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1 pag QE n :06 Pagina 65 L impronta diventa ecologica di Alessandra Governanti, Maria La Gennusa, Gianfranco Rizzo* Attraversiamo un periodo nel quale i mezzi di comunicazione di massa sembrano avere improvvisamente scoperto la gravità del problema dei cambiamenti climatici. Come spesso succede, l allarmismo del tono con cui queste tematiche sono proposte allontana il lettore dall analisi delle soluzioni che possono e devono, sin d ora, essere adottate per contrastare questo preoccupante fenomeno che nella letteratura scientifica è da lungo tempo studiato. Bisogna però rimarcare che, anche a livello tecnico-scientifico, esiste una notevole distanza tra il livello di approfondimento del fenomeno e la proposizione di azioni adeguate per combatterlo: si fa così genericamente ricorso alla sostenibilità, evocata come panacea di tutti i problemi. In realtà, nonostante questo concetto si basi su criteri ormai accettati dalla comunità scientifica, sconta ancora un forte divario fra le dichiarazioni di principio e le applicazioni in campo. Per esempio, sarebbe importante che la ricerca della sostenibilità diventasse una pratica diffusa a livello territoriale, possibilmente con il ricorso a metodologie di analisi di facile impiego. Le pubbliche amministrazioni trarrebbero sicuramente un grande beneficio dalla possibilità di disporre di metodi e di indicatori di sostenibilità nel loro difficile compito di progettare opportune dinamiche di sviluppo del territorio e dei cittadini. Purtroppo questa esigenza è evidentemente in conflitto con la complessità dei fenomeni coinvolti e con l ingente mole di dati che li rappresentano. Sta pertanto emergendo la necessità di disporre di indicatori sintetici e affidabili mediante i quali ricavare dei giudizi di congruità ambientale rispetto alle azioni intraprese, anche allo scopo di collocare in ordine gerarchico le diverse opzioni di sviluppo che riguardano un assegnato ambito territoriale. Il metodo dell Impronta ecologica sta registrando un crescente aumento di popolarità presso gli analisti ambientali, sia in virtù della sua relativa facilità di impiego, sia per la sua peculiare proprietà di ricondurre in termini di deterioramento delle risorse naturali fondamentali le azioni antropiche. Esso utilizza, come unità di pressione esercitata sull ambiente naturale, l estensione di terreno bioproduttivo sequestrata dalle attività INDICATORI Nella valutazione della sostenibilità dei sistemi complessi sono necessari metodi e analisi efficaci IL CALCOLO DELL IMPRONTA A titolo di esempio si descrive la struttura di calcolo della terra per l energia relativa ai consumi indiretti (parametro B) e ai consumi di energia elettrica da combustibili fossili (parametro D 1 ). B = Sup edificata pro-capite x embodied energy abitaz. ( 1 ) x carbon intensity x 1/tasso di assorbimento del carbonio x 0,69( 2 ) D 1 = C en.el. ( 3 ) x Fraz fonte ( 4 ) x energy intensity prod.en.el.( 5 ) x 1,7( 6 ) x carbon intensity x 1/tasso di assorbimento carbonio x 0,69( 2 ) dove i termini caratterizzati da una nota numerata assumono i seguenti significati: ( 1 ) Energia incorporata per unità di superficie e per anno. ( 2 ) Percentuale di CO 2 assorbita dalle terre (il restante 31% è assorbito dagli oceani). ( 3 ) Consumo di energia elettrica. ( 4 ) Percentuale di energia elettrica prodotta con tale fonte. ( 5 ) Energia primaria necessaria per la produzione di 1 KWh di energia elettrica. ( 6 ) Fattore correttivo da introdurre per compensare le perdite che si verificano nella generazione e nella distribuzione dell elettricità, pari appunto al 70%. umane o dai loro prodotti. Tale approccio si colloca a pieno titolo nel contesto delle analisi che si propongono di confrontare gli effetti delle azioni umane con l erosione del capitale naturale del quale la nostra specie dispone. Naturalmente, 65

2 pag QE n :06 Pagina 66 un indicatore come questo si presta perfettamente a essere utilizzato come strumento di valutazione della sostenibilità ambientale di sistemi territoriali complessi, anche se richiede ancora un forte impegno di ricerca e, soprattutto, una grande cautela nell impiego da parte di coloro che non ne conoscono a fondo le potenzialità e i limiti. Figura 1. Rappresentazione visiva dell impronta ecologica della Sicilia Impronta sotto la lente L impronta ecologica nasce in Canada, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, dagli studi di William Rees, ecologo dell Università della British Columbia e dei ricercatori del suo gruppo di lavoro; tra i quali spicca in particolare Mathis Wackernagel, che da anni studia il rapporto tra la capacità di carico degli ecosistemi e la pressione esercitata dalle attività antropiche. Il metodo, continuamente sottoposto ad analisi e affinamenti per migliorarne l efficacia, è 66 sempre più frequentemente utilizzato e non soltanto in ambito accademico, come indicatore di sostenibilità delle azioni umane rispetto all erosione che queste inducono nei confronti del capitale naturale. Il metodo di calcolo permette, infatti, di ricondurre, in maniera abbastanza semplice, la pressione esercitata dalle attività antropiche in termini di superficie marina e di terreno bioproduttivo necessari a sostenere quelle attività. L unica difficoltà concreta nell applicazione del metodo consiste nel reperimento dei dati occorrenti alla formalizzazione in termini di impronta di alcune attività, come per esempio i servizi. Le attuali fonti di dati energetici, economici, ambientali e territoriali, infatti, solo raramente forniscono informazioni direttamente trasferibili nel metodo dell impronta ecologica. La bontà dei risultati ottenuti è, pertanto, direttamente legata alla qualità e al dettaglio dei dati disponibili per ciascuna attività oggetto di studio. Il calcolo dell impronta ecologica viene eseguito considerando sette distinte categorie di territorio che sono: terra coltivabile; terra a pascolo; terra forestata; area di mare produttiva; terra per l energia; terra costruita; terra per la biodiversità; e alcune categorie di consumo, tra le quali gli alimenti, le abitazioni, i trasporti, i beni di consumo, i rifiuti e i servizi. L unità di misura di impronta è rappresentata dall unità di superficie bioproduttiva del Pianeta, necessaria a sostenere una determinata attività, equivalente a un ettaro della produttività media del Globo. Per il calcolo dell impronta ecologica è possibile scegliere tra due approcci alternativi: il metodo composto e il metodo per componenti. La scelta dell uno o dell altro metodo di calcolo dipende dalle caratteristiche del sistema in esame e dal livello di dettaglio al quale sono acquisibili i dati di partenza, come sinteticamente illustrato in tabella 1, che riporta altresì i punti di forza e di debolezza dei due approcci. Le quantità disponibili in natura delle categorie di terra sono confrontate con le quantità ottenute per ciascun caso particolare, allo scopo di verificare se i consumi eccedono gli stock di capitale naturale disponibile, e quindi di stabilire se sussiste una situazione di deficit o di avanzo ecologico. Questo approccio alla contabilità ambientale complessiva dei sistemi umani viene ormai applicato con sempre maggior frequenza: dopo il vertice di Rio de Janeiro del 1997, Wackernagel ha messo a punto il calcolo delle impronte ecologiche di 152 paesi del Mondo nei quali risiede l 80% della popolazione mondiale e che sono responsabili del 95% del prodotto interno lordo mondiale. Questi calcoli sono periodicamente aggiornati nel rapporto Living Planet Report, edito in Italia a cura del Wwf. Solo a titolo di esempio è forse interessante sottolineare come, oggi, l impronta dell Europa è 2,2 volte più grande della sua capacità biologica e quella dell Italia è pari a 5,5 unità di superficie, contro le 1,2 unità disponibili per ciascuno dei suoi abitanti. La Sicilia, a esempio, non sfugge a questa situazione di forte impatto, come dimostra la Figura 1, nella quale

3 pag QE n :06 Pagina 67 soltanto le dimensioni della Sicilia sono riportate in termini di impatto globale - calcolato con il metodo composto - mentre il resto dell Italia è raffigurato nelle reali proporzioni. Come si vede, l attività complessiva degli abitanti della Sicilia comporta un impatto molto rilevante: ciò è giustificabile con il fatto che la disponibilità biologica media della Sicilia, circa 0,67 ha pro capite, è sensibilmente minore di quella media italiana, 1,92 ha pro capite. Naturalmente, il valore medio pro capite dell impronta ecologica dei siciliani, circa 5 unità di superficie pro capite, è invece molto vicino a quello medio italiano, circa 5,51 unità di superficie pro capite. L impronta delle abitazioni Come è noto, la Direttiva 2002/ 91/CE dell Unione Europea relativa al rendimento energetico nell edilizia invita gli Stati membri ad adottare le misure necessarie per informare gli utenti sui metodi e le prassi che contribuiscono a migliorare l efficienze energetica degli edifici. Il D.L. n 192 del 15 Agosto 2005, d altra parte, prescrive che il Ministro dello Sviluppo economico predisponga azioni di sensibilizzazione degli utenti finali e della scuola, mediante indicatori riguardanti l impatto ambientale, facendo esplicito riferimento all impronta ecologica. Un richiamo così diretto all utilizzo del metodo dell impronta ecologica nell ambito delle procedure finalizzate alla certificazione degli edifici induce a eseguire un calcolo preliminare dell impatto esercitato dal settore dell edilizia. Le province siciliane sono qui scelte come banco di prova del metodo, allo scopo di verificarne la praticabilità in un ambito così specifico. In questo caso è necessario utilizzare l approccio per componenti, che permette di ottenere risultati con un livello di dettaglio così spinto. I parametri necessari per il calcolo dell impronta ecologica degli edifici sono diversi ma, per un applicazione a livello provinciale, è sufficiente disporre inizialmente di dati concernenti la superficie media e l età media delle costruzioni, oltre alla quantità media di legno presente all interno delle abitazioni. Il computo è eseguito per mezzo del seguente algoritmo, che fornisce l impronta in termini di unità di superficie pro-capite: Impronta Ecologica = A + B + C + D 1 + D 2 + D 3 + D 4 + D 5 + E + F + G + H In tabella 2 il dettaglio di tutte le componenti di impatto e del corrispondente uso del territorio, le cui categorie coinvolte sono costituite dalla terra per l energia, dalla terra forestata e dalla terra costruita. Il calcolo dell impronta per ciascuna componente d impatto viene effettuato con un algoritmo specifico. In definitiva, a partire dai dati disponibili per le province siciliane, per l anno di riferimento, si ricavano i valori di

4 pag QE n :06 Pagina 68 Tabella 1: Breve descrizione dei due differenti approcci messi a punto per il calcolo dell impronta ecologica METODO BREVE DESCRIZIONE PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA Metodo composto Il metodo composto è un modello di calcolo aggregato che fornisce una valutazione complessiva dell impatto causato dai consumi, analizzando i flussi globali delle diverse risorse coinvolte nei processi umani. Il calcolo si compone delle seguenti sezioni: analisi dei consumi delle risorse biotiche; bilancio energetico. Si fonda su statistiche ufficiali ampie e non settoriali (con risultati generalmente più affidabili) Utile nelle analisi comparate come, ad esempio, nel confronto tra le prestazioni ambientali di diversi ambiti territoriali Il metodo non richiede la conoscenza della totale tracciabilità di ciacuna risorsa consumata E poco dettagliato Non consente di distinguere le attività e/o i settori che comportano particolari consumi di risorse e produzione di rifiuti (e che quindi, pesando maggiormente sull Impronta totale, risultano più impattanti) Metodo per componenti È un metodo disaggregato che consente di calcolare separatamente le impronte ecologiche di determinate attività (trasporti, edilizia, servizi ecc.). La somma dei singoli impatti fornisce l impronta complessiva del sistema in esame. Può essere applicato a tutti i livelli, da una intera nazione a un singolo prodotto Consente di individuare le attività e/o i settori economici maggiormente impattanti (è, quindi, uno strumento in grado di fornire indicazioni utili all attivazione di politiche finalizzate alla promozione della sostenibilità) La raccolta dati risulta molto laboriosa, in quanto le fonti sono in questo caso più settoriali. Tabella 2: Descrizione dei parametri di calcolo dell impronta ecologica delle abitazioni Parametro Componenti di impatto Uso del Territorio A Uso diretto del territorio Terra costruita B Consumi indiretti di energia (energia incorporata negli edifici) Terra per l energia C Consumi di legname da costruzione Terra forestata D1 Consumi diretti di energia elettrica da combustibili fossili Terra per l energia D2 Consumi diretti di energia elettrica da energia nucleare Terra per l energia D3 Consumi diretti di energia elettrica da solare fotovoltaico Terra costruita D4 Consumi diretti di energia elettrica da eolico Terra costruita D5 Consumi diretti di energia elettrica da idroelettrico Terra costruita E Consumi diretti di gas naturale Terra per l energia F Consumi diretti di combustibile liquido Terra per l energia G Consumi diretti di carbone Terra per l energia H Consumi diretti di legna da ardere Terra forestata impronta riportati in Tabella 3. Si tratta di valori relativamente contenuti, come dimostra la figura 2, nella quale sono indicate le ripartizioni percentuali delle impronte delle altre categorie di consumo delle province dell isola. Le stime sono comunque in linea con quanto si può riscontrare oggi in letteratura per ciò che concerne l impronta ecologica dell Italia o di singole città (Santiago, ad esempio). In ogni caso, il valore dell impronta delle abitazioni è fortemente dipendente dall energia incorporata negli edifici durante l intero ciclo di vita: è in questo campo che viene richiesto un ingente sforzo di elaborazione e di ricerca, anche per consentire al metodo dell impronta ecologica di produrre risultati sempre più legati al reale impatto esercitato dagli edifici sull ambiente naturale.

5 pag QE n :06 Pagina 69 Uno strumento semplice L impronta ecologica è uno strumento di calcolo relativamente semplice, che somma gli impatti umani, o l uso di servizi ecologici, in maniera coerente con i principi ecologici e con quelli della termodinamica, convertendoli in unità di territorio. Se lo spazio bioproduttivo richiesto è maggiore di quello disponibile si può affermare che il tasso dei consumi non è sostenibile. Il conteggio delle risorse biologiche è effettivamente eseguibile in virtù del fatto che il flusso del consumo di tali risorse e il Tabella 3: Matrice dell uso del territorio per le abitazioni (unità di superficie pro capite) Province Foreste Superficie costruita Terra per l energia Totale Agrigento 0,050 0,014 0,223 0,287 Caltanissetta 0,054 0,014 0,223 0,290 Catania 0,049 0,009 0,224 0,282 Enna 0,047 0,006 0,202 0,255 Messina 0,051 0,014 0,224 0,289 Palermo 0,045 0,012 0,227 0,284 Ragusa 0,052 0,014 0,235 0,301 Siracusa 0,048 0,011 0,226 0,285 Trapani 0,054 0,016 0,240 0,310 Figura 2. Ripartizione percentuale delle impronte delle diverse categorie per la provincia di Agrigento 4,9 22,5 3,3 12,4 Agrigento Alimenti Abitazioni Trasporti Servizi Rifiuti flusso della produzione dei rifiuti possono essere associati all area produttiva biologica richiesta per il loro mantenimento. L Impronta ecologica di una popolazione è dunque l area di terra e mare biologicamente produttiva necessaria per generare le risorse che quella popolazione consuma e per assimilare i rifiuti che essa genera, utilizzando le tecnologie esistenti. In realtà, tuttavia, l impronta non coincide con un territorio definito. A causa del commercio internazionale, i territori e le risorse idriche usati dalla maggior parte dell umanità sono distribuiti su tutta la superficie del Pianeta. Sarebbe necessaria una grande quantità di ricerche per determinarne le esatte collocazioni: ci si riferisce pertanto a una produttività mondiale media, intesa come ettari globali. Quindi il concetto di Impronta ecologica implica il principio di non localizzazione dell impatto dell uomo sulla terra, mentre è localizzabile il fattore causale di tale impatto. Per esprimere il concetto della necessità di ridistribuire secondo un principio di equità il capitale naturale, Wackernagel e Rees hanno introdotto la nozione di legittima quota di terra, ovvero la quantità di territorio cui avrebbe diritto ogni persona se tutto il terreno ecologicamente produttivo del nostro Pianeta venisse diviso in modo equo tra l attuale popolazione. Se a questa estensione corrispondesse un isola circolare essa avrebbe un diametro di appena 155 metri. Un settimo di quest isola sarebbe costituito da terreno ara- 69 bile; il resto da pascolo, foresta, terreno edificato e natura intatta. È chiaro che, al crescere della popolazione, la legittima quota di terra pro capite diminuisce. Naturalmente, questi calcoli possono essere fortemente inficiati dall effettiva disponibilità dei dati di campo che, in molti casi, non sono ancora così dettagliati come sarebbe auspicabile. Ma certamente il metodo dell impronta ecologica ha il merito fondamentale di indicare con chiarezza che la popolazione dei Paesi occidentali sta vivendo in regime di deficit biologico e, dunque, a spese della disponibilità biologica degli altri abitanti del Pianeta. *Dipartimento di Ricerche energetiche e ambientali, Università degli Studi di Palermo 56,9

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