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1 INTRODUZIONE L introduzione è forse l unica parte seria di questa pubblicazione, ma quello che segue, che si spera sia anche divertente, dovrebbe essere anche più istruttivo. Però un paio di cose serie vale la pena di dirle. Questo sussidio nasce da un esperienza ormai maturata in decenni in tutta Italia sulle Caritas Parrocchiali. Se si può indicare con una certa sicurezza quale è la strada giusta da prendere (o quella sbagliata da non prendere), che cosa fare o non fare per dare vita, rivitalizzare o verificare una Caritas Parrocchiale è perché molte persone hanno già percorso quelle strade, hanno fatto magari anche degli errori, ma hanno anche solide esperienze e convinzioni sull identità e il ruolo che la Caritas può assumere all interno della Parrocchia. Sarebbe sbagliato non tenere conto di un esperienza così viva e vivace in tante delle Parrocchie italiane e ritenere che noi, in Diocesi di Como, sappiamo già tutto o sappiamo già fare tutto. Questo sussidio non parla obiettivamente della cosa più importante: perché fare una Caritas Parrocchiale. Lo si intuisce da quello che la Caritas fa o potrebbe fare, ma non se ne parla esplicitamente. Si è deciso di darlo per scontato sulla base del fatto che repetita stufant. Tuttavia mi si permetta per lo meno una citazione, di un documento recente e perciò relativamente nuova: Presenza nel territorio vuol dire sollecitudine verso i più deboli e gli ultimi, farsi carico degli emarginati, servizio dei poveri, antichi e nuovi, premura per i malati e i minori in disagio. L invito a sprigionare una nuova fantasia della carità riguarda anche le Parrocchie. Gli orientamenti pastorali degli anni 90 chiedevano una Caritas parrocchiale in ogni comunità: è un obiettivo da realizzare ancora in molti luoghi. L apertura alla carità non si ferma ai poveri della parrocchia o a quelli che la incontrano di passaggio: si preoccupa anche di far crescere la coscienza dei fedeli in ordine ai problemi della povertà nel mondo, dello sviluppo nella giustizia e nel rispetto della creazione, della pace tra i popoli (da Il volto missionario delle Parrocchie in un mondo che cambia ). Mi sembra che ce ne sia abbastanza per dare un minimo di risposta al perché la Caritas parrocchiale. Il resto ce lo dovete mettere voi con la vostra passione e la vostra gioia cristiana di servire il prossimo, magari anche con l aiuto di questo umile sussidio.

2 LA PARTENZA Tutti i punti di partenza vanno bene, ma, se possibile è meglio non fare così: PARTENZA CHI C È C È Lancio l avviso in chiesa che si vuole iniziare la Caritas e vediamo chi si presenta PARTENZA MODELLO SCOPA : Raccatto tutti quelli che in Parrocchia fanno del bene e li trasformo in Caritas Parrocchiale Pregio: sicuramente si tratta di persone volonterose Difetto: si rischia di vedere la Caritas come realtà per addetti ai lavori, quelli che hanno il pallino di, mentre invece è realtà di tutta la comunità. Pregio: l intenzione è di aprire a tutti Difetto: la Caritas sembra un cammino personale, non una scelta della comunità.

3 PARTENZA MODELLO ALL ARREMBAGGIO Ci si trova su un iniziativa concreta, si comincia da qualcosa da fare LA PARTENZA IDEALE Un Consiglio Pastorale o un Assemblea di comunità dedicata al tema, con qualcuno che dia delle idee e con un confronto aperto sulla fattibilità del progetto. Pregio: concretezza Difetto: la Caritas viene intesa come un gruppo caritativo in più E SE NON ABBIAMO L AUTO?

4 USIAMO LA BICICLETTA! E SE SIAMO GIA PARTITI? Continuate a pedalare, cioè andate avanti, risettando la Caritas sul percorso suggerito nel prossimo capitolo.

5 IL PERCORSO A: IL PERCORSO PER COSTITUIRE LA CARITAS PARROCCHIALE PUO DURARE ALL INCIRCA UN ANNO A: CON NAVIGATORE SATELLITARE? B: IN BICICLETTA Sì, un anno, mese più, mese meno. Dopo aver riunito il Consiglio Pastorale in cui si precisa l identità della Caritas e il servizio che può fare alla Parrocchia, il secondo incontro è con tutti gli operatori pastorali e caritativi della Parrocchia, con la presenza di un ascoltatore esterno (non per forza relatore).

6 Momento celebrativo Lo scopo dell incontro è fare in modo che la Caritas non sia avvertita come un gruppo in più, ma come una sintesi dell esperienza di vita cristiana della Parrocchia. Infatti alla fine si darà un compito e si chiede a tutti di tornare. Terzo incontro. In questo incontro il Parroco e tutti gli invitati riportano il compito : tentare una prima lettura delle povertà presenti sul proprio territorio, del rapporto che la comunità ha con i poveri, delle risorse che mette a disposizione. A questo incontro vanno invitati tutti i parrocchiani che vogliono interessarsi di questa realtà (poveri e territorio). (Sarebbe importante anche un incontro su come si percepiscono le povertà del mondo, su come la parrocchia affronta i temi della solidarietà, della giustizia, della pace, ma si può fare anche in un secondo momento). O alla fine dell incontro o in momento opportuno successivo (un altro Consiglio Pastorale) il Parroco comunica i nomi di coloro che ha scelto per far parte della Caritas parrocchiale (si spera che si siano offerti volontari). Quante persone servono per fare una Caritas Parrocchiale? Da un minimo di due-tre a un massimo di dieci. Di regola si può dire una persona ogni 500 abitanti, tenendo conto che è meglio che nella Caritas siano rappresentati i gruppi caritativi e di assistenza presenti in Parrocchia. Il momento celebrativo si deve svolgere davanti alla comunità parrocchiale, perciò, se non c è altra occasione, in una opportuna celebrazione eucaristica domenicale (si faccia attenzione soprattutto alla Liturgia della Parola). Magari potrebbe essere nella Giornata Caritas Zonale, che in Diocesi è proposta per la Domenica della Trinità. Si tratta di una specie di mandato, come avviene per esempio per i catechisti, però non da svolgere ogni anno perché l incarico e l impegno dovrebbero durare tre-cinque anni, secondo quello che si prevederà nello Statuto della Caritas parrocchiale. A tale proposito un breve schema di Statuto è già stato elaborato da anni in Diocesi ed è a disposizione presso la Caritas Diocesana o sul sito web. Il punto fondamentale da mettere in risalto nella celebrazione è il servizio che alcune persone si assumono, ma che deve vedere coinvolta tutta la comunità, che deve ricordare l amore preferenziale che il Signore Gesù ha avuto verso i poveri. Per questo il compito principale che la Caritas parrocchiale avrà è di animazione della comunità alla carità (vedi cap III).

7 B: PER CHI DEVE PEDALARE (specie le piccole Parrocchie) Dove non è possibile costituire subito una Caritas parrocchiale, il Parroco sceglierà una persona come Incaricato Caritas parrocchiale e lo presenterà alla comunità. Insieme con il Parroco l Incaricato convocherà un incontro con gli altri operatori pastorali o un Assemblea della comunità per riflettere sull identità della Caritas e sulla presenza che la Parrocchia deve avere nel territorio e verso i poveri. Dopo questo incontro l Incaricato inizierà il suo compito (vedi cap. III), ma deve essere chiaro che non è delegato alla carità, ma svolge un servizio per coinvolgere la comunità in un cammino di amore preferenziale per i poveri. LA CARITAS PARROCCHIALE IN AZIONE: IL COMPITO DI ANIMARE LA COMUNITÀ Questo ultimo capitolo non vuole indicare tutto ciò che è o che può fare una Caritas Parrocchiale, ma vuole indicare i principali compiti che le spettano all interno di una comunità cristiana, facendo un esempio concreto per ogni compito, in modo che si sappia almeno da dove si può cominciare. Per maggiore completezza si può vedere il sussidio L incaricato Caritas e la Commissione Zonale, già pubblicato dalla Caritas Diocesana. Quello che qui si dice vale anche per l Incaricato, dove non ci sia una Caritas Parrocchiale. Naturalmente per tutti vale il criterio della gradualità e del misurarsi sulla continuità delle iniziative, piuttosto che sulla loro straordinarietà.

8 LA CARITAS IN PARROCCHIA FA FORMAZIONE ALLA CARITÀ La Caritas fa formazione quando aiuta a dare forma e coscienza comunitaria alla carità della comunità cristiana. Esempio: la Giornata Zonale Caritas. In questa giornata lo scopo principale non è quello di fare un iniziativa di carità, ma conoscere le situazioni di bisogno o le risorse del proprio territorio; ad esempio la Giornata Caritas può essere incentrata sulla relazione riguardante le povertà che il Centro di Ascolto ogni anno produce. LA CARITAS IN PARROCCHIA ANIMA I SERVIZI CON E PER I POVERI La Caritas, conoscendo le povertà, ma soprattutto i poveri della parrocchia e del territorio, cerca di fare in modo che i servizi che la parrocchia offre siano aggiornati ai bisogni. Esempio: le Opere-Segno. Con i gruppi caritativi presenti in parrocchia o suscitando il volontariato, dà vita a quelle che si chiamano opere segno, cioè dei servizi che diano ai poveri e alla comunità cristiana l idea concreta di che cosa vuol dire essere vicini, fasi prossimo. Ad esempio, se ci si accorge che molte famiglie immigrate fanno fatica a seguire i figli a scuola, si organizza un piccolo doposcuola o meglio ancora lo studio in comune con figli delle proprie famiglie.

9 LA CARITAS ANIMA LA PARROCCHIA AD APRIRSI AI POVERI DEL MONDO La Caritas ha il compito di promuovere cammini educativi di giustizia e di pace attraverso la solidarietà concreta con i poveri di tutto il mondo, in collaborazione con tutti coloro che in parrocchia si occupano di questi temi. Esempio: l Avvento - Natale di Fraternità. La Caritas Parrocchiale, con il materiale e le iniziative proposti dalla Caritas Diocesana, può costruire percorsi con i catechisti, con gli animatori liturgici, con gli animatori d oratorio, con le famiglie e i gruppi familiari, che mettano insieme un aiuto concreto con l informazione, la riflessione, la preghiera. LA CARITAS PARROCCHIALE ANIMA ALLA DIFESA DEI DIRITTI E AL CONFRONTO CON LA REALTA CIVILE La Caritas parrocchiale non deve dare tutto, ma può svolgere anche un importante opera di informazione e di accompagnamento perché i poveri conoscano i loro diritti e sappiano quali servizi la realtà civile offre per superare condizioni di difficoltà e marginalità. Esempio: il contatto con il Centro di Ascolto. Sullo stesso caso di povertà il Centro di Ascolto e un Responsabile della Caritas parrocchiale dovrebbero stare sempre in contatto per vedere ciò che ognuno può fare nel proprio ruolo. Ad esempio si potrebbe mettersi d accordo che la Caritas parrocchiale, che conosce meglio il proprio Comune, segua il caso presso i Servizi Sociali.

10 LA CARITAS PARROCCHIALE COORDINA I GRUPPI CARITATIVI E ASSISTENZIALI, AIUTANDOLI A LAVORARE INSIEME COME CHIESA Questo compito può essere semplificato dal fatto che nella Caritas parrocchiale ci siano già i rappresentanti dei gruppi. Se non fosse così, occorre promuovere ogni tanto incontri comuni. Esempio: elaborazione di un calendario. All inizio dell anno pastorale la Caritas Parrocchiale, su incarico del Parroco, può riunire i diversi rappresentanti di gruppi caritativi e assistenziali per elaborazione di un calendario di iniziative, qualcuna possibilmente comune, per evitare sovrapposizioni e rivalità e per valorizzare il carisma di ognuno. INFINE: l Incaricato e/o la Caritas Parrocchiale hanno anche il compito di tenere i contatti con la Commissione Zonale e con la Caritas Diocesana, soprattutto per la formazione (che è meglio organizzare a livello zonale) e perché ci sia un cammino in sintonia con tutta la Diocesi attraverso il programma che la Caritas Diocesana offre a tutte le Parrocchie.

11 DETTO QUESTO: non vi affannate! (Mt 6,25) ma siamo sicuri che, grazie ad ogni piccolo gesto che farete, crescerà nelle nostre Parrocchie una fiorente carità GRAZIE DI AVERCI SEGUITO FINO A QUI!

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