GESTIONE DEL PAZENTE CON SINDROME DA ALLETTAMENTO Rosalba Leotta
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- Antonia Scognamiglio
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1 GESTIONE DEL PAZENTE CON SINDROME DA ALLETTAMENTO Rosalba Leotta
2 La sottoscritta Rosalba Leotta ai sensi dell art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell Accordo Stato-Regione del 5 novembre 2009, dichiara che negli ultimi due anni NON ha avuto rapporti diretti di finanziamento con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario che negli ultimi due anni ha avuto rapporti diretti di finanziamento con i seguenti soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario:
3 Immobilità - Allettamento Immobilità - Allettamento Situazione di inattività muscolo scheletrica che viene definita anche allettamento Svariati possono essere le motivazioni che possono obbligare una persona a letto... INEVITABILE legato all'incapacità funzionale della persona di muoversi dal letto (e talvolta nel letto ) APPROPRIATA quando interessa direttamente gli organi ed apparati di moto PRESCRITTA non necessariamente è legato ad incapacità funzionale della persona INAPPROPRIATA determinata da una causa che altera il precario equilibrio di un paziente fragile ed affetto da polipatologie
4 Paziente Allettato Paziente Allettato Fattori Eziologici Fattori Predisponenti Patologie Mediche Patologie chirurgiche e traumatologiche Patologie Neuropsichiatriche Fattori Sociali Età avanzata Comorbidità Attività fisica Stile di vita Aspetti psicosociali Ambiente
5 Paziente anziano allettato SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE Stato in cui la persona è soggetta/rischia il deterioramento dei sistemi ed apparati dell organismo in conseguenza di un INATTIVITA MUSCOLO SCHELETRICA EFFETTI NEGATIVI DELL ALLETTAMENTO Le conseguenze dell allettamento sono a carico di tutto l organismo e interessano i maggiori apparati del corpo: Sistema Cardiovascolare Sistema Respiratorio Sistema Muscolo-Scheletrico Sistema Gastrointestinale Sistema Urinario Sistema Neuropsichico Sistema Cutaneo
6 SISTEMA CARDIOVASCOLARE Riduzione gittata cardiaca Stasi venosa periferica Rischio di trombosi venosa e conseguente rischio di embolia polmonare
7 SISTEMA RESPIRATORIO Ridotta ventilazione Aumento delle secrezioni Ridotto riflesso della tosse
8 SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO Ipotrofia muscolare Ipostenia muscolare Fibrosi legamenti strutture tendinee e delle capsule articolari Osteoporosi
9 SISTEMA GASTROINTESTINALE Malnutrizione Disturbi digestivi Stipsi Meteorismo Incontinenza
10 SISTEMA URINARIO Incontinenza urinaria Ritenzione urinaria con conseguente rischio di infezione
11 SISTEMA NEUROPSICHICO Labilità emotiva Agitazione psicomotoria Stato confusionale Senso di frustrazione Indifferenza verso l ambiente Allucinazioni Depressione
12 SISTEMA CUTANEO LESIONI DA DECUBITO Sacro Grande trocantere Calcagno Malleoli Scapole Padiglione auricolare Etc
13 LESIONI DA DECUBITO FATTORI FAVORENTI PRESSIONE STIRAMENTO ATTRITO UMIDITA DELLA CUTE DISIDRATAZIONE CUTANEA RIDUZIONE DEL TESSUTO SOTTOCUTANEO FATTORI DI RISCHIO IMMOBILIZZAZIONE INCONTINENZA URO-FECALE MALNUTRIZIONE DISIDRATAZIONE ANEMIA DISTURBI COGNITIVI RIDUZIONE SENSIBILITA PERIFERICA
14 PREVENZIONE PREVENZIONE Tutto ciò scoraggerà il paziente nei tentativi di rialzarsi e progressivamente si aggraverà sia fisicamente che psicologicamente Cosa fare? La strategia di intervento è PREVENZIONE attraverso la promozione del movimento
15 PIANO PIANODIDIASSISTENZA ASSISTENZA Limitare la permanenza del paziente a letto; Mettere in opera il più precocemente possibile tutti i presidi necessari alla prevenzione dei decubiti; Cambiare il decubito del paziente con frequenza nelle 24 ore; Mantenere la massima igiene; Stimolare il paziente dal punto di vista intellettivo facendolo partecipare al programma terapeutico; Adattare l ambiente alle sue capacità funzionali; Mobilizzare quotidianamente (mantenimento della posizione seduta per lunghi periodi, brevi tentativi di mantenere la posizione eretta)
16 TEAMMULTIDISCIPLINARE MULTIDISCIPLINARE TEAM
17 Ridurre Ridurrealalminimo minimoililtempo tempodidi permanenza permanenzaaaletto letto!!!!!!
18 INTERVENTIINFERMIRISTICI INFERMIRISTICI INTERVENTI Cosa è importante fare
19 Posizionare correttamente il paziente Posizionare correttamente il paziente
20 Cambiare Cambiarelalapostura postura
21 Tentare Tentareprecocemente precocementelalaposizione posizione seduta sedutainincarrozzina carrozzina
22 Stimolare Stimolarelaladeambulazione deambulazione
23 Collaborazione Collaborazionepaziente paziente
24 CONTROLLARE CONTROLLARELA LACUTE CUTE
25 IGIENE IGIENEDEL DELPAZIENTE PAZIENTE
26 NUTRIZIONE NUTRIZIONEEEIDRATAZIONE IDRATAZIONE
27 Stimolare Stimolareililpaziente paziente
28 Comunicazione Comunicazione
29 INTEGRAZIONE INTEGRAZIONERISORSE RISORSE
30 OBIETTIVI OBIETTIVI BUONE CONDIZIONI SALUTE E FUNZIONALITA PROGRESSO SOLUZIONE PROBLEMA E STATO SALUTE SOLUZIONE PROBLEMA
31 CONCLUSIONI CONCLUSIONI Presupposto fondamentale per il raggiungimento di questi obiettivi è : La presenza di un team multidisciplinare L impiego di protocolli validati e standardizzati La continuità del programma terapeutico Il coinvolgimento attivo del malato e della famiglia La formazione professionale
32 CONCLUSIONI CONCLUSIONI
33 GRAZIE GRAZIEPER PERL ATTENZIONE! L ATTENZIONE!
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