PROGETTO dell ORATORIO di Zanica
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- Enzo Bosco
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1 PROGETTO dell ORATORIO di Zanica Gennaio 2015
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3 Premessa a. Comunità cristiana e oratorio L oratorio è il luogo in cui la comunità cristiana esprime l attenzione e la cura per l accoglienza, l educazione e la fede delle giovani generazioni. b. Il progetto dell oratorio I cinque punti che tentano di definire identità e scopo del nostro oratorio sono formulati come risposta alla domanda Che cosa è chiamato ad essere il nostro oratorio?. L oratorio infatti è un esperienza che ha una sua tradizione e si è plasmato secondo alcune forme precise e riconoscibili, ma allo stesso tempo vive continuamente il cambiamento. Come, quindi, fissare i punti di un progetto? E come scegliere ogni volta dove cambiare e in cosa invece rimanere fedeli alle forme della propria tradizione? Provando a verificare - e il CdO può costituire lo strumento di questa verifica - se l oratorio risponde a due istanze: il tempo che vive e il vangelo. I cinque punti che seguono sono disposti secondo un ordine non casuale: descrivono i passi di un incontro con l esperienza dell oratorio sempre più personale e profondo. Tale incontro viene quindi descritto secondo una gradualità, ma non costituisce un percorso a tappe obbligate o automatiche: ciascuno può vivere secondo tempi e modi liberi - e quasi sempre misteriosi e sorprendenti - il proprio cammino in oratorio. Nella sua storia l oratorio di Zanica ha assunto una forma propria che comprende anche il cinema-teatro, l associazione calcistica - USO, Unione Sportiva Oratorio - e l importante appuntamento della Festa dell oratorio. Il presente progetto non dettaglia gli obbiettivi specifici di ciascun ambito, ma tenta di tracciare un orizzonte educativo comune ai quali tutte le espressioni della vita in oratorio concorrono e ad esse il progetto si propone come strumento per la verifica e la progettazione. c. Il consiglio dell oratorio (CdO) Il CdO è l organismo che aiuta l oratorio a tenere la rotta, è lo spazio di autocritica, di comunione e di corresponsabilità con il Direttore dell oratorio circa le scelte e i criteri con cui si opera. Per questo fa riferimento costante al cammino della Comunità parrocchiale espresso dal Consiglio Pastorale Parrocchiale e al progetto dell oratorio per la programmazione e la verifica delle attività e dello stile che esse veicolano e, nel contempo, a partire da ciò che accade, ridefinisce periodicamente gli obbiettivi e i criteri del progetto stesso. La revisione e/o la riformulazione del progetto sono fissate secondo una cadenza triennale. 3
4 Che cosa è chiamato ad essere il nostro oratorio? 1. UNO SPAZIO-TEMPO BELLO L oratorio è definito come spazio-tempo perché esso non è solo un luogo, ma costituisce un esperienza che si gioca in un tempo. Il desiderio che sia uno spazio-tempo bello esprime la vocazione più profonda dell oratorio e cioè quella di essere un luogo di incontro e relazione: la bellezza del luogo e la qualità delle esperienza che si vivono contribuiscono a rendere l oratorio un posto promettente, che affascina e incuriosisce, che intercetta il gusto profondo, che si intuisce buono e interessante per sé, che invita, che chiama. Alcuni criteri di scelta - Affinché sia bello, l oratorio è uno spazio-tempo limitato, cioè scelto: prevede dei momenti di chiusura, non ospita qualsiasi attività né qualsiasi gruppo o associazione e sceglie di non essere ovunque. Non è necessaria, ad esempio, una presenza dell oratorio nei luoghi dei social e, pur rispondendo nell immediato alle necessità che si presentano, non può diventare una struttura che affronti, in modo competente e organizzato, ogni tipo di emergenza sociale o giovanile. Un luogo limitato, nel quale non si possa stare a qualsiasi ora e fare qualsiasi cosa, non intende ostacolare la possibilità di viverlo intensamente e liberamente, ma comunica che l oratorio è un soggetto con una proposta precisa da rivolgere, che fa - e dunque propone a chi lo frequenta - delle scelte. - L oratorio ha il compito di essere un luogo presentato bene, che esprima una cura, di appartenere a qualcuno: ambienti, arredi, illuminazione belli e ben custoditi, che invitino ad essere trattati in modo adeguato, che suggeriscano una corresponsabilità e modalità belle di abitarli. Un luogo bello, generatore di bellezza. - Il tempo in oratorio è chiamato ad essere di qualità, sia nelle relazioni informali che nelle proposte strutturate (iniziative): - negli spazi informali della relazione è decisivo il ruolo dei volontari. La loro attività in oratorio è a servizio di uno scopo che supera quello di far funzionare la struttura: prendersi cura gratuitamente del bene dell altro, in particolare dei ragazzi; e quando si ha chiaro lo scopo il servizio è un occasione buona e bella per chi lo riceve e per chi lo svolge. - è necessario definire uno stile con cui progettare e valutare le iniziative che si propongono: quando le iniziative riscuotono un consenso numerico si vive la tentazione di confermarle senza provare a ridirsi il loro senso; invece le iniziative possono cambiare e il loro valore essere precisato e rifondato con più chiarezza anno dopo anno in forme nuove. 4
5 Che cosa è chiamato ad essere il nostro oratorio? 2. ACCOGLIENZA E ACCOMPAGNAMENTO L oratorio è chiamato ad essere un luogo accogliente, capace di ospitare la totalità di me e dell altro, che dà cittadinanza alla unicità di ciascuno e dal quale possiamo non lasciare fuori dei pezzi della nostra identità. Quando in oratorio è possibile questa accoglienza, è possibile vivere senza paura un cammino di autenticità, in cui essere aiutati a scoprire chi siamo, a cosa siamo chiamati, quali scelte intraprendere. L accoglienza così intesa allora non si esaurisce in una cordialità esteriore - sorridente, ma alla fine distante e anonima - ma si esprime nella disponibilità di persone chiamate ad essere per chi arriva in oratorio un tu, accogliente, interessato, interessante, coinvolto. Alcuni criteri di scelta - Sentirsi riconosciuti: la cura dell accoglienza si gioca in particolare con chi frequenta l oratorio, con chi ci ritorna. Sono importanti il saluto, imparare il nome, richiamarsi all ultima volta in cui ci si è visti: far sentire l altro riconosciuto e atteso. - Sentirsi accolti: l originalità di ciascun ragazzo è un valore che l oratorio è chiamato ad apprezzare; quello che ai ragazzi piace, il loro mondo fatto di musica, di interessi e gusti, può trovare in oratorio una consonanza. Accogliere il mondo dei ragazzi e accompagnarli in un cammino di autenticità chiede di abbracciare senza paura anche la loro fatica, il loro disagio: proprio quando si è in difficoltà emergono i bisogni più veri e sentire accolta la propria difficoltà può essere l inizio di un cammino. - Sentirsi invitati: - l oratorio esprime la sua accoglienza nelle modalità in cui comunica le sue proposte e perciò sceglie gli strumenti più adeguati con cui raggiungere i ragazzi: mentre i social, il sito, la bacheca e gli avvisi in chiesa sono strumenti per informare, l invito si gioca nella relazione personale. - chi arriva in oratorio è invitato a un maggior coinvolgimento se ha la possibilità di incontrare persone (giovani, famiglie) che, per la qualità delle relazioni che vivono tra loro, per lo stile di vita che esprimono, costituiscono un attrattiva, rappresentano un modello desiderabile; chi è in oratorio dunque è portatore di una proposta innanzitutto per ciò che è e per come vive e se frequenta le diverse esperienze in oratorio con atteggiamento di apertura, sempre pronto ad invitare e a coinvolgere nuove persone. - anche il ruolo del sacerdote in oratorio chiede di essere precisato: 5
6 - il don è innanzitutto colui che è chiamato a occuparsi delle persone: le incontra, le riconosce, le accompagna, ha cura di loro. Ha uno sguardo personale sui ragazzi e discerne il loro talento, fa la proposta giusta al momento giusto, coinvolge in un fare che sia occasione di una scoperta e di un accoglienza di sé. - ricopre anche il ruolo di direttore dell oratorio: presiede perciò al compito di plasmare una forma organizzativa che sia coerente a ciò che l oratorio vuole essere. Il don ha la responsabilità di condividere il compito del governo con il CdO e in questa sede il don tiene alta l attenzione sulle questioni di senso, su come le sollecitazioni del vangelo possono guidare le scelte e l agire. - il don poi, abitando in oratorio, ha cura di questo luogo anche nei suoi aspetti più concreti (le chiavi, le luci, l apertura e la chiusura) anche se essi non costituiscono le priorità del suo agire. 6
7 Che cosa è chiamato ad essere il nostro oratorio? 3. EDUCAZIONE E FORMAZIONE Lo scopo dell impegno educativo dell oratorio è quello di contribuire alla formazione di uomini e donne adulti, capaci di lanciarsi nel mondo (lavoro, politica, famiglia, cultura ) e di guardarlo con familiarità, fiducia, coraggio e disponibilità. L oratorio quindi è chiamato a proporsi come un laboratorio di accesso alla vita, in cui il giovane è accompagnato nell affacciarsi al mondo, nell interessarsi ad esso per capire come funziona e scoprirne le dinamiche, i problemi e i bisogni, nell incontrare storie di persone che testimoniano la possibilità di implicarsi in modo positivo e costruttivo nei luoghi del mondo affinché siano un posto buono per tutti. Alcuni criteri di scelta - Tutte le età della vita trovano accoglienza in oratorio e a ciascuna età è chiesta una modalità di presenza differente. La continuità di presenza in oratorio da un età all altra è una possibilità, ma non un requisito, anzi l oratorio ha il compito di formulare una proposta capace di intercettare le persone in diverse fasi della vita, non necessariamente consecutive. - L attenzione ai tempi e ai percorsi di ciascuno significa riconoscere valore formativo ed esistenziale a tutti gli ambiti della vita e del mondo in cui si cresce e si diventa uomini e donne, anche a quelli che sottraggono a un impegno diretto in oratorio. L oratorio anzi, proprio se inteso come laboratorio di accesso alla vita, aiuta i giovani a guardare e a stimare l adulto per la sua implicazione e la sua dedizione al mondo, sia quando esse si esprimono nel servizio attivo in oratorio, sia quando si esprimono nell ambito della professione, della politica, del sociale, della cultura, del volontariato, etc. In tal senso la capacità dell oratorio di tessere rapporti con i diversi ambiti del territorio (istituzioni, scuola, mondo del lavoro, associazioni ) nutre la sua valenza formativa. - Le proposte di formazione (CRE, campi scuola, animazioni, ecc.) non hanno lo scopo di trasmettere nozioni o codici di comportamento, ma di condividere esperienze e le esperienze sono sempre l occasione per costruire relazioni buone perché la vita con gli altri chiede una responsabilità, di sviluppare alcune attenzioni come chiedere scusa, dire grazie e per favore. Scusa, grazie e per favore sono espressioni che descrivono l esperienza dell essere in relazione con l altro: ammettere di poter sbagliare e riconoscere il bisogno del perdono dell altro; riconoscere l altro come gratuità; attendere e non pretendere dall altro. E la relazione costituisce la strada per accedere a una forma credibile di fede: imparando a relazionarsi agli altri, si apre la possibilità di relazionarsi con l Altro per eccellenza. 7
8 - Decisiva è la fisionomia degli adulti che, a vario titolo, collaborano in oratorio: tutti hanno un compito educativo e perciò sono coinvolti direttamente in un cammino formativo personale. 8
9 Che cosa è chiamato ad essere il nostro oratorio? 4. VITA CRISTIANA L oratorio ha il compito di creare le condizioni affinché tu viva un incontro, davanti al quale è la tua libertà a muoversi. Il sogno dell oratorio nella prospettiva della vita cristiana è che tu possa incontrare Gesù Cristo. Perché questo possa accadere, è necessario che un giorno nella tua vita si accenda una domanda, si apra una crepa, uno spiraglio. Alcune condizioni: - che l esperienza della vita cristiana sia desiderabile - sia accessibile: l oratorio sia un luogo di accesso alla vita della comunità cristiana - sia conoscibile, comunicabile L oratorio è un luogo dove la comunità esprime il compito dell introduzione alla fede, compito che però l oratorio non esaurisce, addirittura in alcuni tempi l oratorio non serve. Alcuni criteri di scelta - La chiesina ha valore innanzitutto perché c è. È uno spazio apparentemente sprecato o sottoimpiegato perché non vi si tengono celebrazioni quotidiane o settimanali, è invece un luogo-segno importante perché è riservato a custodire e a dire la presenza di Chi sta al cuore dell esistere e del fare dell oratorio. Non va proposta e vissuta come una copia in piccolo della chiesa parrocchiale, ma come spazio di laboratorio, utile a introdurre all esperienza del sacro, secondo modalità ogni volta scelte e mediate in funzione dei destinatari. - La catechesi è un attività della parrocchia che si fa in oratorio e mediante la quale i bambini vengono introdotti dagli adulti all incontro con il dono della fede. - La preghiera in oratorio è una proposta sempre discreta, dove il coinvolgimento personale cresce insieme all età e nella quale la fede, nel provare ad esprimersi, accade. - L adulto presente in oratorio comunica uno stile di vita e contribuisce a creare un clima di comunità cristiana: occorre un attenzione costante affinché le iniziative, le occasioni, le attività abbiano un buon profumo di vangelo, ne esprimano innanzitutto la gratuità. Talvolta, in un oratorio strutturato in molte attività, si corre il rischio di concepire la propria presenza attinente a un settore: chi si occupa di catechesi, chi di cucina, chi di sport; tutti gli adulti invece sono chiamati ad essere testimoni della propria fede, consapevoli che l esperienza della vita cristiana si comunica nella concretezza dell agire di ciascuno. 9
10 - Il cammino di scoperta della fede dei figli diventa spesso in molti genitori l occasione di una riscoperta per sé. L oratorio quindi ha il compito di accompagnare la vita cristiana dei bambini e dei ragazzi, ma anche dei genitori, avendo cura di dare alle proposte una fisionomia adeguata alla famiglia. 10
11 Che cosa è chiamato ad essere il nostro oratorio? 5. DECIDERE DI SÉ In questo quinto punto si traccia il compimento del percorso, perciò del progetto: che l oratorio sia un luogo decisivo, dove, facendo tesoro dei passi fatti, si possa decidere il più liberamente possibile di sé nella relazione con gli altri, con il mondo e con l oratorio stesso. La proposta dell oratorio si compie quando l oratorio viene lasciato, cioè quando si rinuncia a viverlo come spazio del proprio accudimento; a questa condizione chi rimane lo fa in nome di una scelta matura nella quale il servizio in oratorio costituisce un modo di essere adulti. Per giungere a questo passo: - negli anni sono stato aiutato a comprendermi, a prendermi in mano e quindi a consegnarmi, a impegnare me in un progetto più grande; - sono stato aiutato a divenire certo della positività del mondo a cui sono chiamato a consegnarmi: non vado incontro al mondo per salvarlo, ma per servirlo; - sono stato aiutato a scoprire che, nella imprevedibilità delle strade e delle occasioni che mi si presenteranno, mi è promesso un destino buono. Alcuni criteri di scelta - Se si è certi della meta, la si può perseguire con coraggio anche nel plasmare tutti i passi precedenti che l oratorio formula, più liberi nello scegliere a cosa rinunciare e su quali passi invece scommettere. - Non può spaventare la temporaneità degli incarichi in oratorio: molti volontari dedicano per anni impegno, passione e risorse per edificare l esperienza dell oratorio e ciascuno va sempre aiutato a tenere presente lo scopo vero del proprio servizio, al fine di evitare un attaccamento al proprio ruolo che rischi di assumere la forma del possesso. - Chi può testimoniare concretamente e promuovere nei giovani il decidere di sé, sono gli adulti: è necessaria una cura delle famiglie che possano mostrare la loro storia come un compimento di vita buona. - Tutte le età meritano attenzione, ma tra l adolescenza e gli anni della giovinezza l oratorio può costituire il luogo decisivo per la vita, sia per come lo si frequenta, sia per le relazioni decisive che si possono intessere in questi anni. - Direzione spirituale: dare priorità a un cammino dove l incontro personale restituisce la verità di sé e apre a leggere le forme in cui, nella propria storia, la vita e il vangelo chiamano. 11
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