LA CONFORMAZIONE DELL ATTIVITA NELLA SCIA COME IPOTESI DI ADEGUAMENTO STRUTTURALE O DI INTEGRAZIONE DOCUMENTALE. di Saverio Linguanti
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- Ortensia Biondi
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1 LA CONFORMAZIONE DELL ATTIVITA NELLA SCIA COME IPOTESI DI ADEGUAMENTO STRUTTURALE O DI INTEGRAZIONE DOCUMENTALE di Saverio Linguanti E sempre più importante chiarire cosa significhi conformare l attività in rapporto alla presentazione di una SCIA dell articolo 19 della legge n 241/90, ciò al fine di eliminare prassi prive di fondamenti giuridici ma dettate unicamente dalla empiricità ed approssimazione nell approccio da parte di alcuni, talvolta addirittura provenienti dal mondo informatico che per sua natura deve adeguarsi alle regole giuridiche e non dettare invece queste ultime per esigenze di adeguamento ai programmi. Sterili discussioni sono state poi avanzate da chi senza consistenza ha affermato che la conformazione dell attività non potrebbe riguardare la richiesta di documentazione ( per la verità inopportunamente chiamata richiesta di integrazioni ) fatta al segnalante dall amministrazione, quando ci si accorga a seguito di un controllo che la stessa non è stata presentata all atto della presentazione di una SCIA. 1
2 Nella realtà delle cose la questione è semplicemente da leggersi nell articolo 19 della legge n 241/90 e nelle sue statuizioni del comma 3, laddove si afferma che : 3. L amministrazione competente, in caso di accertata carenza dei requisiti e dei presupposti di cui al comma 1, nel termine di sessanta giorni dal ricevimento della segnalazione di cui al medesimo comma, adotta motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione dell attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi di essa, salvo che, ove ciò sia possibile, l interessato provveda a conformare alla normativa vigente detta attività ed i suoi effetti entro un termine fissato dall amministrazione, in ogni caso non inferiore a trenta giorni. I requisiti e presupposti del comma 1 sono i requisiti e presupposti di legge, mentre la conformazione eventuale è una delle due strade che l amministrazione competente per materia può intraprendere quando a seguito di un controllo sulla SCIA presentata risulti una carenza di presupposti oggettivi di esercizio o una carenza di presupposti soggettivi, tra cui deve ricomprendersi anche la carenza documentale in quanto la stessa non consente di stabilire se l attività sia o meno conforme alla norma, cioè rispettosa di quanto stabilito dalla legge di riferimento. Conformare dunque è una delle uniche due scelte che l amministrazione procedente può intraprendere, rispetto alla 2
3 seconda ben più grave rappresentata dalla ordinanza di cessazione dell attività condotta in difetto dei presupposti e requisiti di legge. Ecco dunque che la valutazione da compiere deve essere su quale tipo di requisito sia mancante, e come tale mancanza incida sul regolare svolgimento dell attività economica. Ma se i requisiti di legge non risultano perché è mancante un documento ciò non significa che il requisito stesso non sia presente, e pertanto l amministrazione è tenuta a richiedere una conformazione mediante presentazione di documentazione mancante proprio per valutare la sussistenza o meno del suddetto requisito. Infatti l adozione del provvedimento interdittivo dell attività è considerata dallo stesso articolo 19 come ultima ratio dell agire dell amministrazione e precisamente quando a seguito del controllo risulti mancante un requisito previsto dalla legge come requisito fondamentale per l esercizio dell attività. Dunque conformare può voler significare intervenire a ripristinare un requisito strutturale la cui mancanza però non pone un pericolo per l esercizio dell attività ( ad insindacabile giudizio dell amministrazione competente per materia ) sia per i frequentatori che per i lavoratori, oppure può voler significare solo integrare le dichiarazioni rese dimostrando il possesso di un requisito che per dimenticanza non è stato inserito ( fatta salva ogni ulteriore valutazione sulla volontarietà o meno della suddetta parziale dichiarazione resa ). 3
4 Certo è che così come strutturata la SCIA dell articolo 19, c è il rischio potenziale che in attesa di una conformazione documentale l attività si svolga per un tempo determinato non nel completo rispetto della norma ( se il requisito per il quale è stata richiesta la dimostrazione/conformazione non sia in realtà posseduto dal segnalante ) ; ma è anche vero che se il requisito fosse invece regolarmente posseduto, e si sia trattato semplicemente di una dimenticanza o fraintendimento il mancato inserimento nella SCIA, l eventuale adozione di un provvedimento di interdizione dell attività apparirebbe assai troppo penalizzante per il segnalante e per l attività economica che è indubbio goda da alcuni anni di una favor legis assai evidente per altrettanto evidenti motivazioni di ordine socio-economico. Si ritiene pertanto che la valutazione debba essere compiuta caso per caso per ogni SCIA presentata, valutando la gravità o meno della mancanza e comunque nel rispetto del principio fondamentale che una volta accertata la mancanza di un requisito previsto dalla legge come essenziale per l inizio dell attività ( per esempio un requisito professionale, un requisito morale, la stessa agibilità dei locali come requisito strutturale ) tale mancanza NON può essere conformata e la scelta obbligata dell amministrazione competente per la materia alla quale appartiene il requisito mancante, sarà solo l adozione del provvedimento interdittivo dell attività ; un comportamento difforme che consentisse una conformazione del requisito essenziale mancante, legittimerebbe di fatto un attività 4
5 abusiva, anche solo per un breve lasso di tempo ma sempre abusiva. Sul tema della conformazione può risultare molto interessante riscontrare le valutazioni di cui sopra nella circolare prot. n 5555 del 18 aprile 2012 che il Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Ministero dell Interno ha predisposto in tema di riflessi operativi per l applicazione del DPR n 151/2011 sulla prevenzione incendi. In essa, al punto relativo ai controlli effettuati con esito negativo, il Dipartimento chiarisce che se a seguito di un controllo risultasse la mancanza di specifica documentazione ( se non addirittura la ben più grave difformità al progetto approvato ), il Comando sia tenuto a richiedere al segnalante tale documentazione, o l adeguamento alla normativa antincendi, in un tempo di quarantacinque giorni ; si aggiunge nella circolare che nelle more dell adeguamento il Comando oltre ad imporre la rimozione di eventuali pericoli, potrà determinare le restrizioni operative e gli obblighi gestionali per consentire la prosecuzione di attività, specificando che il provvedimento interdittivo della chiusura dell attività rappresenta una estrema ratio. Ecco dunque che anche ai fini della prevenzione incendi l autorità competente per materia è chiamata a valutare la gravità della mancanza documentale o addirittura strutturale, provvedendo alla richiesta di conformazione o nei casi più estremi alla chiusura di quella parte dell attività per la quale non si riscontrino i presupposti per la prosecuzione dell attività. 5
6 E fatta salva in ogni caso la valutazione e la conseguente segnalazione da parte del Comando all Autorità Giudiziaria dell eventuale falsità in atti, dichiarazioni, segnalazione ed asseverazioni, ai sensi del codice penale articolo 359 e 481, del DPR n 445/2000 e del dlgs n. 139/2006 articolo 20. Di seguito riportiamo integralmente il contenuto della circolare Ministero dell Interno Dipartimento Vigili del Fuoco prot. n 5555 del 18 aprile 2012 nel punto relativo ai controlli di prevenzione incendi effettuati con esito negativo : 6
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