SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO

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1 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca per il Piemonte Direzione Generale SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO

2 NUCLEO DI SUPPORTO REGIONALE Dir. amministrativi: Giuseppe Bordonaro Tecla Riverso Calcagno Franco Dirigenti tecnici: Sergio Blazina Pierangela Dagna Elisabetta Milazzo Alfonso Lupo Funzionari: Laura Bergonzi Serena Caruso Bavisotto Anna Alessandra Massa Concetta Noto Personale docente :Francesco Chiaro Patrizia Nervo Damiani Paola

3 PIANO DI MIGLIORAMENTO PIANO TRIENNALE PRIORITA Riferite agli esiti degli studenti obiettivo di processo obiettivo di processo TRAGUARDI di lungo periodo obiettivo di processo

4 PIANO DI MIGLIORAMENTO PRIORITA : obiettivi generali che la scuola si prefigge di realizzare nel lungo periodo; TRAGUARDI DI LUNGO PERIODO: risultati attesi in relazione alle priorità strategiche; OBIETTIVI DI PROCESSO: definizione operativa delle attività su cui si intende agire concretamente per raggiungere le priorità strategiche individuate. Sono obiettivi da raggiungere nel breve periodo (un anno scolastico).

5 IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Si chiede alla scuola di individuare un numero limitato di priorità (1 o 2) e di relativi traguardi all interno di una o due aree riferite agli Esiti degli studenti Allo stesso modo il numero degli obiettivi di processo dovrebbe essere circoscritto ed essi devono essere collegati con le priorità e congruenti con i traguardi di lungo periodo Il PdM della scuola articola gli obiettivi, individua le risorse materiali, umane ed economiche, descrive le attività, definisce i risultati attesi

6 CRITICITA CRITICITA assenza di risorse; isolamento; mancanza di formazione specifica; insufficienza delle strutture di supporto NECESSITA DI CONDIVISIONE interna alla scuola lavoro in rete (già in atto in molte scuole)

7 ATTIVITA DEI TEAM TERRITORIALI Coordinare gruppi di confronto e discussione su Autovalutazione delle scuole nell ottica del miglioramento Destinatari: 1 docente compente del Gruppo di autovalutazione per ciascuna istituzione scolastica Organizzazione: a cura di una istituzione scolastica diretta da uno dei DS che fanno parte dei nuclei di supporto provinciali

8 ATTIVITA DEI TEAM TERRITORIALI Modello organizzativo: Laboratori guidati a cura dei DS che fanno parte dei nuclei di supporto provinciali o da loro delegati (docenti esperti) Compito: Leggere i dati della propria scuola e utilizzando le domande-guida (presenti nel RAV) individuare punti di forza e punti di debolezza Formulare ipotesi per il miglioramento

9 FINALITA DEL PdM Direttiva 11 del 18 settembre 2014 La valutazione è finalizzata al miglioramento della qualità dell offerta formativa e degli apprendimenti e sarà particolarmente indirizzata: alla riduzione della dispersione scolastica e dell insuccesso scolastico; alla riduzione delle differenze tre scuole e aree geografiche nei livelli di apprendimento degli studenti; al rafforzamento delle competenze di base degli studenti rispetto alla situazione di partenza; alla valorizzazione degli esiti a distanza degli studenti con attenzione all università e al lavoro.

10 PROCESSO DI REDAZIONE DEL PdM FASI DEL PROGESSO Lettura dei dati Interpretazione dei dati Redazione del PdM Implementazione del piano ATTORI COINVOLTI UAV e gruppo di pari UAV e gruppo di pari UAV UAV e gruppi di gestione interni

11 LETTURA E INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITA Indicazioni generali: necessità di una lettura «fine», analitica, non sommaria formulazione di micro-ipotesi credibili, cioè individuazione di priorità e di processi su cui si vuole intervenire, basata su valutazione del contesto e utilizzando i criteri della fattibilità e dell impatto

12 INDIVIDUAZIONE CAUSE DELLE CRITICITA Diagramma di Ishikawa serve per illustrare graficamente le cause maggiori e le sottocause di determinati fenomeni che generano un certo effetto o un problema; si basa sul principio che identificare i sintomi è il primo passo per risolvere un problema; è una forma di rappresentazione logica e strutturata dei legami esistenti tra un effetto e le relative cause (i perché)

13 DIAGRAMMA DI ISHIKAWA docenti allievi problema curricolo risorse

14 ALBERO DEI PROBLEMI/OBIETTIVI

15 INDIVIDUAZIONE OBIETTIVI DI PROCESSO Fattibilità*impatto=necessità dell intervento Obiettivi di processo Fattibilità Impatto Necessità dell intervento Dando un punteggio da 1 a 3 alla fattibilità e all impatto di ciascun obiettivo di processo, si può ipotizzare un criterio di scelta su quali interventi sia più opportuno attivare. Si possono considerare i punteggi come segue: 0 = nullo 1 = poco 2 = abbastanza 3 = alto

16 NECESSITA DI COERENZA STATEGIA D AZIONE: scelte coerenti alle priorità: formazione; scelte organizzative; investimento di risorse; affidamento di incarichi e responsabilità

17 UNA POSSIBILE PROCEDURA 1. Collegamento dei traguardi ai processi 2. Definizione della linea strategica del PdM: riflessione d insieme che orienta la scelta delle linee di azione; 3. Scelta delle tipologie di intervento e dei ruoli di responsabilità, definizione delle procedure operative e dei sistemi di monitoraggio INDIRE - Piano di miglioramento

18 LE LEVE DEL MIGLIORAMENTO: IL DS leadership trasformativa: enpowerment, definizione di ruoli e competenze/responsabilità clima cultura collaborativa senso di auto-efficacia leadership educativa: enfasi sugli obiettivi di apprendimento e promozione della didattica obiettivi sfidanti linee guida tutor

19 LE LEVE DEL MIGLIORAMENTO: I DOCENTI Miglioramento = strategia per un cambiamento educativo: cambiamento pratiche professionali cambiamento modalità di insegnamento attenzione allo sviluppo linguistico linee guida tutor pedagogia spazio tecnologia

20 LE LEVE DEL MIGLIORAMENTO: L AMBIENTE DI APPRENDIMENTO adozione di un didattica learnercentered basata su problem solving, strategie di apprendimento basate sulla scoperta, operazionalizzazione, interdisciplinarietà; efficace uso delle tecnologie, basato sulla coerenza tra il progetto tecnologico e il curricolo, la competenza dei docenti e la «vision» della scuola; progettazione dello spazio.

21 THE NATIONAL SCHOOL IMPROVEMENT TOOL NATIONAL SCHOOL IMPROVEMENT TOOL strumento di miglioramento

22 FUNZIONI DI ACCOMPAGNAMENTO Facilitatore: agevolare e promuovere l autodeterminazione e l elaborazione collegiale nei gruppi professionali; Catalizzatore: favorire una rivisitazione critica della propria azione professionale e valorizzare e mobilitare le risorse interne ed esterne potenzialmente disponibili al cambiamento; Consigliere tecnico: mettere a disposizione una competenza esperta in rapporto agli specifici temi che caratterizzano il progetto di cambiamento, accompagnare la riflessione e la progettazione attraverso approcci teorici, proposte operative, altre esperienze, suggerimenti di merito; Figura di collegamento con l esterno e reperimento di risorse: stimolare costantemente il processo migliorativo, sia operando dall interno, sia mettendolo in collegamento con esperienze e soggetti esterni. (A.M.Huberman)

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