Il ritardo di diagnosi di infezione da HIV/AIDS: dimensioni del fenomeno e caratteristiche della popolazione

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1 Il ritardo di diagnosi di infezione da HIV/AIDS: dimensioni del fenomeno e caratteristiche della popolazione L intervento di counselling nella comunicazione pre e post test HIV Torino, 5 luglio 2006 Classificazione infezione da HIV Categorie cliniche Numero di linfociti CD4 > 500/mmc A Asintomatico, acuta, PGL A1 B Sintomatico, non A e non C B1 C Malattia definente AIDS C /mmc A2 B2 C2 < 200/mmc A3 B3 C3 MMWR 1992; 4,

2 Storia naturale dell HIV Casi di verosimile coincidenza HIV/AIDS in Italia (tempo intercorso tra il 1 test HIV e la diagnosi di AIDS) Anno di diagnosi Meno di 6 mesi (%) Più di 6 mesi (%)

3 Orofino GC, Quaglia S., De Agostini M. Coincidenza di prima diagnosi d infezione da HIV e AIDS. Atti del XIII Congresso Nazionale AIDS e Sindromi correlate, 1999, Roma Nov 26-29, p. 6 Circa 40 % dei nuovi casi Late versus early testing of HIV- 16 sites, United States, persone arruolate, 5980 persone valutate MMWR,

4 Risultati 43 % di diagnosi tardive (late) giovane età (18-29 anni) neri o ispanici agli estremi opposti come scolarità (alta o molto bassa) test HIV negativo prima di quello positivo Danni connessi alla diagnosi tardiva Personali : la HAART funziona meno Palella et al, Ann Intern Med 2003 : la sopravvivenza è minore in chi inizia la terapia in stadio più avanzato (CD4 < 350 mmc) 4

5 Danni connessi alla diagnosi tardiva Sociali-preventivi : la conoscenza del proprio stato di sieropositività comporta una maggiore attenzione in termini preventivi, sia con partner occasionali che in coppie fisse sierodiscordanti CDC, MMWR 2000; 49:512-5 Danni connessi alla diagnosi tardiva Sociali-economiche : risparmio nei costi associati a ricoveri ospedalieri per I.O e alle nuove infezioni 5

6 Advancing HIV prevention : new strategies for a changing epidemic Promuovere il test HIV (volontario) in modo che faccia parte della routine medica Identificare e implementare nuovi modelli di esecuzione del test in contesti non medici (per es. test rapido in unità mobili ) Prevenire nuove infezioni lavorando con i pazienti nei centri medici, etc. (Associazioni ) CDC, 2003 Caso clinico (late-late) Soggetto di sesso maschile, 67 anni di età al momento della prima visita Seguito dagli urologi per un K prostatico Esegue gastroscopia (novembre 2004!!!) per epigastralgie, la diagnosi parla di..esofagite severa da Candida 6

7 Il paziente torna dagli urologi, che curano la Candidosi e il paziente viene sottoposto a prostectomia radicale MA non si chiedono il perché della Candidosi esofagea, malattia che fa fare diagnosi di AIDS O COMUNQUE anche se se lo chiedono, danno delle risposte non esaurienti Nell anno successivo (2005) il paziente viene visto dal medico curante e da uno specialista in chirurgia vascolare per un problema di aneurisma dell aorta; il paziente, molto meticoloso, porta sempre con sé tutta la documentazione clinica A nessuno viene in mente di chiedere il test HIV sulla base clinica!! 7

8 Ipotesi di non richiesta del test HIV Scarsa esperienza con la malattia Idea di infezione legata ancora ai gruppi a rischio (tossicodipendenti in primis) Età avanzata Finalmente, nel febbraio 2006, al paziente viene richiesto il test HIV dal medico del DEA, al quale si rivolge per nuovi episodi di epigastralgia. Il test dà esito positivo. Il soggetto si presenta presso il nostro centro con i seguenti parametri : Linfociti CD4 = 62/mmc (11%) HIV-RNA = copie/ml CMV PCR = positiva Viene instaurata HAART e terapia di profilassi anti PJP e anti CMV 8

9 Perché il paziente, di cultura medio alta, non ha chiesto spontaneamente il test HIV? 40 % paura 60 % non pensava di avere corso un rischio, nonostante la provenienza dall area omosessuale maschile Studio comparativo tra early e late presenters Soggetti italiani Afferenti ad un unico centro Intervista semistrutturata con psicologo per valutare rischio HIV prima e dopo la diagnosi, personalità, orientamento sessuale, affettività. 9

10 Studio comparativo tra early e late presenters 30 soggetti late(28 maschi, 2 femmine) 29 soggetti early (16 maschi, 13 femmine) Esistono caratteristiche omogenee che configurano 2 possibili gruppi differenti sui quali utilizzare strategie preventive mirate? Studio comparativo tra early e late presenters età Sesso maschile Richiesta attiva test scolarità Pregressa IST LP (%) EP (%)

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