Dalla germinazione alle funzioni delle parti di una pianta
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- Giancarlo Belli
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1 Dalla germinazione alle funzioni delle parti di una pianta La progettualità della classe seconda di scuola primaria è partita dalla realizzazione, effettuata nel precedente anno scolastico, di un piccolo erbario, che ci aveva permesso di vedere come si potevano conservare gli oggetti organici. Durante l anno in corso, abbiamo ampliato le conoscenze sul tema del mondo vegetale. Il nostro obiettivo principale era concentrare l attenzione sul ruolo dell osservazione e del confronto collettivo di idee e punti di vista intorno ad un determinato argomento. La nostra proposta non è originale nei contenuti, ma innovativa nell iter seguito: la sistematicità dell esperienza, il diario di bordo costruito giorno dopo giorno da ciascun alunno, il fare in modo che tutti potessero esprimersi attorno ad un oggetto vicino all esperienza quotidiana che ponesse dei problemi alla portata delle conoscenze e delle abilità logiche dei bambini. L osservazione Una mattina sono stati portati alcuni semi di lenticchia. I bambini già li conoscevano per aver fatto esperienze precedenti. Dopo averli osservati, disegnati e descritti da parte di ciascun bambino sul proprio quaderno, abbiamo convenuto di riprovare l esperienza della semina. Il problema Cosa serve per seminare? Ciascun alunno ha quindi scritto un testo descrivendo la procedura e i materiali. Dal confronto collettivo è emerso quanto segue: Cosa occorre? (foto 1) - 1 contenitore - Ovatta - Semi di lenticchia - Acqua Al momento di prendere la decisione sul luogo dove posizionare il contenitore, qualcuno ha suggerito di metterlo vicino alla finestra. L insegnante ha proposto di preparare un altro contenitore e metterlo dentro l armadio. (foto 2) Dal quaderno di un bambino secondo dentro il nostro armadio. Nasceranno? abbiamo preparato 2 contenitori con le stesse modalità ma poi li abbiamo messi in due posti diversi: il primo alla finestra e il
2 Le ipotesi Dalla conversazione collettiva è emersa la necessità di organizzare un cartellone con le loro risposte, dalle quali emergeva che dal seme messo al buio non sarebbe nata una piantina. La registrazione Un utile strumento per verificare l andamento di un fenomeno è l approccio con la registrazione dei dati osservati. Strumento che già era stato utilizzato nella classe precedente e quindi proposto dagli stessi bambini. dopo 6 giorni Nel primo contenitore (quello vicino alla finestra) sono molte piantine tutte completamente verdi. Nel secondo contenitore (quello nell armadio) sono nate molte piantine ma sono con il fusto bianco e le foglioline gialle e sono molto alte. E.= quelle dentro l armadio non hanno preso la luce; (foto 3) A.= dentro l armadio c è più caldo e crescono di più; M.= la luce serve per farle diventare verdi; A.= al buio crescono di più. (foto 4) dopo 10 giorni Nel primo contenitore (quello vicino alla finestra) la piantina è diventata molto alta e con tante foglie. Nel secondo contenitore (quello nell armadio) la piantina è diventata ancora più alta e sempre più bianca. Qualche stelo, per l altezza, è il peso si è curvato. Dall osservazione dei dati alla conclusione Le registrazioni effettuate sono state oggetto di una discussione e di una modifica delle posizioni assunte e dichiarate nel cartellone. E stato evidente a tutti che i semi germinano anche al buio, sebbene con qualche difficoltà. Altrettanto chiara è stata la condivisione del fatto che la luce ha a che fare con la pigmentazione delle foglie. Non ci interessava intraprendere un approfondimento specifico sull autotrofia, ma il problema della colorazione delle foglie andava affrontato. L esperimento
3 Partendo proprio dalla domanda espressa da un alunno abbiamo invitato i bambini a scrivere su post-it le loro idee, che abbiamo messo su un cartellone: alcuni di loro sostenevano che la foglia è tutta verde come se fosse un impasto, altri che il colore era solo sul margine superiore, più evidente, altri ancora insistevano nell affermare che il colore verde era importante per far vivere la pianta, sebbene non riuscissero a motivare il loro pensiero. Dalla discussione è risultata maggioritaria l idea che fosse un colore superficiale. Si sarebbe potuto confermare il dato e chiudere lì il problema, si è deciso invece di approfondire l argomento. Ad ognuno è stato quindi chiesto un parere individuale e una relativa semplice argomentazione scritta. ( di seguito alcune tra le risposte) Come si fa allora a togliere il colore dalla foglia? Ancora una volta abbiamo chiesto a ciascuno di ipotizzare soluzioni realistiche e di sperimentarle. Qualcuno dice che forse si possono far bollire, altri che serve un macinino per far uscire il liquido (foto 5 e 6)
4 alla fine la maestra propone di usare l alcool per vedere se la sua forza è di aiuto. Dal quaderno: Oggi abbiamo fatto un esperimento. Abbiamo usato: - Un contenitore trasparente - L alcool - Le foglie che abbiamo spezzato e messo nell alcool (foto 7) Le lasceremo lì per qualche giorno e guarderemo cosa succede. L alcool evaporato consente di toccare la sostanza rimasta. Chiarito il fatto che quello che era rimasto non era solo il colore delal foglia ma anche una serie di sostanze che si impastano con il colore, abbiamo assunto lo stesso il termine clorofilla per indicarlo. ( foto 8) Conclusioni collettive
5 Nel quaderno ogni alunno ha descritto l intero percorso e poi, scelti alcuni elaborati, sono stati letti e discussi collettivamente per giungere a prime conclusioni: - La foglia possiede un colore verde che si può estrarre con un apposito liquido che chiameremo reagente; - Tolta la colorazione è possibile vedere come è veramente composta la foglia: si possono vedere molto chiaramente le nervature e il tessuto che sembra una trina,. Il suo colore ora è verdastro marroncino chiaro; - Il colore sembra un rivestimento che la foglia possiede però solo se è esposta alla luce. - L evaporazione dell alcool non ci ocnsente di vedere veramente, e solo, il colore verde perché rimangono delle sostanze che non riusciamo ad separare perché non abbiamo gli sturmenti adatti. - La maestra denomina quel colore con il termine CLOROFILLA e ci dice che è un pigmento. Esso consente in realtà alla foglia e quindi alla pianta di poter produrre le sostanze necessarie alla vita della pianta. Infine, per dare un quadro più completo del lavoro realizzato durante 3 mesi di attività, abbiamo ricostruito in un cartellone le principali conoscenze acquisite, che è stato riportato sul quaderno per essere studiato. Per fare un albero serve un seme (foto 9) Il fusto contiene dei piccoli tubi che trasportano l acqua e le sostanze nutritive dalle radici alle foglie a tutte le altre parti della pianta. I fusti sono diversi: ci sono quelli dei fiori, morbidi e fragili, quelli rigidi e legnosi che si chiamano tronchi e poi strani fusti, come quelli dei fichi d india. Le radici, quindi, si tengono aggrappate al suolo affinché la pianta non venga strappata dal vento; Succhiano acqua e altre sostanze dalla terra per far crescere la pianta. Le foglie compongono coni rami la chioma dell albero, contengno la clorofilla che consente alla pianta di produrre le sostanze nutritive Ma ha bisogno di acqua, luce e terra.. altrimenti la pianta non nasce o muore!
6 Considerazioni finali Il lavoro è continuato con l osservazione del fusto e delle radici, utilizzando lo stesso metodo procedurale. I bambini hanno mostrato una sempre più spiccata capacità di osservare l oggetto di studio, descrivendone gli aspetti macrospici, ipotizzando funzioni e compiti, cercando soluzioni per verificare le affermazioni, attraverso il confronto continuo tra elaborati individuali e conversazioni collettive. Gli stessi bambini sono in grado di percepiere che le opinioni personali possono essere modificate, aggiustate grazie al contributo dei compagni. L approccio al metodo che impone un continuo utilizzo della scrittura e del disegno se in un primo momento ha creato delle difficoltà, derivanti soprattutto dal timore dell errore, è divenuto un abitudine che permette a tutti di poter esprimere il proprio pensiero e condividerlo con gli altri. Il quaderno è diventato un diario dove annotare il pensiero, dove cancellare ciò che non va e aggiungere le nuove idee. Indubbiamente si è registrato un implemento della capacità di usare un lessico più specifico, composto da parole che hanno assunto senso e significato perché corrispondono ad azioni, ad esperienze vissute, a concetti mentali chiari. Anche gli alunni più deboli si sono sentiti gratificati dal fatto di essere apprezzati per i loro contributi e sono in grado di poter esporre con senso logico le conoscenze intervenute.
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