IL PIANO ONCOLOGICO NAZIONALE

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1 IL PIANO ONCOLOGICO NAZIONALE LUNEDI 12 Luglio 2010

2 PERCHE UN PIANO ONCOLOGICO? /1 I I tumori sono una priorità epidemiologica: ogni anno in in Italia vengono diagnosticati circa nuovi casi e l incidenza è in in costante incremento; la la sopravvivenza è in in costante miglioramento; nel 2006 sono oltre due milioni i i casi prevalenti, e anche in in questo caso, i i numeri sono in in progressivo aumento.

3 PERCHE UN PIANO ONCOLOGICO? /2 La presa in in carico dei tumori richiede: un forte impegno gestionale (percorsi e reti) anche per: affrontare il il problema del malato cronico ; spostare quanto più possibile le le prestazioni sanitarie dall ospedalizzazione alle strutture ambulatoriali, ai ai day-hospital e all assistenza domiciliare; la la messa al al centro dell azione pubblica del cittadino/paziente.

4 L EPIDEMIOLOGIA /1 Nel 1975 lo lo IARC stimava 5.9 milioni di di casi di di cancro nel mondo. Tale numero è raddoppiato negli ultimi 30 anni e si si prevede che tra 20 anni ci ci saranno nel mondo 25 milioni di di casi. Benché il il cancro non sia una malattia nuova è del tutto evidente che costituisce una priorità per tutti i i Paesi ed ogni Paese dovrebbe stimarne il il burden sulla base di di dati locali per definire strategie di di lotta e/o controllo adeguate.

5 L EPIDEMIOLOGIA /2 Questo è particolarmente vero per l Europa (e (e quindi anche per l Italia): un europeo su tre sviluppa un tumore e quindi una larga fetta della popolazione europea, sia pazienti che familiari, è vittima delle sofferenze legate a queste malattie. Ma non va dimenticato l enorme impatto sociale ed economico del fatto che solo nel 2006, secondo le le stime IARC, si si sono avute nella Comunità europea 3.2 milioni di di casi e 1.7 milioni di di decessi. Questo quadro è ulteriormente aggravato, indipendentemente dall andamento del rischio individuale, dal progressivo aumento dell età media della popolazione e quindi del numero delle persone anziane.

6 L EPIDEMIOLOGIA /3 Nel 2002, in in Italia, vi vi sono stati oltre decessi per tumore nella fascia d età 0-84 anni, di di cui il il 57% costituito da uomini (quasi ). Tale cifra è il il risultato della progressiva riduzione della mortalità per tumore, attesa anche per i i prossimi anni in in entrambi i i sessi. La riduzione della mortalità per tumore è soprattutto un effetto della migliore sopravvivenza dei malati. Infatti, alla fine degli anni settanta, la la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di di cancro era del 33% ed è salita al al 52% nel 2003.

7 L EPIDEMIOLOGIA /4 Per quanto riguarda l incidenza, si si stima che i i nuovi casi di di tumore diagnosticati in in Italia nel 2008 siano circa 254 mila, 132 mila fra gli uomini e 122 mila fra le le donne (fascia di di età 0-84 anni). Complessivamente, l incidenza dei tumori nella popolazione italiana è ancora in in aumento, soprattutto, ma non esclusivamente, per la la proporzione crescente di di anziani, i i quali presentano un maggior rischio di di sviluppare patologie tumorali.

8 L EPIDEMIOLOGIA /5 Si Si rileva anche un aumento della prevalenza legato all invecchiamento della popolazione, cui si si deve l aumento dei nuovi casi, e al al miglioramento della sopravvivenza. Al Al 1 gennaio 2006, il il 4.2% del totale della popolazione italiana (oltre 2,2 milioni di di persone) ha avuto nel corso della sua vita una diagnosi di di cancro. Il Il 56% del totale è costituito da donne. Il Il 58% di di questi pazienti ha avuto una diagnosi di di tumore da oltre 5 anni (lungo-sopravviventi)

9 L EPIDEMIOLOGIA /6 Nuovi Casi Decessi Prevalenza Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Tutti i tumori Stomaco Colon-retto Polmoni Prostata (*) Mammella (*): Per il tumore della Prostata le stime si riferiscono al 2005 Stima dei tassi di incidenza, mortalità e prevalenza dei tumori standardizzati (pop. Italia 2001) per abitanti (Età 0-84 anni) Stime CNESP - Istituto Superiore di Sanità

10 IL QUADRO PROGRAMMATICO E ORGANIZZATIVO Il Il quadro programmatico e organizzativo nel quale si si cala il il PON deriva dall assetto generale di di sistema così come definito dai decreti legislativi 502/1992 e 517/1993 e dagli atti conseguenti nonché dalla riforma del Titolo V della Costituzione. All interno di di tale assetto, sono di di particolare rilievo: il il cosiddetto Patto per la la salute di di cui all Intesa Stato-Regioni e PPAA del 3/12/2009; il il Piano nazionale della Prevenzione di di cui all Intesa Stato-Regioni e PPAA del 29/4/2010.

11 LE CRITICITA /1 Certamente, in in nessun campo come in in quello oncologico è evidente la la necessità di di un approccio di di alto profilo basato sulla qualità del sistema assistenziale nel suo insieme (indirizzi del Governo centrale; programmazione regionale; attuazione in in Area vasta tra ASL, AO, Comuni, Volontariato, Privati) e delle singole componenti di di esso, sino alla qualità del singolo professionista.

12 LE CRITICITA /2 I I principali elementi critici di di questo approccio di di qualità sono: la la carenza di di dati di di incidenza e mortalità: nel 2000 meno del 20% della popolazione mondiale era coperta da registri tumori mentre in in Italia nel 2010 si si è arrivati al al 36% con forti differenze nord-sud (NORD=50,2%; CENTRO=25,5%; SUD E ISOLE=17,9%) il il che rende una prima priorità continuare ad estendere la la rete dei registri tumori (anche sulla scia di di quanto raccomandato recentemente dal Consiglio dell Unione Europea ed agli impegni assunti dal CCM);

13 LE CRITICITA /2

14 LE CRITICITA /3 la la gestione multidisciplinare della persona con cancro promuovendo attivamente la la collaborazione tra specialisti della diagnostica e del trattamento chirurgico, radioterapico, chemioterapico e delle cure palliative. In In questo senso, è necessario compiere molti passi avanti nell integrare le le risorse disponibili sul territorio (Università e IRCCS compresi) per l assistenza al al paziente e il il supporto alla sua famiglia;

15 LE CRITICITA /4 Tasso di ospedalizzazione per tutti i tumori Rcoveri in regime ordinario - Anno 2006 Italia Piemonte Valle d'aosta Lombardia Prov. Auton. Bolzano Prov. Auton. Trento Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0

16 LE CRITICITA /5 IL PERCORSO DEL MALATO ONCOLOGICO INTEGRAZIONE DEL PERCORSO DIAGNOSTICO - TERAPEUTICO Azioni Programmatiche Triennio MEDICI DI DI MEDICINA GENERALE (MMG) (MMG) Coinvolgimento del del MMG MMG nella nella rete rete oncologica Coinvolgimento del del MMG MMG negli negli interventi di di counselling sulla sulla lotta lotta ai ai principali agenti agenti causali causali delle delle neoplasie e sui sui comportamenti positivi positivi per per ridurre ridurre il il rischio rischio Integrazione delle delle attività attivitàdel del MMG MMG per per la la diagnosi precoce di di alcune alcune neoplasie Implementazione dell Assistenza domiciliare integrata con con la la partecipazione del del MMG MMG nella nella gestione delle delle patologie che che non non richiedano l impegno dello dello specialista Partecipazione del del MMG MMG alla alla elaborazione di di percorsi diagnostico terapeutici territoriali-ospedalieri Implementazione dell utilizzo di di linee linee guida guida specifiche e condivise da da parte parte del del MMG MMG e del del pediatra di di libera libera scelta scelta Implementazione e messa messa a regime regime delle delle forme forme innovative dell assistenza primaria Attivazione dell assistenza h.24/ore

17 LE CRITICITA /6 IL PERCORSO DEL MALATO ONCOLOGICO INTEGRAZIONE DEL PERCORSO DIAGNOSTICO - TERAPEUTICO Azioni Programmatiche Triennio ASSISTENZA AMBULATORIALE Realizzare l integrazione degli degli ambulatori ospedalieri e territoriali nei nei Dipartimenti oncologici Garantire i i controlli di di qualità qualitàsui sui processi diagnostici e sulla sulla dotazione tecnologica Promuovere l appropriatezza delle delle prestazioni Partecipare alla alla elaborazione e all adesione ai ai protocolli diagnostico-terapeutici ospedaliero-territoriali che che garantiscano la la continuità delle delle cure cure Implementare l adesione alle alle linee linee guida guida condivise Gestire Gestire correttamente le le liste liste di di attesa attesa in in base base alla alla severità della della patologia e ai ai possibili approcci terapeutici Promuovere nel nel rispetto rispetto dell appropriatezza, l erogazione delle delle prestazioni di di chemioterapia e radioterapia in in regimi regimi assistenziali alternativi al al ricovero ordinario

18 LE CRITICITA /7 IL PERCORSO DEL MALATO ONCOLOGICO INTEGRAZIONE DEL PERCORSO DIAGNOSTICO - TERAPEUTICO Azioni Programmatiche Triennio L L OSPEDALE Garantire l approccio multiprofessionale e multidisciplinare al al paziente oncologico tramite tramite l organizzazione dipartimentale Elaborare per per ogni ogni paziente un un piano piano personalizzato di di intervento integrato Elaborare con con il il coinvolgimento degli degli specialisti ambulatoriali e dei dei MMG MMG percorsi diagnostico terapeutici omogenei Definire un un set set di di indicatori (qualità, struttura, processo, esito, esito, gradimento, attività attivitàdi di ricerca) ricerca) che che consenta un un benchmarking delle delle strutture Individuare, a seguito seguito della della valutazione degli degli indicatori definiti, definiti, le le strutture ospedaliere deputate ad ad erogare prestazioni particolarmente complesse o non non routinarie Promuovere la la sicurezza delle delle cure cure e la la gestione del del rischio rischio clinico clinico Garantire il il rispetto rispetto dei dei tempi tempi di di attesa attesa previsti previsti dalla dalla programmazione nazionale e regionale Realizzare il il collegamento in in rete rete delle delle strutture ospedaliere di di eccellenza con con i i centri centri ospedalieri minori minori Erogare cure cure domiciliari integrate di di terzo terzo livello livello (ospedalizzazione domiciliare), per per pazienti anche anche terminali

19 LE CRITICITA /8 la la formazione continua orientata al al miglioramento professionale; lo lo sviluppo tecnologico che metta a punto e renda poi disponibili, in in un quadro di di sostenibilità, nuovi metodi di di prevenzione, diagnosi e cura. E E questo il il caso della medicina predittiva, in in particolare quella basata sulla genomica e proteomica e della necessità di di attrezzare il il nostro sistema sanitario a gestire tale tipo di di conquiste per esempio con programmi di di Public Health genomics.

20 LE CRITICITA /9 Nell ambito della ricerca e sviluppo tecnologico bisogna promuovere la la sistematica integrazione tra i i centri e i i gruppi di di ricerca internazionali e favorire il il trasferimento delle conoscenze nella pratica clinica per creare le le basi di di un decision making evidence-based, mirando in in particolare alla sicurezza e al al benessere dei pazienti. Un altro aspetto da sottolineare è quello dell e- Health

21 LE CRITICITA /10 100% 90% 5% 5% 10% 10% 5% 5% 80% 70% 19% 24% 29% Nessuna Risposta 60% Parz. Disp. 50% NO 40% 30% 71% 62% 57% SI 20% 10% 0% Prenotazioni per classi di priorità Prenotazioni per pacchetti di prestazioni Prenotazioni per percorsi diagnostico-terapeutici Fonte: Ricognizione sullo stato di attuazione dei sistemi di ehealth a livello nazionale (2008) Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Settore Salute Direzione Generale del Sistema Informativo

22 STRATEGIE E OBIETTIVI /1 Le linee strategiche delineate nel Piano nazionale della prevenzione e nel Piano oncologico nazionale concretizzano, nell ambito della riforma del Titolo V della Costituzione, il il ruolo, per l Amministrazione sanitaria centrale, di di governo di di sistema alla luce delle indicazioni OMS sulla stewardship, che rimanda ad un approccio non verticale/autoritario delle relazioni istituzionali. Tali Piani riassumono gli elementi di di contesto, le le aree di di intervento, le le strategie, gli obiettivi e le le azioni.

23 STRATEGIE E OBIETTIVI /2 Le azioni programmatiche riguardano: l estensione dei registri tumori e la la soluzione definitiva del problema della tutela della privacy; l ulteriore impulso alla prevenzione: universale o primaria, secondaria (programmi organizzati di di screening) e terziaria; lo lo sviluppo della medicina predittiva e della Public Health Genomics; il il miglioramento del percorso del malato oncologico e una continuità assistenziale che si si sostanzi di di strumenti informatici, riabilitazione, cure palliative, terapia del dolore, psico-oncologia, integrazione con il il no profit e il il volontariato;

24 STRATEGIE E OBIETTIVI /3 il il rinnovo tecnologico delle attrezzature, in in particolare per diagnostica per immagini, endoscopia, chirurgia oncologica, radioterapia; l innovazione in in oncologia, in in particolare su biobanche, medicina molecolare, terapia cellulare e trapianto di di cellule staminali ematopoietiche, nuovi farmaci, ricerca clinica in in oncologia; la la ulteriore promozione di di adeguati assetti organizzativi che favoriscano lo lo sviluppo di di Reti Oncologiche; la la formazione; la la comunicazione.

25 CONCLUSIONI Il Il PON mette al centro la persona e non i servizi. La redazione del PON è la sintesi di molti saperi. L architettura che il il PON delinea si inserisce a pieno titolo nel quadro devolutivo in atto.

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