COLLANA LE FIABE DELLA RIPROGRAMMAZIONE
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1 COLLANA LE FIABE DELLA RIPROGRAMMAZIONE
2 Hansel e Gretel LA RIPROGRAMMAZIONE EDITRICE
3 C era una volta, davanti a un gran bosco abitava un povero taglialegna che non aveva di che sfamarsi; riusciva a stento a procurare il pane per sua moglie e i suoi due bambini: Hansel e Gretel. Giunse un tempo in cui non poté più provvedere neanche a questo. Una sera, mentre si voltava inquieto nel letto, la moglie disse: Ascolta marito mio, domattina all alba prendi i due bambini, dai loro un pezzo di pane e conducili fuori in mezzo al bosco, nel punto dov è più fitto; accendi loro un fuoco, e poi vai via e li lasci soli laggiù. Non possiamo più nutrirli a lungo. No, moglie mia disse l uomo, non ho cuore di abbandonare i miei cari bambini nel bosco, le bestie feroci li sbranerebbero subito Se non lo fai, disse la donna moriremo tutti quanti di fame E non lo lasciò in pace finché egli acconsentì. Anche i due bambini non potevano dormire per la fame, e avevano sentito quello che la loro matrigna aveva detto. Gretel pensò che per loro fosse finita e incominciò a piangere amaramente, ma Hansel disse: Stai zitta Gretel, non ti crucciare, ci penserò io. Allo spuntar del giorno, ancora prima che sorgesse il sole, la madre venne e li svegliò entrambi: Alzatevi bambini, vogliamo andare nel bosco; qui c è un pezzetto di pane per ciascuno di voi, ma siate saggi e conservatelo per mezzogiorno Misero il pane nel grembiule e uscirono dalla casa, incamminandosi nel bosco. Durante il cammino Gretel si rivolse ad Hansel guardandolo negli occhi: Fratello mio, il futuro è incerto, guardo avanti ma non dimentico il passato. Guardo indietro per poter guardare il presente, per vivere con coraggio e fiducia nonostante la paura. Le nostre strade si separano qui, sicura che un giorno ci ritroveremo, cammino per la mia strada sentendomi più ricca Hansel scoppiò in un pianto disperato: Sorellina mia non mi abbandonare, non lasciarmi solo anche tu! Gretel lo abbracciò forte e piangendo anche lei gli disse: Non piangere, ci saranno dei giorni felici e al posto dei due bambini che piangono per la loro triste storia ci saranno due bambini che giocano,
4 che ascoltano le fiabe, che colorano. Così il pianto lascia il posto al perdono, al riscatto, alla gioia, alle opportunità della vita. Approfittando di un momento di distrazione dei genitori, Gretel si separò da loro e s incamminò sola per la sua strada. Durante il suo percorso Gretel piangendo, pensava tra sé e sé: Non piangere, perdona te stessa per la scelta fatta, perdona tuo fratello se può avercela con te. Gretel cammino tutto il giorno e tutta la notte per il bosco, aveva finito la sua razione di pane e aveva tanta fame. Dopo tre giorni di cammino in cui si alimentò con le bacche trovate per terra, giunse a una casina fatta di pane e ricoperta di focaccia, con le finestre di zucchero trasparente. Mi siederò qui e mangerò a sazietà disse. Mangerò un pezzo di tetto e poi le finestre, sono dolci Quando incominciò a rosicchiare lo zuccherò senti una voce sottile gridare dall interno D un tratto la porta si aprì e una vecchia decrepita venne fuori piano piano. La vecchia scosse il capo e disse Come sei giunta fin qui? Vieni dentro, sei la benvenuta. Le fu servita una buona cena, latte, frittelle, mele e noci; poi fu preparato un bel lettino bianco e Gretel si coricò pensando di essere in paradiso. Ma la vecchia era una strega cattiva che attendeva con impazienza l arrivo dei bambini e per attirarli aveva costruito una casetta di pane e dolci. Quando un bambino cadeva nelle sue mani, lei lo uccideva lo cucinava, e lo mangiava; e per lei quello era un giorno di festa. Di buon mattino, la strega afferrò Gretel e la chiuse in una gabbia. Le venivano cucinati i cibi più squisiti poiché doveva ingrassare per essere mangiata. Gretel era triste e sconsolata. Ripensò a suo fratello e a quanto sarebbe stato bello rivederlo per organizzare una festa tutti insieme. Avrebbe voluto fare qualcosa per ribellarsi invece stava accettando passivamente l autorità della strega a tenerla rinchiusa nonostante le sue proteste. Non vedeva altre possibilità se non quella di obbedire. Provava una sensazione di oppressione; la strega la teneva prigioniera e lei glielo lasciava fare.
5 Ad un certo punto, anziché piagnucolare, Gretel chiamò la strega vicino alla gabbia, le chiese di sedere e cominciò a parlare. Parlò di se stessa, parlò del suo futuro, di quanto le sarebbe piaciuto crescere, diventare adulta, spiegò le sue ragioni con rabbia, del perché voleva uscire e fare festa con suo fratello. In quel momento, in cuor suo, sapeva che in un modo o nell altro sarebbe uscita da quella gabbia, sperava nella comprensione della strega, ma se non avesse funzionato, sapeva che sarebbe riuscita comunque a fuggire. Di colpo la strega la guardò negli occhi e cominciò a versare delle lacrime. Riuscì a comprendere Gretel e senza dire una parola, aprì la gabbia e attese che uscisse. E insieme cominciarono a preparare la casa per una festa. Un rumore di automobile nel bosco attirò l attenzione di Gretel che spostando la tenda della finestra vide un taxi bianco da cui scesero tre bambini. Uno era Hansel e insieme a lui c erano Edo e Leo. Hansel non era rimasto solo nel bosco a lungo. Aveva conosciuto quei due bambini divenuti suoi amici e con i quali giocava e trascorreva le sue giornate. Arrivati nella casa della vecchina, tutta ricoperta di pandispagna e marzapane, i bambini vennero accolti con un sorriso a cinque lettere, che neanche il comico più bravo del mondo riuscirebbe a farti avere, della vecchina, che con il giochetto delle due mani chiuse fece scegliere ai bimbi quale cioccolatino volessero. Dopo essersi gustati i cioccolatini, Leo, come d improvviso, scattò verso la parete accanto al tavolo, in cui la vecchina stava preparando un minestrone di caramelle con tanto di zabaione e nutella, e con un po' di difficoltà, essendo un po' bassetto di statura, riuscì a fare suo il gioco da tavolo : Monopoli. Intanto Edo mise un dito, senza farsi notare, nell enorme minestrone iper calorico! Assaggiò, si leccò bene il dito e spontaneamente il suo volto espresse un godimento raro. Leo, che prima era intento a giocare con il Monopoli, come se fosse l unica ragione di vita; all improvviso lo lasciò cadere a terra e corse verso Edo. Anch io, anch io lo voglio esclamò forte Leo; la vecchina si girò
6 verso i due e con un gesto come per dire non si fa.., prese Leo in braccio lo pose sopra il pentolone e tenendolo bene e forte, gli fece mettere un dito dentro per assaggiare. Il bimbo sorrideva felice e il fratello ancor di più nel vederlo. Hansel e Gretel osservavano la scena abbracciati e divertiti e tutti insieme giocavano con la vecchina alzandogli scherzosamente le vesti. Dopo aver gustato con tanta foga, gioia e felicità il dolce minestrone, sazi e sereni, i bimbi aprirono il gioco del Monopoli e, insieme alla vecchina, iniziarono a giocare riscaldati dal forte e affascinante calore del fuoco proveniente dal caminetto vicino a loro. Ridammeli, sono miei, i tuoi li hai già presi, urlò forte Leo nel vedere la mano lesta del fratello che cercava di togliere i soldi al fratellino.. Ridammeli, ridammeli gnnnn sono i miei.. affermò Edo rifacendogli il verso. Leo d istinto prese i due dadi che stava per tirare e li tirò in faccia a Edo.. ridendo poi sotto i baffi. Ora è Leo che fa il verso a Edo ehehehehe La strega allora intervenne per riportare la calma e la serenità in una calorosa e spontanea famiglia che gioca a Monopoli, dopo cena in allegria. Tutti e quattro i bambini ridenti l abbracciarono come se fosse un enorme peluche di cui potersi fidare.
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