Rassegna Stampa. Con. Intermedia s.r.l. per la comunicazione integrata TUMORE DEL SENO: -24% DI MORTALITA SE IL PAZIENTE PRATICAATTIVITA FISICA

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1 Rassegna Stampa Con TUMORE DEL SENO: -24% DI MORTALITA SE IL PAZIENTE PRATICAATTIVITA FISICA LA QUALITA DI VITA DIVENTI UNA PRIORITA, ANCHE PER PREVENIRE LE RECIDIVE Intermedia s.r.l. per la comunicazione integrata Via Malta, 12/B Brescia Via Ippolito Rosellini 12, Milano Via Monte delle Gioie 1, Roma Tel Roma, 27 Febbraio 2019

2 Segnalazioni INTERMEDIA FEBBRAIO 2019 RILEVAZIONI Programma TG1 Data Emittente RAI UNO GUARDA IL VIDEO Programma REPUBBLICA TV Data Emittente REPUBBLICA TV Programma NOTIZIARIO Data Emittente RADIO ITALIA Programma NOTIZIARIO Data Emittente RADIO CAPITAL

3 Programma NEWS Data Emittente RADIO KISS KISS Programma NEWS Data Emittente RADIO RDS

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7 Fare sport riduce il rischio di mortalità per tumori di un quarto Illustrati gli effetti sul cancro alla mammella (-24%) e al colon retto (-28%) Fare sport riduce il rischio di mortalità per i tumori al seno e al colon retto di circa un quarto. Ma attenzione: bisogna farlo per almeno due ore e dieci minuti a settimana e ad intensità moderata. Questo porta al calo delle morti al 24% per il cancro della mammella e al 28% per l'ultima parte dell'intestino. Inoltre, l'esercizio fisico è uno dei rimedi migliori per ridurre i sintomi della fatigue, una delle più frequenti condizioni tra chi è colpito da chemioterapia. Ma quanto gli italiani seguono questi consigli legati allo stile di vita? L'88% smette di fumare e solo un italiano su tre abbandona lo stile di vita sedentario. Questa è la fotografia emersa nel corso del convegno nazionale "La qualità di vita in oncologia" promosso dalla Fondazione Insieme contro il cancro al Ministero della Salute. Per Francesco Cognetti, presidente della stessa Fondazione, "negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza, ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita". E' Cognetti a spiegare come in Italia ci siano 3 milioni di persone che vivono con un tumore con "la sopravvivenza" che "risulta in aumento". Paolo Marchetti, direttore dell'oncologia medica B del Policlinico Umberto I di Roma ha spiegato come "durante e dopo le terapie" sia necessario "monitorare adeguatamente l'alimentazione". "Oltre l'80% dei pazienti però - ha aggiunto - non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale".

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10 Lettori Tumore al seno, lo sport riduce la mortalità del 24% L'attività fisica moderata aiuta a contrastare gli effetti collaterali delle terapie e diminuisce il rischio di recidive. I dati presentati al Ministero della Salute nel convegno nazionale promosso dalla Fondazione Insieme contro il cancro COME un farmaco. L'attività fisica è in grado non solo di contrastare gli effetti collaterali delle terapie come la fatigue, che interessa la metà delle persone in chemioterapia ma anche di ridurre il rischio di recidiva. E non di poco: i dati sul rischio di mortalità mostrano un meno 24% per il tumore al seno e un meno 28% per quello del colon-retto in chi pratica 150 minuti a settimana di moto a intensità moderata. Sono i dati di cui si discute oggi al Ministero della Salute, nel convegno La qualità di vita in oncologia organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro, dove è stato presentato il documento finale della Consensus Italiana Neoplasia della mammella: impatto degli stili e della qualità di vita sull outcome della malattia in fase precoce e nel setting della malattia avanzata. A realizzarlo è stato un comitato di nove oncologi italiani coordinati da Francesco Cognetti, presidente della fondazione: Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci spiega Cognetti e un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Un aspetto che però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante.

11 Farmeci meno tossici e migliori stili di vita Il convegno rientra in un progetto, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca, che vuole incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente - in particolare nelle pazienti con il tumore al seno - e alla gestione degli effetti collaterali di chemioterapia, ormonoterapia, terapie target e immunoncologia. Anche perché oggi sono oltre 3 milioni gli italiani che vivono con un tumore e la sopravvivenza è in aumento: più del 50% dei pazienti che hanno ricevuto una diagnosi da almeno cinque anni soffre di effetti collaterali legati alle terapie, che si manifestano a livello fisico e psico-sociale. Ecco perché è necessario aumentare la consapevolezza su come vivere meglio. Anche la scelta tra trattamenti dotati di simili attività deve essere guidata dall eventuale differente tossicità di questi farmaci, continua l'oncologo. Ci sono poi una serie di comportamenti fondamentali: il controllo del peso, l'eliminazione del fumo e la riduzione drastica degli alcolici: Un ampia letteratura scientifica ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle cure oncologiche. Attenzione alla malnutrizione Si alza l'attenzione anche sull'alimentazione e, in particolare, sul rischio di malnutrizione durante e dopo le terapie. La malnutrizione può ridurre l efficacia della chemioterapia e di conseguenza anche la sopravvivenza, spiega Paolo Marchetti, direttore dell Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma: Oltre l 80% dei pazienti, però non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale. È una consulenza ormai imprescindibile e che va personalizzata prendendo in considerazione eventuali perdite di peso e comorbidità. La dieta ideale varia poi in base alla neoplasia e al tipo di trattamento eseguito. Non vanno infine dimenticati gli effetti collaterali delle cure che spesso e volentieri interessano proprio l apparato gastro-intestinale. Serve più preparazione sugli effetti collaterali Altro tema del convegno di Roma è la prevenzione delle nuove tossicità. Rispetto al passato, abbiamo a disposizione farmaci con effetti collaterali più contenuti, sottolinea Alessandra Fabi, oncologa del Regina Elena: La perdita dei capelli è ancora una delle controindicazioni più temute, anche se gli ultimi chemioterapici provocano meno danni. Hanno anche dimostrato di essere più rispettosi della produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine da parte del midollo osseo. Gli attuali farmaci oncologici sono più evoluti e in generale la qualità di vita è migliorata anche durante le cure. È quindi importante la lotta allo stigma anche nei confronti dei trattamenti. Tuttavia, nonostante questi innegabili progressi, il 37% delle pazienti lamenta spossatezza, o fatigue, che è molto frequente durante il trattamento e può continuare a manifestarsi anche a distanza di 10 anni. Quattro su dieci invece hanno problemi di dissenteria. Va migliorata la preparazione di tutto il personale medico-sanitario su questo aspetto delicato della medicina oncologica. Lo stesso vale per la ricerca, che attraverso nuovi studi, deve fornire risposte più precise sulla gestione di problemi che possono avere un forte impatto sulla qualità di vita del paziente.

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13 Tumore al seno, chi fa attività fisica rischia meno di morire Cattive abitudini possono far lievitare il pericolo di una ricaduta e limitare l efficacia delle terapie. Solo una malata su tre dice addio al divano e comincia a fare movimento di Vera Martinella (Getty images) Fare movimento e non avere chili di troppo si confermano due regole d oro nella lotta ai tumori. Non solo per tenere alla larga il rischio di ammalarsi, ma anche per avere maggiori possibilità di guarire. A ribadire che l attività fisica è uno strumento fondamentale di salute anche per i pazienti oncologici sono gli esperti riuniti oggi a Roma per il convegno nazionale sulla qualità di vita in oncologia promosso dalla Fondazione Insieme contro il Cancro al Ministero della Salute. Con 150 minuti alla settimana di moto a intensità moderata si riduce del 24 per cento il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28 per cento per quello del colon-retto. Non solo. Lo sport rappresenta un ottimo rimedio contro i sintomi della fatigue, quel senso di stanchezza cronica che è uno degli effetti collaterali più frequenti delle terapie anticancro e che si stima interessi la metà delle persone sottoposte a chemioterapia. Quali sono i sintomi del cancro del seno? Solo un malato su tre dice addio al divano e comincia a fare movimento In realtà molti pazienti oncologici non rinunciano alle cattive abitudini: bevono, fumano, fanno poca attività fisica e sono in soprappeso. Diverse indagini sui sopravvissuti al cancro indicano che la schiera di «irriducibili» con un pessimo stile di vita è più nutrita di quanto si potrebbe credere: se l 88 per cento pare rispettare le raccomandazioni degli specialisti sul no al tabacco, solo uno su tre modifica il proprio stile di vita sedentario dopo una diagnosi di cancro. Eppure almeno la metà dei malati cerca «rimedi naturali» per fortificare il sistema immunitario, riacquistare forze, ridurre tensione e stress, disintossicarsi.«negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci dice Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro -

14 . Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Questo aspetto però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante». Cattive abitudini possono fare lievitare il pericolo di una ricaduta In Italia oltre 3 milioni di connazionali vivono dopo una diagnosi di cancro e la sopravvivenza risulta in aumento. «Sono persone che hanno nuove esigenze e bisogni prosegue Cognetti -. In totale più della metà dei pazienti, che ha ricevuto una diagnosi da almeno cinque anni, soffre di effetti collaterali legati ai trattamenti che si manifestano a livello fisico e psico-sociale ed è necessario aumentare la consapevolezza su quali possono essere i rimedi per contrastarli. Anche la scelta tra le varie terapie per il singolo caso, a parità di efficacia, deve essere guidata scegliendo ogni volta possibile l opzione con tossicità minore. D altro canto i pazienti devono imparare che è importante non essere sovrappeso (e neppure dimagrire eccessivamente) per poter trarre il maggiore beneficio dalle cure. Va inoltre eliminato il fumo e limitato il più possibile il consumo di alcol. Un ampia letteratura scientifica ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle terapie oncologiche». Tumore al seno ed effetti collaterali delle cure: si possono arginare Al convegno di Roma, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca per incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente, si è fatto particolare riferimento alle pazienti con carcinoma della mammella. «Rispetto al passato, abbiamo a disposizione farmaci con effetti collaterali più contenuti - sottolinea Alessandra Fabi, oncologa dell Istituto Regina Elena di Roma -. La perdita dei capelli è ancora una delle controindicazioni più temute anche se gli ultimi chemioterapici provocano meno danni. Hanno anche dimostrato di essere più rispettosi della produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine da parte del midollo osseo. Gli attuali farmaci oncologici sono più evoluti rispetto ad anni e in generale la qualità di vita è migliorata anche durante le cure. E quindi importante ricordare che, nonostante le conseguenze indesiderate, chemioterapia e farmaci anticancro salvano la vita. Tuttavia, nonostante gli, innegabili progressi il 37 per cent delle pazienti lamenta spossatezza (fatigue) che è molto frequente durante il trattamento e può perdurare anche a 10 anni dopo la fine delle cure. Quattro donne su dieci invece hanno problemi di dissenteria. Va migliorata la preparazione di tutto il personale medico-sanitario su questo aspetto delicato della medicina oncologica. Lo stesso vale per la ricerca, che attraverso nuovi studi, deve fornire risposte più precise sulla gestione di problemi che possono impattare fortemente sulla qualità di vita del paziente». Mangiare bene fondamentale per combattere la malattia «L alimentazione deve essere adeguatamente monitorata sia durante che dopo le terapie - aggiunge Paolo Marchetti, Direttore dell Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma -. La malnutrizione può impattare negativamente sulla qualità della vita, ridurre l efficacia dei trattamenti chemioterapici e di conseguenza anche la sopravvivenza. Oltre l 80 per cento dei pazienti però non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale. E una consulenza ormai imprescindibile e che va personalizzata prendendo in considerazione eventuali perdite di peso e altre patologie concomitanti. La dieta ideale varia poi in base alla neoplasia e al tipo di trattamento eseguito. Non vanno infine dimenticati gli effetti collaterali delle cure che spesso e volentieri interessano proprio l apparato gastro-intestinale».

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16 Lettori Tumore seno. Fondazione Insieme contro il cancro: Mortalità cala del 24% se paziente fa attività fisica Al Ministero della Salute oggi il convegno nazionale promosso dalla Fondazione. Il presidente, Francesco Cognetti: Oltre tre milioni di italiani vivono con una diagnosi di cancro. I trattamenti sono efficaci, la sopravvivenza risulta in aumento e i malati hanno nuove esigenze. Contro gli effetti collaterali, e per una migliorare risposta alle terapie, sono fondamentali alimentazione sana, un po di sport e niente fumo. 27 FEB - L attività fisica è uno strumento fondamentale di salute anche per i pazienti oncologici. Con 150 minuti alla settimana di moto a intensità moderata si riduce del 24% il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28% per quello del colon-retto. Non solo. Lo sport rappresenta un ottimo rimedio contro i sintomi della fatigue, uno degli effetti collaterali più frequenti. Si calcola, infatti, che interessi la metà delle persone sottoposte a chemioterapia. Ma gli italiani colpiti da una neoplasia sembrano non essere consapevoli di questi benefici. Se l 88% rispetta le raccomandazioni degli specialisti contro il fumo solo uno su tre modifica il proprio stile di vita sedentario dopo una diagnosi di cancro. E quanto emerge dal convegno nazionale La Qualità di Vita in Oncologia promosso oggi dalla Fondazione Insieme contro il Cancro al Ministero della Salute. Rientra in un progetto, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca, per incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente, con particolare riferimento alle pazienti con carcinoma della mammella, alla gestione degli effetti collaterali della chemioterapia, ormonoterapia, terapie target e immunoncologia. All evento partecipano oncologi medici, infermieri, pazienti, familiari, cittadini e Istituzioni. E proprio al convegno è stato presentato il documento finale della Consensus Italiana: Neoplasia della mammella: impatto degli stili e della qualità di vita sull outcome della malattia in fase precoce e nel setting della malattia avanzata. E stato scritto da un comitato di nove oncologi italiani coordinati da Francesco Cognetti, Presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro.

17 Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci - afferma Cognetti -. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Questo aspetto però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante. In Italia oltre 3 milioni di nostri concittadini vivono con un tumore a la sopravvivenza risulta in aumento. Questa particolare categoria di malati presenta nuove esigenze e bisogni. In totale più del 50% dei pazienti, che ha ricevuto una diagnosi da almeno cinque anni, soffre di effetti collaterali legati ai trattamenti che si manifestano a livello fisico e psico-sociale ed è necessario aumentare la consapevolezza su quali possono essere i rimedi. Anche la scelta tra trattamenti, dotati di simili attività, deve essere guidata dall eventuale differente tossicità di questi farmaci. In quest ottica, particolare importanza viene assunta da alcuni comportamenti utili non solo a prevenire il cancro. Oltre all attività fisica il malato deve prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo. Va inoltre eliminato il fumo e limitato il più possibile il consumo di alcol. Un ampia letteratura scientifica ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle cure oncologiche. Anche l alimentazione deve essere adeguatamente monitorata sia durante che dopo le terapie - aggiunge Paolo Marchetti, Direttore dell Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma -. La malnutrizione può impattare negativamente sulla qualità della vita, ridurre l efficacia dei trattamenti chemioterapici e di conseguenza anche la sopravvivenza. Oltre l 80% dei pazienti però non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale. E una consulenza ormai imprescindibile e che va personalizzata prendendo in considerazione eventuali perdite di peso e comorbidità. La dieta ideale varia poi in base alla neoplasia e al tipo di trattamento eseguito. Non vanno infine dimenticati gli effetti collaterali delle cure che spesso e volentieri interessano proprio l apparato gastro-intestinale. Al convegno di Roma la seconda sessione è dedicata al tema della prevenzione delle nuove tossicità. Rispetto al passato, abbiamo a disposizione farmaci con effetti collaterali più contenuti - sottolinea Alessandra Fabi, oncologa del Regina Elena -. La perdita dei capelli è ancora una delle controindicazioni più temute anche se gli ultimi chemioterapici provocano meno danni. Hanno anche dimostrato di essere più rispettosi della produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine da parte del midollo osseo. Gli attuali farmaci oncologici sono più evoluti rispetto ad anni e in generale la qualità di vita è migliorata anche durante le cure. E quindi importante la lotta allo stigma anche nei confronti dei trattamenti. Tuttavia nonostante questi innegabili progressi il 37% delle pazienti lamenta spossatezza (fatigue) che è molto frequente durante il trattamento e può perdurare anche a 10 anni da esso. Quattro su dieci invece hanno problemi di dissenteria. Va migliorata la preparazione di tutto il personale medico-sanitario su questo aspetto delicato della medicina oncologica. Lo stesso vale per la ricerca, che attraverso nuovi studi, deve fornire risposte più precise sulla gestione di problemi che possono impattare fortemente sulla qualità di vita del paziente.

18 Lettori I numeri del cancro in Italia 27 FEB - Questi i numeri forniti oggi dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. Si stima che nel 2018 in Italia siano stati diagnosticati nuovi casi di tumore ( uomini e donne). Complessivamente in Italia ogni giorno circa persone ricevono una nuova diagnosi di tumore. Incidenza Le 5 neoplasie più frequenti nel 2018 nella popolazione sono state quelle della mammella ( nuovi casi), colon-retto (51.300), polmone (41.500), prostata (35.300) e vescica (27.100). Negli uomini il più diagnosticato è il tumore della prostata, che rappresenta il 18% del totale, seguono il colonretto (15%), il polmone (14%), la vescica (11%) e il fegato (5%). Tra le donne il tumore della mammella rappresenta il 29% delle neoplasie femminili, seguito dal colon-retto (13%), polmone (8%), tiroide (6%) e corpo dell utero (5%). In generale in Italia, nel periodo , si conferma una diminuzione di incidenza per tutti i tumori nel sesso maschile (-1,1% per anno), legata principalmente alla riduzione dei tumori del polmone e della prostata, e un andamento sostanzialmente stabile per i tumori femminili. Si osserva un gradiente geografico per l incidenza tumorale con livelli che si riducono dal Nord al Sud. Infatti, il tasso d incidenza standardizzato (sulla popolazione europea) per tutti i tumori è tra gli uomini più basso del 4% al Centro e del 13% al Sud/Isole rispetto al Nord e per le donne del 6% e del 16% rispettivamente. Mortalità I dati dell Istituto nazionale di statistica (ISTAT) indicano per il 2015 (ultimo anno disponibile) decessi attribuibili a tumore ( uomini e donne), tra i circa decessi verificatisi in quell anno. I tumori sono la seconda causa di morte (29% di tutti i decessi), dopo le malattie cardio-circolatorie (37%). Si può affermare che, mediamente, ogni giorno oltre 485 persone muoiono in Italia a causa di una neoplasia. Il tumore che ha fatto registrare nel 2015 il maggior numero di decessi è quello al polmone (33.836), seguito da colon-retto (18.935), mammella (12.381), pancreas (11.463) e fegato (9.675). I dati riguardanti le aree coperte dai Registri Tumori indicano come prima causa di morte oncologica nella popolazione il tumore del polmone (19%). La prima causa di morte fra gli uomini è il tumore del polmone (26%), mentre fra le donne è il tumore della mammella (17%), seguiti da colon-retto (11% tra gli uomini e 12% tra le donne) e prostata tra gli uomini (8%) e polmone tra le donne (11%). Per la totalità dei tumori, si osservano valori inferiori di circa il 5-10% sia al Centro sia al Sud/Isole, più marcati tra le donne, rispetto al Nord. Sopravvivenza

19 Complessivamente la sopravvivenza a 5 anni nelle donne raggiunge il 63%, migliore rispetto a quella degli uomini (54%), in gran parte determinata dal tumore del seno, la neoplasia più frequente fra le italiane, caratterizzata da una buona prognosi. I cinque tumori che fanno registrare in Italia le percentuali più alte di sopravvivenza sono quelli della tiroide (93%), prostata (91%), testicolo (91%), mammella (87%) e melanoma (87%). La sopravvivenza a 5 anni è aumentata rispetto a quella dei casi diagnosticati nei quinquenni precedenti sia per gli uomini (54% nel contro il 51% nel , il 46% nel e il 39% nel 90-94) sia per le donne (rispettivamente 63% vs 60%, 58% e 55%). Su questo risultato positivo complessivo ha influito il miglioramento della sopravvivenza per alcune delle sedi tumorali più frequenti: colon-retto (attualmente 65% per entrambi i sessi), mammella femminile (87%), prostata (92%). Al Nord si registrano valori più elevati di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi rispetto alle Regioni del Sud. In particolare nelle prime tre posizioni si collocano Emilia-Romagna, Toscana (56% uomini e 65% donne in entrambe le Regioni) e Veneto (55% e 64%). In coda invece il Sud, con Sicilia (52% uomini e 60% donne), Sardegna (49% e 60%) e Campania (50% e 59%). Al Nord si registrano tassi migliori sia per il totale dei tumori nei due sessi che per le neoplasie oggetto di programmi di screening organizzato (mammella femminile, colonretto e cervice uterina). Prevalenza Sono quasi 3 milioni e quattrocentomila ( ) gli italiani che vivono dopo una diagnosi di tumore (anno 2018), che rappresentano il 6% dell intera popolazione italiana (uno su 19). Un milione e mezzo sono maschi ( ), pari al 45% del totale e al 5% della popolazione maschile, e femmine. Si stima che le persone con una diagnosi di tumore da oltre 5 anni, che rappresentano il 60% del totale dei pazienti prevalenti, siano circa due milioni (anno 2018). Nei maschi, la diagnosi pregressa più frequente riguarda il tumore della prostata che ha interessato persone, seguito da quelli del colon-retto ( ) e della vescica ( ). Questi tre tipi di tumore hanno rappresentato quasi i 2/3 (60%) di tutti i casi prevalenti. La diagnosi di tumore della mammella è di gran lunga la più frequente nelle donne prevalenti: sono ad aver avuto questa esperienza, quasi la metà (43%) del totale. Gli altri tipi di tumore più frequenti nelle donne sono quello del colon-retto ( ), della tiroide ( ) e dell endometrio (corpo dell utero, ). I primi quattro tipi di tumore rappresentano quasi il 70% di tutte le diagnosi registrate nelle donne in Italia. Vengono definite già guarite le persone con una pregressa diagnosi di tumore che hanno un attesa di vita, misurata attraverso modelli statistici, paragonabile a quella delle persone non affette da tumore; nel 2010 erano , pari al 27% di tutti i prevalenti e all 1,2% degli italiani, e nel 2018, l 1,5% degli italiani. Fonti I numeri del cancro in Italia 2018 (AIOM-AIRTUM-Fondazione AIOM-PASSI)

20 LETTORI Cancro: attività fisica e corretti stili di vita riducono la mortalità e migliorano la qualità di vita Bastano 150 minuti di attività fisica a intensità moderata alla settimana per ridurre del 24% il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28% per quello del colon-retto. Non solo. Lo sport rappresenta un ottimo rimedio contro i sintomi della fatigue, uno degli effetti collaterali più frequenti dei trattamenti anticancro. Nonostante ciò, gli italiani colpiti da una neoplasia sembrano non essere consapevoli di questi benefici. Se l 88% rispetta le raccomandazioni degli specialisti contro il fumo solo uno su tre modifica il proprio stile di vita sedentario dopo una diagnosi di cancro. Sono alcuni dei dati emersi nel corso del convegno nazionale La Qualità di Vita in Oncologia promosso dalla Fondazione Insieme contro il Cancro.

21 Il convegno rientra nell ambito di un progetto finalizzato a incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente. Il progetto, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca, si focalizza in particolare sulle pazienti con carcinoma della mammella, alla gestione degli effetti collaterali della chemioterapia, ormonoterapia, terapie target e immunoncologia. È in questo contesto che è stato prodotto il documento finale della Consensus Italiana: Neoplasia della mammella: impatto degli stili e della qualità di vita sull outcome della malattia in fase precoce e nel setting della malattia avanzata. Il documento è stato scritto da un comitato di nove oncologi italiani coordinati da Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. «Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci», dice Cognetti. «Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Questo aspetto però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante. In Italia oltre 3 milioni di nostri concittadini vivono con un tumore a la sopravvivenza risulta in aumento. Questa particolare categoria di malati presenta nuove esigenze e bisogni. In totale più del 50% dei pazienti, che ha ricevuto una diagnosi da almeno cinque anni, soffre di effetti collaterali legati ai trattamenti che si manifestano a livello fisico e psico-sociale ed è necessario aumentare la consapevolezza su quali possono essere i rimedi. Anche la scelta tra trattamenti, dotati di simili attività, deve essere guidata dall eventuale differente tossicità di questi farmaci. In quest ottica, particolare importanza viene assunta da alcuni comportamenti utili non solo a prevenire il cancro. Oltre all attività fisica il malato deve prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo. Va inoltre eliminato il fumo e limitato il più possibile il consumo di alcol. Un ampia letteratura scientifica ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle cure oncologiche», conclude Cognetti. «Anche l alimentazione deve essere adeguatamente monitorata sia durante che dopo le terapie», aggiunge Paolo Marchetti, direttore dell Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma. «La malnutrizione può impattare negativamente sulla qualità della vita, ridurre l efficacia dei trattamenti chemioterapici e di conseguenza anche la sopravvivenza. Oltre l 80% dei pazienti però non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale. È una consulenza ormai imprescindibile e che va personalizzata prendendo in considerazione eventuali perdite di peso e comorbidità. La dieta ideale varia poi

22 in base alla neoplasia e al tipo di trattamento eseguito. Non vanno infine dimenticati gli effetti collaterali delle cure che spesso e volentieri interessano proprio l apparato gastro-intestinale». Non ultimo, anche la gestione degli effetti collaterali delle terapie è tra le priorità per garantire una migliore qualità possibile alle persone che stanno facendo fronte a un tumore. «Rispetto al passato, abbiamo a disposizione farmaci con effetti collaterali più contenuti», sottolinea Alessandra Fabi, oncologa dell'istituto Tumori Regina Elena di Roma. «La perdita dei capelli è ancora una delle controindicazioni più temute anche se gli ultimi chemioterapici provocano meno danni. Hanno anche dimostrato di essere più rispettosi della produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine da parte del midollo osseo. Gli attuali farmaci oncologici sono più evoluti rispetto ad anni e in generale la qualità di vita è migliorata anche durante le cure. È quindi importante la lotta allo stigma anche nei confronti dei trattamenti. Tuttavia nonostante questi innegabili progressi il 37% delle pazienti lamenta spossatezza (fatigue) che è molto frequente durante il trattamento e può perdurare anche a 10 anni da esso. Quattro su dieci invece hanno problemi di dissenteria. Va migliorata la preparazione di tutto il personale medicosanitario su questo aspetto delicato della medicina oncologica. Lo stesso vale per la ricerca, che attraverso nuovi studi, deve fornire risposte più precise sulla gestione di problemi che possono impattare fortemente sulla qualità di vita del paziente», conclude.

23 Cancro al seno, fare sport riduce rischio mortalità Cancro al seno. Fare sport riduce il rischio di mortalità per i tumori alla mammella e al colon retto di circa un quarto. Ma attenzione: bisogna farlo per almeno due ore e dieci minuti a settimana e ad intensità moderata. Questo porta al calo delle morti al 24% per il cancro della mammella e al 28% per l'ultima parte dell'intestino. Inoltre, l'esercizio fisico è uno dei rimedi migliori per ridurre i sintomi della fatigue, una delle più frequenti condizioni tra chi è colpito da chemioterapia. Ma quanto gli italiani seguono questi consigli legati allo stile di vita? L'88% smette di fumare e solo un italiano su tre abbandona lo stile di vita sedentario. Questa è la fotografia emersa nel corso del convegno nazionale «La qualità di vita in oncologia» promosso dalla Fondazione Insieme contro il cancro al Ministero della Salute. Per Francesco Cognetti, presidente della stessa Fondazione, «negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza, ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita». È Cognetti a spiegare come in Italia ci siano 3 milioni di persone che vivono con un tumore con «la sopravvivenza» che «risulta in aumento». Paolo Marchetti, direttore dell'oncologia medica B del Policlinico Umberto I di Roma ha spiegato come «durante e dopo le terapie» sia necessario «monitorare adeguatamente l'alimentazione». «Oltre l'80% dei pazienti però - ha aggiunto - non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale».

24 ED. ON LINE DEL QUOTIDIANO DI TRENTO Lettori e benessere/ Fare sport riduce rischio mortalità tumori per un quarto (ANSA) - ROMA, 27 FEB - Fare sport riduce il rischio di mortalità per i tumori al seno e al colon retto di circa un quarto. Ma attenzione: bisogna farlo per almeno due ore e dieci minuti a settimana e ad intensità moderata. Questo porta al calo delle morti al 24% per il cancro della mammella e al 28% per l'ultima parte dell'intestino. Inoltre, l'esercizio fisico è uno dei rimedi migliori per ridurre i sintomi della fatigue, una delle più frequenti condizioni tra chi è colpito da chemioterapia. Ma quanto gli italiani seguono questi consigli legati allo stile di vita? L'88% smette di fumare e solo un italiano su tre abbandona lo stile di vita sedentario. Questa è la fotografia emersa nel corso del convegno nazionale "La qualità di vita in oncologia" promosso dalla Fondazione Insieme contro il cancro al Ministero della Salute. Per Francesco Cognetti, presidente della stessa Fondazione, "negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza, ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita". E' Cognetti a spiegare come in Italia ci siano 3 milioni di persone che vivono con un tumore con "la sopravvivenza" che "risulta in aumento". Paolo Marchetti, direttore dell'oncologia medica B del Policlinico Umberto I di Roma ha spiegato come "durante e dopo le terapie" sia necessario "monitorare adeguatamente l'alimentazione". "Oltre l'80% dei pazienti però - ha aggiunto - non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale". (ANSA).

25 Lettori Cancro al seno, fare sport riduce rischio mortalità Cancro al seno. Fare sport riduce il rischio di mortalità per i tumori alla mammella e al colon retto di circa un quarto. Ma attenzione: bisogna farlo per almeno due ore e dieci minuti a settimana e ad intensità moderata. Questo porta al calo delle morti al 24% per il cancro della mammella e al 28% per l'ultima parte dell'intestino. Inoltre, l'esercizio fisico è uno dei rimedi migliori per ridurre i sintomi della fatigue, una delle più frequenti condizioni tra chi è colpito da chemioterapia. Ma quanto gli italiani seguono questi consigli legati allo stile di vita? L'88% smette di fumare e solo un italiano su tre abbandona lo stile di vita sedentario. Questa è la fotografia emersa nel corso del convegno nazionale «La qualità di vita in oncologia» promosso dalla Fondazione Insieme contro il cancro al Ministero della Salute. Per Francesco Cognetti, presidente della stessa Fondazione, «negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza, ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita». È Cognetti a spiegare come in Italia ci siano 3 milioni di persone che vivono con un tumore con «la sopravvivenza» che «risulta in aumento». Paolo Marchetti, direttore dell'oncologia medica B del Policlinico Umberto I di Roma ha spiegato come «durante e dopo le terapie» sia necessario «monitorare adeguatamente l'alimentazione». «Oltre l'80% dei pazienti però - ha aggiunto - non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale».

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27 Lettori Il tumore al seno si cura anche con lo sport Un'attività fisica regolare a intensità moderata riduce la mortalità del 24%. Ma poche persone rinunciano alla vita sedentaria. E tra i fattori decisivi c'è anche una corretta alimentazione. Fare sport riduce il rischio di mortalità per i tumori al seno e al colon retto di circa un quarto. Ma attenzione: bisogna farlo per almeno due ore e dieci minuti a settimana e ad intensità moderata. Questo porta a un calo della mortalità del 24% per il cancro della mammella e del 28% per l'ultima parte dell'intestino. Inoltre, l'esercizio fisico è uno dei rimedi migliori per ridurre i sintomi della fatigue, una delle più frequenti condizioni tra chi deve ricorrere alla chemioterapia. Ma quanto gli italiani seguono questi consigli legati allo stile di vita? Solo un italiano su tre è disposto ad abbandonare lo stile di vita sedentario. PUBBLICITÀ LEGGI ANCHE: Tumore al seno, perché raccontarsi aiuta a guarire ALIMENTAZIONE IMPORTANTE PER VIVERE BENE Questa è la fotografia emersa nel corso del convegno nazionale "La qualità di vita in oncologia" promosso dalla Fondazione Insieme contro il cancro al Ministero della Salute. Per Francesco Cognetti, presidente della stessa Fondazione, «negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza, ma anche una buona, se non

28 ottima, qualità di vita». È Cognetti a spiegare come in Italia ci siano 3 milioni di persone che vivono con un tumore e che «la sopravvivenza risulta in aumento». Paolo Marchetti, direttore dell'oncologia medica B del Policlinico Umberto I di Roma ha spiegato come «durante e dopo le terapie» sia necessario «monitorare adeguatamente l'alimentazione». «Oltre l'80% dei pazienti però - ha aggiunto - non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale».

29 Lettori Cancro al seno, fare sport riduce rischio mortalità Cancro al seno. Fare sport riduce il rischio di mortalità per i tumori alla mammella e al colon retto di circa un quarto. Ma attenzione: bisogna farlo per almeno due ore e dieci minuti a settimana e ad intensità moderata. Questo porta al calo delle morti al 24% per il cancro della mammella e al 28% per l'ultima parte dell'intestino. Inoltre, l'esercizio fisico è uno dei rimedi migliori per ridurre i sintomi della fatigue, una delle più frequenti condizioni tra chi è colpito da chemioterapia. Ma quanto gli italiani seguono questi consigli legati allo stile di vita? L'88% smette di fumare e solo un italiano su tre abbandona lo stile di vita sedentario. Questa è la fotografia emersa nel corso del convegno nazionale «La qualità di vita in oncologia» promosso dalla Fondazione Insieme contro il cancro al Ministero della Salute. Per Francesco Cognetti, presidente della stessa Fondazione, «negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza, ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita». È Cognetti a spiegare come in Italia ci siano 3 milioni di persone che vivono con un tumore con «la sopravvivenza» che «risulta in aumento». Paolo Marchetti, direttore dell'oncologia medica B del Policlinico Umberto I di Roma ha spiegato come «durante e dopo le terapie» sia necessario «monitorare adeguatamente l'alimentazione». «Oltre l'80% dei pazienti però - ha aggiunto - non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale».

30 Tumore del seno: attività fisica riduce la mortalità L attività fisica riduce del 24% il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28% per quello del colon-retto L attività fisica è uno strumento fondamentale di salute anche per i pazienti oncologici. Con 150 minuti alla settimana di moto a intensità moderata si riduce del 24% il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28% per quello del colon-retto. Non solo. Lo sport rappresenta un ottimo rimedio contro i sintomi della fatigue, uno degli effetti collaterali più frequenti. Si calcola, infatti, che interessi la metà delle persone sottoposte a chemioterapia. Ma gli italiani colpiti da una neoplasia sembrano non essere consapevoli di questi benefici. Se l 88% rispetta le raccomandazioni degli specialisti contro il fumo solo uno su tre modifica il proprio stile di vita sedentario dopo una diagnosi di cancro. E quanto emerge dal convegno nazionale La Qualità di Vita in Oncologia promosso oggi dalla Fondazione Insieme contro il Cancro al Ministero della Salute. Rientra in un progetto, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca, per incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente, con particolare riferimento alle pazienti con carcinoma della mammella, alla gestione degli

31 effetti collaterali della chemioterapia, ormonoterapia, terapie target e immunoncologia. All evento partecipano oncologi medici, infermieri, pazienti, familiari, cittadini e Istituzioni. E proprio al convegno è stato presentato il documento finale della Consensus Italiana: Neoplasia della mammella: impatto degli stili e della qualità di vita sull outcome della malattia in fase precoce e nel setting della malattia avanzata. E stato scritto da un comitato di nove oncologi italiani coordinati dal prof. Francesco Cognetti, Presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci afferma il prof. Cognetti -. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Questo aspetto però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante. In Italia oltre 3 milioni di nostri concittadini vivono con un tumore a la sopravvivenza risulta in aumento. Questa particolare categoria di malati presenta nuove esigenze e bisogni. In totale più del 50% dei pazienti, che ha ricevuto una diagnosi da almeno cinque anni, soffre di effetti collaterali legati ai trattamenti che si manifestano a livello fisico e psico-sociale ed è necessario aumentare la consapevolezza su quali possono essere i rimedi. Anche la scelta tra trattamenti, dotati di simili attività, deve essere guidata dall eventuale differente tossicità di questi farmaci. In quest ottica, particolare importanza viene assunta da alcuni comportamenti utili non solo a prevenire il cancro. Oltre all attività fisica il malato deve prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo. Va inoltre eliminato il fumo e limitato il più possibile il consumo di alcol. Un ampia letteratura scientifica ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle cure oncologiche. Anche l alimentazione deve essere adeguatamente monitorata sia durante che dopo le terapie aggiunge il prof. Paolo Marchetti, Direttore dell Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma -. La malnutrizione può impattare negativamente sulla qualità della vita, ridurre l efficacia dei trattamenti chemioterapici e di conseguenza

32 anche la sopravvivenza. Oltre l 80% dei pazienti però non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale. E una consulenza ormai imprescindibile e che va personalizzata prendendo in considerazione eventuali perdite di peso e comorbidità. La dieta ideale varia poi in base alla neoplasia e al tipo di trattamento eseguito. Non vanno infine dimenticati gli effetti collaterali delle cure che spesso e volentieri interessano proprio l apparato gastro-intestinale. Al convegno di Roma la seconda sessione è dedicata al tema della prevenzione delle nuove tossicità. Rispetto al passato, abbiamo a disposizione farmaci con effetti collaterali più contenuti sottolinea la dott.ssa Alessandra Fabi, oncologa del Regina Elena -. La perdita dei capelli è ancora una delle controindicazioni più temute anche se gli ultimi chemioterapici provocano meno danni. Hanno anche dimostrato di essere più rispettosi della produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine da parte del midollo osseo. Gli attuali farmaci oncologici sono più evoluti rispetto ad anni e in generale la qualità di vita è migliorata anche durante le cure. E quindi importante la lotta allo stigma anche nei confronti dei trattamenti. Tuttavia nonostante questi innegabili progressi il 37% delle pazienti lamenta spossatezza (fatigue) che è molto frequente durante il trattamento e può perdurare anche a 10 anni da esso. Quattro su dieci invece hanno problemi di dissenteria. Va migliorata la preparazione di tutto il personale medico-sanitario su questo aspetto delicato della medicina oncologica. Lo stesso vale per la ricerca, che attraverso nuovi studi, deve fornire risposte più precise sulla gestione di problemi che possono impattare fortemente sulla qualità di vita del paziente.

33 Tumore del seno: -24% di mortalità se il paziente pratica attività fisica ROMA L attività fisica è uno strumento fondamentale di salute anche per i pazienti oncologici. Con 150 minuti alla settimana di moto a intensità moderata si riduce del 24% il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28% per quello del colon-retto. Non solo. Lo sport rappresenta un ottimo rimedio contro i sintomi della fatigue, uno degli effetti collaterali più frequenti. Si calcola, infatti, che interessi la metà delle persone sottoposte a chemioterapia. Ma gli italiani colpiti da una neoplasia sembrano non essere consapevoli di questi benefici. Se l 88% rispetta le raccomandazioni degli specialisti contro il fumo solo uno su tre modifica il proprio stile di vita sedentario dopo una diagnosi di cancro. E quanto emerge dal convegno nazionale La Qualità di Vita in Oncologia promosso oggi dalla Fondazione Insieme contro il Cancro al Ministero della Salute. Rientra in un progetto, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca, per incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente, con particolare riferimento alle pazienti con carcinoma della mammella, alla gestione degli effetti collaterali della chemioterapia, ormonoterapia, terapie target e immunoncologia. All evento partecipano oncologi medici, infermieri, pazienti, familiari, cittadini e Istituzioni. E proprio al convegno è stato presentato il documento finale della Consensus Italiana: Neoplasia della mammella: impatto degli stili e della qualità di vita sull outcome della malattia in fase precoce e nel setting della malattia avanzata. E stato scritto da un comitato di nove oncologi italiani coordinati dal prof. Francesco Cognetti, Presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci - afferma il prof. Cognetti -. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Questo aspetto però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante. In Italia oltre 3 milioni di nostri concittadini vivono con un tumore a la sopravvivenza risulta in aumento. Questa particolare categoria di malati presenta nuove

34 esigenze e bisogni. In totale più del 50% dei pazienti, che ha ricevuto una diagnosi da almeno cinque anni, soffre di effetti collaterali legati ai trattamenti che si manifestano a livello fisico e psico-sociale ed è necessario aumentare la consapevolezza su quali possono essere i rimedi. Anche la scelta tra trattamenti, dotati di simili attività, deve essere guidata dall eventuale differente tossicità di questi farmaci. In quest ottica, particolare importanza viene assunta da alcuni comportamenti utili non solo a prevenire il cancro. Oltre all attività fisica il malato deve prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo. Va inoltre eliminato il fumo e limitato il più possibile il consumo di alcol. Un ampia letteratura scientifica ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle cure oncologiche. Anche l alimentazione deve essere adeguatamente monitorata sia durante che dopo le terapie - aggiunge il prof. Paolo Marchetti, Direttore dell Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma -. La malnutrizione può impattare negativamente sulla qualità della vita, ridurre l efficacia dei trattamenti chemioterapici e di conseguenza anche la sopravvivenza. Oltre l 80% dei pazienti però non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale. E una consulenza ormai imprescindibile e che va personalizzata prendendo in considerazione eventuali perdite di peso e comorbidità. La dieta ideale varia poi in base alla neoplasia e al tipo di trattamento eseguito. Non vanno infine dimenticati gli effetti collaterali delle cure che spesso e volentieri interessano proprio l apparato gastro-intestinale. Al convegno di Roma la seconda sessione è dedicata al tema della prevenzione delle nuove tossicità. Rispetto al passato, abbiamo a disposizione farmaci con effetti collaterali più contenuti - sottolinea la dott.ssa Alessandra Fabi, oncologa del Regina Elena -. La perdita dei capelli è ancora una delle controindicazioni più temute anche se gli ultimi chemioterapici provocano meno danni. Hanno anche dimostrato di essere più rispettosi della produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine da parte del midollo osseo. Gli attuali farmaci oncologici sono più evoluti rispetto ad anni e in generale la qualità di vita è migliorata anche durante le cure. E quindi importante la lotta allo stigma anche nei confronti dei trattamenti. Tuttavia nonostante questi innegabili progressi il 37% delle pazienti lamenta spossatezza (fatigue) che è molto frequente durante il trattamento e può perdurare anche a 10 anni da esso. Quattro su dieci invece hanno problemi di dissenteria. Va migliorata la preparazione di tutto il personale medicosanitario su questo aspetto delicato della medicina oncologica. Lo stesso vale per la ricerca, che attraverso nuovi studi, deve fornire risposte più precise sulla gestione di problemi che possono impattare fortemente sulla qualità di vita del paziente.

35 Lettori TUMORE DEL SENO: -24% DI MORTALITA SE IL PAZIENTE PRATICA ATTIVITA FISICA L attività fisica è uno strumento fondamentale di salute anche per i pazienti oncologici. Con 150 minuti alla settimana di moto a intensità moderata si riduce del 24% il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28% per quello del colon-retto. Non solo. Lo sport rappresenta un ottimo rimedio contro i sintomi della fatigue, uno degli effetti collaterali più frequenti. Si calcola, infatti, che interessi la metà delle persone sottoposte a chemioterapia. Ma gli italiani colpiti da una neoplasia sembrano non essere consapevoli di questi benefici. Se l 88% rispetta le raccomandazioni degli specialisti contro il fumo solo uno su tre modifica il proprio stile di vita sedentario dopo una diagnosi di cancro. E quanto emerge dal convegno nazionale La Qualità di Vita in Oncologia promosso oggi dalla Fondazione Insieme contro il Cancro al Ministero della Salute. Rientra in un progetto, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca, per incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente, con particolare riferimento alle pazienti con carcinoma della mammella, alla gestione degli effetti collaterali della chemioterapia, ormonoterapia, terapie target e immunoncologia. All evento partecipano oncologi medici, infermieri, pazienti, familiari, cittadini e Istituzioni. E proprio al convegno è stato presentato il documento finale della Consensus Italiana: Neoplasia della mammella: impatto degli stili e della qualità di vita sull outcome della malattia in fase precoce e nel setting della malattia avanzata. E stato scritto da un comitato di nove oncologi italiani coordinati dal prof. Francesco Cognetti, Presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci - afferma il prof. Cognetti -. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Questo aspetto però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante. In Italia oltre 3 milioni di nostri concittadini vivono con un tumore a la

36 sopravvivenza risulta in aumento. Questa particolare categoria di malati presenta nuove esigenze e bisogni. In totale più del 50% dei pazienti, che ha ricevuto una diagnosi da almeno cinque anni, soffre di effetti collaterali legati ai trattamenti che si manifestano a livello fisico e psico-sociale ed è necessario aumentare la consapevolezza su quali possono essere i rimedi. Anche la scelta tra trattamenti, dotati di simili attività, deve essere guidata dall eventuale differente tossicità di questi farmaci. In quest ottica, particolare importanza viene assunta da alcuni comportamenti utili non solo a prevenire il cancro. Oltre all attività fisica il malato deve prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo. Va inoltre eliminato il fumo e limitato il più possibile il consumo di alcol. Un ampia letteratura scientifica ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle cure oncologiche. Anche l alimentazione deve essere adeguatamente monitorata sia durante che dopo le terapie - aggiunge il prof. Paolo Marchetti, Direttore dell Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma -. La malnutrizione può impattare negativamente sulla qualità della vita, ridurre l efficacia dei trattamenti chemioterapici e di conseguenza anche la sopravvivenza. Oltre l 80% dei pazienti però non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale. E una consulenza ormai imprescindibile e che va personalizzata prendendo in considerazione eventuali perdite di peso e comorbidità. La dieta ideale varia poi in base alla neoplasia e al tipo di trattamento eseguito. Non vanno infine dimenticati gli effetti collaterali delle cure che spesso e volentieri interessano proprio l apparato gastro-intestinale. Al convegno di Roma la seconda sessione è dedicata al tema della prevenzione delle nuove tossicità. Rispetto al passato, abbiamo a disposizione farmaci con effetti collaterali più contenuti - sottolinea la dott.ssa Alessandra Fabi, oncologa del Regina Elena -. La perdita dei capelli è ancora una delle controindicazioni più temute anche se gli ultimi chemioterapici provocano meno danni. Hanno anche dimostrato di essere più rispettosi della produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine da parte del midollo osseo. Gli attuali farmaci oncologici sono più evoluti rispetto ad anni e in generale la qualità di vita è migliorata anche durante le cure. E quindi importante la lotta allo stigma anche nei confronti dei trattamenti. Tuttavia nonostante questi innegabili progressi il 37% delle pazienti lamenta spossatezza (fatigue) che è molto frequente durante il trattamento e può perdurare anche a 10 anni da esso. Quattro su dieci invece hanno problemi di dissenteria. Va migliorata la preparazione di tutto il personale medico-sanitario su questo aspetto delicato della medicina oncologica. Lo stesso vale per la ricerca, che attraverso nuovi studi, deve fornire risposte più precise sulla gestione di problemi che possono impattare fortemente sulla qualità di vita del paziente.

37 Lettori TUMORE DEL SENO: -24% DI MORTALITA SE IL PAZIENTE PRATICA ATTIVITA FISICA L attività fisica è uno strumento fondamentale di salute anche per i pazienti oncologici. Con 150 minuti alla settimana di moto a intensità moderata si riduce del 24% il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28% per quello del colon-retto. Non solo. Lo sport rappresenta un ottimo rimedio contro i sintomi della fatigue, uno degli effetti collaterali più frequenti. Si calcola, infatti, che interessi la metà delle persone sottoposte a chemioterapia. Ma gli italiani colpiti da una neoplasia sembrano non essere consapevoli di questi benefici. Se l 88% rispetta le raccomandazioni degli specialisti contro il fumo solo uno su tre modifica il proprio stile di vita sedentario dopo una diagnosi di cancro. E quanto emerge dal convegno nazionale La Qualità di Vita in Oncologiapromosso oggi dalla Fondazione Insieme contro il Cancro al Ministero della Salute. Rientra in un progetto, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca, per incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente, con particolare riferimento alle pazienti con carcinoma della mammella, alla gestione degli effetti collaterali della chemioterapia, ormonoterapia, terapie target e immunoncologia. All evento partecipano oncologi medici, infermieri, pazienti, familiari, cittadini e Istituzioni. E proprio al convegno è stato presentato il documento finale della Consensus Italiana: Neoplasia della mammella: impatto degli stili e della qualità di vita sull outcome della malattia in fase precoce e nel setting della malattia avanzata.e stato scritto da un comitato di nove oncologi italiani coordinati dal prof.francesco Cognetti, Presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci - afferma il prof.cognetti -. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Questo aspetto però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante. In Italia oltre 3 milioni di nostri concittadini vivono con un tumore a la sopravvivenza risulta in aumento. Questa particolare categoria di malati presenta nuove esigenze e bisogni. In totale più del 50% dei pazienti, che ha ricevuto una diagnosi da almeno

38 cinque anni, soffre di effetti collaterali legati ai trattamenti che si manifestano a livello fisico e psico-sociale ed è necessario aumentare la consapevolezza su quali possono essere i rimedi. Anche la scelta tra trattamenti, dotati di simili attività, deve essere guidata dall eventuale differente tossicità di questi farmaci. In quest ottica, particolare importanza viene assunta da alcuni comportamenti utili non solo a prevenire il cancro. Oltre all attività fisica il malato deve prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo. Va inoltre eliminato il fumo e limitato il più possibile il consumo di alcol. Un ampia letteratura scientifica ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle cure oncologiche. Anche l alimentazione deve essere adeguatamente monitorata sia durante che dopo le terapie - aggiunge il prof. Paolo Marchetti, Direttore dell Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma -. La malnutrizione può impattare negativamente sulla qualità della vita, ridurre l efficacia dei trattamenti chemioterapici e di conseguenza anche la sopravvivenza. Oltre l 80% dei pazienti però non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale. E una consulenza ormai imprescindibile e che va personalizzata prendendo in considerazione eventuali perdite di peso e comorbidità. La dieta ideale varia poi in base alla neoplasia e al tipo di trattamento eseguito. Non vanno infine dimenticati gli effetti collaterali delle cure che spesso e volentieri interessano proprio l apparato gastro-intestinale. Al convegno di Roma la seconda sessione è dedicata al tema della prevenzione delle nuove tossicità. Rispetto al passato, abbiamo a disposizione farmaci con effetti collaterali più contenuti - sottolinea la dott.ssa Alessandra Fabi, oncologa del Regina Elena -. La perdita dei capelli è ancora una delle controindicazioni più temute anche se gli ultimi chemioterapici provocano meno danni. Hanno anche dimostrato di essere più rispettosi della produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine da parte del midollo osseo. Gli attuali farmaci oncologici sono più evoluti rispetto ad anni e in generale la qualità di vita è migliorata anche durante le cure. E quindi importante la lotta allo stigma anche nei confronti dei trattamenti. Tuttavia nonostante questi innegabili progressi il 37% delle pazienti lamenta spossatezza (fatigue) che è molto frequente durante il trattamento e può perdurare anche a 10 anni da esso. Quattro su dieci invece hanno problemi di dissenteria. Va migliorata la preparazione di tutto il personale medico-sanitario su questo aspetto delicato della medicina oncologica. Lo stesso vale per la ricerca, che attraverso nuovi studi, deve fornire risposte più precise sulla gestione di problemi che possono impattare fortemente sulla qualità di vita del paziente

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40 Lettori Tumore del seno: -24% di mortalita se il paziente pratica attivita fisica Roma, 27 febbraio 2019 L attività fisica è uno strumento fondamentale di salute anche per i pazienti oncologici. Con 150 minuti alla settimana di moto a intensità moderata si riduce del 24% il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28% per quello del colon-retto. Non solo. Lo sport rappresenta un ottimo rimedio contro i sintomi della fatigue, uno degli effetti collaterali più frequenti. Si calcola, infatti, che interessi la metà delle persone sottoposte a chemioterapia. Ma gli italiani colpiti da una neoplasia sembrano non essere consapevoli di questi benefici. Se l 88% rispetta le raccomandazioni degli specialisti contro il fumo solo uno su tre modifica il proprio stile di vita sedentario dopo una diagnosi di cancro. E quanto emerge dal convegno nazionale La Qualità di Vita in Oncologia promosso oggi dalla Fondazione Insieme contro il Cancro al Ministero della Salute. Rientra in un progetto, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca, per incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente, con particolare riferimento alle pazienti con carcinoma della mammella, alla gestione degli effetti collaterali della chemioterapia, ormonoterapia, terapie target e immunoncologia. All evento partecipano oncologi medici, infermieri, pazienti, familiari, cittadini e Istituzioni. E proprio al convegno è stato presentato il documento finale della Consensus Italiana: Neoplasia della mammella: impatto degli stili e della qualità di vita sull outcome della malattia in fase precoce e nel setting della malattia avanzata. E stato scritto da un comitato di nove oncologi italiani coordinati dal prof. Francesco Cognetti, Presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci afferma il prof. Cognetti -. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Questo aspetto però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante. In Italia oltre 3 milioni di nostri concittadini vivono con un tumore a la sopravvivenza risulta in aumento. Questa particolare categoria di malati presenta nuove esigenze e bisogni. In totale più del 50% dei pazienti, che ha ricevuto una diagnosi da almeno cinque anni, soffre di effetti collaterali legati ai trattamenti che si manifestano a livello fisico e psico-sociale ed è necessario aumentare la consapevolezza su quali possono essere i rimedi. Anche la scelta tra trattamenti, dotati di simili attività, deve essere guidata dall eventuale differente tossicità di questi farmaci. In quest ottica, particolare importanza viene assunta da alcuni comportamenti utili non solo a prevenire il cancro. Oltre all attività fisica il malato deve prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo. Va inoltre eliminato il fumo e limitato il più possibile il consumo di alcol. Un ampia letteratura scientifica ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle cure oncologiche. Anche l alimentazione deve essere adeguatamente monitorata sia durante che dopo le terapie aggiunge il prof. Paolo Marchetti, Direttore dell Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma -. La malnutrizione può impattare negativamente sulla qualità della vita, ridurre l efficacia dei trattamenti chemioterapici e di conseguenza anche la sopravvivenza. Oltre l 80% dei pazienti però non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale. E una consulenza ormai imprescindibile e che va personalizzata prendendo in considerazione eventuali perdite di peso e comorbidità. La dieta ideale varia poi in base alla neoplasia e al tipo di trattamento eseguito. Non vanno infine dimenticati gli effetti collaterali

41 delle cure che spesso e volentieri interessano proprio l apparato gastro-intestinale. Al convegno di Roma la seconda sessione è dedicata al tema della prevenzione delle nuove tossicità. Rispetto al passato, abbiamo a disposizione farmaci con effetti collaterali più contenuti sottolinea la dott.ssa Alessandra Fabi, oncologa del Regina Elena -. La perdita dei capelli è ancora una delle controindicazioni più temute anche se gli ultimi chemioterapici provocano meno danni. Hanno anche dimostrato di essere più rispettosi della produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine da parte del midollo osseo. Gli attuali farmaci oncologici sono più evoluti rispetto ad anni e in generale la qualità di vita è migliorata anche durante le cure. E quindi importante la lotta allo stigma anche nei confronti dei trattamenti. Tuttavia nonostante questi innegabili progressi il 37% delle pazienti lamenta spossatezza (fatigue) che è molto frequente durante il trattamento e può perdurare anche a 10 anni da esso. Quattro su dieci invece hanno problemi di dissenteria. Va migliorata la preparazione di tutto il personale medicosanitario su questo aspetto delicato della medicina oncologica. Lo stesso vale per la ricerca, che attraverso nuovi studi, deve fornire risposte più precise sulla gestione di problemi che possono impattare fortemente sulla qualità di vita del paziente.

42 (Piattaforma virtuale di comunicati stampa nazionali) Lettori TUMORE DEL SENO: -24% DI MORTALITA SE IL PAZIENTE PRATICA ATTIVITA FISICA LA QUALITA DI VITA DIVENTI UNA PRIORITA, ANCHE PER PREVENIRE LE RECIDIVE Il prof. Francesco Cognetti: Oltre tre milioni di italiani vivono con una diagnosi di cancro. I trattamenti sono efficaci, la sopravvivenza risulta in aumento e i malati hanno nuove esigenze. Contro gli effetti collaterali, e per una migliorare risposta alle terapie, sono fondamentali alimentazione sana, un po di sport e niente fumo Roma, 27/02/2019 (informazione.it - comunicati stampa) L attività fisica è uno strumento fondamentale di salute anche per i pazienti oncologici. Con 150 minuti alla settimana di moto a intensità moderata si riduce del 24% il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28% per quello del colon-retto. Non solo. Lo sport rappresenta un ottimo rimedio contro i sintomi della fatigue, uno degli effetti collaterali più frequenti. Si calcola, infatti, che interessi la metà delle persone sottoposte a chemioterapia. Ma gli italiani colpiti da una neoplasia sembrano non essere consapevoli di questi benefici. Se l 88% rispetta le raccomandazioni degli specialisti contro il fumo solo uno su tre modifica il proprio stile di vita sedentario dopo una diagnosi di cancro. E quanto emerge dal convegno nazionale La Qualità di Vita in Oncologia promosso oggi dalla Fondazione Insieme contro il Cancro al Ministero della Salute. Rientra in un progetto, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca, per incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente, con particolare riferimento alle pazienti con carcinoma della mammella, alla gestione degli effetti collaterali della chemioterapia, ormonoterapia, terapie target e immunoncologia. All evento partecipano oncologi medici, infermieri, pazienti, familiari, cittadini e Istituzioni. E proprio al convegno è stato presentato il documento finale della Consensus Italiana: Neoplasia della mammella: impatto degli stili e della qualità di vita sull outcome della malattia in fase precoce e nel setting della malattia avanzata. E stato scritto da un comitato di nove oncologi italiani coordinati dal prof. Francesco Cognetti, Presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci - afferma il prof. Cognetti -. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Questo aspetto però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante. In Italia oltre 3 milioni di nostri concittadini vivono con un tumore a la sopravvivenza risulta in aumento. Questa particolare categoria di malati presenta nuove esigenze e bisogni. In totale più del 50% dei pazienti, che ha ricevuto una diagnosi da almeno cinque anni, soffre di effetti collaterali legati ai trattamenti che si manifestano a livello fisico e psico-sociale ed è necessario aumentare la consapevolezza su quali possono essere i rimedi. Anche la scelta tra trattamenti, dotati di simili attività, deve essere guidata dall eventuale differente tossicità di questi farmaci. In quest ottica, particolare importanza viene assunta da

43 alcuni comportamenti utili non solo a prevenire il cancro. Oltre all attività fisica il malato deve prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo. Va inoltre eliminato il fumo e limitato il più possibile il consumo di alcol. Un ampia letteratura scientifica ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle cure oncologiche. Anche l alimentazione deve essere adeguatamente monitorata sia durante che dopo le terapie - aggiunge il prof. Paolo Marchetti, Direttore dell Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma -. La malnutrizione può impattare negativamente sulla qualità della vita, ridurre l efficacia dei trattamenti chemioterapici e di conseguenza anche la sopravvivenza. Oltre l 80% dei pazienti però non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale. E una consulenza ormai imprescindibile e che va personalizzata prendendo in considerazione eventuali perdite di peso e comorbidità. La dieta ideale varia poi in base alla neoplasia e al tipo di trattamento eseguito. Non vanno infine dimenticati gli effetti collaterali delle cure che spesso e volentieri interessano proprio l apparato gastro-intestinale. Al convegno di Roma la seconda sessione è dedicata al tema della prevenzione delle nuove tossicità. Rispetto al passato, abbiamo a disposizione farmaci con effetti collaterali più contenuti - sottolinea la dott.ssa Alessandra Fabi, oncologa del Regina Elena -. La perdita dei capelli è ancora una delle controindicazioni più temute anche se gli ultimi chemioterapici provocano meno danni. Hanno anche dimostrato di essere più rispettosi della produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine da parte del midollo osseo. Gli attuali farmaci oncologici sono più evoluti rispetto ad anni e in generale la qualità di vita è migliorata anche durante le cure. E quindi importante la lotta allo stigma anche nei confronti dei trattamenti. Tuttavia nonostante questi innegabili progressi il 37% delle pazienti lamenta spossatezza (fatigue) che è molto frequente durante il trattamento e può perdurare anche a 10 anni da esso. Quattro su dieci invece hanno problemi di dissenteria. Va migliorata la preparazione di tutto il personale medico-sanitario su questo aspetto delicato della medicina oncologica. Lo stesso vale per la ricerca, che attraverso nuovi studi, deve fornire risposte più precise sulla gestione di problemi che possono impattare fortemente sulla qualità di vita del paziente.

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45 Lettori TUMORE DEL SENO: -24% DI MORTALITA SE IL PAZIENTE PRATICA ATTIVITA FISICA LA QUALITA DI VITA DIVENTI UNA PRIORITA, ANCHE PER PREVENIRE LE RECIDIVE Al Ministero della Salute il convegno nazionale promosso dalla Fondazione Roma, 27 febbraio 2019 L attività fisica è uno strumento fondamentale di salute anche per i pazienti oncologici. Con 150 minuti alla settimana di moto a intensità moderata si riduce del 24% il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28% per quello del colon-retto. Non solo. Lo sport rappresenta un ottimo rimedio contro i sintomi della fatigue, uno degli effetti collaterali più frequenti. Si calcola, infatti, che interessi la metà delle persone sottoposte a chemioterapia. Ma gli italiani colpiti da una neoplasia sembrano non essere consapevoli di questi benefici. Se l 88% rispetta le raccomandazioni degli specialisti contro il fumo solo uno su tre modifica il proprio stile di vita sedentario dopo una diagnosi di cancro. E quanto emerge dal convegno nazionale La Qualità di Vita in Oncologia promosso oggi dalla Fondazione Insieme contro il Cancro al Ministero della Salute. Rientra in un progetto, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca, per incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente, con particolare riferimento alle pazienti con carcinoma della mammella, alla gestione degli effetti collaterali della chemioterapia, ormonoterapia, terapie target e immunoncologia. All evento partecipano oncologi medici, infermieri, pazienti, familiari, cittadini e Istituzioni. E proprio al convegno è stato presentato il documento finale della Consensus Italiana: Neoplasia della mammella: impatto degli stili e della qualità di vita sull outcome della malattia in fase precoce e nel setting della malattia avanzata. E stato scritto da un comitato di nove oncologi italiani coordinati dal prof. Francesco Cognetti, Presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci afferma il prof. Cognetti -. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Questo aspetto però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante. In Italia oltre 3 milioni di nostri concittadini vivono con un tumore a la sopravvivenza risulta in aumento. Questa particolare categoria di malati presenta nuove esigenze e bisogni. In totale più del 50% dei pazienti, che ha ricevuto una diagnosi da almeno cinque anni, soffre di effetti collaterali legati ai trattamenti che si manifestano a livello fisico e psico-sociale ed è necessario aumentare la consapevolezza su quali possono essere i rimedi. Anche la scelta tra trattamenti, dotati di

46 simili attività, deve essere guidata dall eventuale differente tossicità di questi farmaci. In quest ottica, particolare importanza viene assunta da alcuni comportamenti utili non solo a prevenire il cancro. Oltre all attività fisica il malato deve prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo. Va inoltre eliminato il fumo e limitato il più possibile il consumo di alcol. Un ampia letteratura scientifica ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle cure oncologiche. Anche l alimentazione deve essere adeguatamente monitorata sia durante che dopo le terapie aggiunge il prof. Paolo Marchetti, Direttore dell Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma -. La malnutrizione può impattare negativamente sulla qualità della vita, ridurre l efficacia dei trattamenti chemioterapici e di conseguenza anche la sopravvivenza. Oltre l 80% dei pazienti però non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale. E una consulenza ormai imprescindibile e che va personalizzata prendendo in considerazione eventuali perdite di peso e comorbidità. La dieta ideale varia poi in base alla neoplasia e al tipo di trattamento eseguito. Non vanno infine dimenticati gli effetti collaterali delle cure che spesso e volentieri interessano proprio l apparato gastro-intestinale. Al convegno di Roma la seconda sessione è dedicata al tema della prevenzione delle nuove tossicità. Rispetto al passato, abbiamo a disposizione farmaci con effetti collaterali più contenuti sottolinea la dott.ssa Alessandra Fabi, oncologa del Regina Elena -. La perdita dei capelli è ancora una delle controindicazioni più temute anche se gli ultimi chemioterapici provocano meno danni. Hanno anche dimostrato di essere più rispettosi della produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine da parte del midollo osseo. Gli attuali farmaci oncologici sono più evoluti rispetto ad anni e in generale la qualità di vita è migliorata anche durante le cure. E quindi importante la lotta allo stigma anche nei confronti dei trattamenti. Tuttavia nonostante questi innegabili progressi il 37% delle pazienti lamenta spossatezza (fatigue) che è molto frequente durante il trattamento e può perdurare anche a 10 anni da esso. Quattro su dieci invece hanno problemi di dissenteria. Va migliorata la preparazione di tutto il personale medico-sanitario su questo aspetto delicato della medicina oncologica. Lo stesso vale per la ricerca, che attraverso nuovi studi, deve fornire risposte più precise sulla gestione di problemi che possono impattare fortemente sulla qualità di vita del paziente.

47 TUMORE DEL SENO: -24% DI MORTALITA SE IL PAZIENTE PRATICA ATTIVITA FISICA LA QUALITA DI VITA DIVENTI UNA PRIORITA, ANCHE PER PREVENIRE LE RECIDIVE Il prof. Francesco Cognetti: Oltre tre milioni di italiani vivono con una diagnosi di cancro. I trattamenti sono efficaci, la sopravvivenza risulta in aumento e i malati hanno nuove esigenze. Contro gli effetti collaterali, e per una migliorare risposta alle terapie, sono fondamentali alimentazione sana, un po di sport e niente fumo Roma, 27 febbraio 2019 L attività fisica è uno strumento fondamentale di salute anche per i pazienti oncologici. Con 150 minuti alla settimana di moto a intensità moderata si riduce del 24% il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28% per quello del colonretto. Non solo. Lo sport rappresenta un ottimo rimedio contro i sintomi della fatigue, uno degli effetti collaterali più frequenti. Si calcola, infatti, che interessi la metà delle persone sottoposte a chemioterapia. Ma gli italiani colpiti da una neoplasia sembrano non essere consapevoli di questi benefici. Se l 88% rispetta le raccomandazioni degli specialisti contro il fumo solo uno su tre modifica il proprio stile di vita sedentario dopo una diagnosi di cancro. E quanto emerge dal convegno nazionale La Qualità di Vita in Oncologia promosso oggi dalla Fondazione Insieme contro il Cancro al Ministero della Salute. Rientra in un progetto, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca, per incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente, con particolare riferimento alle pazienti con carcinoma della mammella, alla gestione degli effetti collaterali della chemioterapia, ormonoterapia, terapie target e immunoncologia. All evento partecipano oncologi medici, infermieri, pazienti, familiari, cittadini e Istituzioni. E proprio al convegno è stato presentato il documento finale della Consensus Italiana: Neoplasia della mammella: impatto degli stili e della qualità di vita sull outcome della malattia in fase precoce e nel setting della malattia avanzata. E stato scritto da un comitato di nove oncologi italiani coordinati dal prof. Francesco Cognetti, Presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci - afferma il prof. Cognetti -. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Questo aspetto però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante. In Italia oltre 3 milioni di nostri concittadini vivono con un tumore a la sopravvivenza risulta in aumento. Questa particolare categoria di malati presenta nuove esigenze e bisogni. In totale più del 50% dei pazienti, che ha ricevuto una diagnosi da almeno cinque anni, soffre di effetti collaterali legati ai trattamenti che si manifestano a livello fisico e psico-sociale ed è necessario aumentare la consapevolezza su quali possono essere i rimedi. Anche la scelta tra trattamenti, dotati di simili attività, deve essere guidata dall eventuale differente tossicità di questi farmaci. In quest ottica, particolare importanza viene assunta da alcuni comportamenti utili non solo a prevenire il cancro. Oltre all attività fisica il malato deve prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo. Va inoltre eliminato il fumo e limitato il più possibile il consumo di alcol. Un ampia letteratura scientifica ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle cure oncologiche.

48 Anche l alimentazione deve essere adeguatamente monitorata sia durante che dopo le terapie - aggiunge il prof. Paolo Marchetti, Direttore dell Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma -. La malnutrizione può impattare negativamente sulla qualità della vita, ridurre l efficacia dei trattamenti chemioterapici e di conseguenza anche la sopravvivenza. Oltre l 80% dei pazienti però non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale. E una consulenza ormai imprescindibile e che va personalizzata prendendo in considerazione eventuali perdite di peso e comorbidità. La dieta ideale varia poi in base alla neoplasia e al tipo di trattamento eseguito. Non vanno infine dimenticati gli effetti collaterali delle cure che spesso e volentieri interessano proprio l apparato gastro-intestinale. Al convegno di Roma la seconda sessione è dedicata al tema della prevenzione delle nuove tossicità. Rispetto al passato, abbiamo a disposizione farmaci con effetti collaterali più contenuti - sottolinea la dott.ssa Alessandra Fabi, oncologa del Regina Elena -. La perdita dei capelli è ancora una delle controindicazioni più temute anche se gli ultimi chemioterapici provocano meno danni. Hanno anche dimostrato di essere più rispettosi della produzione di globuli bianchi, rossi e piastrine da parte del midollo osseo. Gli attuali farmaci oncologici sono più evoluti rispetto ad anni e in generale la qualità di vita è migliorata anche durante le cure. E quindi importante la lotta allo stigma anche nei confronti dei trattamenti. Tuttavia nonostante questi innegabili progressi il 37% delle pazienti lamenta spossatezza (fatigue) che è molto frequente durante il trattamento e può perdurare anche a 10 anni da esso. Quattro su dieci invece hanno problemi di dissenteria. Va migliorata la preparazione di tutto il personale medico-sanitario su questo aspetto delicato della medicina oncologica. Lo stesso vale per la ricerca, che attraverso nuovi studi, deve fornire risposte più precise sulla gestione di problemi che possono impattare fortemente sulla qualità di vita del paziente.

49 Lettori TUMORE DEL SENO: -24% DI MORTALITA SE IL PAZIENTE PRATICA ATTIVITA FISICA Roma, 27 febbraio 2019 Con 150 minuti alla settimana di attività fisica si riduce del 24% il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28% per quello del colon-retto. Non solo. Lo sport rappresenta un ottimo rimedio contro i sintomi della fatigue, uno degli effetti collaterali più frequenti. Si calcola, infatti, che interessi la metà delle persone sottoposte a chemioterapia. Ma gli italiani colpiti da una neoplasia sembrano non essere consapevoli di questi benefici. Se l 88% rispetta le raccomandazioni degli specialisti contro il fumo solo uno su tre modifica il proprio stile di vita sedentario dopo una diagnosi di cancro. E quanto emerge dal convegno nazionale La Qualità di Vita in Oncologia promosso oggi dalla Fondazione Insieme contro il Cancro al Ministero della Salute. Rientra in un progetto, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca, per incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente, con particolare riferimento alle pazienti con carcinoma della mammella, alla gestione degli effetti collaterali della chemioterapia, ormonoterapia, terapie target e immunoncologia. All evento partecipano oncologi medici, infermieri, pazienti, familiari, cittadini e Istituzioni. E proprio al convegno è stato presentato il documento finale della Consensus Italiana: Neoplasia della mammella: impatto degli stili e della qualità di vita sull outcome della malattia in fase precoce e nel setting della malattia avanzata. E stato scritto da un comitato di nove oncologi italiani coordinati dal prof. Francesco Cognetti, Presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci afferma il prof. Cognetti -. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Questo aspetto però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante. In Italia oltre 3 milioni di nostri concittadini vivono con un tumore a la sopravvivenza risulta in aumento. Questa particolare categoria di malati presenta nuove esigenze e bisogni. In totale più del 50% dei pazienti, che ha ricevuto una diagnosi da almeno cinque anni, soffre di effetti collaterali legati ai trattamenti che si manifestano a livello fisico e psico-sociale ed è necessario aumentare la consapevolezza su quali possono essere i rimedi. Anche la scelta tra trattamenti, dotati di simili attività, deve essere guidata dall eventuale differente tossicità di questi farmaci. In quest ottica, particolare importanza viene assunta da alcuni comportamenti utili non solo a prevenire il cancro. Oltre

50 all attività fisica il malato deve prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo. Va inoltre eliminato il fumo e limitato il più possibile il consumo di alcol. Un ampia letteratura scientifica ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle cure oncologiche. Anche l alimentazione deve essere adeguatamente monitorata sia durante che dopo le terapie aggiunge il prof. Paolo Marchetti, Direttore dell Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma -. La malnutrizione può impattare negativamente sulla qualità della vita, ridurre l efficacia dei trattamenti chemioterapici e di conseguenza anche la sopravvivenza. Oltre l 80% dei pazienti però non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale. E una consulenza ormai imprescindibile e che va personalizzata prendendo in considerazione eventuali perdite di peso e comorbidità. La dieta ideale varia poi in base alla neoplasia e al tipo di trattamento eseguito. Non vanno infine dimenticati gli effetti collaterali delle cure che spesso e volentieri interessano proprio l apparato gastro-intestinale.

51 Tumore del seno: l'attività fisica riduce del 24% il rischio di mortalità L'attività fisica è uno strumento fondamentale di salute anche per i pazienti oncologici. Con 150 minuti alla settimana di moto a intensità moderata si riduce del 24% il rischio di mortalità per il tumore del seno e del 28% per quello del colon-retto. Lo sport inoltre rappresenta un ottimo rimedio contro i sintomi della fatigue, uno dei più frequenti effetti collaterali: secondo i calcoli interessa infatti la metà delle persone sottoposte a chemioterapia. Eppure gli italiani colpiti da una neoplasia sembrano non essere consapevoli di questi benefici. Infatti se l 88% rispetta le raccomandazioni degli specialisti contro il fumo, soltanto uno su tre modifica il proprio stile di vita sedentario dopo una diagnosi di cancro. È quanto emerge dal convegno nazionale La Qualità di Vita in Oncologia promosso dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. Il convegno, tenutosi oggi a Roma presso il Ministero della Salute, rientra in un progetto, realizzato con il supporto non condizionato di AstraZeneca, per incentivare l attenzione verso la qualità di vita nel paziente, con riferimento particolare alle pazienti con carcinoma della mammella, alla gestione degli effetti collaterali della chemioterapia, ormonoterapia, terapie target e immunoncologia. Al convegno è stato presentato il documento finale della Consensus Italiana: Neoplasia della mammella: impatto degli stili e della qualità di vita sull outcome della malattia in fase precoce e nel setting della malattia avanzata scritto da un comitato di nove oncologi italiani coordinati dal prof. Francesco Cognetti, Presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro. Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci spiega il prof. Cognetti -. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita. Questo aspetto però non sempre viene ritenuto una priorità dall oncologo, nonostante stia assumendo una dimensione rilevante.

52 In Italia oltre 3 milioni di nostri concittadini vivono con un tumore a la sopravvivenza risulta in aumento. Questa particolare categoria di malati presenta nuove esigenze e bisogni. In totale più del 50% dei pazienti, che ha ricevuto una diagnosi da almeno cinque anni, soffre di effetti collaterali legati ai trattamenti che si manifestano a livello fisico e psico-sociale ed è necessario aumentare la consapevolezza su quali possono essere i rimedi. In quest ottica viene assunta particolare rilevanza da alcuni comportamenti utili non solo a prevenire il cancro. Il malato, oltre all attività fisica il malato, deve prestare grande attenzione al controllo del peso corporeo. Inoltre deve essere eliminato il fumo e limitato il più possibile il consumo di alcol. Un ampia letteratura scientifica conclude Cognetti - ha dimostrato come siano tutti fattori sui quali bisogna intervenire per evitare la ricomparsa di una neoplasia e migliorare le risposte dell organismo alle cure oncologiche.

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55 ED. ON LINE DEL QUOTIDIANO ALTOTESINO Fare sport riduce rischio mortalità tumori per un quarto (ANSA) - ROMA, 27 FEB - Fare sport riduce il rischio di mortalità per i tumori al seno e al colon retto di circa un quarto. Ma attenzione: bisogna farlo per almeno due ore e dieci minuti a settimana e ad intensità moderata. Questo porta al calo delle morti al 24% per il cancro della mammella e al 28% per l'ultima parte dell'intestino. Inoltre, l'esercizio fisico è uno dei rimedi migliori per ridurre i sintomi della fatigue, una delle più frequenti condizioni tra chi è colpito da chemioterapia. Ma quanto gli italiani seguono questi consigli legati allo stile di vita? L'88% smette di fumare e solo un italiano su tre abbandona lo stile di vita sedentario. Questa è la fotografia emersa nel corso del convegno nazionale "La qualità di vita in oncologia" promosso dalla Fondazione Insieme contro il cancro al Ministero della Salute. Per Francesco Cognetti, presidente della stessa Fondazione, "negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi precoci e le terapie anti-cancro sono diventate più efficaci. Un problema clinico rilevante è non solo garantire ai pazienti la sopravvivenza, ma anche una buona, se non ottima, qualità di vita". E' Cognetti a spiegare come in Italia ci siano 3 milioni di persone che vivono con un tumore con "la sopravvivenza" che "risulta in aumento". Paolo Marchetti, direttore dell'oncologia medica B del Policlinico Umberto I di Roma ha spiegato come "durante e dopo le terapie" sia necessario "monitorare adeguatamente l'alimentazione". "Oltre l'80% dei pazienti però - ha aggiunto - non ha mai ricevuto una valutazione sul proprio stato nutrizionale".

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