UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE FACOLTA DI MEDICINA E CHIRURGIA
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- Giada Casali
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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE FACOLTA DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN Tecniche di Neurofisiopatologia (abilitante alla professione sanitaria di Tecnico di neurofisiopatologia) (Classe SNT/3) TITOLO DELLA TESI Il ruolo del tecnico di neurofisiopatologia e la sua interazione con il paziente in un laboratorio di esplorazione funzionale del Sistema Nervoso Autonomo. Relatore Prof Francesco Pinto Tesi di laurea Artan Cepele Correlatore Prof Riccardo Caramelli A.A. 2006/2007
2 Introduzione Lo studio di alcuni meccanismi normali o patologici legati alla funzione del SNA (Sistema Nervoso Autonomo) è una attività qualificante per la diagnostica in un laboratorio per il neurovegetativo. In questa esposizione verranno descritte metodiche d indagine relative ad alcuni riflessi autonomici, metodi utili e semplici per quantificare e valutare le disfunzioni autonomiche. Questo studio può essere uno strumento d informazione per i tecnici di neurofisiopatologia e per quelle professioni sanitarie che hanno interesse a conoscere in modo dettagliato metodiche e modalità necessarie per l interazione con il paziente in un laboratorio per lo studio del Sistema Nervoso Autonomo. 3
3 La prima parte vuole fornire, a grandi linee, una visione generale del SNA dal punto di vista anatomico e fisiologico: come questo sistema controlli e interagisca con le attività del nostro organismo, nella maggior parte dei casi senza che noi possiamo volontariamente intervenire su di esso. Verranno poi esposte le più comuni disfunzioni del SNA o disautonomie che possono essere associate a patologie che coinvolgono vari apparati del nostro organismo e le loro manifestazioni cliniche specifiche che fanno parte della sintomatologia di molte malattie. Le disautonomie, in altri casi possono presentarsi come patologie primarie, sistemiche o localizzate in un organo specifico (disautonomie focali). Il secondo capitolo dà una rappresentazione nosografica delle disautonomie ed entra nel dettaglio di alcune patologie di maggior incidenza. La terza parte spiega in dettaglio alcuni dei più utili test di valutazione della funzione autonomica (in particolare in ambito cardiovascolare) e il ruolo del tecnico di neurofisiopatologia nell esecuzione ottimale di questi test, attraverso la sua interazione con il paziente. La cura del rapporto con il paziente, l attenzione al mantenimento dei parametri ambientali corretti (temperatura, illuminazione, quiete) e la conoscenza del significato dei parametri strumentali che si vanno a quantificare sono gli aspetti fondamentali che l operatore di un laboratorio per il SNA deve tenere presente. Per una corretta diagnosi di una disautonomia, l accuratezza di queste 4
4 procedure costituisce un aspetto fondamentale, dato che il sistema in analisi è facilmente influenzabile dalle variazione delle condizioni esterne ed interne. Si è posta maggior attenzione su alcuni test di più frequente utilizzo nella pratica laboratoristica, test che costituiscono l attività principale nello studio delle disfunzioni autonomiche: i test di Ewing (test di Valsalva, Handgrip-Test, etc), per la valutazione dei riflessi cardiovascolari e la Sympathetic Skin Response (SSR) per la valutazione della funzione sudomotoria. 5
5 Capitolo 1 Anatomia e fisiologia del SNA Il sistema nervoso autonomo è presente in tutto il nostro organismo ed è coinvolto nel controllo delle funzioni di ogni organo. Data l estensione di questo sistema, le manifestazioni cliniche da cui può essere interessato sono di varie natura; se ne può infatti ravvisare un coinvolgimento, per sintomi specifici o aspetti disfunzionali, praticamente in tutte le malattie. Basti pensare,alla frequenza di sintomi comuni e aspecifici come intolleranza all esercizio fisico, senso di mancamento nell alzarsi in piedi, cute secca o sudorazione profusa, 6
6 difficoltà digestive, pesantezza e gonfiore allo stomaco, nausea, stitichezza, diarrea e incontinenza fecale. Tutti processi patologici del Sistema Nervoso Centrale (su base ereditaria, meccanica, ischemica, biochimica o tossica, autoimmune, neoplastica o degenerativa) possono provocare una sindrome autonomica 10. Per comprendere meglio come il sistema nervoso autonomo resti così coinvolto in quasi tutte le patologie, descriviamo gli aspetti principali della sua struttura e funzione che lo rendono così importante. Il concetto di omeostasi Il sistema autonomo è il sistema che si occupa del mantenimento dell omeostasi del corpo. Ciò viene realizzato, solo per fare alcuni esempi, tramite la regolazione della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca, dell equilibrio elettrolitico, della temperatura corporea, del diametro pupillare, dell attività respiratoria, della motilità dell apparato digerente 9. Il concetto di omeostasi fu introdotto per la prima volta da Cannon nel 1932 per definire quel complesso di meccanismi fisiologici che assicurano il mantenimento della stabilità dell ambiente interno dell organismo. Cannon individuò il meccanismo omeostatico fondamentale come la regolazione a feedback negativo, per molti versi sotto attento controllo dell ipotalamo 15. 7
7 Se una condizione rimane stabile, ciò avviene perché qualunque tendenza ad introdurre una variazione viene automaticamente antagonizzata dall aumento dell efficacia del fattore o dei fattori che si oppongono alla variazione. Esempi possono essere la sete, quando c è bisogno di liquidi; la scarica di adrenalina, che determina la liberazione dello zucchero dal fegato, quando la concentrazione ematica dello zucchero scende al di sotto del valore critico; l aumento della respirazione, che riduce la concentrazione di acido carbonico quando il sangue tende verso l acidità 15. Cannon. WB; The Wisdom of the Body, 1932 Prendiamo un esempio per spiegare questo concetto: un soggetto sano conserva la sua temperatura corporea intorno a 37 gradi, anche in caso di variazione della temperatura esterna. Quando la temperatura corporea inizia a diminuire l ipotalamo, dotato di termocettori per la rilevazione diretta temperatura sanguigna, e i recettori sensoriali della pelle percepiscono questo dato come informazione afferente (feedback) 25. L ipotalamo confronta il valore reale della temperatura corporea con il valore fisiologico da mantenere, inducendo risposte viscerali, endocrine e comportamentali per ristabilire l omeostasi; il sangue viene deviato dal circolo superficiale del corpo in modo da diminuire la perdita di calore, i muscoli piloerettori si contraggono causando l innalzamento dei peli corporei (meccanismo alquanto inefficace nell homo sapiens, a differenza di quanto succedeva nei nostri antenati irsuti) con lo scopo di aumentare le caratteristiche isolanti del manto peloso. All ulteriore abbassamento della temperatura i muscoli 8
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