Servizi concernenti le Norme in Materia di Sicurezza e Mediazione delle Controversie

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1 I.CO.TE.A. C.A.T. S.r.l. Istituto di COnsulenza TEcnica Aziendale Autoriz. D. A. 3638/5s Accredit. HLA001_01 DDG Reg. Trib. Modica 2033 CCIAA P. IVA Servizi concernenti le Norme in Materia di Sicurezza e Mediazione delle Controversie Ente individuato ope legis sia per la realizzazione del corso, che per il rilascio dell attestato

2 La diagnosi della dislessia: criteri e strumenti diagnostici

3 La diagnosi della dislessia: criteri e strumenti diagnostici La diagnosi La definizione di una diagnosi di DSA avviene in una fase successiva all inizio del processo di apprendimento scolastico. È necessario infatti che sia terminato il normale processo di insegnamento delle abilità di lettura e scrittura (fine della seconda classe della scuola primaria) e di calcolo (fine della terza classe della scuola primaria); Ai fini della diagnosi differenziale rispetto ad altri disturbi cognitivi più gravi, vale principalmente il criterio di discrepanza tra abilità del dominio interessato (deficitaria in rapporto alle attese per l'età e/o classe frequentata) e il profilo cognitivo generale del bambino (adeguata per l'età cronologica); È necessario, inoltre, escludere la presenza di altre condizioni quali menomazioni sensoriali e neurologiche, disturbi significativi della sfera emotiva, situazioni di svantaggio socio-culturale che possono interferire con un'adeguata istruzione.

4 La diagnosi della dislessia: criteri e strumenti diagnostici Una caratteristica rilevante nei DSA è la comorbilità. È frequente infatti accertare la compresenza nello stesso soggetto di più disturbi specifici dell apprendimento o la compresenza di altri disturbi neuropsicologici (come l ADHD, disturbo dell attenzione con iperattività) e psicopatologici (ansia, depressione e disturbi della condotta); I DSA rappresentano quasi il 30% degli utenti dei servizi di Neuropsichiatria Infantile in età scolare e il 50% circa degli individui che effettuano un intervento riabilitativo.

5 La diagnosi della dislessia: criteri e strumenti diagnostici La precocità e la tempestività degli interventi appaiono sempre più spesso in letteratura tra i fattori prognostici positivi, e quindi una diagnosi appropriata risulta fondamentale, considerando anche il fatto che ancora oggi i DSA sono spesso confusi con altri disturbi, riconosciuti tardivamente o sottodiagnosticati; L implementazione di prassi cliniche condivise per la diagnosi, che nel concreto prevedano l utilizzo di protocolli di valutazione basati su prove standardizzate a livello nazionale, così come l'implementazione di modalità di trattamento scientificamente orientate, può consentire un livello di assistenza più efficace e omogeneo per i soggetti con DSA.

6 La diagnosi della dislessia: criteri e strumenti diagnostici Come fare la diagnosi? Una volta esclusi fattori eziologici organici (neurologici o sensoriali), la diagnosi della D.E. (e di un Disturbo di Apprendimento in senso lato), deve essere sia neuropsicologica che globale. La difficoltà del bambino deve essere cioè analizzata nelle sue componenti per capire le aree di difficoltà, e, soprattutto, le strategie che usa, quelle che non usa e quelle che potrebbe usare. La diagnosi neuropsicologica deve riguardare quindi tutte le aree di "funzionamento" del bambino: le sue capacità cognitive; le abilità visuo-motorie, prassiche e spaziali; la memoria; il linguaggio; l'apprendimento in senso stretto (lettura, scrittura e aritmetica); l attenzione e deve essere effettuata con test standardizzati.

7 La diagnosi della dislessia: criteri e strumenti diagnostici A questo proposito l'associazione Italiana Dislessia (A.I.D.) ha messo a punto un protocollo diagnostico di base per la valutazione dei Disturbi di Apprendimento della Lettura, Scrittura, Calcolo. È inoltre importante considerare, da un punto di vista psicologico più generale, la personalità del bambino e come egli vive la sua difficoltà. È quindi essenziale un collegamento tra lo psicologo e il neuropsichiatra che fanno la diagnosi, il terapista e gli insegnanti. È opportuno che si costituisca una rete intorno al bambino e che ci sia un approccio omogeneo: da questo dipende in gran parte l'esito favorevole degli interventi.

8 La diagnosi della dislessia: criteri e strumenti diagnostici Valutazioni standardizzate Per una diagnosi quanto più standardizzata, il Centro VaDiSS utilizza lo strumento informatico AD-DA Assistente alla Diagnosi dei Disturbi dell'apprendimento, ideato e progettato da un'equipe multidisciplinare coordinata dal Prof. Giacomo Stella, attraverso un accordo tra la casa editrice Giunti O.S. Organizzazioni Speciali, leader nell'assessment psicologico, e la Cooperativa Anastasis, società di informatica specializzata nei DSA. Il protocollo diagnostico prevede: la raccolta dei dati clinici ed evolutivi la valutazione funzionale del soggetto la restituzione dell'esito di tale valutazione tramite relazione scritta

9 Criteri diagnostici La nosografia ufficiale (ICD-10, OMS 1992, DSM IV 2000, APA 1994) indica alcuni criteri condivisi a livello internazionale: Disturbo che si manifesta nella difficoltà di apprendere a leggere e a scrivere in ASSENZA DI: deficit intellettivi deficit neurologici deficit sensoriali (o, se presente, le difficoltà vanno di quelle di solito associate con esso)

10 Criteri diagnostici DSA e IN PRESENZA DI: Opportunità scolastiche nella norma; ambiente socioculturale favorevole; normale livello intellettivo; basso rendimento rispetto all età, al QI e al livello di educazione; prestazioni deficitarie (-2ds) a prove standardizzate specifiche; Riconosciuta discrepanza

11 Documento CONSENSUS CONFERENCE Concetto di discrepanza: Necessità di test standardizzati per misurare sia l intelligenza generale e le abilità specifiche; Necessità di escludere la presenza di altre condizioni che potrebbero influenzare i risultati ai test.

12 Disturbo della lettura La caratteristica fondamentale del Disturbo della Lettura è data dal fatto che il livello di capacità di leggere raggiunto (cioè, precisione, velocità, o comprensione della lettura misurate da test standardizzati somministrati individualmente) si situa sostanzialmente al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l'età cronologica del soggetto, la valutazione psicometrica dell'intelligenza e un'istruzione adeguata all'età; L anomalia interferisce in modo significativo con l apprendimento scolastico o con le attività di vita quotidiana che richiedono capacità di lettura;

13 Il dislessico presenta inoltre Disabilità di lettura significativa: performance (in termini di velocità e correttezza) in prove standardizzate di lettura collocata ad almeno 2 deviazioni standard al di sotto della media attesa per età e livello di scolarità Essendo tale disabilità di natura neurologica, uno strumento utile alla delineazione del profilo cerebrale di un dislessico è la neuroimaging.

14 Neuroimaging Planum temporali simmetrici o con asimmetria invertita, dx più esteso del sx, (Hynd e coll. 1991); Maggior asimmetria nei lobi parietali, lobo parietale sx, (Robichon et al. 2000); Riduzione della sostanza grigia del lobo temporale (Eliez, 2000).

15 Neuroimaging funzionale Diminuzione dell attivazione nella regione temporale di sinistra e nel giro frontale inferiore. PET (Rumsey e coll. 1992), frmn (Paulesu e coll. 1996; Shaywitz e coll.1998; Temple 2000); Alterazioni cerebellari, una simmetria degli emisferi cerebellari. PET (Finch 2002).

16 Neurofisiologia Gli ERP (potenziali evocati cognitivi) sono un indice sensibile per analizzare il percorso temporale dei processi cognitivi e delle basi neurali sottostanti; P300: deflessione positiva nella regione centroparietale dello scalpo, nei soggetti dislessici la P300 risulta aumentata in latenza e ridotta in ampiezza; Conclusioni Le alterazioni neurobiolgiche sono un importante spunto per attuare un programma riabilitativo specifico.

17 Professionisti coinvolti nell iter diagnostico Neuropsichiatra Infantile, in grado di diagnosticare disturbi neurologici; Psicologo dell età evolutiva, che riconosca la natura dei disturbi comportamentali manifestati; Pedagogista, che possa all apprendimento; rilevare i disturbi legati Logopedista, in grado di individuare le difficoltà peculiari del dislessico nel rapporto con il linguaggio

18 Iter diagnostico Anamnesi Familiarità Diagnosi differenziale Anamnesi scolastica VALUTAZIONE NEUROPISCOLOGICA

19 Raccomandazioni Livello intellettivo nei limiti norma non inferiore <1 D.S.; Occorre tener presente il carattere evolutivo del disturbo; e della diversa espressività del disturbo nelle varie fasi evolutive; Comorbilità: determina marcata eterogeneità dei profili funzionali. È sconsigliata la diagnosi prima di due anni di regolare scolarizzazione Si possono comunque indicare le precise condizioni di rischio rilevabili alla fine della 1^ elem. e definizione di interventi di supporto

20 Fattori di esclusione dalla diagnosi di dislessia HANDICAP MENTALI; SENSORIALI; SVANTAGGIO SOCIOCULTURALE; FATTORI E DISTURBI EMOTIVI. La dislessia evolutiva cambia espressività nelle diverse fasi dello sviluppo: Apprendimento e codifica Fase automatizzazione delle procedure Fase di stabilizzazione delle procedure e del loro inserimento nei processi cognitivi più generali

21 Problemi Psicologici Associati Scarsa attenzione Iperattività Scarsa motivazione Debole autostima Aggressività

22 Caratteri sintomatici nel tempo Periodo della Scuola dell Infanzia INTORNO AI 4 ANNI DIFFICOLTA DI LINGUAGGIO Confusione di suoni; Frasi incomplete; Sintassi inadeguata.

23 AL TERMINE DEL PRIMO ANNO DELLA PRIMARIA difficoltà nell associazione fonema- grafema; grafema-fonema e/o mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura; eccessiva lentezza nella lettura e scrittura; incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile...

24 Inadeguata padronanza fonologica sostituzione di lettere s/z r/l p/b; omissione di lettere e parti della parola; parole usate in modo inadeguato al contesto; parole sostitutive; scarsa abilità nell utilizzo delle parole; mancata memorizzazione in varie situazioni di nomi di oggetti conosciuti e sempre usati; inadeguatezza nei giochi linguistici, nelle storielle inventate, nei giochi di parole, nel riconoscimento e nella costruzione di rime, nell isolare il primo suono delle parole o l ultimo.

25 Difficoltà a compiere esercizi metafonologici DIFFICOLTA A COMPIERE ESERCIZI METAFONOLOGICI (per esempio: Ottobre : se tolgo bre, cosa rimane? Se da lana tolgo la, cosa rimane?...); DIFFICOLTA NELLA COPIA DA MODELLO E DISORDINE NELLO SPAZIO E DEL FOGLIO; DISTURBO DELLA MEMORIA A BREVE TERMINE; DIFFICOLTA DI ATTENZIONE; Manualità fine difficoltosa; Goffaggine accentuata nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, riordinare; Riconoscimento destra/sinistra inadeguati; Difficoltà a ripetere sequenze ritmiche e a mantenere il tempo.

26 La valutazione neuropsicologica in età evolutiva Consiste nel confrontare uno specifico pattern di prestazione con il modello normale di funzione cognitiva allo scopo di identificare i processi integri e quelli deficitari. Fornisce dati di conoscenza sullo sviluppo e l efficienza delle funzioni superiori determinando il quadro funzionale delle abilità cognitive del soggetto Problematiche correlate a: Presenza di plasticità neuronale Sistema cognitivo in evoluzione Presenza di differenze individuali nell acquisizione di particolari abilità (es. linguaggio).

27 Cosa fare in presenza di una Dislessia Evolutiva? In presenza di una D.E. (soprattutto se il bambino è nel primo ciclo di scuola elementare) si consiglia una terapia di linguaggio o una terapia neuropsicologica; È molto importante la precocità dell'intervento: quanto più esso è precoce, tanto più si può intervenire sulla difficoltà del bambino, cercando sia di ridurla, sia di stimolare strategie cognitive per "aggirare l'ostacolo", prevenendone anche le pesanti conseguenze sul piano psicologico; È altrettanto importante che l'ambiente familiare e scolastico vada incontro alle difficoltà del bambino che non si possono modificare, aiutandolo nella ricerca delle strategie di compenso e nella costruzione di un'immagine di sé non fallimentare.

28 È poi indispensabile un adattamento della didattica alle difficoltà di apprendimento del bambino, con l adozione di strategie compensative o dispensative del compito (lettura silenziosa, uso di un lettore, libri parlanti, uso del registratore, uso del computer per la scrittura, ecc ). Il futuro di un bambino con D.E. è tanto migliore; quanto migliori sono le sue capacità cognitive, quanto più precoce è l'intervento, quanto più il bambino e il suo disturbo vengono compresi dall'ambiente (evitando aspettative eccessive o colpevolizzazioni o rassegnazione) quanto più adeguato è l'atteggiamento didattico, infine quanto maggiore è l'equilibrio psichico del bambino stesso; Sono elementi sfavorenti, invece, il bilinguismo, i frequenti cambiamenti di classe (e di insegnante), un numero elevato di assenze da scuola, atteggiamenti iperprotettivi sul bambino che possono non permettergli di affrontare le sue difficoltà.

29 Quale evoluzione: la Prognosi Fattori predittivi per una evoluzione favorevole: livello cognitivo superiore alla media; diagnosi alla fine della seconda classe elementare; trattamento tempestivo e idoneo; assenza di comorbilità psichiatrica.

30 Quale evoluzione: la prognosi Fattori predittivi per una evoluzione sfavorevole: disturbi di apprendimento di grado medio-grave; presenza di deficit multipli neuropsicologici; comorbilità psichiatrica; diagnosi tardiva; trattamento insoddisfacente; fattori multipli di vulnerabilità tra i quali quello più incisivo è rappresentato da un ambiente familiare non ottimale.

31 I.CO.TE.A. C.A.T. S.r.l. Istituto di COnsulenza TEcnica Aziendale Autoriz. D. A. 3638/5s Accredit. HLA001_01 DDG Reg. Trib. Modica 2033 CCIAA P. IVA Servizi concernenti le Norme in Materia di Sicurezza e Mediazione delle Controversie Ente individuato ope legis sia per la realizzazione del corso, che per il rilascio dell attestato

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