Introduzione. La nostra ricerca, ha voluto focalizzare l attenzione su un aspetto

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1 Introduzione Ha parlato alla assemblea degli studenti. L ho saputo da una collega, amica di un insegnante in quell istituto. [ ] Gli dico: Ma con tutti i problemi che hai nel parlare, non hai avuto paura? Mi guarda soddisfatto che glielo abbia chiesto. Sai- mi risponde- Ho pensato: i casi sono due. O mi trattano come spazzatura o mi lasciano parlare. E loro? Mi hanno lasciato parlare. Da Nati due volte, di G. Pontiggia La nostra ricerca, ha voluto focalizzare l attenzione su un aspetto ancora poco studiato che rientra nel quadro clinico del Ritardo Mentale: il funzionamento adattivo. Sono, comunque, numerosi gli autori che ne hanno proposto una definizione, o che hanno cercato la modalità migliore per indagarlo clinicamente; e per questo ci è sembrato utile, anche attraverso questa ricerca, fare luce sull importanza sia della valutazione che della riabilitazione in questo ambito. In particolare, abbiamo posto la nostra attenzione sui mezzi di valutazione, sia quantitativi che qualitativi, esistenti oggi, per comprendere meglio quanto questi siano efficaci ad individuare l eventuale deficit nel funzionamento adattivo. 1

2 Partendo dalle definizioni diagnostiche più accreditate del Ritardo Mentale, le quali affermano tutte che deve esserci un deficit all interno della funzione adattiva, ci siamo posti l obiettivo di confrontare il livello del deficit intellettivo con quello adattivo. Nel corso della ricerca, sono emersi dati interessanti che ci è sembrato utile analizzare e confrontare fra loro, anche per individuare quei fattori che potenzialmente possano modificare positivamente lo sviluppo del funzionamento adattivo, nel corso della riabilitazione o durante il percorso educativo. Ci sembra, quindi, utile proseguire l impegno e la ricerca sul versante del funzionamento adattivo, in quanto riteniamo che vi siano ancora molte ipotesi da chiarire. 2

3 Capitolo 1 Ritardo mentale Definizione, diagnosi e caratteristiche cliniche 1.1 Definizione La nomenclatura e la definizione del Ritardo Mentale (RM) ha subito nel corso del tempo numerose modificazioni, anche in base allo studio che molteplici autori hanno intrapreso sull argomento. Inizialmente il termine con cui veniva indicato era oligofrenia o insufficienza intellettiva (Seguin, 1850; Lewin, 1935; Bollea, 1967; Inhalder, 1968; Levi, 1983; Zigler, 1984), in quanto si ipotizzava un riduzione quantitativa della materia cerebrale, ma gli studi dal punto anatomo-patologico non confermarono questa corrispondenza fra diminuzione della massa cerebrale e deficit associati. In particolare venne definita come: Tutte quelle situazioni, che si manifestano durante lo sviluppo mentale, in cui il funzionamento intellettivo è ridotto, nei suoi aspetti generali, in maniera significativa, e in cui si associano delle limitazioni nell adattamento sociale. 3

4 Negli ultimi decenni, si è preferito studiare singoli e specifici disturbi dell intelligenza e dell apprendimento e il modo in cui i soggetti con RM utilizzino le proprie strategie e come queste ultime siano attivate con modalità poco economiche. Nacque così il termine di Ritardo Mentale. Secondo il Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorder IV (DSM-IV) il RM è caratterizzato da un funzionamento intellettivo inferiore alla norma che coesiste con un deficit o compromissione del funzionamento adattivo, ad esordio entro il diciottesimo anno di vita. È quindi evidente che per poter effettuare una diagnosi di RM, devono essere soddisfatti i seguenti criteri: Funzionamento intellettivo significativamente inferiore alla media; un QI di circa 70 o inferiore ottenuto con un test di intelligenza somministrato individualmente. Il giudizio clinico premette una certa flessibilità nell utilizzo dei livelli di QI indicati come discriminanti, soprattutto per quanto riguarda la differenziazione in fasce di gravità. Nella valutazione del QI esiste un errore di valutazione di circa 5 punti. Concomitanti deficit o compromissione nel funzionamento adattivo attuale; cioè la capacità del soggetto di adeguarsi agli standard propri della sua età e del suo ambiente culturale in almeno due delle seguenti aree: comunicazione, cura della propria persona, vita in famiglia, capacità sociali/interpersonali, uso delle risorse della comunità, 4

5 autodeterminazione, capacità di funzionamento scolastico, lavoro, tempo libero, salute e sicurezza. Esordio precedente ai 18 anni di età. La definizione data dall American Association on Mental Retardation (AAMR) del 2002 è la seguente: Il ritardo mentale è una disabilità caratterizzata da limitazioni significative, sia nel funzionamento intellettivo che nel comportamento adattivo, che si manifestano nelle abilità adattive, sociali e pratiche. Tale disabilità insorge prima dei 18 anni. Pur essendo molto simile a quella del DSM-IV, l AAMR ha voluto introdurre la necessità di considerare l ambiente di vita e il livello socio-economico del soggetto. È altrettanto doveroso evidenziare i punti di forza e prestabilire il sistema di sostegni necessari a migliorare il funzionamento del soggetto con Ritardo Mentale. L International Classification of Diseases (ICD-10) ha definito il RM in modo molto simile al DSM-IV, tentando, però, di non limitarsi esclusivamente all aspetto diagnostico e statistico. Infatti, ha preferito approfondire il ruolo dell ambiente socio-culturale, cercando di fornire 5

6 definizioni più individualizzabili e, quindi, meno riconducibili alla norma generalizzata. Definendo così il RM: Una condizione di interrotto o incompleto sviluppo psichico, caratterizzata soprattutto da compromissione delle abilità che si manifestano durante il periodo evolutivo e che contribuiscono al livello globale di intelligenza, cioè quelle cognitive, linguistiche, motorie, affettive e sociali. È possibile classificare il RM in fasce di grado di gravità diversa in base al QI e al livello di adattamento sociale raggiunto: GRADO LIEVE: è la fascia di gravità con più alta incidenza e riguarda un QI compreso fra 70 e 55/50. Questi soggetti raggiungono un livello di apprendimento scolastico di fine ciclo elementare e spesso vengono diagnosticati tardivamente, perché in grado di compensare a lungo le loro difficoltà. Nel complesso presentano un sufficiente grado di autonomia personale e capacità lavorativa, anche se necessitano di addestramento specifico a cui rimangono spesso legati. GRADO MODERATO o MEDIO: riguarda soggetti con QI compreso fra 50/55 e 40/35, che raggiungono un istruzione di primo ciclo elementare, con limitate capacità di letto-scrittura. Non risultano completamente autonomi e necessitano di un addestramento specifico per affrontare un lavoro a livello parziale. 6

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