SCOMPENSO CARDIACO E ATTIVITÀ FISICA
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1 SCOMPENSO CARDIACO E ATTIVITÀ FISICA
2 Scompenso cardiaco Sindrome clinica molto complessa, caratterizzata da una rilevante diminuzione della portata cardiaca e soprattutto da una serie di adattamenti neuroendocrini, renali, metabolici e muscolari. La prolungata inattività del paziente scompensato e la ridotta perfusione muscolare innescano una serie di alterazioni metaboliche e strutturali della cellula muscolare, che caratterizzano il cosiddetto decondizionamento muscolare
3 Lo scompenso cardiaco (o anche insufficienza cardiaca) è definita come l incapacità del cuore di fornire il sangue in quantità adeguata rispetto alle richieste dell organismo. Per soddisfare tali richieste si devono utilizzare pressioni di riempimento superiori alla norma. Tra le cause più comuni ci sono: - l infarto del miocardio - l ischemia miocardica - l ipertensione - le valvulopatie - le cardiomiopatie
4 I sintomi principali sono: dispnea tosse affaticamento durante l esercizio fisico
5 Lo scompenso limita le attività di vita quotidiana del malato a causa dell insufficiente perfusione muscolare e polmonare che alla fine lo costringe alla sedentarietà
6 Viene diminuita la capacità aerobica del paziente durante la sforzo a seconda della severità della malattia ed aumenta il metabolismo anaerobico, con produzione di acido lattico: viene così spiegata la precoce insorgenza dell acidosi metabolica, dell affaticamento muscolare e dell iperventilazione Questa situazione di decondizionamento muscolare e di ridotta tolleranza allo sforzo può essere modificata con un attività fisica controllata in centri di riabilitazione cardiologica (training fisico).
7 Il training fisico può correggere le anomalie vascolari e muscolari che si instaurano nello scompenso cardiaco, in quanto riduce l ipertono simpatico e quindi la vasocostrizione, migliora la perfusione muscolare ed il metabolismo aerobico e quindi ritarda l accumulo di acido lattico nei muscoli.
8 Il training fisico nel paziente con scompenso cardiaco Nel paziente con scompenso cardiaco il training fisico può essere effettuato alle seguenti condizioni: - selezione del paziente - impostazione ed esecuzione di un programma di training individualizzato - valutazione di efficacia e sicurezza del programma
9 Selezione del paziente Il training fisico allenante può essere effettuato solo nei pazienti con stabilità clinica da 2-3 mesi e farmacologica da un mese. Devono esser esclusi i pazienti che, durante l esercizio, lamentano precocemente dispnea e/o fatica o nei quali si riscontrano rantoli polmonari e/o ritmo di galoppo.
10 Impostazione ed esecuzione di un programma di training individualizzato Per una corretta impostazione di un programma di training fisico è fondamentale il test ergometrico cardiopolmonare(test da sforzo classico). Dai parametri rilevati si ricava il VO2max, esso indica la massima capacità del sistema cardiovascolare, respiratorio e muscolare del soggetto, in quanto non aumenta con l incremento del carico di lavoro. Il VO2max di un soggetto sano non allenato è di ml/kg/min, quello di un atleta professionista è di circa 80 ml/kg/min.
11 Nei pazienti con scompenso cardiaco il VO 2 max non viene mai raggiunto perché lo sforzo è limitato dai sintomi (dispnea ed esaurimento muscolare). Il VO 2 misurato al picco dello sforzo, consente di quantificare la capacità aerobica, cioè di individuare la soglia anaerobica, che indica l entità dello sforzo che può essere sostenuto dal paziente senza accumulo di acido lattico e senza affaticamento. Con questo test(ergometrico cardiopolmonare) si può programmare il carico di lavoro nelle varie sedute, utilizzando i seguenti parametri: - frequenza cardiaca (FC) massimale - VO 2 di picco - scala di Borg
12 In alternativa al test cardiopolmonare viene utilizzato il test del cammino per 6 minuti: una passeggiata per 6 minuti in un corridoio del reparto con monitoraggio elettrocardiografico in telemetria. Un soggetto sano riesce a percorrere metri senza lamentare alcun disturbo, mentre la distanza percorsa da un paziente con scompenso cardiaco è notevolmente inferiore. La durata del programma di training non è ben definita: dalla letteratura risulta che essa può variare da 8 settimane a 12 mesi.
13 Valutazione di efficacia e sicurezza del programma La riabilitazione dei pazienti con scompenso cardiaco deve essere condotta in centri che hanno un elevato volume di attività ed un esperienza consolidata. La seduta va interrotta se compare dispnea e/o fatica durante l esercizio, se si abbassa la PA sistolica o insorgono aritmie complesse. I risultati del training fisico si misurano in termini di aumento della tolleranza allo sforzo e di miglioramento di alcuni parametri emodinamici.
14 Sia soggetti cardiopatici che ipertesi dovrebbero modificare i loro stili di vita, adoperandosi in attività fisiche mirate alle loro esigenze. Quando si parla di attività fisica nel cardiopatico essa dovrebbe essere intesa sempre e solo a scopo ricreativo o terapeutico, mai agonistico. Ciò che è richiesto al cardiopatico, è di svolgere una certa quantità di lavoro fisico al fine di perseguire ed ottenere, con il minor rischio possibile, un miglioramento della qualità di vita.
15 La qualità dell attività stessa, deve rispettare determinate caratteristiche, costituite soprattutto da: Modularità, nel senso che il carico lavorativo possa cambiare di livello in modo preordinato; Misurabilità, nel senso che il carico lavorativo possa essere misurato, possibilmente in modo semplice; Scarsa componente tecnica, nel senso che il gesto lavorativo non comporti particolari difficoltà di esecuzione che potrebbero determinare un dispendio energetico extra difficilmente prevedibile e quantificabile.
16 Quando la riduzione della capacità funzionale si associa ad una severa limitazione della portata cardiaca (fattore che non è modificabile dal training), che acquista un ruolo predominante nel determinare la riduzione della capacità funzionale, i pazienti scompensati non migliorano dopo il training. Si va quindi sempre più rafforzando l ipotesi che l incremento della capacità funzionale nello scompenso cardiaco cronico a seguito del training sia dovuto per la massima parte alla correzione della degenerazione e dell atrofia muscolare, del decondizionamento, delle alterazioni ventilatorie e del riempimento diastolico.
17 Implicazioni pratiche: La morbilità, la mortalità ed i costi dello scompenso cardiaco nell anziano sono rilevanti e in costante crescita nei paesi industrializzati. Nella pratica clinica, tuttavia, non sembra ancora sufficientemente compreso il ruolo centrale che il danno muscolare riveste nella patogenesi dei sintomi principali dello scompenso cardiaco, in particolare della limitazione funzionale, né il training fisico è entrato a far parte dell armamentario terapeutico usuale. L esercizio programmato, invece, risulta sicuro, fattibile ed efficace anche nell anziano e in grado di influire positivamente anche sulle principali comorbilità che molto frequentemente coesistono in questo gruppo di pazienti.
18 L attività fisica nel paziente anziano con scompenso cardiaco è quindi sicura, va incoraggiata e induce significativi miglioramenti della qualità di vita e della sopravvivenza.
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