IL GEL PIASTRINICO NEL TRATTAMENTO DELLE ULCERE DIABETICHE
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1 IL GEL PIASTRINICO NEL TRATTAMENTO DELLE ULCERE DIABETICHE G. Coppola U.O.C. Chirurgia Vascolare ed Endovascolare primario : dr. M. A. Farina A. O. R. N. San Sebastiano - Caserta -
2 III CORSO AVANZATO DI AGGIORNAMENTO LA RIPARAZIONE TESSUTALE DELLE LESIONI CRONICHE CUTANEE Campolongo Hospital ( Eboli ) ottobre 2004 IL GEL PIASTRINICO NEL TRATTAMENTO DELLE ULCERE DIABETICHE G. Coppola U.O.C. Chirurgia Vascolare ed Endovascolare primario : dr. M. A. Farina A. O. R. N. San Sebastiano - Caserta -
3 L intuizione di un utilizzo di emocomponenti a fini non strettamente trasfusionali risale ai primi anni 70, fino alla produzione, nel 1975, della Colla di Fibrina rne D.J. et al, Effect of Fibrin Glues on the Medical Proprierties for Healing Wounds, British urnal of Surgery, 1991; 78:
4 lla fine degli anni 70 veniva riconosciuto alle piastrine ed aia macrofagi un ruolo di primo piano nell attivazione del processo riparativo tanto che Thomas Hunter, pioniere di queste ricerche, indicava la possibilità dell impiego in casi selezionati di trasfusione di unità di piastrine Negli anni 80 David Knighton sviluppava una tecnica di stimolazione in vitro delle piastrine, con soluzioni di trombina, che consentiva la raccolta di un sopranatante ricco di fattori di d crescita; questo prodotto, derivato da piastrine del paziente, opportunamente purificato, veniva quindi applicato localmente sotto forma di gel per stimolare la riparazione dell ulcera Knighton DR, Ciresi K, Fiegel VD, Schumert S, Butler E, Cerra F, :Stimulation: of repair in chronic, nonhealing, cutaneous ulcers using platelet-derived wound healing formula. Surg Gynecol Obstet,, 1990; 170: Holloway GA, Steed DL, DE Marco MJ et al: A randomized, controlled, multicenter, dose response trial of activated platelet supernatant, topical CT-102 in chronic, nonhealing, diabetic wounds- Wounds,, 1993; 5:
5 FISIOPATOLOGIA DELLE PIASTRINE FUNZIONE FISIOLOGIA PATOLOGIA aggregazione attività procoagulante sintesi mediatori rilascio dei fattori di crescita rilascio proteine cationiche retrazione del tappo/coagulo richiamo macrofagi e altri leucociti tappo emostatico emostasi risposta omeostatica riparazione difesa riparazione riparazione, tessuto di granulazione trombosi trombosi danni infiammatori aterosclerosi, cocancerogenesi danni infiammatori malattie emorragiche malattie croniche, alterata riparazione
6 Il miglioramento delle tecniche e dei sistemi produttivi del preparato ha raggiunto livelli tali da consentirne negli ultimi anni un impiego sperimentale e clinico nella terapia topica delle ulcere cutanee, rappresentate oggi per il 70 % circa da ulcere vascolari, a prevalente genesi flebopatica. uer E., Sumpio M.D., Ph. D. Foot Ulcers, N. Engl. J. Med 2001; 343: mmermann R et al Different preparation methods to obtain platelet components as a urce of growth factors for local application- Transfusion 2001; 41:
7 Il Razionale dell impiego di tale preparato risiede nella resenza di diversi fattori di crescita tissutale (circa 30), di cui i più importanti nel processo riparativo si sono dimostrati i seguenti: P.D.G.F. (Platelet Derivated Growth Factor) E.G.F. (Epidermal Growth Factor) T.G.F. (Transforming growth Factor) V.E.G.F. (Vascular Endothelial Growth Factor) I.G.F. 1 e 2 (Insulin Growth Factor 1 e 2) F.G.F. (Fibroblast Growth Factor) Adam J. et al. : Cutaneous Wound Healing- N. Engl.. J. Med 1999; 341: Quirinia A., Viidick A.: The effects of recombinant fibroblastic growth factor (B- F.G.F.) in fibrin adhesive vehicle on the healing of ischemic and d normal incisional skin wounds. Scand.. J. Plast. Reconstr. Hand Surg Mar 32 (1): 9-189
8 FATTORI DI CRESCITA COINVOLTI NELLA RIPARAZIONE DELLE FERITE DGF: : Platelet Derived Growth Factor. (P.M.= Kd) Azione mitogena ed angiogenetica, up-regulation di altri fattori di crescita: stimolazione dei fibroblasti e osteoblasti, induzione della differenziazione cellulare,, catalizzatore degli effetti dei fattori di crescita su altre cellule come i macrofagi. Stimola la chemiotassi, la sua struttura reticolare facilita la diapedesi dei macrofagi e dei fibroblasti. E prodotto anche dalle cellule endoteliali delle arterie erie, macrofagi, monociti attivati, fibroblasti stimolati.
9 FATTORI DI CRESCITA COINVOLTI NELLA RIPARAZIONE DELLE FERITE EGF: Epidermal Growth Factor.. (P.M.= Kd) E dotato di una grande varietà di azione in vivo e in vitro. L attività meglio documentata è la capacità di indurre la proliferazione e la differenziazione di cellule mesenchimali ed epiteliali.. In vitro è un mitogeno per fibroblasti e cellule endoteliali e promuove la formazione di colonie epidermiche in cultura. In vivo induce lo sviluppo epiteliale, promuove l angiogenesi. Agisce anche su cellule non epiteliali.
10 FATTORI DI CRESCITA COINVOLTI NELLA RIPARAZIONE DELLE FERITE TGF: : Transforming Growth Factor. (P.M.= Kd) Stimolazione dei fibroblasti e preosteoblasti, inibizione delle cellule epiteliali ed endoteliali, inibizione degli osteoclasti e del riassorbimento osseo, chemiotassi.. E un ottimo induttore dello sviluppo epiteliale in vivo. Il TGF-β1 1 (nuova denominazione del TGF-β) ) è un membro di una famiglia di proteine regolatorie quali le inibine, le attivine e le proteine morfogene dell osso. Il TGFβ1 1 è un importante mediatore della formazione della matrice extracellulare.
11 FATTORI DI CRESCITA COINVOLTI NELLA RIPARAZIONE DELLE FERITE VEGF: : Vascular Endothelial Growth Factor E costituito da 2 sub unità A e B prodotte da geni distinti. Stimola la migrazione dei monociti attraverso gli strati endoteliali. E uno dei fattori angiogenici più importanti in vivo.. Induce una aumentata permeabilità delle cellule endoteliali a proteine ed altre molecole. Tale permeabilità porta alla estravasazione del fibrinogeno e alla formazione della matrice di fibrina che induce a sua volta la migrazione dei fibroblasti.
12 FATTORI DI CRESCITA COINVOLTI NELLA RIPARAZIONE DELLE FERITE IGF-1 1 e IGF-2: : Insulin Like Growth Factor (PM= Kd) Promuovono la crescita strutturalmente correlati con l insulina. L IGF-1 1 è considerato un regolatore autocrino della crescita scheletrica per il ruolo che svolge relativamente all incremento degli osteoblasti, alla stimolazione della deposizione di osso, all attività sui precursori degli osteoblasti ti e del metabolismo proteico generale. La funzione dell IGF-2 2 è meno conosciuta. Essi sono coinvolti nella crescita e mantenimento del tessuto nervoso.
13 FATTORI DI CRESCITA COINVOLTI NELLA RIPARAZIONE DELLE FERITE FGF: : Fibroblasts Growth Factor (PM= Kd) Famiglia di polipeptidi (da FGF-1 1 a FGF-7). Potenti regolatori della proliferazione cellulare e della differenziazione. Svolgono un ruolo impor- tante nello sviluppo normale e nella riparazione delle ferite.. Essi stimolano la proliferazione di tutte le cellule di origine mesodermale nonché molte di origine neuroectodermale, ectodermale ed endodermale. Queste cellule includono: fibroblasti, cellule endoteliali, osteociti. Sono importanti per la formazione di nuovo endotelio.
14 Applicando in situ le piastrine iperconcentrate ed attivate con Trombina Umana e Calcio Gluconato in forma di Gel Piastrinico, vengono innescati e accelerati i processi di rigenerazione tessutale R.Zimmermann et al. Different preparation methods to obtain platelet component as a source of growth factors for local application. Transfusion 2001 ; 41 :
15 Pertanto, le piastrine sono paragonabili a laboratori-serbatoi cellulari che elaborano, immagazzinano e quindi rilasciano, numerosi fattori di crescita capaci di stimolare la riproduzione di cellule staminali, mesenchimali, fibroblasti,, osteoblasti e cellule endoteliali hultz G. S., Sibbad R. et al - Wound Bed Preparation: : a systematic approach to wound management-j. Wound Rep. Reg. May 2003, 11: 1-281
16 ROPRIETA DEL GEL PIASTRINICO (1) Angiogenetiche Stimolanti la formazione del tessuto connettivo ed epiteliale Stimolanti l osteogenesi Martin P., et al, Growth Factors and Cutaneous Wound Repair, Progress in Growth Factor Research, 1992; 4:25-44 Hannon, Timothy J. Autologus Platelet Gel,
17 ROPRIETA DEL GEL PIASTRINICO (2) Non è tossico per i tessuti Possibilità di essere autologo È poco o nulla costoso È di rapida e facile preparazione Sicurezza (L. 107/90 DM 25-26/01/2001) Florida PRP Symposium August 2003 Biffoni F., Considerazioni medico-legali concereneti l uso topico del gel piastrinico Seminario Interdisciplinare Gel Piastrinico : Applicazioni Cliniche, odntoiatriche e chirurgiche, Milano 30 Gennaio 2003
18 CONTROINDICAZIONI TROMBOCITOPENIA SINDROME DA DISFUNZIONE PIASTRINICA INSTABILITA EMODINAMICA GRAVIDANZA NEOPLASIA (SITO DI APPLICAZIONE) INFEZIONE, GANGRENA, OSTEOMIELITE (SITO DI APPLICAZIONE)
19 Maggio 2003 > PROTOCOLLO SAN SEBASTIANO, riguardante le seguenti procedure: Raccolta Arricchimento cellulare Attivazione Applicazione clinica Controlli di qualità Registrazioni
20 PROCEDURE DI RACCOLTA Provetta Piastrinoaferesi PRP da unità di Sangue Intero Protocollo AORN S.Sebastiano Caserta - Maggio 2003
21 RACCOLTA PRP DA PROVETTA Indicata in lesioni di piccole dimensioni nelle quali è richiesta un unica applicazione (ch( maxillo-faciale faciale) 7-8 Vacutainer da 7/10 ml contenenti ACD o Na- Citrato Centrifugare le provette x 10 a 180 g In ambiente sterile,, Trasferire il PRP in una nuova provetta (Falcon( 50 ml) Centrifugare il PRP x 10 a 1800 g In ambiente sterile,, Eliminare il PPP in eccesso, concentrando le PLT fino al volume desiderato Protocollo AORN S.Sebastiano Caserta - Maggio 2003
22 RACCOLTA MEDIANTE PIASTRINOAFERESI Indicata nei casi in cui sono necessari volum maggiori di PRP (ampia estensione dell area da trattare) e per applicazioni ripetute nel tempo (difett di cicatrizzazione, ulcere diabetiche) Separatore cellulare Aliquotare il CP in rapporto al volume richiesto pe ogni applicazione (in( ambiente sterile) Congelare a -30 C Protocollo AORN S.Sebastiano Caserta - Maggio 2003
23 PRP OTTENUTO DA UNITÀ DI SANGUE INTERO Indicato quando il paziente necessita anche d emotrasfusione,, dovendo essere sottoposto ad intervento chirurgico (chirurgia maior,, ortopedica) L unità di sangue autologo viene destinata alla scomposizione immediata. Il PRP viene stoccato a -30 C fino al momento dell utilizzo, mentre le emazie concentrate vengono trasfuse secondo lo stato clinico del paziente Protocollo AORN S.Sebastiano Caserta - Maggio 2003
24 OTTIMIZZAZIONE DEI OTTIMIZZAZIONE DEI SISTEMI DI ARRICCHIMENTO CELLULARE Per produrre un gel con massa omogenea, volume adeguato e buona maneggevolezza è richiesto una concentrazione di PLT/µL pari a: A questa conclusione si è giunti attraverso l allestimento di varie aliquote di PRP: 1) /µL 2) /µL 3) /µL 4) /µL Il tempo di formazione del gel è maggiore (>8 nelle aliquote con conta di PLT /µL
25 ATTIVAZIONE Trasferire il concentrato piastrinico nella piastra di Petri o altro contenitore sterile Aggiungere gli attivatori (trombina autologa e calcio gluconato) Incubare a temperatura ambiente fino ad avvenuta gelificazione Nei casi in cui il processo è lento, riporre il contenuto per circa 5 in incubatore a 37 C Protocollo AORN S.Sebastiano Caserta - Maggio 2003
26 CONTROLLI DI STERILITÀ E QUALITÀ Sui concentrati piastrinici vanno eseguiti i controlli di sterilità Gli emocomponenti devono essere preparati seguendo i principi del Good Manifacturing Practices a prescindere dall uso al quale sono destinati Ogni preparazione di emocomponente deve essere sottoposto ad un controllo di qualità Protocollo AORN S.Sebastiano Caserta - Maggio 2003
27 REGISTRAZIONI Il prodotto finale viene identificato con un etichetta sulla quale sono indicati: Cognome Cognome e nome del paziente Data Data di nascita del paziente Data Data di preparazione del prodotto I dati anagrafici del pz e le caratteristiche del preparato, inoltre, vengono registrate su apposite schede archiviate nel S.I.T. Protocollo AORN S.Sebastiano Caserta - Maggio 2003
28 Casistica U.O.C. Chirurgia Vascolare Pazienti totali trattati con gel piastrinico: : 69 (giugno maggio 2004) 4 ulcere vasculitiche 3 lesioni traumatiche 5 deiscenze di moncone di amputazione 9 ulcere vascolari arteriose 14 ulcere in piede diabetico 34 ulcere flebostatiche o flebolinfostatiche
29
30 ULCERE IN PIEDE DIABETICO pazienti osservati 52 trattati 44 (8 amputazioni maggiori per gangrena) DIAGNOSI DIFFERENZIALE TRA PIEDE NEUROPATICO E PIEDE ISCHEMICO MEDIANTE METODICHE NON INVASIVE (ESAME CLINICO, DOPPLER CW, PLETISMOGRAFIA, ECOCOLORDOPPLER, OSSIMETRIA TRANSCUTANEA) ED INVASIVE (ANGIOGRAFIA) REGOLARIZZAZIONE DELLA GLICEMIA DETERMINAZIONE DELLO SCORE DI WAGNER VALUTAZIONE E TRATTAMENTO DELLA COMPONENTE INFETTIVA E DI EVENTUALI FOCOLAI OSTEOMIELITICI CORREZIONE DELL EVENTUALE ARTERIOPATIA OVE POSSIBILE APPLICAZIONE DI IDONEO SCARICO PLANTARE
31 Ulcere in Piede Diabetico: gel piastrinico 14 casi Dei 44 casi trattati 3 sono andati incontro ad amputazione maggiore e 7 ad amputazione minore nei 3 mesi successivi all arruolamento presso il nostro ambulatorio; l utilizzo del gel piastrinico è stato riservato a 14 pazienti nei quali il trattamento con medicazioni convenzionali o avanzate non ha portato a guarigione. In questi pazienti abbiamo osservato forse i migliori risultati in termini di rapidità di chiusura delle ulcere. Nei 14 casi in cui è stato utilizzato il gel piastrinico: 9 guarigioni, 2 amputazioni maggiori e 3 amputazioni minori nei 6 mesi dall inizio del trattamento
32 TRATTAMENTO LOCALE (valido per tutti i tipi di ulcera) ANTISEPSI DETERSIONE SBRIGLIAMENTO MEDICAZIONI AVANZATE
33 RISULTATI VASCULITICHE 4 4 ok TRAUMATICHE 3 3 ok DEISCENZE 5 4 ok ISCHEMICHE 9 9 ok DIABETICHE 14 12ok (9 pazienti guariti + 3 amputazioni minori) FLEBOLINFOSTATICHE ok
34 SALVATAGGIO D ARTO Giugno Giugno pazienti (12 diabetici) 10 pazienti by-pass femoro-distale classico 18 pazienti by-pass distale con tecnica pantaloon vein graft
35 Pantaloon vein graft E un by-pass composito con confezionamento di una fistola artero-venosa
36 SALVATAGGIO D ARTO: risultati 24 CASI OK 2 AMPUTAZIONI MAGGIORI 2 AMPUTAZIONI MINORI Dei 4 casi amputati uno solo afferiva al gruppo dei pazienti trattati con tecnica pantaloon vein graft
37 CONCLUSIONI Il gel piastrinico può essere ritenuto una ulteriore arma a disposizione nella cura delle lesioni cutanee croniche, di provata efficacia, che riserviamo nel caso di ulcere difficili e cioè non responders alle comuni medicazioni attualmente disponibili; rappresenta inoltre un mezzo semplice, sicuro ed economico allo stesso tempo, eseguibile presso ogni struttura ospedaliera dotata di un Centro Ttrasfusionale nonché di personale addestrato allo specifico compito della cura delle ulcere cutanee.
38 CONCLUSIONI Il gel piastrinico inoltre si pone attualmente in gioco come un valido complemento o sostegno alle più conosciute tecniche terapeutiche in uso (medicazioni avanzate, innesti cutanei), mostrandosi nella nostra esperienza efficace anche laddove le tecniche tradizionali falliscono
39 CONCLUSIONI OBIETTIVO FINALE DI QUESTI STUDI È QUELLO DI: 1) ELABORARE DELLE LINEE GUIDA 2) STABILIRE PROTOCOLLI COMUNI (DIRETTAMENTE CORRELATI AL TIPO DI TRATTAMENTO) 3) AVVIARE STUDI CLINICI CONTROLLATI
40 Grazie
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