Semplificazioni, principali definizioni e obiettivi della macroeconomia
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- Stefania Di Carlo
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1 Semplificazioni, principali definizioni e obiettivi della macroeconomia Lezione 1 Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 1
2 Semplificazioni della macro Il livello di aggregazione è molto più spinto che in microeconomia Si utilizza il livello medio o indice dei prezzi che è una media di tutti i prezzi esistenti nei vari mercati Non si considerano le variazioni nei prezzi relativi (rapporto tra i prezzi dei beni) Non si considerano variazioni nella struttura delle variabili ma solo variazioni delle variabili nel tempo I principali problemi analizzati sono: (i) livello e tasso di crescita della produzione; (ii) tasso di disoccupazione; (iii) tasso di inflazione. Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 2
3 Semplificazioni (2) gsi considera l esistenza di un solo bene (o bene composito) gesiste quindi un unico mercato dei beni e servizi con un unica domanda e un unica offerta. Nonostante queste semplificazioni la macro ha lo scopo di studiare le interazioni e i feedback all interno dell intero sistema economico gcon tali semplificazioni costruiamo i modelli macroeconomici che sono delle strutture logiche usate per descrivere il funzionamento dell economia Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 3
4 Semplificazioni (3) gla descrizione della macro è dunque una descrizione approssimata della realtà gpiù che fornire indicazioni ai singoli agenti su come comportarsi su un singolo mercato mira a fornire indicazioni operative ai governi, alle istituzioni internazionali (es. Fondo Monetario Internazionale) e al settore privato (es. grandi imprese e banche private) gdalla macro ci attendiamo indicazioni per analizzare e risolvere problemi di politica economica Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 4
5 Esempio Consideriamo una tassa sulle automobili: ganalisi microeconomica: La tassa riduce la domanda di automobili perché ne fa aumentare il prezzo ganalisi macroeconomica: Se le nuove entrate fiscali aumentano la spesa pubblica più di quanto cala la spesa privata (per automobili), nel breve periodo crescono Y (reddito) e N (occupazione) Le nuove entrate riducono le necessità del governo di finanziarsi sul mercato riduzione di i (tasso di interesse) aumento di I (investimenti) Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 5
6 PIANO DEL CORSO DI MACROECONOMIA MERCATI REALI E FINANZIARI (modello IS-LM) BREVE PERIODO CON LE ASPETTATIVE IN ECONOMIA APERTA AGGIUNGIAMO IL MERCATO DEL LAVORO (modello AS-AD) DAL BREVE AL MEDIO PERIODO RUOLO DELLA POLITICA ECONOMICA Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 6
7 Principali variabili studiate: inflazione (1) Livello generale dei prezzi, il prezzo medio del bene composito in un anno: P t nell anno in corso, P t-1 nell anno precedente Tasso di inflazione, aumento (in percentuale) nell anno del livello generale dei prezzi di beni e servizi: π t = (P t P t-1 ) / P t-1 Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 7
8 Calcolare l inflazione (1) 1) Deflatore del PIL: rapporto tra PIL a prezzi correnti e PIL a prezzi costanti per lo stesso anno dà la variazione dei prezzi tra l anno corrente e l anno base. Esempio: PILcorrente(2001) = P 2001 Y 2001 = 1510; PILcostante (2001,2000)= P 2000 Y 2001 = 1410; Deflatore PIL= {[PILcor(2001)/PILcost(2001,2000)]-1} 100=7,1% = [(P 2001 Y 2001 )/ (P 2000 Y 2001 ) 1] 100 Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 8
9 Calcolare l inflazione (2) 2) Indice dei Prezzi al Consumo (IPC): valore di un paniere di beni di consumo costante nel tempo Differenze tra deflatore e IPC: l IPC comprende beni importati, il deflatore solo beni nazionali; l IPC ha pesi fissi (quelli del paniere), mentre i pesi del deflatore sono le quantità prodotte e cambiano con l anno per il quale si vuole calcolare il deflatore. Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 9
10 Perché preoccuparsi dell inflazione? Perché l inflazione non colpisce tutti i prezzi allo stesso modo e altera in modo arbitrario (distorce) i prezzi relativi; L inflazione altera anche la distribuzione dei redditi poiché colpisce di meno i redditi indicizzati e di più quelli non indicizzati; L inflazione favorisce i debitori e svantaggia i creditori; L inflazione aumenta il carico fiscale in un sistema di tassazione progressivo (fiscal drag) Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 10
11 Imposta sul reddito progressiva Reddito Aliquota Imposta Scagl % Scagl % Scagl % Totale Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 11
12 Imposte dopo inflazione al 10% (ipotesi: anche il reddito pre-tax del 10%) Reddito Aliquota Imposta Scagl % Scagl % Scagl % Scagl % Totale Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 12
13 Inflazione e imposte progressive Il reddito disponibile prima dell inflazione è: = Il reddito disponibile dopo l inflazione è: = Anche se il reddito iniziale è aumentato del 10%, il reddito disponibile è aumentato ma meno del 10% Il sistema di tassazione progressiva riduce il potere di acquisto in presenza di inflazione Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 13
14 Principali variabili studiate: disoccupazione Tasso di disoccupazione, misura del numero di persone che stanno cercando un lavoro: Popolazione =Popolazione attiva +Popolazione non attiva Popolazione attiva =Forza Lavoro +Lavoratori scoraggiati Tasso di partecipazione =Forza Lavoro/Popolazione attiva Forza Lavoro =Lavoratori occupati +Disoccupati Tasso di disoccupazione (u)=disoccupati/forza Lavoro N.B.: la diminuzione di u è un falso indicatore di miglioramento nel mercato del lavoro quando chi esce dalla disoccupazione entra nella categoria dei lavoratori scoraggiati piuttosto tra i lavoratori occupati bisogna guardare anche al tasso di partecipazione Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 14
15 Perché preoccuparsi della disoccupazione? Se più elevata del livello fisiologico, riduce la capacità produttiva di un economia; Pone problemi di disuguaglianza e, oltre certi livelli, anche di ordine sociale; Può causare significativi oneri (es. sussidi di disoccupazione) sulla spesa pubblica Se è di lunga durata e/o si concentra sui giovani, può indebolire la formazione di capitale umano. Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 15
16 Rivediamo il PIL Il prodotto interno lordo (PIL) è una misura del reddito e della spesa in una economia È dato dal valore di mercato di tutti i beni e servizi finali prodotti in un paese in un determinato periodo di tempo. L uguaglianza tra reddito e spesa è illustrata con lo schema del flusso circolare del reddito Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 16
17 Schema del flusso circolare del PIL Redditi (= PIL) Beni e servizi venduti Mercato di beni Spesa (= PIL) Beni e servizi acquistati IMPRESE FAMIGLIE Inputs per la produzione Salari, rendite, e profitti (= PIL) Flusso di moneta MERCATO DEI FATTORI Lavoro,terra, capitale reddito (=PIL) Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 17
18 Modi di misurazione Domanda finale Valore aggiunto Salari + redditi da capitale. Questa identità consente di analizzare il PIL come: somma di tutti gli acquisti finali (metodo della spesa C+I+G+NX) come somma del valore aggiunto prodotto da tutte le imprese (metodo del valore aggiunto o per settori di attività: Agricoltura, Manifatturiero, Costruzioni, Servizi) come somma dei redditi percepiti da tutti i fattori produttivi (metodo del reddito) Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 18
19 Le componenti del PIL Il PIL (Y ) è la somma delle seguenti componenti di spesa: Consumo (C) Investimento (I) Spesa pubblica (G) Esportazioni nette (NX) Y = C + I + G + NX Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 19
20 Variabile chiave: il reddito (Y) Il reddito sotto vari aspetti: formazione: risulta dalle decisioni delle varie imprese ed è pari alla somma dei valori aggiunti distribuzione: risulta dalla somma di salari, rendite, interessi e profitti impiego: pari ai redditi che vengono consumati e risparmiati Useremo i termini reddito nazionale, PNL reale e PIL reale come sinonimi e li indicheremo con Y Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 20
21 Y potenziale e Y effettivo Tra i suoi scopi, la macroeconomia deve spiegare perché Y varia (fluttua o esibisce cicli) nel tempo; Distinguiamo Y corrente (effettivo) da Y potenziale Y potenziale è il livello massimo che un economia può produrre se tutti i fattori produttivi (terra, capitale, lavoro, tecnologia) sono pienamente impiegati. Y potenziale cambia molto lentamente nel tempo, solo quando la dotazione dei fattori produttivi aumenta (es. crescita della popolazione, progresso tecnico, nuovi beni capitali, investimenti in istruzione e formazione) Y corrente è invece l ammontare di beni e servizi che viene prodotto in un economia in un anno Se Y corrente < Y potenziale esistono fattori produttivi disoccupati (lavoratori, eccesso di capacità produttiva delle imprese) Il problema cruciale della macroeconomia è quello di valutare se le forze di mercato riescono a portare Y corrente a Y potenziale Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 21
22 Modelli; variabili esogene ed endogene I modelli consentono di rappresentare la realtà mediante: semplici descrizioni verbali descrizioni grafiche o algebriche Nei modelli economici troviamo due tipi di variabili: 1. Endogene, quelle spiegate all interno del modello 2. Esogene, quelle non spiegate dal modello e prese come date Es.: in un sistema di equazioni lineari le endogene sono le variabili per cui si calcola la soluzione, che sarà funzione di tutte le altre variabili (le esogene ) Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 22
23 Modello di determinazione del reddito: le ipotesi Modello di breve periodo Prezzi e salari sono fissi (o vischiosi verso il basso) Non potendo aumentare i prezzi, le imprese adattano la produzione alla domanda (aggregata) Conseguenze: Al livello di prezzi e salari prefissati possono esistere fattori disoccupati (es. mercato del lavoro) Il livello della produzione viene unicamente determinato dalla domanda aggregata Non serve analizzare il lato dell offerta aggregata Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 23
24 Keynesiani e Neoclassici Il modello della domanda aggregata venne proposto nel 1936 dall economista inglese John Maynard Keynes nella sua opera: Teoria generale dell occupazione, dell interesse e della moneta Keynes si contrapponeva ai neoclassici per la diversa visione sul funzionamento del sistema economico. Per i neoclassici il sistema economico tende sempre ad autoequilibrarsi al livello di pieno impiego (e quindi non vi può essere carenza di domanda), Per i keynesiani talora l economia può trovarsi in equilibri con disoccupazione involontaria, se la domanda aggregata non viene stimolata con appropriate politiche economiche. Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 24
25 La domanda aggregata: AD Ipotizziamo un economia con solamente due agenti: Famiglie (che consumano) Imprese (che investono) La domanda aggregata si compone della somma della spesa per consumi (C) e di quella per investimenti, che intendiamo programmati (I P ) Nel modello semplice, senza settore pubblico: AD C + I P Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 25
26 Il consumo C = consumi di beni e servizi da parte delle famiglie. Dipendono dal reddito disponibile corrente (Y D ). Y D = reddito disponibile delle famiglie che dà luogo a consumo o risparmio: Y D Y T + TR dove T tasse e TR trasferimenti Per semplicità nella nostra analisi assumeremo: Y D Y T Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 26
27 Gli investimenti I P = investimenti, sono le spese desiderate delle imprese per acquistare beni capitali (macchinari, immobili); li denominiamo investimenti programmati Nella contabilità nazionale gli investimenti totali comprendono la variazione delle scorte oltre agli investimenti programmati: I I P + var(scorte) Lescorte sono costituite da merci e fattori della produzione destinati a essere venduti o impiegati nei processi produttivi futuri GliI P dipendono dalle previsioni circa il livello della domanda futura e dal tasso di interesse. Qui si assume che gli investimenti sono autonomi (ovvero esogeni) Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 27
28 Equilibrio Concetto di equilibrio: una situazione nella quale gli agenti sono soddisfatti delle loro scelte. Ovvero, le scelte di consumo e risparmio delle famiglie sono perfettamente compatibili con le scelte di produzione e di investimento delle imprese Le imprese scelgono gli investimenti desiderati I P e determinano la produzione totale Y Le famiglie programmano la loro spesa per consumi C, che è funzione del reddito disponibile La domanda o spesa aggregata (AD C+I P ) è l ammontare complessivo della spesa che le famiglie e le imprese programmano per acquistare beni e servizi. Poiché i prezzi non possono variare, la produzione totale si deve aggiustare alla domanda aggregata Per avere equilibrio occorre che la produzione Y (visto dal lato delle imprese) sia uguale ad AD, quindi Y= C+I P Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 28
29 La contabilità Le pure identità contabili si identificano con il segno, ovvero queste uguaglianze sono vere per definizione In contabilità: Y C + I, dove I ora comprende anche la variazione delle scorte; possiamo anche scrivere I Y C Il reddito può essere consumato o risparmiato: Y C + S, quindi S Y C Quindi: S I Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 29
30 Relazioni di equilibrio: Y=C+I P Abbiamo visto che per determinare il reddito di equilibrio dovrà verificarsi che: Y = C+I P Sottraendo C da ambedue i membri otteniamo: Y C = I P ovvero: S = I P La relazione Risparmio=Investimento deve valere nei modelli di equilibrio del reddito che andiamo a costruire. Il significato è però diverso perché non è più un identità contabile ma una relazione di equilibrio che risulta verificata quando il risparmio programmato dalle famiglie è pari alla spesa di investimento programmata dalle imprese Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 30
31 La variazione delle scorte La differenza tra I e I P è pari alla variazione delle scorte Esse rappresentano la correzione delle imprese per la mancata realizzazione dei loro piani Le scorte aumentano quando le imprese hanno prodotto di più della domanda realizzata Le scorte diminuiscono quando la domanda è stata superiore alle attese La variazione delle scorte raccorda la contabilità con le relazioni di equilibrio Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 31
32 Flussi e stock in macroeconomia Un flusso è una variabile che ha una dimensione temporale e viene misurata nell unità di tempo (quantità di beni prodotti in un trimestre o anno). Il PIL è un flusso, come pure I, G, C Unostock rappresenta un fondo di valore misurato in un determinato istante; alcuni esempi sono: la ricchezza, il debito pubblico, il capitale fisico. Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 32
33 Stock di capitale e investimenti Il capitale fisico di una economia, dato dall insieme di macchinari e attrezzature produttive esistenti in un determinato istante. Lo stock di capitale cresce se è alimentato dal flusso della spesa per investimenti, ovvero la parte della produzione corrente che viene destinta al mantenimento o all accrescimento dello stock di capitale. Vale la relazione: K t = K t-1 + I (K t -K t-1 )= I (variazione dello stock di capitale = investimento) Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 33
34 Conclusioni La macroeconomia sacrifica l analisi dei dettagli per mettere in luce le interazioni tra variabili aggregate L equilibrio nel mercato dei beni si realizza quando risparmio programmato è uguale a investimento programmato : S=I P Nella contabilità nazionale è sempre vero, per definizione, che S I includendo la variazione delle scorte Relazioni di equilibrio e identità contabili hanno un significato profondamente diverso Le variabili flusso determinano variazioni nelle variabili stock Lezione 1 Economia Politica - Macroeconomia 34
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