Aristotele 384 ac 322 ac. Parte 3

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1 Parte 3 Le scienze della natura

2 La natura è ciò di cui Aristotele maggiormente si occupa. Oltre la metà delle opere che di lui conserviamo tratta di scienze naturali. La sua vera e grande passione furono gli esseri viventi. Quando, per Ait Aristotele, t una cosa si può dfii definire naturale? Una cosa è naturale quando ha in se stessa un principio di movimento, o mutamento (in greco kinesis). Aristotele distingue quattro differenti tipologie di mutamento. Vediamo di cosa si tratta

3 MUTAMENTO SECONDO LA SOSTANZA nascita, morte MUTAMENTO SECONDO LA QUALITÀ ogni forma di alterazione MUTAMENTO SECONDO LA QUANTITÀ accrescimento o diminuzione (esempio, una persona che ingrassa o dimagrisce). MUTAMENTO SECONDO IL LUOGO Movimento spaziale

4 Vale la pena di sottolineare ancora che il principio di mutamento è interno alle cose naturali. Ciò significa che il mutamento avviene per una causa che è relativa alla natura stessa della cosa che muta. Potreste obiettare che anche un automobile, pur essendo una cosa artificiale, muta: come tutte le altre cose, essa invecchia. Attenzione però! Non è l automobile in quanto tale che muta. Il suo mutamento, infatti, dipende dalla natura dei materiali dai quali è composta...

5 La concezione generale della natura, esposta nella Fisica, ha dunque alla base l analisi del mutamento. Nell analizzare il complesso concetto di mutamento, Aristotele si affida di nuovo alla struttura del linguaggio. Noi, in effetti, distinguiamo linguisticamente due tipologie di mutamento: una riguarda la generazione (nascita) e l altra il mutamento in senso stretto. 1 Un uomo nasce 2 Un uomo diventa colto

6 La nascita, o generazione, implica il fatto che una cosa che prima non esisteva (per esempio un bambino) ora esiste. Naturalmente, non si tratta di una nascita dal nulla. Semplicemente, accade che della materia preesistente acquisisce una certa forma, cioè una certa struttura. La mutazione in senso stretto non porta all esistenza qualcosa che prima non c era, ma porta a trasformazione qualcosa che c era già. Socrate diventa colto è un banale esempio di mutamento. Analizzando bene la cosa, ci rendiamo conto di come in ogni forma di mutamento siano sempre coinvolti tre elementi fra loro distinti.

7 prima dopo IGNORANTE privazione COLTO forma SOCRATE soggetto o sostrato prima dopo

8 Aristotele ci assicura che in ogni mutazione esiste sempre qualcosa che funge da sostrato. Detto altrimenti: si può parlare di mutazione solo e soltanto quando c è qualcosa che permane. Altri due concetti fondamentali, collegati a questo discorso, sono quelli di POTENZA e ATTO. Una cosa è in potenza quando ha la possibilità o predisposizione ad assumere una certa forma o condizione. Io potrei dire di uno di voi, per esempio: Potenzialmente è un bravo studente. Una cosa, invece, è in atto quando ha effettivamente realizzato la propria potenzialità. Sempre di uno di voi, potrei dire: Finalmente si è messo d impegno ed è diventato un bravo studente.

9 È sufficiente una breve riflessione per comprendere quanto questi due concetti siano importanti. A partire dll dal linguaggio comune sino alle più complesse elaborazioni scientifiche essi vengono costantemente utilizzati. È il momento di una fondamentale precisazione. Questi concetti inventati di Aristotele sostrato, privazione, forma, potenza, atto hanno un valore funzionale e non sostanziale. Cosa vuol dire? Semplice: di volta in volta, la medesima cosa può assumere una funzione diversa. Ciò che per esempio in una certa trasformazione assume la funzione di Ciò che, per esempio, in una certa trasformazione assume la funzione di privazione può, in una diversa trasformazione, assumere il ruolo di forma.

10 La complessa struttura concettuale che Aristotele mette in campo qui ha il pregio di rendere razionalmente comprensibile e descrivibile il divenire. Ecco che quanto i filosofi precedenti bollavano come opinione o, addirittura, illusione diventa ciò che è, ancora oggi, per tutti noi: qualcosa di vero e reale. Per completare la trattazione, occorre ora analizzare la dottrina delle cause.

11 L d tt i La dottrina delle cause Anche i concetti correlativi di causa ed effetto, come è a tutti voi ben noto, hanno una cruciale importanza tanto nel senso comune quanto nelle scienze. Aristotele, per la prima volta, analizza in modo compiuto questi concetti fornendone una elaborazione così precisa da essere ancora oggi valida.

12 L d tt i La dottrina delle cause Abbiamo parlato dimutamento: ecco che ognimutamento è mosso, provocato, da qualcosa che noi chiamiamo causa. Il risultato del mutamento, è quanto chiamiamo effetto. Aristotele nota, assai acutamente, come di fatto noi parliamo di causa non in un unico senso o accezione, ma in sensi diversi e ben distinguibili. Lui, in particolare, individua quattro tipo di cause.

13 L d tt i La dottrina delle cause CAUSA MATERIALE Si riferisce alla materia di cui una cosa è fatta: causa materiale di un tavolo può essere, per esempio, il legno. CAUSA FORMALE Causa formale è la struttura tt posseduta da una certa cosa: causa formale di un grattacielo è la sua struttura, potremmo dire il suo progetto. CAUSA FINALE È ciò verso cui la catena di mutamenti che coinvolgono una certa cosa tende come stadio compiuto. Essa è il fine, lo scopo delle cose. CAUSA EFFICIENTE O MOTRICE È ciò che ha messo in moto una certa catena di mutazioni. Una spinta è causa efficiente del moto di un oggetto.

14 L d tt i La dottrina delle cause Facciamo un paio di esempi. Ammettiamo di prendere in considerazione la statua di un cavallo. Causa materiale della statua sarà il bronzo utilizzato dallo scultore, causa formale sarà il cavallo che l artista ha preso come suo modello di riferimento, causa finale sarà la forma dl del cavallo riprodotta nel bronzo, causa efficiente i sarà lo scultore stesso. Consideriamo, ora, un cavallo in carne ed ossa. Sua causa materiale saranno le numerosissime sostanze chimiche che compongono il suo corpo; causa formale sarà la struttura del cavallo, già presente nel padre (e nella madre) dello stesso; causa finale sarà la medesima forma in quanto effettivamente realizzata nel cavallo considerato; causa efficiente sarà il seme del padre (e la cellula uovo della madre).

15 Rifletti bene! Facciamo alcune importanti riflessioni! Nel caso di un oggetto artificiale forma e materia non sono strettamente e necessariamente collegate. Se si tratta di unoggettonaturale naturale come unanimale,invece, invece, le due cose sono strettamente interdipendenti. Come ricorderete, Platone giustificava il mondo fisico tramite la mente plasmatrice del Demiurgo, che a tale mondo non appartiene. Aristotele invece fa vedere chiaramente come la causa, l origine lorigine delle cose fisiche stia nelle cose fisiche stesse! Egli ricerca la causa dei mutamenti fisici all'interno del mondo fisico e non al di fuori, esattamente come fanno gli scienziati i contemporanei.

16 Rifletti bene! È essenziale il anche capire un altra lt cosa. L impressionante apparato esplicativo sin qui introdotto da Aristotele si occupa di spiegare l esistenza, la costituzione e le mutazioni delle cose, naturali ed artificiali, prese singolarmente e nei loro reciproci rapporti. Se, però, immaginiamo l universo non come una semplice collezione di cose fra loro distinte, ma come un insieme unitario e ordinato tutto questo potrebbe non bastare... Si tratta, in effetti, di due punti di vista molto diversi. Esempio: posso considerarvi come un variegato gruppo di persone oppure come una classe. Il primo punto di vista, metterà in evidenza la varietà e le differenze. Il secondo l unitarietà, gli elementi comuni, le relazioni caratterizzati l intero gruppo... Ait t l iti h il i t di it i i ffi i t i d t d i l ltà Aristotele ritiene che il primo punto di vista sia insufficiente, inadeguato a descrivere la realtà dell universo in cui viviamo.

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