Verso Expo 2015 Percorsi di educazione alimentare Prof.ssa Elisabetta Nigris Università degli Studi Milano-Bicocca
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- Beata Bernasconi
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1 Verso Expo 2015 Percorsi di educazione alimentare Prof.ssa Elisabetta Nigris Università degli Studi Milano-Bicocca
2 DOMANDE METODOLOGICHE Agire sui contenuti o sui comportamenti? Promuovere assimilazione o ristrutturazione? Quali esperienze per quale apprendimento? Riferimenti scientifici Apprendimento trasformativo (Mezirow) Educazione indiretta (Rousseau e Montessori) Esperienze per l apprendimento (Claparède) Riflessione sulle esperienze (Dewey)
3 COME costruire CONSAPEVOLEZZA? FAR PROVARE agli INSEGNANTI di immergersi in ESPERIENZE che si PENSANO per i BAMBINI,
4 Far riemergere RICORDI, RAPPRESENTAZIONI,... Ci sono delle cose personali che magari non interessano a tutti, perché FAME è l ultimo dei miei pensieri. Perché a me non è mai piaciuto mangiare, da piccola non mangiavo. Per cui mi verrebbe da dire FAME è una parola inutile. ( ) Per me ha poco significato perché ricordo come da piccola, quando non c erano il papà e la mamma io potevo leggere o giocare senza mangiare. La parola FAME a me fa venire in mente questa cosa mia personale
5 Testo di letteratura ESERCIZI DI DIGIUNO (Agota Kristof) 1 (Trilogia della città, 2005, Einaudi). una prova di forza tra chi gestisce il cibo e chi deve attendere che il cibo gli venga dato. Di solito il bambino deve attendere che il cibo gli venga dato e allora lo deve mangiare. La prova di forza è non mangiare il cibo che l adulto dà, e la nonna prepara il pollo solo nel momento in cui i nipoti digiunano No! Non può essere, è esagerato! una crudeltà, se una nonna facesse così. È l ultima cosa che posso pensare ad un esercizio del genere A livello di sensazione rispetto alla fame, se mi posizionavo dalla parte di chi fa l esercizio di digiuno sentivo fame, se mi immedesimavo dalla parte della nonna mi gustavo il pollo non pensavo al ruolo
6 ESERCIZI DI DIGIUNO (Agota Kristof) 2 Io ho visto l addestrarsi contro il desiderio, un conto è mangiare, un conto è desiderare il cibo, un conto è avere il coraggio di dire «non mangio», desiderio di non mangiare, qui sta la scelta La nonna dice «questo esercizio è inutile». In tutte le religioni c è il digiuno. Guardate quante strade si possono aprire con il digiuno, per fare analisi mediche, per un fatto religioso, perché fa bene...
7 Brainstorming Cosa ti viene in mente, se pensi alla parola fame?
8 Dalla fiaba ai ricordi/sensazioni
9 The school in the field: when schools meet farms. Dalla fiaba ai ricordi/sensazioni Mi ricordo la foto di quando ero piccola, avevo preso un panino e cercavo di mangiarlo, ma non riuscivo perché non avevo i denti A me piace il pane a ciabatta, perché mi ricorda lo zio lino Ho scelto questo pane perché c è il sale grosso e mi ricorda le ciambelle che a me piacciono.. Questo pane mi fa allegria. Mi ricorda la palla con la quale giocavo a calcio quando ero piccolino
10 Mi piace assai e che disgusto! I Bigné A me piacciono molto i bigné soprattutto ripieni di crema, specialmente quando è fresca, mi piacciono quando sono grandi, abbondanti e molto ripieni: quando li mangio sono felice come una Pasqua! Sono molto felice, piena di energia e avrei voglia di fare una corsa da una parte all altra del mondo! sono felicissima!! Non li mangio sempre ma alle feste sono indispensabili! I bigné non mi piacciono perché la crema è schifosa, e non sa di niente. Mi viene quasi da piangere quando li mangio, ho uno strano sapore di vomito in bocca che mi resta per 24 ore; inoltre, se non li mangi subito si forma una puzza in tutta la stanza e dopo un ora ammuffiscono, ciò mi rende molto infelice, quando li vedo in pasticceria, appena a casa vado a lavarmi i denti così il sapore immaginario se ne va., mi fanno impressione con quella loro forma irregolare. Mi fanno un vero schifo Il Riso Mi piace sentire in bocca quei piccoli chicchi che uniti formano un bel boccone buono e saporito. Mangiarli mi fa sentire forte, a volte mi sento un gigante che mangia piccole personcine, i chicchi. Blah, blah, blah, non esiste cosa più vomitevole del riso! Odio quando mi metto in bocca quei chicchi che mi fanno sentire un gigante! Vorrei che il riso fosse un animale in via di estinzone! Fa schifo!
11 Percepire il proprio corpo Imparare a sentire il proprio corpo, le proprie reazioni e il proprio gusto, a riconoscere come ci si percepisce e ci si sente Quindi, un tema centrale è quello della consapevolezza come condizione per l accettazione delle regole, la consapevolezza del bambino e degli insegnanti (o dell educatore), e la consapevolezza che il bambino è una persona e il discorso sul cibo non è sezionabile LA PERCEZIONE DEL PROPRIO CORPO CHE PORTA ALL ACCETTAZIONE DELLE REGOLE
12 RIVEDERE, RIPENSARE, MODIFICARE Le proprie rappresentazioni personali E una cosa a cui non avevo mai pensato..l educazione alimentare come struttura valida per il miglioramento di sé e della propria capacità di relazione I propri modelli educativi Per non sgridarlo ho provato a sedermi a tavola con lui, ed era il chiacchierare, l idea di creare un certo tipo di rapporto e di confidenza per cui lui si sentiva importante e da questo è nato un bel rapporto con me. Io ho in classe una bimba che dalla prima elementare non mangia nulla e io ero molto severa con lei senza venire a capo di niente poi venendo via da qui ho cercato di vedere le cose in modo diverso,accetto che lei non mangi, e comunque cerco di approcciarmi a lei chiedendo e non più imponendo. Io noto di essere proprio cambiata
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