SOSTENIBILITÀ: L ORIGINE DEL PROBLEMA

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1 Barbara Martini

2 SOSTENIBILITÀ: L ORIGINE DEL PROBLEMA LA POPOLAZIONE SUL NOSTRO PIANETA È CRESCIUTA IN MODO DRASTICO NELL ULTIMO SECOLO ( NEL NEL 2000), E STA CONTINUANDO AD AUMENTARE. LA MAGGIOR PARTE DEGLI INDIVIDUI SUL PIANETA VIVONO OGGI IN CONDIZIONI DI ESTREMA POVERTÀ (C.CA 2.7 MLD DI PERSONE VIVONO CON MENO DI 2$ AL GIORNO)

3 SOSTENIBILITÀ: L ORIGINE DEL PROBLEMA LA CRESCITA ECONOMICA È VISTA GENERALMENTE COME LA SOLUZIONE: SENZA CRESCITA ECONOMICA COMBATTERE LA POVERTÀ SIGNIFICA ESCLUSIVAMENTE REDISTRIBUIRE RISORSE DAI RICCHI AI POVERI CHE GENERA RESISTENZE E POTREBBE COMUNQUE NON ESSERE SUFFICIENTE LA BASE DI RISORSE DISPONIBILI SUL PIANETA NON È ILLIMITATA, E DIPENDE DA UN INSIEME COMPLESSO E INTERCONNESSO DI ECOSISTEMI CHE STA DANDO SEGNI DI FRAGILITÀ.

4 SOSTENIBILITÀ: L ORIGINE DEL PROBLEMA PUÒ IL SISTEMA ECONOMICO MONDIALE CRESCERE INDEFINITAMENTE SENZA MINARE IL FUNZIONAMENTO DEI SISTEMI NATURALI SU CUI È FONDATO????

5 IL RUOLO DEGLI ECOSISTEMI: SUPPORTO PASSIVO.. CONTENITORE DI RISORSE NATURALI ESTRARRE (COMBUSTIBILI FOSSILI, LEGNAME, RISORSE ALIMENTARI..) RICETTACOLO DEI RIFIUTI DOMESTICI E INDUSTRIALI E DELLE EMISSIONI INQUINANTI

6 ..E COMPONENTE ATTIVA: I SERVIZI NATURALI CATTURA DELL ENERGIA SOLARE E SUO INCORPORAMENTO COME BIOMASSA REGOLAZIONE DELLA COMPOSIZIONE DELL ATMOSFERA (PERCENTUALE DI O2 E CO2) REGOLAZIONE DEL CLIMA (INCLUSA LA REDISTRIBUZIONE DELL UMIDITÀ) PROTEZIONE DA INFLUENZE COSMICHE DANNOSE (ES. STRATO DI OZONO) REGOLAZIONE DEL CICLO DELL ACQUA FORMAZIONE DEL SUOLO STABILIZZAZIONE DEI TERRENI E CONTROLLO DELL EROSIONE FISSAZIONE DELL AZOTO NEI SUOLI DECOMPOSIZIONE E RICICLO DEI RIFIUTI ORGANICI CONTROLLO BIOLOGICO DI ORGANISMI E MALATTIE IMPOLLINAZIONE CONTENUTO INFORMATIVO E SCIENTIFICO

7 CLASSIFICAZIONE DELLE RISORSE AMBIENTALI RISORSE RINNOVABILI RISORSE NON RINNOVABILI

8 INTERAZIONI ECONOMIA AMBIENTE: PRINCIPI DI BASE E APPROCCI SCIENTIFICI I PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA L ENERGIA (POTENZIALE DI PRODURRE LAVORO O FORNIRE CALORE) NON PUÒ ESSERE CREATA NÉ DISTRUTTA, MA SOLO CONVERTITA DA UNA FORMA AD UN ALTRA.

9 INTERAZIONI ECONOMIA AMBIENTE: PRINCIPI DI BASE E APPROCCI SCIENTIFICI SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA NESSUNA CONVERSIONE DI ENERGIA DA UNA FORMA AD UN ALTRA PUÒ ESSERE EFFICIENTE AL 100%. IN QUALUNQUE FONTE (AD ES. UN COMBUSTIBILE FOSSILE) NON TUTTA L ENERGIA CONTENUTA È DISPONIBILE PER ESSERE CONVERTITA (AD ES. IN CALORE). L ENTROPIA È UNA MISURA DELL ENERGIA NON DISPONIBILE. IN UN SISTEMA ISOLATO, TUTTE LE CONVERSIONI AUMENTANO L ENTROPIA DEL SISTEMA.

10 INTERAZIONI ECONOMIA AMBIENTE: PRINCIPI DI BASE E APPROCCI SCIENTIFICI SISTEMA APERTO: PUÒ SCAMBIARE CON L'AMBIENTE SIA MATERIA CHE ENERGIA. SISTEMA CHIUSO: PUÒ SCAMBIARE CON L'AMBIENTE SOLO ENERGIA. SISTEMA ISOLATO: NON PUÒ EFFETTUARE NESSUN TIPO DI SCAMBIO (NÉ MECCANICO, NÉ TERMICO) CON L'ESTERNO.

11 IMPLICAZIONI DEI PRINCIPI DELLA TERMODINAMICA PER L ECONOMIA: IL MATERIAL BALANCE PRINCIPLE L ATTIVITÀ ECONOMICA CONSISTE NEL TRASFORMARE MATERIA ESTRATTA DALL AMBIENTE. TUTTA LA MATERIA ESTRATTA DALL AMBIENTE DEVE NECESSARIAMENTE FARVI RITORNO (ANCHE SE IN UNO STATO TRASFORMATO).

12 IMPLICAZIONI DEI PRINCIPI DELLA TERMODINAMICA PER L ECONOMIA: IL MATERIAL BALANCE PRINCIPLE L ACCUMULAZIONE DI CAPITALE NEL SISTEMA INTRODUCE DEI RITARDI TEMPORALI NEL FLUSSO CIRCOLARE DELLA MATERIA. IN UN SISTEMA MATERIALMENTE CHIUSO SENZA ACCUMULAZIONE DI STOCK LA MASSA DEI RESIDUI IMMESSI NELL AMBIENTE È IN OGNI PERIODO = ALLA MASSA DEI COMBUSTIBILI, ALIMENTI, MATERIE PRIME E OSSIGENO ESTRATTI.

13 IMPLICAZIONI DEI PRINCIPI DELLA TERMODINAMICA PER L ECONOMIA: IL MATERIAL BALANCE PRINCIPLE IL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI NON RIDUCE LA LORO MASSA (NE ALTERA LA FORMA PER RENDERLI MENO DANNOSI O SPOSTARLI) IL RICICLAGGIO PUÒ RIDURRE LA QUANTITÀ COMPLESSIVA DI INPUT NECESSARI PER OGNI DATO LIVELLO DI PRODUZIONE E CONSUMO (MA NON AZZERARLA: IL RICICLAGGIO COMPLETO È IMPOSSIBILE).

14 INTERAZIONI ECONOMIA AMBIENTE: ALTRI APPROCCI SCIENTIFICI MODELLI INPUT OUTPUT DINAMICA DEI SISTEMI SCIENZE ECOLOGICHE E STUDIO DEGLI ECOSISTEMI

15 (1) MODELLI INPUT OUTPUT: SCAMBI FRA ECONOMIA E AMBIENTE L ANALISI INPUT OUTPUT SPIEGA IL LIVELLO DI OUTPUT DI OGNI SETTORE IN TERMINI DELLE RELAZIONI CON I RISPETTIVI LIVELLI DI ATTIVITÀ DI TUTTI GLI ALTRI SETTORI: ESISTE UNA RELAZIONE FONDAMENTALE TRA IL VOLUME DELLA PRODUZIONE DI UN SETTORE E L ENTITÀ DI INPUTS CHE ESSO ASSORBE.

16 MODELLI INPUT OUTPUT: SCAMBI FRA ECONOMIA E AMBIENTE L INPUT OUTPUT ANALYSIS ESTESA ALL AMBIENTE INTEGRA I DATI ECONOMICI CON DATI BIOFISICI E CONSENTE DI DETERMINARE IL FABBISOGNO COMPLESSIVO DI MATERIALI E DI ENERGIA CHE DEVONO ESSERE ESTRATTI DAGLI ECOSISTEMI PER SOSTENERE DETERMINATI LIVELLI DELLA DOMANDA FINALE DI BENI E SERVIZI.

17 ECONOMIA ECONOMIA (ES. PRODOTTI INTERMEDI) AMBIENTE ECONOMIA (ES. MATERIE PRIME) ECONOMIA AMBIENTE (ES. INQUINANTI) AMBIENTE AMBIENTE (ES. EROSIONE COSTIERA)

18 (2) DINAMICA DEI SISTEMI APPROCCIO PER STUDIARE IL COMPORTAMENTO NEL TEMPO DI SISTEMI COMPLESSI. INCORPORA FEEDBACK INTERNI, RITARDI TEMPORALI, DINAMICHE NON LINEARI. SI APPLICATA A PROCESSI INDUSTRIALI, ANALISI E PROGETTAZIONE DI POLITICHE, DEMOGRAFIA, SISTEMI ECONOMICI ED ECOLOGICI.

19 (2) DINAMICA DEI SISTEMI PRINCIPIO MODELLI BASATI SU SIMULAZIONI, CHE PONGONO IN RELAZIONE, AD ES. GLI ANDAMENTI DEMOGRAFICI (POPOLAZIONE MONDIALE) GLI STOCK DI RISORSE NATURALI DISPONIBILI E LA PRODUZIONE DI CIBO IL CONSUMO DA PARTE DELLE DIVERSE ATTIVITÀ ECONOMICHE L INQUINAMENTO, I TASSI DI RINNOVAMENTO BIOLOGICO, ETC.

20 (2) DINAMICA DEI SISTEMI OBIETTIVO OTTENERE DEGLI SCENARI DELL ANDAMENTO DELLE RELAZIONI ECONOMIAAMBIENTE E PER ESPLORARE A QUALI CONDIZIONI SIANO OTTENIBILI SCENARI DI SOSTENIBILITÀ.

21 (3) STUDI SUGLI ECOSISTEMI ECOSISTEMA INSIEME INTERATTIVO DI POPOLAZIONI ANIMALI E VEGETALI, INSIEME CON IL LORO AMBIENTE ABIOTICO. DEFINIBILE SU SCALA LOCALE O GLOBALE. CARATTERISTICHE STABILITÀ: PROPENSITÀ DI UNA POPOLAZIONE A RITORNARE VERSO L EQUILIBRIO DOPO ESSERNE STATA ALLONTANATA DA UNA FONTE DI DISTURBO.

22 (3) STUDI SUGLI ECOSISTEMI RESILIENZA: PROPENSITÀ DI UN ECOSISTEMA A MANTENERE LA SUA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E FUNZIONALE A FRONTE DI FONTI DI DISTURBO, O A RITORNARE VERSO L EQUILIBRIO DOPO ESSERNE STATO ALLONTANATO. RETURN TIME STABILITY DOMAIN LA STABILITÀ SI RIFERISCE A LIVELLI DELLE VARIABILI NEL SISTEMA, LA RESILIENZA ALLE PROPRIETÀ DEL SISTEMA NEL SUO COMPLESSO.

23 SVILUPPO SOSTENIBILE

24 SVILUPPO SOSTENIBILE L ATTIVITÀ ECONOMICA PUÒ ESSERE VISTA COME UN PROCESSO DI TRASFORMAZIONE DI MATERIALI ED ENERGIA. ALLA FINE DEL PROCESSO, MATERIALI ED ENERGIA SONO TRASFORMATI IN RIFIUTI E SCARICATI NELL AMBIENTE (PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA O PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELLA MASSA E PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELL ENERGIA).

25 SVILUPPO SOSTENIBILE IL MODELLO RICHIEDE DI RIUSCIRE A PRODURRE SEMPRE DI PIÙ, A QUALSIASI COSTO E, IN PARTICOLARE, A QUALSIASI COSTO AMBIENTALE. TANTO MAGGIORE È LA CRESCITA (GROWTH) ECONOMICA, TANTO MAGGIORE È LA QUANTITÀ DI RIFIUTI PRODOTTI.

26 SVILUPPO SOSTENIBILE LIMITI ALLA CRESCITA ECONOMICA: CONSUMO DI RISORSE LIMITATE O ESAURIBILI O NON RINNOVABILI (COMBUSTIBILI FOSSILI E MINERALI). LIMITATA CAPACITÀ DEI SISTEMI AMBIENTALI DI RICEVERE RIFIUTI ED ENERGIA DEGRADATA (AUMENTO DI ENTROPIA).

27 SVILUPPO SOSTENIBILE LA CRISI DEL MODELLO DI CRESCITA ILLIMITATA HA FUNZIONATO FINO A QUANDO: LE SOCIETÀ AVEVANO STRUTTURE AGRICOLE O PRE INDUSTRIALI, CON DENSITÀ DI POPOLAZIONE E PRODUZIONI BASSE E DIFFUSE. LA CULTURA PREVALENTE, SOPRATTUTTO NELLE AREE AGRICOLE, ERA DI RIUTILIZZO E RICICLO DELLE RISORSE MATERIALI. I RIFIUTI RESIDUALI ERANO RECEPITI E SMALTITI NEL CICLO NATURALE DI AUTODEPURAZIONE ED ESISTEVA UN SOSTANZIALE EQUILIBRIO TRA UOMO, PRODUZIONE, CONSUMI E AMBIENTE.

28 SVILUPPO SOSTENIBILE NUOVA ECONOMIA IL MODELLO NON INCLUDE I FATTORI AMBIENTALI TRA GLI ELEMENTI FONDANTI DEL PROCESSO DI COSTRUZIONE SOCIALE ED ECONOMICA DELL EVOLUZIONE DELLA SOCIETÀ.

29 SVILUPPO SOSTENIBILE NEI TEMPI PIÙ RECENTI LA CRESCITA DELLA POPOLAZIONE UMANA LA SUA CONCENTRAZIONE IN AGGLOMERATI URBANI DI DIMENSIONI SEMPRE MAGGIORI L AUMENTO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE E DEI CONSUMI HANNO PORTATO A UN CONTINUO AUMENTO NELL UTILIZZO DELLE RISORSE NATURALI E DELLA PRODUZIONE DI RIFIUTI, CON CONSEGUENTE ROTTURA DELL EQUILIBRIO INIZIALE E DEL CICLO CHE AVVENIVA SPONTANEAMENTE IN NATURA.

30 SVILUPPO SOSTENIBILE DEFINIZIONE DEL RAPPORTO OUR COMMON FUTURE (1987) O RAPPORTOBRUNDTLAND: SVILUPPO CHE FA FRONTE ALLE NECESSITÀ DEL PRESENTE, SENZA COMPROMETTERE LA CAPACITÀ DELLE FUTURE GENERAZIONI DI SODDISFARE LE PROPRIE ESIGENZE. UNO SVILUPPO SOSTENIBILE E DURATURO È POSSIBILE SOLO SE LE FORMULAZIONI PIANIFICATORIE, ORGANIZZATIVE E GESTIONALI SONO CONTESTUALMENTE BASATE, OLTRE CHE SUI CLASSICI FATTORI CAPITALE FISSO E LAVORO, ANCHE SUL CAPITALE NATURALE.

31 HERMAN DALY SOSTENIBILITÀ IN SENSO DEBOLE SIGNIFICA MANTENERE A UN VALORE COSTANTE LA SOMMA CAPITALE NATURALE + CAPITALE PRODOTTO DALL UOMO

32 HERMAN DALY

33 HERMAN DALY MANTENERE A UN VALORE COSTANTE CIASCUNA COMPONENTE

34 HERMAN DALY

35 LE 4 DIMENSIONI DELLA SOSTENIBILITA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA, COME CAPACITÀ DI GENERARE REDDITO E LAVORO PER IL SOSTENTAMENTO DELLE POPOLAZIONI; SOSTENIBILITÀ SOCIALE, COME CAPACITÀ DI GARANTIRE CONDIZIONI DI BENESSERE UMANO (SICUREZZA, SALUTE, ISTRUZIONE) EQUAMENTE DISTRIBUITE (PER CLASSI E PER GENERE);

36 LE 4 DIMENSIONI DELLA SOSTENIBILITA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE, COME CAPACITÀ DI MANTENERE QUALITÀ E RIPRODUCIBILITÀ DELLE RISORSE NATURALI; SOSTENIBILITÀ ISTITUZIONALE, COME CAPACITÀ DI ASSICURARE CONDIZIONI DI STABILITÀ, DEMOCRAZIA, PARTECIPAZIONE E GIUSTIZIA.

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