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1 E se l'innovazione passasse dall'università? Intervista al nuovo rettore dell'università di Torino Intervistatrice: Flavia Marzano Wired: Rettore Ajani, abbiamo saputo che tra le prime azioni del suo mandato, che inizierà ad ottobre, è previsto un hackathon Sì, stiamo già lavorando da alcune settimane alla attuazione di un hackathon per progettare e realizzare concretamente insieme agli studenti, ai ricercatori, ai docenti - ma anche al personale tecnico e amministrativo - i servizi, le piattaforme, i prodotti e anche i dispositivi che possono migliorare la nostra Università. Perché un hackathon? Disponiamo di servizi per il supporto alla ricerca, alla didattica e alla gestione dell'università che sono stati incrementati nel tempo, sulla base di un modello amministrativo risalente, ma che spesso non corrispondono alle esigenze che ognuno di noi avverte come rilevanti per il proprio operato. Intendiamo aggiornare e migliorare la nostra dotazione di servizi, prodotti e applicazioni, ma - soprattutto - vogliamo chiamare la nostra comunità a realizzare in crowdsourcing i nuovi servizi e a spingersi a ridisegnare la user experience nel nostro Ateneo. Vogliamo, a partire da un evento dirompente e innovativo che attivi le migliori energie disponibili, fare della nostra Università un centro di produzione di innovazione a vantaggio di tutti. Le esperienze di partecipazione alla progettazione di servizi sono ormai una necessità e nelle realtà più accorte anche un dato acquisito. In cosa si differenzia il suo progetto? Certo, sappiamo che qualunque servizio pensato e disegnato senza considerare i fruitori ha ben poche chances di funzionare, ma in questa occasione intendiamo ribaltare ulteriormente l'approccio. Non intendiamo chiedere agli studenti di dirci quello di cui hanno bisogno per poi impegnarci a realizzarlo per loro pur attraverso un piano di confronto costante.

2 Intendiamo affermare che l'università è il contesto, l'occasione, anche lo spazio fisico, per impegnarsi a realizzare concretamente quello che serve, ciò di cui ognuno ha bisogno, per condividerlo con le persone che vivono l Università, ma anche con il territorio e con le altre realtà con cui si può avviare un piano di collaborazione. Il nostro compito è mettere a disposizione le conoscenze, le competenze, gli strumenti e i mezzi per assicurare la possibilità di realizzare questi obiettivi, attivando un processo di engagement, di coinvolgimento di tutti nel buon funzionamento e nei progetti di innovazione, che, sono certo, costituirà un forte impulso a ripensare i processi unidirezionali che hanno caratterizzato nel tempo le Università. Quali scopi specifici si prefigge con questa esperienza? L'attività di ricerca, di studio, di elaborazione e anche di sperimentazione sono una costante nell'università, ma ancora troppo spesso ciascuno vive il suo ambito come una realtà chiusa e autosufficiente. Sappiamo che non può più essere così e che ciascuno deve esprimersi su un piano collaborativo per rendere noi stessi ed il nostro territorio più competitivi. Anche nella competizione globale la cooperazione è un valore. Per questo ci apriamo agli altri Atenei (nazionali ed internazionali) ed ai loro studenti per costruire il network di collaborazioni nella ricerca e nella didattica che fa parte dei nostri compiti istituzionali. L'hackathon risponde poi all'esigenza di marcare una discontinuità su questi temi impegnando tutte le nostre migliori risorse, per realizzare risultati tangibili che migliorino la qualità della vita nell'ateneo e nel territorio, e tutti coloro che vorranno collaborare in presenza o a distanza alla nostra progettualità. Di che cosa si occuperà l'hackathon? Il nostro obiettivo è attivare energie e sviluppare l engagement dei nostri studenti e del personale dell Università a tutti i livelli. In questo senso non pensiamo solo alla realizzazione di applicazioni informatiche, ma anche alle innovazioni che questa esperienza potrà offrire in molteplici ambiti, per esempio nel campo dei

3 processi amministrativi, della ricerca, della didattica, del tutorato, dell organizzazione interna, della gestione degli spazi, del job placement, del benessere e della salute, della gestione del territorio. Su questo saranno chiamati ad esprimersi, partecipando alla realizzazione di quanto serve, tutte le competenze e gli ambiti disciplinari ed interdisciplinari di cui questa Università è ricca. Le realizzazioni che vorranno essere portate a sistema, dovranno essere arricchite da valutazioni di sostenibilità economica ed organizzativa elaborate dagli stessi gruppi di lavoro secondo un approccio quanto più possibile interdisciplinare. Spesso gli hackathon si sviluppano su una forte specializzazione, in alcuni casi addirittura circoscritti ad alcuni specifici sistemi operativi. La sua visione pone in evidenza un modello diverso. Una sorta di meta-hackathon. Come vi muoverete? Opereremo sulla base di una call che a partire da sei aree tematiche (ricerca, didattica, organizzazione e amministrazione, gestione delle strutture e degli spazi, gestione del territorio, gestione della User Experience) chiederà ai partecipanti di presentare proposte di intervento per la realizzazione di risultati specifici. Sulla base delle risposte e dalle aggregazioni che emergeranno sulla piattaforma messa a disposizione per l organizzazione, ci attiveremo per reperire e/o predisporre tutte le risorse, i semilavorati, i dati, gli strumenti, le competenze necessarie alla realizzazione concreta dell hackathon. Gli hackathon hanno uno specifico intento realizzativo. Come gestirete i progetti che richiedono un tempo più lungo per generare i risultati attesi? I progetti che non possono essere conclusi nelle giornate dell hackathon saranno una grande opportunità. In questo senso oltre alle attività che possono avviarsi e concludersi nell arco temporale dell evento, nell hackathon ipotizziamo due tipologie di azioni: 1. quelle che necessitano di una consistente preparazione precedente per poi svilupparsi e concludersi entro i giorni stabiliti 2. quelle che richiedono appunto di protrarsi nel tempo I progetti che necessitano per esempio della preparazione di informazioni o di accesso a dati aperti ci offriranno l occasione di rendere più open la nostra amministrazione.

4 Lo sviluppo dopo l hackathon delle attività avviate, consentirà di mettere all opera i meccanismi di relazione nel network che intendiamo creare. Mantenendoci ancorati ad un progetto già avviato potremo consolidare la collaborazione tra realtà diverse e anche lo sviluppo di rapporti di cooperazione e di scambio stabili nel tempo. Quando è previsto l'evento e quali sono le tappe di avvicinamento? Obiettivo primavera Siamo partiti attivando quelli che credo debbano essere i principali attori di questo progetto: gli studenti. Un primo gruppo sta già lavorando a costruire l ossatura del progetto, ad individuare ed analizzare le criticità, e a definire una road map di dettaglio. Di pari passo abbiamo iniziato a pensare alla call e alla piattaforma che la gestirà. E allo studio anche il piano di finanziamento del progetto. Come sarà sostenuto economicamente il progetto? È previsto un piano di coinvolgimento di una pluralità di soggetti pubblici e privati che saranno chiamati a contribuire. Il dato innovativo che posso anticipare è che - coerentemente con le finalità e con il disegno del progetto - tra le fonti di finanziamento è previsto il crowdfunding. E se qualcuno, se pur interessato, non potrà essere presente? L hackathon sarà aperto a tutti non solo in presenza ma anche in rete. Si potrà partecipare ai gruppi di lavoro anche a distanza o addirittura costituire un gruppo di lavoro in un altro luogo a cui i nostri studenti potranno partecipare da Torino. Uniche condizioni: la condivisione dello spirito e degli obiettivi e la volontà di realizzare quanto progettato. Gli studenti universitari sono il fulcro di questo progetto. A quali altre persone è rivolto? I ricercatori, i docenti, il personale tecnico e amministrativo saranno fondamentali. Da loro ci aspettiamo spunti innovativi molto importanti per realizzare un miglioramento dell esperienza di vita in Università. Uno spazio particolare sarà dedicato anche agli studenti delle scuole secondarie a cui daremo oltre all occasione per sperimentarsi e per contribuire allo sviluppo di una università rinnovata

5 anche la possibilità di comprendere dal vivo le opportunità offerte dal nostro Ateneo, in una nuova forma di orientamento e promozione che crediamo possa essere molto incisiva. Quando pensa all'hackathon che cosa vede? Intanto mi vedo lì, tra i gruppi al lavoro, a vivere l'esperienza insieme a loro, a cercare di capire come operano, cosa li anima e quale valore possano portare a loro stessi, all'università e a tutti i soggetti impegnati in questo progetto. Poi vedo la determinazione di contare nelle scelte e nella realizzazione concreta di quel che serve per lo studio e la ricerca, per la vita di relazioni e per un nuovo rapporto con il territorio e con le istituzioni. Vedo in azione una comunità dinamica e aperta verso la realtà locale ma anche e soprattutto verso il mondo e le opportunità che si aprono per tutti noi

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