Domanda e offerta di lavoro

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Domanda e offerta di lavoro"

Transcript

1 Domanda e offerta di lavoro 1. Assumere (e licenziare) lavoratori Anche la decisione di assumere o licenziare lavoratori dipende dai costi che si devono sostenere e dai ricavi che si possono ottenere. In particolare, continueremo a ipotizzare che chi compie questa scelta, cioè una impresa, spinga il livello della stessa (cioè della domanda di lavoro) sino al punto in cui il suo costo marginale è uguale al suo beneficio, o ricavo, marginale. Il discorso più tradizionale che l economia sa fare al proposito non è per nulla complesso, perché si considera una situazione semplificata in cui l impresa può scegliere liberamente quanto lavoro assumere ogni volta che debba decidere la quantità da produrre. Tuttavia, la scelta di assumere un lavoratore può dare luogo a conseguenze incerte, per esempio perché l impresa non conosce perfettamente le capacità del lavoratore. Infatti, non tutti i lavoratori offrono lo stesso tipo di lavoro, per cui può darsi che il salario orario influenzi non solo i costi ma anche i ricavi dell impresa. Il modello standard Supponiamo che Rossi debba gestire un impresa senza potere di mercato. Ogni giorno egli deve decidere quanto produrre, considerando i prezzi che deve pagare per i fattori della produzione e il prezzo al quale può vendere il suo prodotto. Ogni giorno, quindi, Rossi segue questa strana routine. La mattina, dopo aver letto sul sito web dell Associazione Industriali tutti i prezzi, si reca all agenzia del lavoro e a quella che affitta le macchine, dove ottiene i lavoratori e le macchine che gli servono per fare la produzione. Durante il giorno produce e la sera vende la produzione, licenzia i lavoratori e restituisce le macchine. Cosa succede se aumenta il prezzo che Rossi deve pagare per il lavoro, cioè il salario orario? I costi che Rossi deve sostenere dipendono dai prezzi dei fattori, oltre che dalla tecnologia. Dati i prezzi dei fattori, per ogni quantità che vuole produrre Rossi sceglierà la combinazione di macchine e lavoro che gli consente di produrre al costo più basso. Come si può intuire, se aumenta il salario orario Rossi potrebbe decidere di modificare il mix dei fattori utilizzati a favore del fattore che ora costa relativamente meno, cioè le macchine. Dunque potremmo attenderci che un aumento del salario induca Rossi a usare meno lavoro. Non sempre, però, Rossi può scegliere quante macchine usare: per lui le macchine possono essere un cosiddetto fattore fisso, e anche se il salario aumenta egli non può variarne la quantità. L unico fattore variabile è allora il lavoro. Per semplificare ulteriormente le cose, qui assumeremo che per produrre Rossi usi solo lavoro. Cosa succede in questo caso se aumenta il salario? Il criterio di scelta è spingere il livello di attività sino al punto in cui il costo marginale dell attività è pari al beneficio marginale; nel caso di un impresa il beneficio marginale equivale al ricavo marginale. Concentriamoci dunque nell attività di usare lavoro per la produzione, indicando con N la quantità di lavoro che si intende utilizzare 1. Innanzitutto, il costo marginale di una unità aggiuntiva di lavoro è dato dal salario unitario (per esempio, salario per ora di lavoro) che occorre pagare per assumere lavoro: ogni ora di lavoro deve 1 A lezione avevo spiegato anche una versione del presente racconto basata su un modo alternativo, ma equivalente di vedere le cose, dove l attività svolta è produrre quantità di un certo bene. Supponiamo che per ottenere una unità aggiuntiva di prodotto occorra una certa quantità aggiuntiva di lavoro, che chiamiamo N. Allora, se si vuole vendere una unità in più di prodotto si ottiene un ricavo aggiuntivo, o ricavo marginale, esattamente pari al prezzo P del prodotto. Supponendo concorrenza perfetta, o assenza di potere di mercato dell impresa, il prezzo di vendita rimane costante, e dunque tale è anche il ricavo marginale RMa. Il costo aggiuntivo da sopportare per produrre una unità in più, ovvero il costo marginale CMa, è invece dato dalla moltiplicazione fra la quantità aggiuntiva di lavoro necessaria per produrre una unità in più, N, e il prezzo unitario del lavoro, ovvero il salario W: quindi il costo marginale di una unità aggiuntiva di prodotto è N W. Si ipotizza di solito che produrre unità aggiuntive sia via via sempre più difficoltoso, cioè N deve aumentare per ogni nuova unità di prodotto: dunque, anche se il salario W è costante, il costo marginale N W deve aumentare, cioè è rappresentato da una curva crescente (dove in ascissa sta la quantità prodotta Q). Per passare da questa versione a quella rappresentata nel testo, basta osservare che la quantità di prodotto aggiuntivo, Q, che si può ottenere con una unità addizionale di lavoro è semplicemente il reciproco di N: infatti, se per produrre una unità aggiuntiva di prodotto occorrono 3 unità in più di lavoro ( N = 3), allora se si usa una unità aggiuntiva di lavoro il prodotto aggiuntivo che si può ottenere è 1/3 ( Q = 1/3). Questa quantità aggiuntiva di prodotto, che si ottiene usando una unità in più di lavoro, si chiama prodotto marginale del lavoro, e si indica con PMa N. Si noti infine che se N è crescente al crescere di Q e N, allora Q è decrescente. 1

2 essere pagata una certa somma, che indichiamo con W. Supponiamo che l impresa sia piccola sul mercato del lavoro (concorrenza perfetta), e che dunque il salario unitario rimanga invariato per qualsiasi quantità di lavoro che l impresa voglia domandare. Ne segue che il costo marginale del lavoro è costante per l impresa. Qual è invece il beneficio (o ricavo) marginale dell uso di lavoro? Esso consiste nel fatto che usando un unità aggiuntiva di lavoro si ottiene una certa quantità aggiuntiva di prodotto, che chiamiamo Q, che poi viene venduta per ottenerne un ricavo. Supponiamo che l impresa operi in concorrenza perfetta anche sul mercato del prodotto, cioè che il prezzo del suo prodotto rimanga costante al variare della quantità venduta dello stesso; dunque il ricavo derivante dall uso di una unità aggiuntiva di lavoro si può calcolare moltiplicando la quantità aggiuntiva di prodotto così ottenuto per il prezzo del prodotto. La quantità di prodotto ottenuta da una unità aggiuntiva di lavoro si chiama prodotto marginale del lavoro, in simboli PMa N ; indichiamo con P il prezzo di vendita del prodotto: possiamo dunque dire che il ricavo aggiuntivo è P PMa N. Questa grandezza viene chiamata valore del prodotto marginale del lavoro, in simboli VPMa N. Ora, una delle ipotesi più frequenti in microeconomia è che il prodotto marginale del lavoro sia decrescente al crescere della quantità di lavoro utilizzata: ogni successiva dose di lavoro diviene sempre meno produttiva, in quanto applicare dosi di lavoro aggiuntive ad un impianto fisso rende sempre meno. Dunque, benché il prezzo di vendita del prodotto rimanga costante quando si usa più lavoro, il VPMa N diminuisce in seguito al fatto che PMa N diminuisce all aumentare di N. Consideriamo, allora, la Fig. 1. Figura 1 L impresa riduce la domanda di lavoro quando il salario aumenta salario W 2 CMa 2 CMa 1 VPMa N 0 A B N Quando aumenta l uso di lavoro, N, il suo costo marginale rimane costante: se per esempio il salario è, il costo marginale del lavoro è CMa 1. Invece, quando aumenta l uso di lavoro il valore del suo prodotto marginale, VPMA N, diminuisce, come abbiamo argomentato sopra. Per ottenere il profitto più alto Rossi deve produrre la quantità in corrispondenza della quale il suo beneficio marginale, cioè il valore del prodotto marginale, è uguale al suo costo marginale. Allora, quando il salario è, e dunque il costo marginale è CMa 1, l impresa vuole utilizzare una quantità di lavoro pari a OB; se invece il salario diventa quando il salario diventa W 2, l impresa vuole utilizzare una quantità di lavoro pari a OA. In altri termini, quando aumenta il salario Rossi vuole utilizzar meno lavoro. La relazione appena nominata, che è una relazione decrescente fra salario e uso di lavoro, è detta curva di domanda di lavoro. Essa è decrescente come la curva D tracciata nella Fig. 2: se il salario aumenta da a W 2 l impresa domanda meno lavoro, OA anziché OB. Ciò sicuramente non rende felici coloro che perdono il posto di lavoro, ma in queste circostanze la risposta di Rossi potrebbe essere: i prezzi dei fattori non dipendono da me: non assumo altri lavoratori perché i salari sono alti, ma darei lavoro a qualche disoccupato se fossero più bassi. Questo è quanto possiamo concludere quando supponiamo che si possa comprare il lavoro come si acquista un bene di consumo, un hamburger appunto, andando al mercato ogni giorno e acquistandone quanto ne serve. 2

3 Figura 2 Una curva domanda di lavoro Salario W 2 D N 0 A B Lavoro Si rammenti che la curva di domanda di lavoro, ricavata da quella del VPMa N, è definita per un dato prezzo di vendita del prodotto dell impresa. Cosa accadrebbe se il prezzo di vendita dovesse, per esempio, aumentare? Si rammenti che il VPMa N è dato dalla moltiplicazione del prodotto marginale del lavoro, PMa N, per il prezzo di vendita P: dunque se il prezzo di vendita aumenta, il VPMa N aumenta, a parità di lavoro utilizzato e dunque di prodotto marginale fisico. Ne segue che se il prezzo aumenta (diminuisce) la curva del VPMa N, ovvero la curva di domanda di lavoro, si sposta verso l alto (basso). Per ottenere di più può essere necessario pagare di più Non tutti i lavoratori sono uguali: alcuni sono più preparati, oppure più motivati o anche più onesti degli altri. Poiché i lavoratori sono diversi tra loro, non tutti sono disposti ad accettare il medesimo salario per lavorare. Chi è consapevole di non avere buone capacità sarà più disposto ad accettare un salario basso, ma chi è consapevole di avere buone capacità può decidere di attendere per qualche tempo un occasione migliore. È probabile, dunque, che quando un impresa paga un salario alto possa avere una maggior quota di dipendenti con prestazioni elevate. Questo è un argomento che più oltre chiameremo di informazione nascosta. Quando aumenta la quota dei lavoratori con capacità elevate, è probabile che aumenti la produttività o efficienza del lavoro, cioè diminuisca la quantità di lavoro necessaria per ottenere un unità aggiuntiva di prodotto. Possiamo quindi modificare quanto abbiamo affermato nel paragrafo precedente, dove avevamo sostenuto che la quantità di lavoro necessaria per ottenere un unità aggiuntiva di prodotto dipende solo dal numero dei lavoratori già impiegati, e aumenta quando cresce tale numero. In altri termini, la produttività del lavoro aumenta solo se diminuisce il numero di lavoratori, cioè se diminuisce la quantità prodotta. Ora possiamo invece supporre che l efficienza del lavoro dipenda anche dal salario, e in particolare che essa aumenti quando il salario aumenta, per via del maggior incentivo a lavorare per i lavoratori con capacità elevate. Riconsideriamo dunque il caso di un impresa che sceglie quanto lavoro impiegare per ottenere il profitto più alto. La condizione che deve essere rispettata per ottenere il massimo profitto è che il prezzo sia pari al costo marginale, ma il costo marginale è il prodotto fra il salario unitario e la quantità di lavoro aggiuntiva che serve per produrre una unità addizionale. Dato il prezzo, quando aumenta il salario quella condizione può essere rispettata solo se diminuisce la quantità di lavoro necessaria per produrre un unità addizionale, cioè se aumenta la produttività del lavoro. Se la produttività del lavoro dipende solo dal numero di lavoratori occupati, l impresa otterrà questo risultato riducendo l uso del lavoro: questo era il senso delle precedenti Fig. 1 e 2. Se un aumento del salario, invece, provoca un aumento dell efficienza perché cresce la quota di lavoratori con elevate prestazioni che l impresa può assumere, i due effetti tendono a compensarsi, e il costo marginale tende a variare di poco a parità della quantità prodotta. In termini della Fig. 1, la curva 3

4 CMA 2 si sposta solo di poco verso l alto, e l impresa deve ridurre di poco la sua produzione, e dunque l utilizzo di lavoro. Consideriamo la Fig. 3. Quando la produttività del lavoro dipende solo dal numero dei lavoratori occupati, la curva di domanda di lavoro è quella indicata con D N, che è uguale alla curva D N della precedente Fig. 2. Quando l efficienza del lavoro, invece, dipende anche dal salario, la curva di domanda è quella indicata con D E. Se un aumento del salario provoca un aumento dell efficienza, la curva di domanda di lavoro è più verticale o, come si dice, più rigida: se il salario aumenta l impresa riduce l uso del lavoro in misura meno consistente. Per esempio, se il salario aumenta da a W 2, la quantità di lavoro domandata diminuisce di AD quando il salario non ha alcun effetto sulla produttività, ma diminuisce solo di un ammontare pari a BC quando ha questo effetto. Se questo effetto, poi, fosse davvero molto forte, potremmo osservare una curva di domanda D E verticale o quasi. Figura 3 Due possibili curve di domanda di lavoro Salario W 2 D N D E 0 A B C D Lavoro Questa osservazione può spiegare perché in molti casi, specie laddove la qualità del lavoro è rilevante, in seguito ad aumenti del salario le imprese non reagiscono come previsto dalla teoria semplice descritta nel paragrafo precedente, e mantengono piuttosto stabile il numero di lavoratori assunti. Si segnala, in chiusura, una ulteriore ipotesi implicita nel modello standard studiato all inizio: si ipotizza che, una volta assunti, i lavoratori si impegnino nel loro lavoro in modo del tutto consono con quanto loro richiesto dal contratto. Nel modello iniziale, infatti, la produttività (il prodotto marginale) del lavoro varia al variare della quantità di lavoro utilizzata (ovvero della quantità di prodotto ottenuto) per ragioni dipendenti dalla tecnologia, non dall impegno maggiore o minore dei lavoratori. In altri termini, qualsiasi lavoratore, se impiegato p. es. come centesimo lavoratore, avrebbe la medesima produttività marginale. Che il prodotto marginale del lavoro diminuisca all aumentare dell uso di lavoro dipende da ragioni esterne, per esempio dal fatto che si sta usando un impianto dato e dunque ogni successiva dose di lavoro rende sempre meno. Nel modello studiato appena dopo, quello con lavoratori di diversa efficienza, si supponeva che la diversa efficienza dei lavoratori fosse una loro caratteristica, per così dire, intrinseca : già prima di essere assunti alcuni erano più efficienti di altri. Non si deve confondere questo fenomeno con un altro: potrebbe darsi che, anche a parità di efficienza intrinseca, una volta messi al posto di lavoro alcuni lavorino meglio di altri, a causa del modo in cui il loro lavoro può essere controllato. Come vedremo più avanti, questo è un problema di azione nascosta. 4

5 2. L offerta di lavoro Come su tutti i mercati che si studiano in economia, se esiste una curva di domanda di lavoro esiste anche una curva di offerta. Si noti che il linguaggio ordinario può creare una certa confusione: mentre nel linguaggio ordinario si dice che un soggetto cerca lavoro, noi diremo che un lavoratore offre lavoro. Infatti, nel mercato del lavoro chi domanda lavoro sono le imprese, mentre chi lo offre sono i lavoratori. Qui di seguito daremo una rappresentazione molto semplice dell offerta di lavoro. Innanzitutto, offrire lavoro è un attività che costa sacrificio o pena: quindi occorre remunerare, con il salario W, chi decide di offrire lavoro; si rammenta che W è il salario per unità di lavoro (per esempio un ora), non la paga complessiva. In secondo luogo, è ragionevole supporre che ogni successiva ora di lavoro offerta (lavorata) da un lavoratore costituisca una sacrificio sempre maggiore. Dunque, per indurre un lavoratore a offrire ulteriori ore di lavoro occorre offrire un salario orario maggiore. Come vedete, la valutazione che il lavoratore dà del lavoro da lui offerto può essere espressa in termini di costo marginale, vale a dire il sacrificio aggiuntivo comportato da un ora aggiuntiva di lavoro; e tale costo marginale è crescente. Siccome il beneficio marginale del lavorare, per il lavoratore, è costituito dalla paga ricevuta per ogni ora di lavoro, il salario W, la scelta ottima del lavoratore è il livello di offerta di lavoro tale per cui il salario orario (beneficio marginale) è pari al costo (sacrificio) marginale. Se il salario cresce anche l offerta di lavoro N cresce, come espresso nella seguente figura Figura 4 Una curva di offerta di lavoro W Offerta (costo marginale) N 1 N Se il salario è il lavoratore offre N 1 ore di lavoro; se il salario dovesse aumentare (diminuire) l offerta di lavoro aumenterebbe (diminuirebbe). 3. Il mercato del lavoro nella versione standard Siccome tutti i lavoratori si comportano come appena descritto, allora anche l offerta complessiva, o di mercato, di lavoro aumenta all aumentare del salario orario. D altra parte, siccome tutte le imprese si comportano come quella di Rossi analizzata nel primo paragrafo, allora anche la domanda complessiva, o di mercato, di lavoro diminuisce all aumentare del salario. Per studiare cosa succede sul mercato del lavoro, basta allora sovrapporre le curve di domanda e offerta di mercato del lavoro, come nella seguente figura. 5

6 Figura 5 Il mercato del lavoro W Offerta S W * Domanda D D 1 S 1 N * N Solo in corrispondenza del livello W* del salario la domanda è uguale all offerta, e questa situazione si chiama ovviamente equilibrio del mercato del lavoro. Per ogni altro livello del salario non vi sarebbe equilibrio: per esempio, al livello la domanda di lavoro sarebbe D 1 e l offerta sarebbe S 1, e dunque vi sarebbe un eccesso di offerta di lavoro (viceversa, per un salario inferiore a W* vi sarebbe un eccesso di domanda). Ora, un eccesso di offerta sul mercato del lavoro significa disoccupazione: non tutti coloro che vorrebbero lavorare al salario dato riescono a trovare un posto di lavoro. Per esempio, in corrispondenza del salario la disoccupazione è misurata dal segmento D 1 S 1. Viceversa, quando il mercato del lavoro è in equilibrio si dice che c è piena occupazione: ciò significa non che tutti i lavoratori lavorano, ma che lavorano tutti quelli disposti a lavorare per il salario di W*. Se una delle due (o entrambe le) curve rappresentate nel grafico cambia la propria posizione, le condizioni di equilibrio (livello di occupazione e salario) si modificano. Come abbiamo già detto, la curva di domanda si può spostare se si modifica il prezzo di vendita del prodotto delle imprese: se il prezzo aumenta, allora la curva di domanda di lavoro si sposta verso l alto, e dunque sia il numero di occupati sia il salario di equilibrio aumentano. D altra parte, supponiamo che questo sia il mercato del lavoro dove operano le imprese di un settore molto specifico, per esempio le scarpe da basket. Se per qualche ragione il prezzo del prodotto di un altro settore (es. le scarpe da tennis) aumenta, le imprese di quell altro settore domandano più lavoro, e il salario pagato in quel settore aumenta. Allora i lavoratori nel settore delle scarpe da basket vorranno spostarsi verso le imprese dell altro settore: ecco che la curva di offerta di lavoro nel settore delle scarpe da basket si sposta verso sinistra (ovvero verso il basso). Insomma, il modello standard prevede che in seguito alle oscillazioni di prezzo di un qualsiasi bene (causate dai fenomeni più disparati, che sempre si verificano nella realtà) si dovrebbe assistere a continui licenziamenti, assunzioni, variazioni di salario in tutti i settori dell economia. Ma questo non pare proprio accadere nel mondo reale. Anche per questa ragione il modello standard appare poco appropriato a comprendere i fenomeni reali. 6

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO ATTRAVERSO LA FISSAZIONE DEL PREZZO IN FUNZIONE DELLE QUANTITÀ

LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO ATTRAVERSO LA FISSAZIONE DEL PREZZO IN FUNZIONE DELLE QUANTITÀ LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO ATTRAVERSO LA FISSAZIONE DEL PREZZO IN FUNZIONE DELLE QUANTITÀ In questa Appendice mostreremo come trovare la tariffa in due parti che massimizza i profitti di Clearvoice,

Dettagli

MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti. Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza

MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti. Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza 1 Dotazioni iniziali Il consumatore dispone ora non di un dato reddito monetario ma di un ammontare

Dettagli

Master della filiera cereagricola. Impresa e mercati. Facoltà di Agraria Università di Teramo. Giovanni Di Bartolomeo Stefano Papa

Master della filiera cereagricola. Impresa e mercati. Facoltà di Agraria Università di Teramo. Giovanni Di Bartolomeo Stefano Papa Master della filiera cereagricola Giovanni Di Bartolomeo Stefano Papa Facoltà di Agraria Università di Teramo Impresa e mercati Parte prima L impresa L impresa e il suo problema economico L economia studia

Dettagli

Indice. 1 La disoccupazione ---------------------------------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6

Indice. 1 La disoccupazione ---------------------------------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6 INEGNAMENO DI EONOMIA OLIIA LEZIONE VIII IL EORE DELL OUAZIONE ROF. ALDO VAOLA Economia olitica Indice 1 La disoccupazione ----------------------------------------------------------------------------------------

Dettagli

I ricavi ed i costi di produzione

I ricavi ed i costi di produzione I ricavi ed i costi di produzione Supponiamo che le imprese cerchino di operare secondo comportamenti efficienti, cioè comportamenti che raggiungono i fini desiderati con mezzi minimi (o, che è la stessa

Dettagli

Teoria dei Giochi. Anna Torre

Teoria dei Giochi. Anna Torre Teoria dei Giochi Anna Torre Almo Collegio Borromeo 14 marzo 2013 email: anna.torre@unipv.it sito web del corso:www-dimat.unipv.it/atorre/borromeo2013.html IL PARI O DISPARI I II S T S (-1, 1) (1, -1)

Dettagli

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel

Dettagli

Edited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only.

Edited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only. In un mercato del lavoro competitivo esistono due tipi di lavoratori, quelli con alta produttività L A, che producono per 30 $ l'ora, e quelli con bassa produttività, L B, che producono per 5 $ l'ora.

Dettagli

CAPITOLO 10 I SINDACATI

CAPITOLO 10 I SINDACATI CAPITOLO 10 I SINDACATI 10-1. Fate l ipotesi che la curva di domanda di lavoro di una impresa sia data da: 20 0,01 E, dove è il salario orario e E il livello di occupazione. Ipotizzate inoltre che la funzione

Dettagli

La teoria dell offerta

La teoria dell offerta La teoria dell offerta Tecnologia e costi di produzione In questa lezione approfondiamo l analisi del comportamento delle imprese e quindi delle determinanti dell offerta. In particolare: è possibile individuare

Dettagli

REGOLAZIONE (E TASSAZIONE OTTIMALE) DI UN MONOPOLIO CON PIÙ LINEE DI PRODUZIONE

REGOLAZIONE (E TASSAZIONE OTTIMALE) DI UN MONOPOLIO CON PIÙ LINEE DI PRODUZIONE REGOLAZIONE (E TASSAZIONE OTTIMALE) DI UN MONOPOLIO CON PIÙ LINEE DI PRODUZIONE Nella Sezione 16.5 abbiamo visto come un regolatore che voglia fissare il prezzo del monopolista in modo da minimizzare la

Dettagli

Capitolo 26: Il mercato del lavoro

Capitolo 26: Il mercato del lavoro Capitolo 26: Il mercato del lavoro 26.1: Introduzione In questo capitolo applichiamo l analisi della domanda e dell offerta ad un mercato che riveste particolare importanza: il mercato del lavoro. Utilizziamo

Dettagli

Il mercato del lavoro

Il mercato del lavoro Il mercato del lavoro Dati mercato del lavoro: Un confronto (2012) Italia Francia Germania OECD Tasso disoccupazione 10.7 10.3 5.5 8.0 Tasso occupazione (*) 57.6 63.9 72.8 65.1 Femminile 47.8 60 68 57.2

Dettagli

Paperone e Rockerduck: a cosa serve l antitrust?

Paperone e Rockerduck: a cosa serve l antitrust? Paperone e Rockerduck: a cosa serve l antitrust? Paperone Anna Torre, Rockerduck Ludovico Pernazza 1-14 giugno 01 Università di Pavia, Dipartimento di Matematica Concorrenza Due imprese Pap e Rock operano

Dettagli

Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria

Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria Esercizio 1 Ci sono 2000 individui ciascuno con funzione di utilità Von Neumann-Morgestern

Dettagli

Inflazione e Produzione. In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste:

Inflazione e Produzione. In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste: Inflazione e Produzione In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste: Da cosa è determinata l Inflazione? Perché le autorità monetarie tendono a combatterla? Attraverso quali canali

Dettagli

Indice. 1 Il settore reale --------------------------------------------------------------------------------------------- 3

Indice. 1 Il settore reale --------------------------------------------------------------------------------------------- 3 INSEGNAMENTO DI ECONOMIA POLITICA LEZIONE VI IL MERCATO REALE PROF. ALDO VASTOLA Indice 1 Il settore reale ---------------------------------------------------------------------------------------------

Dettagli

MONOPOLIO, MONOPOLISTA

MONOPOLIO, MONOPOLISTA Barbara Martini OBIETTIVI IL SIGNIFICATO DI MONOPOLIO, IN CUI UN SINGOLO MONOPOLISTA È L UNICO PRODUTTORE DI UN BENE COME UN MONOPOLISTA DETERMINA L OUTPUT ED IL PREZZO CHE MASSIMIZZANO IL PROFITTO LA

Dettagli

Istituzioni di Economia

Istituzioni di Economia Corso di laurea in Servizio Sociale Istituzioni di Economia I costi di produzione (Capitolo 13) I costi di produzione La legge dell offerta P Offerta Le imprese sono disposte a produrre e vendere quantità

Dettagli

Capitolo 17. I mercati con informazione asimmetrica

Capitolo 17. I mercati con informazione asimmetrica Capitolo 17 I mercati con informazione asimmetrica Introduzione L incertezza sulla qualità e il mercato dei bidoni I segnali di mercato Il rischio morale Il problema agente-principale L informazione asimmetrica

Dettagli

Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13)

Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13) Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13) Soluzione Esame (11 gennaio 2013) Prima Parte 1. (9 p.) (a) Ipotizzate che in un mondo a due paesi, Brasile e Germania, e due prodotti, farina

Dettagli

ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE. (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra)

ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE. (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra) ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra) La GESTIONE (operazioni che l azienda compie per raggiungere i suoi fini) può essere: ORDINARIA

Dettagli

Ai fini economici i costi di un impresa sono distinti principalmente in due gruppi: costi fissi e costi variabili. Vale ovviamente la relazione:

Ai fini economici i costi di un impresa sono distinti principalmente in due gruppi: costi fissi e costi variabili. Vale ovviamente la relazione: 1 Lastoriadiun impresa Il Signor Isacco, che ormai conosciamo per il suo consumo di caviale, decide di intraprendere l attività di produttore di caviale! (Vuole essere sicuro della qualità del caviale

Dettagli

b. Che cosa succede alla frazione di reddito nazionale che viene risparmiata?

b. Che cosa succede alla frazione di reddito nazionale che viene risparmiata? Esercitazione 7 Domande 1. L investimento programmato è pari a 100. Le famiglie decidono di risparmiare una frazione maggiore del proprio reddito e la funzione del consumo passa da C = 0,8Y a C = 0,5Y.

Dettagli

LA COMBINAZIONE DEI FATTORI PRODUTTIVI CAP. 5

LA COMBINAZIONE DEI FATTORI PRODUTTIVI CAP. 5 LA COMBINAZIONE DEI FATTORI PRODUTTIVI CAP. 5 Appunti di estimo Il fine economico dell imprenditore Le motivazioni che spingono un imprenditore ad avviare attività di impresa sono: Produrre beni e servizi,

Dettagli

Il mercato di monopolio

Il mercato di monopolio Il monopolio Il mercato di monopolio Il monopolio è una struttura di mercato caratterizzata da 1. Un unico venditore di un prodotto non sostituibile. Non ci sono altre imprese che possano competere con

Dettagli

Capitolo 26. Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S.

Capitolo 26. Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Capitolo 26 Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale In questa lezione Banca centrale Europea (BCE) e tassi di interesse: M D e sue determinanti; M S ed equilibrio del mercato monetario;

Dettagli

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Esercitazione di Microeconomia sui capitoli 7 e 8

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Esercitazione di Microeconomia sui capitoli 7 e 8 Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica Esercitazione di Microeconomia sui capitoli 7 e 8 Domanda 1 Dite quale delle seguenti non è una caratteristica di un mercato perfettamente competitivo:

Dettagli

Introduzione all economia

Introduzione all economia Introduzione all economia 4.X.2005 Macro e microeconomia La teoria economica è divisa in due sezioni principali: la microeconomia e la macroeconomia La microeconomia studia il comportamento dei singoli

Dettagli

Lezione 25: Gli investimenti e la

Lezione 25: Gli investimenti e la Corso di Economia Politica prof. S. Papa Lezione 25: Gli investimenti e la scheda IS Facoltà di Economia Università di Roma Sapienza Comovimento di Ce Y -Italia 1. C è un chiaro comovimento tra fluttuazioni

Dettagli

Economia Politica. Il monopolio. Cap 15. Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi

Economia Politica. Il monopolio. Cap 15. Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi Economia Politica Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi testo di riferimento: Mankiw, Principi di economia, 3 ed., 2004, Zanichelli Cap 15 Il monopolio Inquadramento generale In questa sezione prenderemo

Dettagli

Analisi e diagramma di Pareto

Analisi e diagramma di Pareto Analisi e diagramma di Pareto L'analisi di Pareto è una metodologia statistica utilizzata per individuare i problemi più rilevanti nella situazione in esame e quindi le priorità di intervento. L'obiettivo

Dettagli

Massimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale. G. Pignataro Microeconomia SPOSI

Massimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale. G. Pignataro Microeconomia SPOSI Massimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale 1 Mercati perfettamente concorrenziali 1. Price taking Poiché ogni impresa vende una porzione relativamente piccola della produzione complessiva del

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

Capitolo V. I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM

Capitolo V. I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM Capitolo V. I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM 2 OBIETTIVO: Il modello IS-LM Fornire uno schema concettuale per analizzare la determinazione congiunta della produzione e del tasso

Dettagli

ELASTICITÀ. Sarebbe conveniente per il produttore aumentare ulteriormente il prezzo nella stessa misura del caso

ELASTICITÀ. Sarebbe conveniente per il produttore aumentare ulteriormente il prezzo nella stessa misura del caso Esercizio 1 Data la funzione di domanda: ELASTICITÀ Dire se partendo da un livello di prezzo p 1 = 1.5, al produttore converrà aumentare il prezzo fino al livello p 2 = 2. Sarebbe conveniente per il produttore

Dettagli

Lezione 5: Gli investimenti e la scheda IS

Lezione 5: Gli investimenti e la scheda IS Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Lezione 5: Gli investimenti e la scheda IS Facoltà di Scienze della Comunicazione Università di Teramo Comovimento di C e Y -Italia

Dettagli

Esercitazione 23 maggio 2016

Esercitazione 23 maggio 2016 Esercitazione 5 maggio 016 Esercitazione 3 maggio 016 In questa esercitazione, nei primi tre esercizi, analizzeremo il problema del moral hazard nel mercato. In questo caso prenderemo in considerazione

Dettagli

Esercizio 1 Dato il gioco ({1, 2, 3}, v) con v funzione caratteristica tale che:

Esercizio 1 Dato il gioco ({1, 2, 3}, v) con v funzione caratteristica tale che: Teoria dei Giochi, Trento, 2004/05 c Fioravante Patrone 1 Teoria dei Giochi Corso di laurea specialistica: Decisioni economiche, impresa e responsabilità sociale, A.A. 2004/05 Soluzioni degli esercizi

Dettagli

Gli input sono detti anche fattori di produzione: terra, capitale, lavoro, materie prime.

Gli input sono detti anche fattori di produzione: terra, capitale, lavoro, materie prime. LA TECNOLOGIA Studio del comportamento dell impresa, soggetto a vincoli quando si compiono scelte. La tecnologia rientra tra vincoli naturali e si traduce nel fatto che solo alcuni modi di trasformare

Dettagli

Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica

Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica (Gli esercizi sono suddivisi in base ai capitoli del testo di De Vincenti) CAPITOLO 3. IL MERCATO DEI BENI NEL MODELLO REDDITO-SPESA Esercizio.

Dettagli

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel

Dettagli

Fallimenti del mercato: Il monopolio

Fallimenti del mercato: Il monopolio Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Fallimenti del mercato: Il monopolio Facoltà di Scienze della Comunicazione Università di Teramo Concorrenza imperfetta La concorrenza

Dettagli

Effetto reddito ed effetto sostituzione.

Effetto reddito ed effetto sostituzione. . Indice.. 1 1. Effetto sostituzione di Slutsky. 3 2. Effetto reddito. 6 3. Effetto complessivo. 7 II . Si consideri un consumatore che può scegliere panieri (x 1 ; ) composti da due soli beni (il bene

Dettagli

Capitolo 5. La produzione e i costi

Capitolo 5. La produzione e i costi Capitolo 5 La produzione e i costi Spostiamo l'attenzione sulle imprese La natura delle imprese L'impresa è una organizzazione, posseduta e gestita da privati, specializzata nella produzione La produzione

Dettagli

Il vantaggio comparato. Il vantaggio comparato. Il vantaggio comparato

Il vantaggio comparato. Il vantaggio comparato. Il vantaggio comparato Il vantaggio comparato Nel giorno di San Valentino la domanda statunitense di rose è di circa 10 milioni. Coltivare rose negli Stati Uniti d inverno è difficile. E necessario l uso di serre riscaldate.

Dettagli

Elasticità dell offerta rispetto al. prezzo. L elasticità dell offerta al prezzo misura la variazione della quantità offerta al variare del

Elasticità dell offerta rispetto al. prezzo. L elasticità dell offerta al prezzo misura la variazione della quantità offerta al variare del Elasticità dell offerta rispetto al prezzo L elasticità dell offerta al prezzo misura la variazione della quantità offerta al variare del prezzo. Formula ε= ΔQ/Q = (P/Q) x (1/pendenza) ΔP/P L offerta di

Dettagli

La Minimizzazione dei costi

La Minimizzazione dei costi La Minimizzazione dei costi Il nostro obiettivo è lo studio del comportamento di un impresa che massimizza il profitto sia in mercati concorrenziali che non concorrenziali. Ora vedremo la fase della minimizzazione

Dettagli

Macroeconomia, Esercitazione 2. 1 Esercizi. 1.1 Moneta/1. 1.2 Moneta/2. 1.3 Moneta/3. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.

Macroeconomia, Esercitazione 2. 1 Esercizi. 1.1 Moneta/1. 1.2 Moneta/2. 1.3 Moneta/3. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo. acroeconomia, Esercitazione 2. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.it) 1 Esercizi. 1.1 oneta/1 Sapendo che il PIL reale nel 2008 è pari a 50.000 euro e nel 2009 a 60.000 euro, che dal 2008 al

Dettagli

Determinare il livello produttivo che consente di rendere minimo il costo medio, nonché il suo valore corrispondente.

Determinare il livello produttivo che consente di rendere minimo il costo medio, nonché il suo valore corrispondente. ESERCIZI SVOLTI SU COMPORTAMENTO DELL IMPRESA di G.Garofalo 1. Nota la funzione di costo totale CT = 1 + 3 + 70 Determinare le funzioni di costo: - fisso e medio fisso - variabile e medio variabile - medio

Dettagli

DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette)

DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette) In una ora rispondere alle dieci domande a risposta multipla e a una delle due domande a risposta aperta, e risolvere l esercizio. DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione

Dettagli

Principi di Economia - Macroeconomia Esercitazione 3 Risparmio, Spesa e Fluttuazioni di breve periodo Soluzioni

Principi di Economia - Macroeconomia Esercitazione 3 Risparmio, Spesa e Fluttuazioni di breve periodo Soluzioni Principi di Economia - Macroeconomia Esercitazione 3 Risparmio, Spesa e Fluttuazioni di breve periodo Soluzioni Daria Vigani Maggio 204. In ciascuna delle seguenti situazioni calcolate risparmio nazionale,

Dettagli

Microeconomia A-K, Prof Giorgio Rampa a.a. 2011-2012. Svolgimento della prova scritta di Microeconomia AK del 19 settembre 2012

Microeconomia A-K, Prof Giorgio Rampa a.a. 2011-2012. Svolgimento della prova scritta di Microeconomia AK del 19 settembre 2012 Svolgimento della prova scritta di Microeconomia AK del 19 settembre 2012 A DEFINIZIONI - Si definiscano sinteticamente i termini anche con l ausilio, qualora necessario, di formule e grafici. 1. Beni

Dettagli

Le ipotesi del modello

Le ipotesi del modello Modello IS-LM Le ipotesi del modello I prezzi sono dati gli aggiustamenti passano attraverso variazioni delle quantità prodotte e del tasso di interesse L investimento non è più esogeno (come nel modello

Dettagli

Lezione 1 Introduzione

Lezione 1 Introduzione Lezione 1 Introduzione Argomenti Cosa è l Economia politica I principi fondamentali dell Economia politica Cosa studia l Economia politica Perché studiare l Economia politica 1.1 COSA È L ECONOMIA POLITICA

Dettagli

Economia Applicata ai sistemi produttivi. 06.05.05 Lezione II Maria Luisa Venuta 1

Economia Applicata ai sistemi produttivi. 06.05.05 Lezione II Maria Luisa Venuta 1 Economia Applicata ai sistemi produttivi 06.05.05 Lezione II Maria Luisa Venuta 1 Schema della lezione di oggi Argomento della lezione: il comportamento del consumatore. Gli economisti assumono che il

Dettagli

MD 9. La macroeconomia delle economie aperte. UD 9.1. Macroeconomia delle economie aperte

MD 9. La macroeconomia delle economie aperte. UD 9.1. Macroeconomia delle economie aperte MD 9. La macroeconomia delle economie aperte In questo modulo, costituito da due Unità, ci occuperemo di analizzare il funzionamento delle economie aperte, ossia degli scambi a livello internazionale.

Dettagli

4 3 4 = 4 x 10 2 + 3 x 10 1 + 4 x 10 0 aaa 10 2 10 1 10 0

4 3 4 = 4 x 10 2 + 3 x 10 1 + 4 x 10 0 aaa 10 2 10 1 10 0 Rappresentazione dei numeri I numeri che siamo abituati ad utilizzare sono espressi utilizzando il sistema di numerazione decimale, che si chiama così perché utilizza 0 cifre (0,,2,3,4,5,6,7,8,9). Si dice

Dettagli

Lezione 10 Funzione di produzione ed

Lezione 10 Funzione di produzione ed Corso di Economica Politica prof. S. Papa Lezione 10 Funzione di produzione ed efficienza economica Facoltà di Economia Università di Roma La Sapienza Costi e produzione 102 Da che dipendono i costi? Dipendono

Dettagli

risulta (x) = 1 se x < 0.

risulta (x) = 1 se x < 0. Questo file si pone come obiettivo quello di mostrarvi come lo studio di una funzione reale di una variabile reale, nella cui espressione compare un qualche valore assoluto, possa essere svolto senza necessariamente

Dettagli

LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1

LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1 LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1 I CODICI 1 IL CODICE BCD 1 Somma in BCD 2 Sottrazione BCD 5 IL CODICE ECCESSO 3 20 La trasmissione delle informazioni Quarta Parte I codici Il codice BCD

Dettagli

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014 Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici Università degli Studi di Bari Aldo Moro Corso di Macroeconomia 2014 1. Assumete che = 10% e = 1. Usando la definizione di inflazione attesa

Dettagli

Risparmio, investimenti e sistema finanziario

Risparmio, investimenti e sistema finanziario Risparmio, investimenti e sistema finanziario Una relazione fondamentale per la crescita economica è quella tra risparmio e investimenti. In un economia di mercato occorre individuare meccanismi capaci

Dettagli

Corso di Macroeconomia. Il modello IS-LM. Appunti

Corso di Macroeconomia. Il modello IS-LM. Appunti Corso di Macroeconomia Il modello IS-LM Appunti 1 Le ipotesi 1. Il livello dei prezzi è fisso. 2. L analisi è limitata al breve periodo. La funzione degli investimenti A differenza del modello reddito-spesa,

Dettagli

Una percentuale di una certa importanza nel mondo economico è il tasso di interesse. Il tasso di

Una percentuale di una certa importanza nel mondo economico è il tasso di interesse. Il tasso di Capitalizzazione e attualizzazione finanziaria Una percentuale di una certa importanza nel mondo economico è il tasso di interesse. Il tasso di interesse rappresenta quella quota di una certa somma presa

Dettagli

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Microeconomia - Economia Politica Esercitazione del 14 Novembre 2011

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Microeconomia - Economia Politica Esercitazione del 14 Novembre 2011 Facoltà di Scienze Politiche Corso di Microeconomia - Economia Politica Esercitazione del 14 Novembre 2011 ESERCIZIO 1 - DOMANDA E OFFERTA DI MERCATO Considero un mercato composto da tre consumatori le

Dettagli

Mercati finanziari e valore degli investimenti

Mercati finanziari e valore degli investimenti 7 Mercati finanziari e valore degli investimenti Problemi teorici. Nei mercati finanziari vengono vendute e acquistate attività. Attraverso tali mercati i cambiamenti nella politica del governo e le altre

Dettagli

Lezione 5. Argomenti. Premessa Vincolo di bilancio La scelta ottima del consumatore

Lezione 5. Argomenti. Premessa Vincolo di bilancio La scelta ottima del consumatore Lezione 5 Argomenti Premessa Vincolo di bilancio La scelta ottima del consumatore 5.1 PREESSA Nonostante le preferenze portino a desiderare quantità crescenti di beni, nella realtà gli individui non sono

Dettagli

Corso di Politica Economica

Corso di Politica Economica Corso di Politica Economica Lezione 19: Spence s Job Market Signalling model David Bartolini Università Politecnica delle Marche (Sede di S.Benedetto del Tronto) d.bartolini@univpm.it (email) http://utenti.dea.univpm.it/politica

Dettagli

Lezione 13 Il mercato e il prezzo

Lezione 13 Il mercato e il prezzo Corso di Economia Politica prof. S. Papa Lezione 13 Il mercato e il prezzo Facoltà di Economia Università di Roma La Sapienza Ricapitoliamo Nelle lezioni precedenti ci siamo occupati dei problemi di scelta

Dettagli

La curva di offerta. La curva di offerta

La curva di offerta. La curva di offerta La curva di offerta La curva di offerta Un diagramma che mostra la quantità di un bene che i venditori desiderano vendere per un dato prezzo rapporto tra prezzo e quantità offerta Ha pendenza positiva

Dettagli

Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio

Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio Fino a questo punto abbiamo considerato solo modelli statici, cioè modelli che non hanno una dimensione temporale. In realtà i consumatori devono scegliere

Dettagli

Equilibrio macroeconomico neoclassico

Equilibrio macroeconomico neoclassico Equilibrio macroeconomico neoclassico La teoria neoclassica (TN) Rappresentò il paradigma teorico di riferimento fino alla crisi del 1929 e prima di Keynes Ancora oggi alcune scuole di pensiero più recenti

Dettagli

UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA

UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA Tutti gli anni, affrontando l argomento della divisibilità, trovavo utile far lavorare gli alunni sul Crivello di Eratostene. Presentavo ai ragazzi una

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................

Dettagli

Capitolo 20: Scelta Intertemporale

Capitolo 20: Scelta Intertemporale Capitolo 20: Scelta Intertemporale 20.1: Introduzione Gli elementi di teoria economica trattati finora possono essere applicati a vari contesti. Tra questi, due rivestono particolare importanza: la scelta

Dettagli

Basi di matematica per il corso di micro

Basi di matematica per il corso di micro Basi di matematica per il corso di micro Microeconomia (anno accademico 2006-2007) Lezione del 21 Marzo 2007 Marianna Belloc 1 Le funzioni 1.1 Definizione Una funzione è una regola che descrive una relazione

Dettagli

Capitolo 12 Il monopolio. Robert H. Frank Microeconomia - 5 a Edizione Copyright 2010 - The McGraw-Hill Companies, srl

Capitolo 12 Il monopolio. Robert H. Frank Microeconomia - 5 a Edizione Copyright 2010 - The McGraw-Hill Companies, srl Capitolo 12 Il monopolio IL MONOPOLIO Il monopolio è una forma di mercato in cui un unico venditore offre un bene che non ha stretti sostituti, ad una moltitudine di consumatori La differenza fondamentale

Dettagli

Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale

Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale 1. IL VALORE ATTUALE La logica di investimento aziendale è assolutamente identica a quella adottata per gli strumenti finanziari. Per poter

Dettagli

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da Data una funzione reale f di variabile reale x, definita su un sottoinsieme proprio D f di R (con questo voglio dire che il dominio di f è un sottoinsieme di R che non coincide con tutto R), ci si chiede

Dettagli

Traduzione e adattamento a cura di Gylas per Giochi Rari

Traduzione e adattamento a cura di Gylas per Giochi Rari Traduzione e adattamento a cura di Gylas per Giochi Rari Versione 1.0 Luglio 2001 NOTA. La presente traduzione non sostituisce in alcun modo il regolamento originale del gioco; il presente documento è

Dettagli

Lezione 27: L offerta di moneta e la LM

Lezione 27: L offerta di moneta e la LM Corso di Economia Politica prof. S. Papa Lezione 27: L offerta di moneta e la LM Facoltà di Economia Università di Roma Sapienza Offerta di moneta Offerta di moneta. È la quantità di mezzi di pagamento

Dettagli

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.

Dettagli

13.4 Risposte alle domande di ripasso

13.4 Risposte alle domande di ripasso 86 Capitolo 13 13.4 Risposte alle domande di ripasso 1. Il modello di Cournot è incentrato sull ipotesi che ciascuna impresa consideri costante il livello attuale di output delle concorrenti. Il modello

Dettagli

La Concorrenza Monopolistica

La Concorrenza Monopolistica La Concorrenza Monopolistica Caratteristiche Molteplicità di imprese Libertà di entrata (entreranno imprese finché vi sarà possibilità di profitti positivi). L entrata di nuove imprese favorisce i consumatori

Dettagli

2 + (σ2 - ρσ 1 ) 2 > 0 [da -1 ρ 1] b = (σ 2. 2 - ρσ1 σ 2 ) = (σ 1

2 + (σ2 - ρσ 1 ) 2 > 0 [da -1 ρ 1] b = (σ 2. 2 - ρσ1 σ 2 ) = (σ 1 1 PORTAFOGLIO Portafoglio Markowitz (2 titoli) (rischiosi) due titoli rendimento/varianza ( μ 1, σ 1 ), ( μ 2, σ 2 ) Si suppone μ 1 > μ 2, σ 1 > σ 2 portafoglio con pesi w 1, w 2 w 1 = w, w 2 = 1- w 1

Dettagli

Capitolo 23: Scelta in condizioni di incertezza

Capitolo 23: Scelta in condizioni di incertezza Capitolo 23: Scelta in condizioni di incertezza 23.1: Introduzione In questo capitolo studiamo la scelta ottima del consumatore in condizioni di incertezza, vale a dire in situazioni tali che il consumatore

Dettagli

a) Determinare i numeri indice a base fissa del fatturato con base 2007=100 e commentare i risultati ottenuti per gli anni 2008 e 2012

a) Determinare i numeri indice a base fissa del fatturato con base 2007=100 e commentare i risultati ottenuti per gli anni 2008 e 2012 ESERCIZIO 1 Nella tabella che segue sono riportate le variazioni percentuali, rispetto all anno precedente, del fatturato di un azienda. Sulla base dei dati contenuti in tabella a) Determinare i numeri

Dettagli

Lezione 23. Discriminazione dei prezzi. Discriminazione dei prezzi. Discriminazione di primo grado. Discriminazione di primo grado

Lezione 23. Discriminazione dei prezzi. Discriminazione dei prezzi. Discriminazione di primo grado. Discriminazione di primo grado Lezione 3 omportamento monopolistico ome dovrebbe fissare il prezzo un monopolista? Fino ad ora abbiamo pensato al monopolio come ad un impresa che deve vendere il suo prodotto allo stesso prezzo per ogni

Dettagli

Capitolo 7. Efficienza e scambio. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Bernanke

Capitolo 7. Efficienza e scambio. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Bernanke Capitolo 7 Efficienza e scambio Pareto-efficienza L efficienza in senso economico ha una definizione ristretta che prende il nome da un economista italiano (Vilfredo Pareto) una allocazione è efficiente

Dettagli

Lezione 8. (BAG cap. 7) IL MEDIO PERIODO Il mercato del lavoro. Corso di Macroeconomia Prof. Guido Ascari, Università di Pavia IL MEDIO PERIODO

Lezione 8. (BAG cap. 7) IL MEDIO PERIODO Il mercato del lavoro. Corso di Macroeconomia Prof. Guido Ascari, Università di Pavia IL MEDIO PERIODO Lezione 8 (BAG cap. 7) IL MEDIO PERIODO Il mercato del lavoro Corso di Macroeconomia Prof. Guido Ascari, Università di Pavia IL MEDIO PERIODO 2 1 Nel breve periodo la domanda determina la produzione =>

Dettagli

ESERCITAZIONI MACROECONOMIA 2

ESERCITAZIONI MACROECONOMIA 2 ESERCITAZIONI MACROECONOMIA 2 CAPITOLO 10 Crescita: i fatti principali 1) Spiegate cosa si intende per convergenza nella teoria della crescita e mostrate il grafico con cui si rappresenta. 2) Spiegate

Dettagli

SISTEMI DI NUMERAZIONE E CODICI

SISTEMI DI NUMERAZIONE E CODICI SISTEMI DI NUMERAZIONE E CODICI Il Sistema di Numerazione Decimale Il sistema decimale o sistema di numerazione a base dieci usa dieci cifre, dette cifre decimali, da O a 9. Il sistema decimale è un sistema

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e

Dettagli

Esercitazione relativa al capitolo 14 I MONOPOLI E LA CONCORRENZA IMPERFETTA

Esercitazione relativa al capitolo 14 I MONOPOLI E LA CONCORRENZA IMPERFETTA Esercitazione relativa al capitolo 14 I MONOPOLI E LA CONCORRENZA IMPERFETTA Esistono quattro principali tipi di strutture di mercato: concorrenza perfetta, monopolio, concorrenza monopolistica e oligopolio.

Dettagli

Un modello matematico di investimento ottimale

Un modello matematico di investimento ottimale Un modello matematico di investimento ottimale Tiziano Vargiolu 1 1 Università degli Studi di Padova Liceo Scientifico Benedetti Venezia, giovedì 30 marzo 2011 Outline 1 Investimento per un singolo agente

Dettagli

Domande a scelta multipla 1

Domande a scelta multipla 1 Domande a scelta multipla Domande a scelta multipla 1 Rispondete alle domande seguenti, scegliendo tra le alternative proposte. Cercate di consultare i suggerimenti solo in caso di difficoltà. Dopo l elenco

Dettagli

Capitolo 10 Z Elasticità della domanda

Capitolo 10 Z Elasticità della domanda Capitolo 10 Z Elasticità della domanda Sommario Z 1. L elasticità della domanda rispetto al prezzo. - 2. La misura dell elasticità. - 3. I fattori determinanti l elasticità. - 4. L elasticità rispetto

Dettagli

Elementi di economia Domanda e Offerta

Elementi di economia Domanda e Offerta Elementi di economia Domanda e Offerta Dott.ssa Michela Martinoia michela.martinoia@unimib.it Corso di laurea in Scienze del Turismo e Comunità Locale A.A. 2014/15 1 Il Mercato Il Mercato èl insieme di

Dettagli