe una vasodilatazione profonda, secondaria all incremento del metabolismo cellulare, più lenta a comparire ma più duratura. 5

6 Effetto antalgico Effetto trofico Effetto metabolico Effetti interpolari Ipotizzabile come spostamento di ioni protoplasmatici con azione stimolante sul metabolismo cellulare e conseguente aumento del consumo di O 2 e della produzione di CO 2 accompagnata da modificazioni del potenziale di membrana Usi terapeutici della corrente continua L utilizzazione terapeutica della corrente continua è andata diminuendo nel tempo ed è attualmente limitata a ionoforesi e galvanizzazione. 6

7 IONOFORESI La Ionoforesi (o dielettrolisi) medicamentosa è una metodica che utilizza una corrente elettrica unidirezionale al fine di far penetrare all interno dei tessuti, per via cutanea cioè non invasiva, gli ioni attivi di prodotti farmacologici, scissi per via elettrolitica, in soluzione acquosa. Ionoforesi Gli ioni medicamentosi non raggiungono profondità notevoli in quanto si legherebbero con gli ioni contenuti nelle cellule superficiali. Le sostanze medicamentose, una volta penetrate, in parte entrano direttamente nel circolo capillare e in parte si accumulano nel derma formando un deposito che viene lentamente mobilizzato dal circolo sanguigno e linfatico comportando anche un effetto generale (eliminazione ritardata dall organismo rispetto ad altre vie di somministrazione). 7

8 L efficacia della ionoforesi è legata al rispetto di precise norme che riguardano Caratteristiche del farmaco Peso e grandezza molecolare di alcune sostanze ne ostacolano la penetrazione tessutale. È opportuno utilizzare sostanze medicamentose che abbiano pesi e grandezze molecolari ridotti; Il farmaco deve essere liposolubile (necessario per una buona permeabilità tessutale) e idrosolubile (necessario per la formazione di ioni). L efficacia della ionoforesi è legata al rispetto di precise norme che riguardano Caratteristiche del farmaco Modalità di somministrazione È indispensabile conoscere la polarità del farmaco utilizzato Perché vi sia una penetrazione sufficiente del prodotto impiegato, la seduta di Ionoforesi deve protrarsi per minuti con una intensità di corrente di circa 0,1 ma/cm 2. 8

9 L efficacia della ionoforesi è legata al rispetto di precise norme che riguardano Caratteristiche del farmaco Modalità di somministrazione Localizzazione della zona da trattare Potere di penetrazione (circa 3cm); la ionoforesi va applicata su zone facilmente aggredibili, di modica estensione e di limitata profondità Indicazioni Le indicazioni variano in relazione al farmaco adoperato. FANS, cortisonici e anestetici locali per trattare tutte le forme algiche acute e croniche. Cloruro di calcio per le algoneurodistrofie e nelle osteoporosi localizzate. Ioduro di potassio in presenza di cheloidi o aderenze. 9

10 Controindicazioni e precauzioni Non si devono trattare zone dove siano presenti soluzioni di continuità della cute. Per il rischio di ustioni è bene non vi siano corpi metallici endotissutali nel segmento da trattare. È opportuno non trattare: la regione cardiaca per il pericolo di interferenze con la funzione cardiaca, la zona in cui sia presente un pace maker, zone in cui siano presenti neoplasie. Controindicazioni legate al farmaco: allergia allo stesso. Evitare, perché inefficace, il trattamento di zone (muscolari, articolari ecc) poste in profondità. GALVANIZZAZIONE Tecnica sempre meno utilizzata, soppiantata da altre forme più efficaci di elettroterapia analgesica. Viene talora utilizzata per effetto analgesico, sedativo, antinfiammatorio (elettrodo positivo) e trofico (elettrodo negativo) a livello della zona interessata. Può essere applicata direttamente con elettrodi a contatto della cute o mediante immersione del segmento da trattare in vaschette d acqua collegate all elettrodo attivo (bacinella galvanica). 10

11 CORRENTI VARIABILI Correnti variabili unidirezionali Correnti ad impulsi Si parla di correnti ad impulsi quando questi sono isolati o comunque separati da intervalli di tempo (pause) di durata variabile ma sempre piuttosto lunghi e comunque superiori alla durata dell impulso stesso Correnti ad impulsi Gli impulsi presentano una forma geometrica determinata da una serie di parametri: -ampiezza: valore massimo dell intensità raggiunta dall impulso -larghezza (durata): intervallo di tempo in cui l intensità è diversa da 0 -tempo di salita e tempo di discesa: indicano il tempo necessario all intensità per passare dal valore minimo al valore massimo e viceversa. La pausa tra un impulso e l altro è definita come il periodo di tempo in cui l intensità di corrente è nulla oppure come intervallo tra la fine di un impulso e l inizio del successivo. 11

12 Correnti ad impulsi Variando i parametri (ampiezza, larghezza, tempo di salita e di discesa) si ottengono diverse forme di impulso utilizzate in elettroterapia Tra le più comuni ricordiamo: -impulso rettangolare: caratterizzato dal fatto che l intensità raggiunge istantaneamente il suo valore massimo e, dopo un plateau, istantaneamente ritorna a zero; -impulso triangolare: il valore massimo di intensità viene raggiunto linearmente, il tempo di salita è uguale alla larghezza dell impulso per cui l intensità torna rapidamente a zero; -impulso esponenziale: l intensità raggiunge il valore massimo secondo una legge esponenziale. Il tempo di salita è inferiore alla larghezza dell impulso e il tempo di discesa è uguale a 0; -impulso triangolo esponenziale: il valore massimo di intensità viene raggiunto con legge esponenziale per poi tornare rapidamente a 0. Il tempo di salita è uguale alla larghezza dell impulso. CORRENTI VARIABILI Correnti variabili unidirezionali Correnti ad impulsi Correnti iterative unidirezionali Gli impulsi si susseguono ravvicinati e sono separati o meno da una pausa della stessa durata. Nella pratica clinica sono usate quelle a bassa frequenza (fino a 100Hz): -corrente faradica con effetto eccitomotorio -correnti diadinamiche: con effetto trofico-antalgico 12

13 CORRENTI VARIABILI Correnti variabili unidirezionali Correnti variabili alternate (bidirezionali) A scopo terapeutico vengono utilizzate: -correnti a bassa frequenza (fino a 200Hz) a scopo analgesico -correnti a media frequenza in particolare quelle sinusoidali: correnti di Kots ed interferenziali a prevalente effetto eccitomotorio Effetti fisiologici delle correnti variabili Effetti polari Le correnti variabili unidirezionali hanno effetti polari ma gli impulsi sono di così breve durata che la formazione di prodotti caustici non avviene in quantità tale da creare un rischio di ustione. Le correnti alternate non hanno effetti polari in quanto il flusso di elettroni e di ioni varia continuamente in senso opposto. Entrambi i tipi possono essere utilizzati in presenza di mezzi di osteosintesi metallici. 13

14 Effetti fisiologici delle correnti variabili Effetti interpolari L effetto che caratterizza tutte le correnti variabili è quello eccitomotorio, cioè contrazione del muscolo; per provocare tale effetto la corrente deve avere una intensità ed una durata adeguate a raggiungere il livello critico di depolarizzazione atto a determinare un potenziale d azione. Durata dello stimolo per generare potenziale d azione: la fibra nervosa richiede impulsi di breve durata anche inferiori ad 1 msec; la fibra muscolare necessita di tempi superiori ai 50 msec. Effetti fisiologici delle correnti variabili Anche la rapidità con cui avviene la variazione di intensità è determinante ai fini della risposta motoria. Infatti l unità motoria fisiologicamente presenta la peculiarità di adattarsi senza reagire a variazioni lente di intensità (potere di accomodazione) Se la frequenza della corrente è piuttosto alta (superiore a impulsi al secondo) il muscolo non ha più il tempo per rilasciarsi tra una contrazione e l altra fino ad arrivare a situazioni di tetano parziale o totale. Le correnti variabili possiedono inoltre un azione antalgica assai più rilevante e di più rapida insorgenza rispetto a quella indotta dalla corrente continua. 14

15 Azione eccitomotoria delle correnti variabili Quando si applica uno stimolo elettrico su tessuti eccitabili, come una fibra nervosa o un muscolo, in corrispondenza del catodo si ha una depolarizzazione della membrana che determina la comparsa di un potenziale d azione. La stimolazione di una fibra nervosa motoria comporterà la contrazione delle fibre muscolari da queste dipendenti (stimolazione muscolare indiretta); la stimolazione di una fibra muscolare isolata comporterà la sua contrazione (stimolazione diretta difficile e mal tollerata nel muscolo normalmente innervato). Tecniche di stimolazione neuromuscolare Tecnica monopolare I due elettrodi sono di dimensioni diverse: l elettrodo attivo (catodo) è di piccole dimensioni e viene applicato alla cute il più vicino possibile al punto motore del muscolo, dove la soglia di stimolazione è più bassa; l altro elettrodo, detto indifferente, è collegato all anodo e può essere applicato in corrispondenza di una qualunque parte del corpo. Questo elettrodo deve avere una superficie maggiore in modo che la densità di corrente al suo livello sia inferiore rispetto a quella dell elettrodo attivo e non abbia quindi effetto eccitomotorio. 15

16 Tecniche di stimolazione neuromuscolare Tecnica bipolare I due elettrodi hanno uguali dimensioni e vengono posti sul decorso di un nervo motore o di un muscolo o di un gruppo di muscoli in modo che il prossimale sia collegato all anodo e l altro distale al catodo, così che la corrente agisca in senso longitudinale. La tecnica bipolare viene comunemente utilizzata quando si stimolano muscoli normoinnervati e comunque quando le dimensioni del muscolo lo permettono. ELETTROSTIMOLAZIONE DEL MUSCOLO INNERVATO corrente FARADICA è una serie di impulsi unidirezionali triangolari (impulso omofaradico) di durata assai breve compresa tra 0,1 e 1 ms. Ciascun impulso possiede un tempo di salita uguale a quello di discesa ed uguale alla metà della larghezza dell impulso; viene generalmente utilizzata una faradica con tempo di stimolazione di 2 sec e intervallo di 6 sec, modulata in ampiezza. La contrazione muscolare ottenuta con la faradica modulata aumenta e decresce gradualmente ed è quella che più si avvicina ad una contrazione volontaria tra quelle indotte dalla corrente elettrica. 16

17 ELETTROSTIMOLAZIONE DEL MUSCOLO INNERVATO Corrente FARADICA Correnti INTERFERENZIALI Correnti interferenziali Sono correnti sinusoidali (bidirezionali) ottenute dall interferenza di due correnti a media frequenza. Si utilizzano due generatori di corrente Vengono applicate due coppie di elettrodi disposti ortogonalmente in modo che i due circuiti elettrici si incrocino all interno dei tessuti determinando una interferenza che genera una corrente modulata di bassa frequenza Frequenze da 50 a 100Hz effetto antalgico; frequenze inferiori a 50Hz effetto eccitomotorio. 17

18 Correnti interferenziali Buona tollerabilità in quanto la bidirezionalità non genera effetti polari Capacità di penetrare in profondità Intensa azione eccitomotoria nei muscoli normalmente innervati Le correnti interferenziali provocano contrazioni vigorose e globali anche di muscoli di grossa taglia. Correnti interferenziali Per l effetto analgesico si aumenta progressivamente l intensità fino a quando insorge una vibrazione sulla zona da trattare; periodicamente aggiustare l intensità al diminuire dell effetto vibratorio senza però raggiungere la soglia di eccitazione motoria. Meccanismi che inducono analgesia: attivazione del meccanismo di gate-control; stimolazione del meccanismo inibitorio discendente del sistema encefaline endorfine, il blocco periferico degli input nocicettivi, la rimozione delle sostanze algogene dalla regione colpita, l effetto placebo. 18

19 ELETTROSTIMOLAZIONE DEL MUSCOLO INNERVATO Corrente FARADICA Correnti INTERFERENZIALI Correnti di KOTZ corrente sinusoidale bidirezionale con frequenza base di 2500Hz che possono essere erogate sia in modo continuo che in treni di 10 ms seguiti da pause della stessa durata (quindi 50 treni di impulsi al sec). Indicate per la stimolazione di muscoli normoinnervati Indicazioni per elettrostimolazione del muscolo normoinnervato Efficace nel migliorare la forza ed il trofismo muscolare ma non sostanziali miglioramenti rispetto all esercizio volontario. L elettroterapia trova indicazione nei casi in cui l attività volontaria è temporaneamente impossibilitata o comunque ridotta (anziani, traumatizzati, ecc). Un indicazione particolare è costituita dall applicazione su muscoli trapiantati nel qual caso la stimolazione determinerebbe afferenze utili alla formazione della nuova immagine motoria. 19

20 Controindicazioni Sono le stesse valide per le altre forme di elettroterapia: presenza di pace-maker, gravidanza, Ecc.. ELETTROSTIMOLAZIONE DEL MUSCOLO DENERVATO Nel muscolo, dopo denervazione, si assiste ad una rapida perdita di massa con diminuzione del calibro delle fibre muscolari ed aumento del tessuto connettivo. Un muscolo denervato viene stimolato allo scopo di rallentarne i fenomeni degenerativi in quanto la degenerazione delle fibre e la successiva fibrosi costituirebbero una sorta di barriera fisica alla reinnervazione. La elettrostimolazione induce un rallentamento dei processi degenerativi. L elettrostimolazione ha ruolo nel favorire o nell accelerare il processo di rigenerazione del nervo? 20

21 Elettrostimolazione del muscolo denervato Parametri di stimolazione Denervazione totale impulsi rettangolari (poco tollerati) di lunga durata, triangolari, esponenziali o trapezoidali (ad ascesa lenta); Denervazione parziale impulsi ad ascesa lenta (solitamente triangolari, triangolo-esponenziali o esponenziali) in modo da determinare una accomodazione delle fibre normalmente innervate e stimolare quelle derivate. Stimolazione al catodo (-), provare la risposta anche all anodo (+) Elettrostimolazione del muscolo denervato Scomparsa del punto motore Per ottenere una contrazione selettiva di un muscolo denervato è opportuno porre direttamente ai due estremi del ventre muscolare gli elettrodi (tecnica bipolare) per stimolare il maggior numero possibile di fibre Stimolo di durata sufficientemente lunga (150/250msec) L intensità deve essere tale da provocare la massima contrazione possibile del muscolo denervato ma nel contempo essere tollerata dal paziente Pause di riposo adeguate (2-4 sec) per evitare fenomeni di fatica 21

22 Elettrostimolazione del muscolo denervato Il trattamento deve essere Precoce: l elettrostimolazione deve essere cominciata al più presto dopo la lesione nervosa poiché la possibilità di reinnervazione diminuisce quanto più progredisce l atrofia Continuativo: l elettrostimolazione deve essere protratta per tutto il tempo teoricamente necessario alla reinnervazione Frequente: deve essere eseguita quotidianamente (per prevenire la fatica eseguire sedute brevi (5-10 min) eventualmente ripetute per più volte al giorno) Deve interessare tutti i muscoli denervati AZIONE ANALGESICA DELLE CORRENTI VARIABILI TENS (stimolazione elettrica nervosa transcutanea) Vengono generalmente impiegate le correnti bifasiche (cioè bidirezionali) con frequenze inferiori a Hz, rettangolari (simmetriche, asimmetriche) Apparecchiatura Piccoli stimolatori compatti e portatili alimentati a batterie, ad uno o più canali e dotati di due regolatori, uno per la frequenza ed uno per l ampiezza mentre la durata è generalmente mantenuta costante. Utente autonomo anche a domicilio. 22

23 TENS convenzionale Stimoli di breve durata ( microsec), di debole intensità (non superiore a 10mA) e di frequenza relativamente alta ( Hz): analgesia a insorgenza rapida e di breve durata L effetto analgesico sarebbe dovuto alla stimolazione delle fibre nervose afferenti di maggior calibro (a soglia più bassa e cronassia inferiore) secondo la teoria del gate control. Essendo un meccanismo prevalentemente midollare l analgesia che si ottiene è limitata topograficamente al metamero stimolato. TENS convenzionale L effetto antalgico si manifesta precocemente, di solito entro 20 minuti per esaurirsi entro 1 2 ore. La durata del trattamento va da 30 minuti a qualche ora: con questo tipo di applicazione compare il fenomeno dell assuefazione che si manifesta con la scomparsa della sensazione di formicolio per cui occorre aumentare periodicamente l intensità. 23

24 Tens tipo elettroagopuntura Impulsi di durata maggiore ( microsec) di frequenza più bassa (1-10 Hz) e di intensità più elevata (anche contrazioni visibili nel muscolo). Non produce assuefazione ma è poco tollerata. L analgesia indotta compare tardivamente, dopo una latenza di 30 minuti ma persiste più a lungo rispetto alla tens ad alta frequenza. Sarebbe dovuta alla liberazione di sostanze morfino simili endogene e in misura minore all attivazione di sistemi inibitori sovraspinali. L effetto antalgico interessa il metamero stimolato dove risulta massimo, ma si estende anche ad altri metameri. Altre metodiche TENS Stimolazione a treni di impulsi (burst) Tens con modulazione per prevenire fenomeni di assuefazione e adattamento delle fibre nervose 24

25 Modalità di somministrazione I punti ottimali di stimolazione variano in ogni paziente L approccio comunemente più utilizzato consiste nel sistemare gli elettrodi in modo da comprendere tra essi la zona algica (tecnica trasversale) oppure nella ricerca del punto trigger dove porre un elettrodo e l altro sul tender point o su una zona vicina. Nella tens convenzionale le sedi di stimolazione degli elettrodi debbono essere poste in vicinanza ai punti dolorosi. Tens a bassa frequenza: si possono utilizzare i trigger point o i punti di agopuntura. La maggior parte degli apparecchi eroga impulsi bifasici, cioè che alternano le due polarità, la maggior parte degli autori non sembra attribuire particolare rilievo al problema di quale sia l elettrodo attivo. Indicazioni Risultati positivi si possono ottenere nel trattamento del dolore post operatorio e post traumatico Si giovano della tecnica, tutte le sindromi algiche di grado lieve-moderato di origine degenerativa, post-traumatica e post-operatoria Efficace nel dolore di tipo vascolare, causalgia, nevralgia post-erpetica, nella sindrome dell arto fantasma e nei dolori da interessamento radicolare; dolore oncologico 25

26 Controindicazioni Non deve essere applicata nei pazienti portatori di pace-maker (in quanto quest ultimo può interpretare gli impulsi elettrici dello stimolatore come un attività elettrica cardiaca). Cautela nell impiego in prossimità dell area cardiaca per il pericolo di fibrillazione. Non trattare la regione antero-laterale del collo in corrispondenza del seno carotideo, specialmente se è nota una sensibilità riflessa del seno stesso in quanto si possono provocare crisi ipotensive. CORRENTI DIADINAMICHE Definizione e caratteristiche fisiche Si tratta di un gruppo di correnti iterative, emisinusoidali, unidirezionali, di bassa frequenza (non superiore a 100Hz). monofase fissa MF(frequenza di 50Hz); è formata da una serie di impulsi emisinusoidali della durata di 10 ms con pause di uguale durata. difase fissa DF (frequenza 100Hz); caratterizzata da mancanza di pause fra i singoli impulsi, durata dell impulso 10msec Una corrente con frequenza ed intensità costanti nel tempo determina, dopo un periodo più o meno lungo, assuefazione; sono state introdotte altre correnti in cui le prime due (MF e DF) risultano modulate in frequenza ed intensità: corto periodo MF e DF alternate ogni secondo; lungo periodo MF e DF sono alternate ogni 6-8 sec. 26

27 Effetti terapeutici: Correnti diadinamiche analgesia (corrente difase fissa, lungo periodo) effetto trofico (corrente corto periodo) effetto eccitomotorio (monofase corrente sincopata) effetto dinamogeno dopo applicazione di CP su edemi (azione vasodilatatrice sul circolo periferico + azione eccitomotoria). Controindicazioni e precauzioni Le stesse della TENS Correnti diadinamiche Trovano attualmente impiego solo come correnti antalgiche. Il reale meccanismo di azione non è ancora chiaramente conosciuto; l ipotesi più accreditata rimane quella per cui l azione antalgica sarebbe da ricondurre alla diminuzione della conducibilità nervosa dalla iperpolarizzazione di membrana che si determina in corrispondenza dell anodo. L effetto analgesico verrebbe ottenuto anche per la rimozione di sostanze algogene dalla regione interessata dovuta ad un aumento del flusso sanguigno locale; non si esclude la liberazione di sostanze morfino simili. 27

28 MAGNETOTERAPIA Definizione e caratteristiche fisiche La magnetoterapia utilizza apparecchiature generanti campi magnetici variabili a bassa intensità per cui la componente elettrica è trascurabile. Si definisce magnete un corpo che ha la proprietà di attrarre alcuni materiali (ferro, cobalto e nichel) e che tende, quando è libero di ruotare, a ritornare nella posizione di riposo in direzione nord sud. Tutti i magneti generano nello spazio circostante un campo di forze (campo magnetico) capace di posizionare l ago magnetico secondo le linee di forza del campo stesso. MAGNETOTERAPIA 28

29 Magnetoterapia Gli effetti di un campo magnetico sulla materia dipendono dalla disposizione di elettroni negli atomi, nelle molecole, nei cristalli. Il corpo umano sarebbe neutro dal punto di vista magnetico perché costituito sia da componenti debolmente magnetici sia da componenti non magnetizzabili. All interno dei tessuti biologici interessati dal CM si creano differenze di potenziale che danno origine ad una corrente elettrica indotta. Apparecchi per magnetoterapia Per definizione l apparecchio per magnetoterapia è un dispositivo che genera un campo prevalentemente magnetico caratterizzato da intensità, frequenza, andamento del campo. L apparecchiatura è generalmente composta da tre elementi: generatore (comanda le modalità del campo magnetico indotto nel solenoide attraverso variazioni delle onde elettriche e dei treni di onde); lettino (permette lo scorrimento di una o più bobine per tutta la sua lunghezza ed arresto in posizione programmata); bobina o solenoide (cilindro cavo che scorre sul lettino con diametro di dimensioni variabili a seconda del segmento da trattare) 29

30 Apparecchi per magnetoterapia Le comuni apparecchiature elettromedicali producono campi magnetici pulsanti di bassa frequenza (fino a 100 Hz) e di bassa intensità (finoa 200 Gauss) (Extremly Low Frequency). La somministrazione di campi magnetici pulsanti non comporta produzione di calore all interno dei tessuti. Effetti fisiologici e terapeutici I campi magnetici possono interferire con i sistemi biologici: effetti magnetici corrispondono all azione diretta del CM; sono dovuti all interazione del CM con materiali ferromagnetici, presenti nell organismo: -orientamento e traslazione di elementi cellulari relativamente liberi di muoversi sotto l azione del CM (fenomeni di orientamento) con conseguente modificazione dei processi biochimici cellulari, soprattutto enzimatici; -azione sull O 2 molecolare con conseguente influenza sulla catena respiratoria, variazioni del potenziale di membrana, regolazione della pompa Na/K e modificazioni della permeabilità allo ione Ca. 30

31 Effetti fisiologici e terapeutici I campi magnetici possono interferire con i sistemi biologici: effetti magnetici effetti elettrici dovuti al campo elettrico indotto si riferiscono alla induzione di microcorrenti nei tessuti buoni conduttori o a livello ematico endovasale Indicazioni Influenza sull osteogenesi: effetto piezoelettrico (osso lungo sottoposto ad azione deformante: si generano cariche elettrostatiche positive sulla superficie convessa sottoposta a trazione e negative sulla parte concava, sottoposta a compressione). Molti tessuti biologici, sottoposti a trazione o compressione, sviluppano cariche elettrostatiche e nella sede di compressione, elettronegativa, si verifica una deposizione di sostanza ossea. CM pulsati in pseudoartrosi, ritardi di consolidamento, algoneurodistrofie Effetto antiflogistico effetto biostimolante 31

32 Controindicazioni e precauzioni Assoluta: è la presenza di pace maker specie quando il campo magnetico investe, anche perifericamente il pace maker. Non vi sono controindicazioni al trattamento di segmenti distali. Altra controindicazione assoluta è la gravidanza. LASERTERAPIA Definizione e caratteristiche fisiche L acronimo Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation (Amplificazione della luce mediante emissione stimolata dalla radiazione) Indica l uso a scopo terapeutico di raggi luminosi amplificati a seguito di emissione stimolata di radiazioni. È una sorgente di luce che si propaga con onde elettromagnetiche 32

33 LASER Le caratteristiche della luce laser sono: monocromaticità (la larghezza di banda è estremamente limitata ad una ben precisa lunghezza d onda), coerenza (gli elettroni responsabili dell emissione saltano sempre tra gli stessi livelli), brillanza (altissima densità di energia), unidirezionalità (bassissima divergenza del raggio emesso), concordanza di fase (le onde elettromagnetiche oscillano tutte con la stessa cadenza). L amplificazione viene ottenuta attraverso l attivazione di elementi a stato diverso per cui distinguiamo laser allo stato solido, laser a gas, laser allo stato liquido, laser a semiconduttore. Sorgenti Modalità di emissione La componente fondamentale di una sorgente laser è il materiale attivo ricco di atomi ad elevata reattività la cui eccitazione ne porta gli elettrodi ad un maggior livello energetico; il conseguente rapido decadimento degli elettroni ad un livello energetico inferiore riconduce gli atomi dallo stato di eccitazione a quello fondamentale con liberazione di energia luminosa. Cristalli solidi: Rubino, Neodimio YAG Gas:Argon, azoto, Krypton, He-Neon, Co2 A semiconduttori: diodici GaAs, Ir - A 33

34 LASERTERAPIA Sorgenti Modalità di emissione Il laser a semiconduttori è un laser solido, di piccole dimensioni e di potenza di uscita di qualche mw. È costituito da strati di materiali che, interagendo tra loro, emettono una luce che si pone nella banda dell infrarosso. Il laser He-Ne è un laser a gas che emette luce rossa sul visibile; è ad emissione continua con potenza tra 1 e 50mW. Il laser Co2, di grosse dimensioni è a gas e produce una luce invisibile nella banda dell infrarosso. La modalità di emissione può essere continua, pulsata, q-switched in cui si hanno brevi scariche di elevata potenza. 34

35 Effetti fisiologici e terapeutici Gli effetti che il raggio laser determina, interagendo con il substrato biologico, sono rappresentati: dall effetto fototermico con innalzamento della temperatura nella zona trattata, dall effetto fotoplasmatico che induce ionizzazione delle molecole del tessuto, dall effetto fotochimico, legato alla radiazione ultravioletta, che determina la volatilizzazione del tessuto. Effetti fisiologici e terapeutici In terapia viene usato a scopo: antalgico collegato all aumento della temperatura, all innalzamento della soglia del dolore e ad un supposto incremento della secrezione di endorfine (0-100Hz) aumento pompa sodio/potassio; biostimolante per attivazione dei macrofagi ed aumento della sintesi di collagene ( Hz) (stimolazione fibroplastica, vasodilatazione capillare ed arteriolare, normalizzazione del microcircolo, aumento produzione ATP); antiflogistico per aumento della temperatura(oltre 1000Hz) per aumento dei leucociti e dell attività fagocitaria, aumento prostaglandine, azione antiedematosa. 35

36 Modalità di applicazione Applicazione a scansione: passaggio ritmico della luce laser sulla superficie da trattare, con automatismo programmato e raggio ad incidenza perpendicolare Applicazione a manipolo: effettuata manualmente con movimento circolare o movimento di va e vieni (manipolo con presa a penna) Applicazione a spazzolamento o puntiforme Incidenza a 90 Controindicazioni e precauzioni Gli effetti dannosi sono dovuti all irradiazione accidentale dei tessuti oculari, evenienza da evitare proteggendo gli occhi con gli appositi occhiali durante la seduta Retina: azione lesiva Tumori superficiali: per l effetto biostimolante Tiroide: iperattività della ghiandola Gravidanza 36

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