Prevenzione del carcinoma della prostata

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1 FILIALE CASERTA/ BENEVENTO Prevenzione del carcinoma della prostata Opuscolo informativo

2 Indice Mi presento, sono la Prostata..pag. 3 Il carcinoma prostatico..pag. 5 Epidemiologia del carcinoma prostatico.....pag. 7 Cause del carcinoma prostatico...pag. 9 La prevenzione del ca prostatico...pag. 11 La diagnosi e stadiazione del carcinoma prostatico pag.13 Le scelte terapeutiche nel paziente affetto da carcinoma prostatico.pag.14 Riferimenti bibliografici..pag.16 2

3 Sono una ghiandola annessa all apparato genitale maschile. Mi presento, sono la Prostata Ho la forma di un cono appiattito in senso antero-posteriore e la mia forma ricorda quella di una castagna. Il mio volume varia a seconda dell età: sono rudimentale in età pediatrica e mi accresco notevolmente al momento della pubertà raggiungendo il mio completo sviluppo all età di anni. Quando raggiungo il mio completo sviluppo misuro circa 30 millimetri in altezza, 40 mm in larghezza e 25 mm in spessore. Il mio peso stimato è di circa 30 grammi. Rimango di volume stazionario fino a anni per poi riprendere ad accrescermi a causa di una proliferazione benigna del mio tessuto ( ipertrofia prostatica benigna). Sono nascosta profondamente nella piccola pelvi, avvolta da strutture fasciali ed in stretto contatto con la vescica superiormente, il pavimento pelvico inferiormente, il retto posteriormente e la sinfisi pubica anteriormente. Sono in contatti con importanti strutture nervose ( fasci neuro vascolari) da cui traggono origine i nervi erigendi, deputati all erezione. Avvolgo a manicotto il primo tratto dell uretra (uretra prostatica). La mia funzione principale è quella di secernere ed accumulare nei sui acini ghiandolari un secreto lattiginoso ( secreto prostatico) che contribuisce alla formazione del liquido seminale. Il secreto prostatico contribuisce al 20-30% del volume totale dell eiaculato. Tale liquido si unisce agli spermatozoi provenienti dai testicoli e ad altri fluidi prodotti dalle vescicole seminali. Da tale unione, origina lo sperma, che viene espulso nell atto dell eiaculazione. Il secreto prostatico ha il compito di mantenere fluido il liquido seminale e di costituire un ambiente particolarmente favorevole alla sopravvivenza e alla motilità degli spermatozoi. Tale secreto esercita inoltre un azione battericida ed agisce sul ph del canale vaginale, diminuendone l acidità ostile agli spermatozoi. 3

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5 Il Carcinoma della Prostata Il carcinoma della prostata costituisce la forma più frequente di tumore maligno della ghiandola prostatica. Esso insorge frequentemente, ma non esclusivamente, nella zona periferica della prostata ( quella a contatto con il retto) e tende a diffondersi, negli stadi avanzati, agli organi circostanti ( retto, vescica, vescichette seminali), ai linfonodi pelvici o, negli stadi più avanzati, a dare metastasi sistemiche. Negli stadi iniziali, il tumore della prostata è asintomatico. Esso va distinto dalle patologie benigne più comuni della prostata quali la prostatite ( patologia infiammatoria) e l iperplasia prostatica benigna ( incremento volumetrico benigno della prostata. Queste tre patologie possono coesistere e rendere complessa, in alcuni casi, l interpretazione dei sintomi clinici e dei dati di laboratorio. Il tumore della prostata può insorgere sia in prostate di piccole che grosse dimensioni ed anche dopo interventi di chirurgia prostatica effettuati per iperplasia prostatica benigna. 5

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7 Epidemiologia del Carcinoma della Prostata Il carcinoma della prostata rappresenta la neoplasia maligna più frequente nei soggetti di sesso maschile di età superiore ai 70 anni in Europa. Esso costituisce una realtà clinica di notevole impatto epidemiologico e sociale nei paesi sviluppati. L incidenza è particolarmente elevata nei paesi del Nord e dell Ovest dell Europa ( >100 casi ogni ) mentre l incidenza in Europa meridionale e dell Est è in progressivo incremento. Esso rappresenta circa il 20% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni di età. La rilevanza sociale di questa patologia è destinata a crescere nei prossimi anni a causa del progressivo incremento della vita media. Incidenza globale del tumore della prostata (numero di casi ogni abitanti) L Italia rientra nella fascia medio-alta (Center M.M et al. Eur Urol., 2012) 7

8 Primi cinque tumori in termini di frequenza e proporzione sul totale dei tumori incidenti (esclusi i carcinomi della cute) per sesso e fascia di età (Associazione Italiana Registri Tumori ) 8

9 Cause del carcinoma prostatico Le cause del carcinoma prostatico restano tuttora sconosciute. I tre principali fattori di rischio riconosciuti dalla comunità scientifica mondiale sono: l età avanzata, l origine etnica, l eredità. In presenza di un parente di primo grado affetto da carcinoma prostatico il rischio di sviluppare questo tumore è quasi il doppio. Qualora il numero di parenti di primo grado affetti da carcinoma prostatico salga a due o più, il rischio di sviluppare questa neoplasia aumenta di circa 5-11 volte. Circa il 9% dei pazienti affetti da carcinoma prostatico ha una forma ereditaria di questa neoplasia. Numerosi studi hanno avanzato ipotesi in merito al possibile ruolo di fattori ambientali e comportamentali in grado di influenzare il processo di cancerogenesi a livello prostatico. Tra di essi vanno annoverati: le abitudini alimentari e quelle sessuali, l esposizione a radiazioni ultraviolette, le infezioni. La maggior parte degli studi sono tuttavia concordi nel ritenere che lo sviluppo del carcinoma prostatico sia da addebitare prevalentemente a fattori ereditari e che i fattori ambientali contribuiscano soprattutto alla evoluzione in termini di maggiore aggressività. Al momento, pertanto, non è possibile formulare raccomandazioni per la prevenzione dell insorgenza del carcinoma prostatico (prevenzione primaria). 9

10 La prevenzione del carcinoma prostatico: l esplorazione rettale I sintomi del carcinoma della prostata ( dolori ossei, difficoltà ad urinare) non sono specifici di questa malattia e compaiono in ogni caso quando la malattia è ormai in una fase avanzata e le prospettive di guarigione sono scarse. Sebbene non sia possibile prevenire l insorgenza del carcinoma prostatico, è possibile oggi effettuare una diagnosi precoce mediante lo screening o prevenzione secondaria. L obiettivo dello screening è identificare una popolazione a rischio in cui è necessario eseguire ulteriori esami, come la biopsia prostatica. Lo screening mira a anticipare la malattia sintomatica anche di molti anni e consentire pertanto di attuare strategie terapeutiche in grado di curare la malattia. Lo screening del carcinoma prostatico avviene attraverso la visita urologica (esplorazione rettale) ed un semplice prelievo del sangue per effettuare il dosaggio del PSA ( Antigene Prostatico Specifico). L esplorazione rettale è un semplice esame mediante il quale l urologo, introducendo un dito nel retto, può palpare la porzione periferica della prostata (quella da cui più frequentemente originano i tumori) ed identificare aree nodulari di aumentata consistenza sospette per tumore. Questo semplice esame permette l identificazione del tumore quando il volume tumorale supera i 0.2 ml. In circa il 18% dei pazienti il carcinoma prostatico viene identificato sulla base della esplorazione rettale, indipendentemente dai valori del PSA. 10

11 La prevenzione del carcinoma prostatico: il PSA Rischio di presenza di carcinoma prostatico (%) in relazione ai valori di PSA (European Association of Urology, Guidelines, 2015) Il PSA è una sostanza prodotta dalla prostata che ha l importante funzione di fluidificare il coagulo spermatico, per facilitare il movimento degli spermatozoi. Una parte del PSA raggiunge il sangue circolante ed i valori ematici di PSA possono aumentare in numerose affezioni cliniche della prostata sia benigne che maligne. Il prelievo ematico per il dosaggio del PSA deve prevedere una adeguata informazione del paziente in merito alle modalità ed ai tempi di esecuzione nonché al significato dei valori che si riscontreranno e delle possibili strategie successive da adottare. Non esiste una soglia di sicura positività del PSA: normalmente si considera degna di attenzione una concentrazione di PSA superiore a 4 ng/ml ( qualora confermato da almeno due prelievi), ma valori inferiori non permettono di escludere completamente la malattia. Inoltre il rischio aumenta all aumentare dei valori di PSA. I livelli di PSA nel sangue possono essere influenzato da molte variabili: l'età del paziente, le dimensioni della prostata, la presenza di altre malattie prostatiche quali le infiammazioni e le infezioni, una recente indagine urologica invasiva o una esplorazione rettale, un semplice rapporto sessuale le ore precedenti il prelievo. Un solo dosaggio del PSA alterato non dovrebbe pertanto indurre immediatamente ad eseguire un approfondimento diagnostico ma dovrebbe essere verificato entro poche settimane in condizioni standardizzate presso lo stesso laboratorio. Pertanto, in presenza di un PSA alterato è sempre necessaria l'interpretazione da parte dello specialista urologo, per distinguere quale situazione approfondire. La biopsia conferma infatti la presenza di un tumore solo in un uomo su quattro con valori di PSA compresi tra 4 e 10 ng/ml. Inoltre, al di la del valore assoluto, riveste una notevole rilevanza l andamento del PSA nel tempo, pur se i valori rimangono nell intervallo che spesso il laboratorio considera normale. 11

12 La prevenzione del carcinoma prostatico: le raccomandazioni Le più recenti linee guida dell European Association of Urology ( Edizione 2015) suggeriscono una strategia di screening opportunistico individualizzata in base al profilo di rischio del paziente ( età, condizioni generali, aspettativa di vita, presenza di fattori di rischio). Si considerano soggetti ad aumentato rischio: 1. Soggetti di età superiore ai 50 anni 2. Soggetti di età superiore ai 45 anni e storia familiare positiva per carcinoma prostatico 3. Soggetti afro-americani 4. Soggetti con valori di PSA >1 ng/ml all età di 40 anni. 5. Soggetti con valori di PSA >2 ng/ml all età di 60 anni. Il primo dosaggio del PSA andrebbe quindi eseguito all età di 40 anni. L intervallo a cui ripetere il dosaggio del PSA dipende dall età del paziente e dai livelli di PSA riscontrati. 12

13 Diagnosi e stadiazione del carcinoma prostatico In caso di sospetto clinico, l'unico esame in grado di consentire la diagnosi del carcinoma prostatico è la biopsia, ossia l'asportazione di piccoli frammenti di tessuto per l'esame al microscopio. La biopsia prostatica è una procedura mini-invasiva comunemente eseguita in regime ambulatoriale ed in anestesia locale. Pazienti con importanti malattie concomitanti (cardiopatici, ad esempio) possono comunque necessitare l'ospedalizzazione. La biopsia prostatica può essere ripetuta nei pazienti che, malgrado una precedente biopsia negativa, presentano ancora elevato sospetto clinico di carcinoma sulla base dei valori di PSA o dell esplorazione rettale. In casi selezionati, prima di ripetere la biopsia prostatica, risulta utile eseguire uno studio di Risonanza Magnetica della prostata per confermare la presenza e la sede di aree sospette da bioptizzare. La biopsia prostatica fornisce non solo la diagnosi di carcinoma prostatico, ma ne definisce anche il livello di aggressività ( Gleason score). Un Gleason score elevato indica una malattia a maggiore aggressività clinica. In presenza di una diagnosi di carcinoma prostatico, prima di decidere la strategia terapeutica da adottare, è necessario procedere ad una stadiazione della malattia al fine di chiarirne l estensione locale e sistemica. Le più comuni metodiche di stadiazione usate, da adottare in maniera personalizzata in base al profilo di rischio del paziente, sono: la Tomografia Assiale Computerizzata, la Risonanza Magnetica Nucleare, la Scintigrafia Ossea. 13

14 Le scelte terapeutiche nel paziente affetto da carcinoma prostatico Le strategie da adottare nel paziente che ha ricevuto una diagnosi di carcinoma prostatico sono molteplici e vanno adattate alle caratteristiche cliniche del paziente ( età, comorbidità, livello di aggressività della neoplasia, aspettativa di vita). I seguenti costituiscono gli approcci più comuni, utilizzati singolarmente o in associazione. Strategie di osservazione In pazienti selezionati con forme tumorali localizzate e a bassissimo livello di aggressività è possibile attuare strategie di sorveglianza attiva, consistenti nel monitoraggio periodico della malattia mediante dosaggio del PSA, visita clinica, ripetizione della biopsia e nella scelta di una terapia curativa ( intervento chirurgico o radioterapia) sono in caso di progressione della malattia. In altri pazienti invece, quali quelli con ridotta aspettativa di vita, si preferisce una strategia di vigile attesa consistente nel rimandate la terapia (in questo caso non curativa) solo in caso di comparsa di sintomi. Chirurgia La prostatectomia radicale rappresenta la terapia standard del carcinoma prostatico in pazienti con adeguata aspettativa di vita. L intervento ha finalità curative. L intervento può essere condotto per via tradizionale a cielo aperto, mediante accesso laparoscopico con o senza l ausilio di tecnologia robotica o mediante accesso transperineale. L intervento di prostatectomia radicale prevede l asportazione della prostata nella sua interezza, delle vescichette seminali ed, in casi selezionati, dei linfonodi pelvici. Le principali complicanze della prostatectomia radicale sono la perdita della funzione riproduttiva ed erettile spontanea e la comparsa di incontinenza urinaria. Grazie al perfezionamento delle tecniche e delle tecnologie chirurgiche è oggi possibile mirare a preservare, in pazienti selezionati, la funzionale erettile e limitare notevolmente l incidenza di incontinenza post operatoria ( che oscilla, a seconda delle casistiche, dallo 0% al 20% a 12 mesi). 14

15 Le scelte terapeutiche nel paziente affetto da carcinoma prostatico Radioterapia La radioterapia costituisce, in pazienti selezionati, una valida alternativa curativa alla chirurgia. Essa consente di poter offrire, al pari della prostatectomia, una opportunità di guarigione dalla malattia. Ormonoterapia La deprivazione androgenica, ottenuta attualmente prevalentemente mediante farmaci in grado di sopprimere la produzione di testosterone, è indicata in associazione alla radioterapia o in pazienti con malattia in fase avanzata. Terapie multimodali In alcuni pazienti può essere necessario combinare due o più delle strategie sopra indicate. 15

16 Riferimenti bibliografici Heidenreich A, Bastian PJ, Bellmunt J, Bolla M, Joniau S, van der Kwast T, Mason M, Matveev V, Wiegel T, Zattoni F, Mottet N; European Association of Urology. EAU guidelines on prostate cancer. part 1: screening, diagnosis, and local treatment with curative intent-update Eur Urol Jan;65(1): Opuscolo realizzato dal Dr. Creta Massimiliano Specialista in Urologia c/o l Ospedale Fatenebefratelli di Napoli per la filiale Caserta /Benevento dell Associazione Angela Serra Via Cupone Calvisi di Gioia Sanntitica (CE) Tel : 331/ associazioneangelaserra.cebn@gmail.com Pagina Facebook: Angela Serra Caserta Benevento CC bancario: presso Banca Popolare dell Emilia Romagna Filiale di Salerno Agenzia n 4 Fondo Caserta/Benevento IBAN : IT37H CF

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